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Autore: kuutamo    17/10/2017    1 recensioni
'Mystic Falls. L'aria che si respira in questa cittadina mi è sempre sembrata ambigua. All'inizio sembra di trovarsi in un posto normale, ma basta poco per scoprire che pullula di esseri immondi e crudeli, degli assetati di sangue. Io sono uno di loro.
Il punto è che questa volta Mystic Falls sembra davvero una normale cittadina, tranquilla e felice.
Forse dovevo davvero lasciar perdere e non tornare: forse tutti qui sono stati meglio senza il vecchio e cattivo Damon. Ma ahimè, la felicità altrui non mi è mai interessata molto.'
Gli eventi sono stati ambientati (e scritti) durante la 6a stagione: Elena e Damon si sono lasciati, lei non è caduta nel sonno di Kai e gli eventi della 7a e 8a stagione non sono avvenuti. Inizialmente partita come una one-shot (dal nome "Dressing coffins for the souls I've left behind in time") e ora diventata una long. Buona lettura!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Matt Donovan, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Dissolve nodi


Danaë scoprì che Tamara era sua zia, Stefan glie lo confermò. Da quello che lui ricordava, pareva vivesse insieme a sua nonna, un motivo in più per cui la ragazza avrebbe dovuto ricordarla. Tutto pareva portarla alla conclusione che qualcuno avesse davvero manipolato la sua mente. Lo avevano fatto per proteggerla, o per proteggere loro stessi? Più passava il tempo e più pensava d’essere uno scherzo della natura, un mostro.

 

“Vi ricordo che se la compulsione è stata fatta da un vampiro, non posso invertire il processo”

“Perché?” chiese la ragazza a Bonnie.

“Perché è una magia di un altro essere soprannaturale, avresti bisogno di quel vampiro e nessun altro. Essendo una strega, posso solo annullare il soggiogamento di un altra strega, o almeno provarci. Non voglio tu ti faccia false speranze però, potrei anche non riuscirci”

“Ha a che fare con la tua pausa dalla magia”

“Non praticarla sicuramente non ha giovato alla mia forza, però non dipende solo da questo”

“Mi spiace aver distrutto gli equilibri di questa cittadina, della tua vita” confessò Danaë.

“Non è colpa tua, sarebbe successo comunque qualcosa prima poi. La calma non può durare troppo” sorrise Bonnie amaramente. In tutti quegli anni il suo unico pensiero era stato tenere al sicuro il suo segreto con il suo fidanzato, ora stava seriamente preoccupandosi più per quella vita che sicuramente avrebbe ingiustamente stravolto e messo in pericolo.

 

“Sono pronta”

Le due si sedettero al centro della stanza e congiunsero le mani.

“Plasmatos mentem reficit. Lumen redit - ripetè Bonnie più volte - Senti qualcosa?”

Danaë si concentrò maggiormente, in ascolto.

“Niente” rispose.

“Phasmatos mentem deficit. Lumen redit. Memoriam eius restituet” incalzò Bonnie.

“È stata una strega?” s’informò Damon che nel frattempo era entrato nella stanza.

“Sì”

“Allora perché non funziona?”

Bonnie sbuffò, si stava deconcentrando.

“Credo siano state più streghe a modificare i suoi ricordi”

“Riproviamo, Bonnie” disse Danaë decisa a scoprire cosa c’era nella sua testa. Non voleva perdere neanche un attimo.

 

Bonnie ripeté la formula per molto tempo: solo dopo un’ora riuscì a farsi strada nei meandri della mente della banshee. Si capiva perché aveva smesso di pronunciare la formula.

“Ci sono - annunciò agli altri due - Danaë, rilassati. Cerca di non pensare a niente”

Lei annuì senza dire nulla. Poi la strega continuò.

“Dissolve nodi. Phasmatos, dissolve nodi”

“Non ce la faremo mai” si lamentò Damon gettandosi all’indietro sul divano rosso.

“Sta zitto - gli intimò Bonnie mentre ripeteva la nuova formula - Dissolve nodi”

Finalmente qualcosa accadde. Danaë interruppe il contatto con Bonnie portandosi le mani alle tempie: la testa le scoppiava, era come avere un terremoto nel cervello. Si sforzò di non urlare, altrimenti sapeva che avrebbe di nuovo polverizzato ogni finestra nelle vicinanze.

Il flusso di ricordi la investì come un treno in corsa, tratteneva a stento le lacrime. Vide rapidi frammenti di ricordi: il funerale, sua zia mentre era ancora viva, dei cozzi sparsi su un pavimento di legno, una forte luce bianca, tre donne dai volti familiari che confabulavano attorno a un tavolo, un uomo che le porgeva una bambola di pezza. Le immagini si susseguivano una dietro l’altra senza darle il tempo di cogliere i dettagli. Poi il vortice si fermò su un ultimo ricordo.

‘Dobbiamo farlo’ disse una donna che somigliava molto a sua madre. ’Presto o tardi lo scoprirà da sola. La premonizione potrebbe anche non avverarsi’ diceva la nonna. ‘Mamma, sai che non è possibile. Ha già manifestato i suoi poteri. É estremamente pericoloso’. Sua nonna continuava a guardare quella donna davanti a lei, con l’aria di una che la sapeva lunga, ma che non voleva darle ragione a tutti i costi. Stava cercando di proteggerla. ‘Lei lo scoprirà. Inoltre, non è possibile cambiare quello che già è. Io vi ho avvertite’ ribatté l’anziana alzandosi e andando via. A quel punto le due figure rimaste sedute si accorsero della mia presenza: i loro occhi erano spaventati, non riuscivano a nascondere l’incertezza, la preoccupazione ed il senso di colpa.

