[Song-fic Fluff]
Quasi una fantasia (Op. 27 n. 2)
[Adagio sostenuto]
Le
delicate note di un pianoforte riecheggiarono nella casa silenziosa,
fino a raggiungere la camera da letto, in cui, assieme ad un tenue
raggio di luce del mattino proveniente dalla porta socchiusa,
riuscirono a fendere la dormiente penombra.
La
melodia infatti carezzò l'orecchio della ragazza ancora assopita,
mentre il caldo chiarore le sfiorava la carnagione diafana, risalendo
fino al viso dai tratti giovanili, rilassati dal riposo; lei però,
con movimento meccanico, si sottrasse infastidita alla luce,
cercando invano di riconciliare il sonno.
Ma
nella quiete, un innocuo sottofondo fa presto a tramutarsi in un'ossessione: la mente, pur esortata a concentrarsi su
altro, finirà inevitabilmente a fissarsi su quel rumore, come un
semplice respiro o -in questo caso- il suono distante di uno
strumento musicale, vanificando così ogni tentativo di riprendere il lieto sogno.
Kiku
Kaneki si rigirò più volte, cercando la posizione più comoda, ma
ogni volta che sembrava di aver finalmente trovato la pace, quel
rumore insistente tornava nei suoi pensieri: diventava il vero
protagonista della sua mente, rubando la scena alla notturna allucinazione troncata a metà.
Era
una lotta impari e Kiku, voltandosi supina a fissare l'alto soffitto
della camera da letto, l'aveva purtroppo compreso; si sollevò
quindi, sfregandosi stancamente l'occhio sinistro da Ghoul, mentre
col destro osservava i suoi abiti ancora sparsi sul pavimento.
Tuttavia
non scelse di indossare il suo maglione, sformato e anche criticato
apertamente, bensì raccolse con sguardo interessato -e ancora
assonnato- una camicia rosso brillante, dimenticata a terra.
Seppur
fosse una lotta impari, non significava certo una sconfitta
assicurata.
[Allegretto]
Le
affusolate dita del pianista scivolavano delicatamente sui tasti
bianchi e neri del pianoforte, creando una melodia leggiadra, che
accarezzava le corde dell'animo e al contempo lo scaldava, come un
mattutino raggio di sole.
Persino
Kiku, giunta nell'ampio salone per far cessare quel suono
disturbante, sentì venir meno le proprie intenzioni; preferì allora
fingersi una semplice ombra, poggiandosi contro lo scuro stipite
della porta, attendendo fino a esecuzione terminata.
Purtroppo
però, non avrebbe mai potuto essere invisibile per lui.
<< Oh, ma chérie.>>
Le note si interruppero bruscamente, lasciando un ben visibile scontento sul viso della ragazza, la quale accentuò l'espressione di disappunto assottigliando lo sguardo.
<< Già che hai disturbato, potevi continuare.>> si limitò a proferire, socchiudendo le palpebre e liberando un sospiro stanco.
[Presto agitato]
I candidi piedi erano pronti a farsi carico del peso intero del corpo minuto, coperto solamente da una camicia ben più ampia e lunga, che vestiva quasi fosse un abito; tuttavia, quel vano tentativo di allontanarsi dal salotto fu vanificato dalla delicata presa di Tsukiyama, che le cinse con dolcezza i fianchi.
<<
Eccoti... ma chérie.>>
le sussurrò lentamente sulle
rosee labbra, mentre intrecciava le dita con la sua bianca, morbida
chioma << Vorrei che questi attimi durassero in eterno.>>
<<
Lo sai... non è possibile.>> il sospiro rassegnato della
fanciulla sfiorò la mano del compagno. Era conscia che quel tempo
insieme era ormai giunto al termine: entrambi, infatti, dovevano
tornare alla vita reale, abbandonando quel sogno soffice e ovattato,
formato da amorevoli gesti e delicate note di pianoforte.
<<
Lasciami ancora fantasticare. Solo per un momento.>>
Kiku, immobile contro il freddo e scuro legno, non si sottrasse. Accompagnò il delicato gesto dell'amante, in un ultimo, casto bacio, sul ciglio del giorno crudele che avrebbe dissipato ogni fantasia.
Fine
Song-fic!
Angolo
dell'Autrice:
Scritta
sulle note della “Sonata al Chiaro di Luna” di Beethoven
(Quasi una fantasia), finalmente ho avuto il coraggio di
pubblicarla: insomma, è la prima volta che scrivo su Tokyo Ghoul ed
è anche la prima volta che scrivo un “Gender Bender” (quindi ammetto un potenziale disastro).
Inoltre non scrivo molte fanfiction fluff (cuore di ghiaccio
2.0), però non poteva essere altrimenti: quando ho letto che l'opera
è stata dedicata da Beethoven alla sua allieva, beh... non so come
esattamente, il mio sangue si è tramutato in caramello.
In
ogni caso, spero che riusciate ad apprezzare queste poche righe.