Il ricordo finì e la ragazza riaprì gli occhi; prese grandi respiri per calmarsi. Recuperare la memoria tutta insieme era stato doloroso, sentiva la testa andare in fiamme, forse aveva anche la febbre. Per quanto breve era stato rivivere una parte infinitesimale della sua vita, ora si sentiva densa d’informazioni da rielaborare, mettere in ordine. Doveva dare un senso a tutto, riempire le lacune.

 

“Ehi - le si accovacciò vicino Damon mettendole una mano sulla spalla - tutto ok?”

“Sì.. - rispose mentre si tranquillizzava - Damon, avevi ragione. È stata la mia famiglia a farmi questo”

Il vampiro sorrise amaramente, avrebbe voluto avere torto.

“Perché ti hanno cancellato la memoria?” chiese Bonnie, anch’ella si stava riprendendo. Era stato faticoso arrivare al punto.

“Ho visto mia madre, mia nonna e quella che doveva essere mia zia Tamara parlare dei miei poteri che si erano fatti avanti. Avevano paura che mi accadesse qualcosa. Ma mia nonna era contraria, suppongo che è per questo che dopo tanti anni ha infranto quella sorta di patto e mi ha rivelato tutto. Avevi visto lungo..” si riferì al vampiro.

“E poi, cos’altro hai visto?”

“In verità non molto.. Mi sono ricordata i momenti in cui i poteri si erano manifestati, tra l’altro credo in maniera totalmente casuale. Poi ho rivissuto il ricordo del cimitero” tenne per sé la sagoma di quell’uomo sconosciuto. Probabilmente si trattava di suo padre.

Bonnie e Damon si guardarono, poi la strega annuì e li lasciò soli nel salone.

Danaë si massaggiò le tempie, era davvero un dolore atroce. Si chiedeva quando sarebbe cessato, perché non ne poteva più.

“Tieni - disse Damon mordendosi il polso - dalla faccia che hai credo che ricominceresti a urlare se non starai subito meglio, e non voglio cambiare di nuovo tutti i vetri delle finestre”

Danaë non ce la faceva più e decise di non opporre resistenza e lasciarsi aiutare. Si avventò sul polso e bevve quel liquido denso. Di nuovo quel gesto così intimo ed essenziale. Sentiva la pelle fredda a contatto con le labbra, il fluire del sangue dentro la sua bocca stava già sortendo l’effetto desiderato. Alzò lo sguardo da sotto alle sue folte ciglia e si ritrovò a pochi centimetri dal viso del vampiro, che intanto stava annotando ogni sua mossa, soddisfatto di avere il potere di aiutarla. Damon le teneva una mano sulla nuca, come a sorreggerla, mentre lentamente le accarezzava i capelli osservandola bere il suo sangue. Non l’avrebbe mai ammesso a se stesso: era rapito da quella donna. Ogni volta che la guardava si sentiva sempre più vicino e vulnerabile.

Ancora pochi secondi e Danaë si allontanò dal polso di Damon asciugandosi un rivolo di sangue sfuggito dall’angolo della bocca.

“Grazie” disse.

“Non c’è di che” rispose mentre sul suo viso un’enorme soddisfazione si faceva largo.

“Ti piace da morire questa sensazione di potere, vero?” gli chiese Danaë.

“Oh, non sai quanto Naë”

“Non ti ci abituare” disse lei fingendosi seria, poi si avvicinò alla libreria che circondava la stanza. Doveva mettere un pò di distanza tra loro, o si sarebbe accorto di quanto quel contatto di poco prima le fosse piaciuto. S’impose autocontrollo e disciplina, respirando e facendo decelerare il battito del suo cuore.

“Cosa stai cercando?” chiese prontamente Damon.

“Un libro che mi dica come decifrare la lingua antica che Bonnie non è riuscita a tradurre”

“La pagina di grimorio? Beh dubito che la troverai qui”

“Non c’è nulla neanche su quella tizia, Hadassah, il primo ibrido?”

“Forse.. Ascolta, ma hai provato a leggere quella lingua tu stessa?”

“Bonnie ha detto che è una lingua antica centinaia di anni, come vuoi che sia in grado di decifrarla?”

“Ho visto così tante cose che non hanno senso, che onestamente non mi stupirebbe se tu ci riuscissi davvero”

Danaë lo guardò indecisa incrociando le braccia. Se Damon aveva ragione, quello sarebbe stato davvero il momento di avere paura.

“Fanculo. Mi sento come nel film L’Esorcista” disse la ragazza trascinandosi controvoglia di nuovo verso il tavolo.

“Dai, ormai non puoi farmi venire la pelle d’oca più di così. C’è un limite a tutto” rise il vampiro versandosi un bourbon.

Danaë trafficò con i volumi finché non trovò la pagina bruciata sotto uno di questi.

“Al-akameb sither ka. Alka ipse ikmer. Sesjìhat ik dabam ehkbet sahkem.. Guarda con gli occhi della mente. Ruba il respiro. Che l’anima di chi canta entri in te e si suggelli in te..” le tremava la voce.

“Porc.. Oh, per la miseria!” sgranò gli occhi Damon.

“Tutto questo è assurdo” disse afflitta appoggiandosi al tavolo.

“Non per fare il guastafeste, ma è arrivato il momento di alzare il telefono e chiamare tua madre”

E ancora una volta, Damon aveva ragione.






Note:

Ringrazio davvero di cuore tutti i lettori e coloro che commentano!
Alla prossima

 
  
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