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Autore: chiaralopi1    17/10/2017    0 recensioni
E' passato un anno dalla rivelazione di Alex Drake, ma Rosewood rimane la cittadina ricca di misteri di sempre. Un incendio doloso che distruggerà il Radley Hotel e metà cittadina, porterà con se' una dolorosa morte che riporterà le liars a qualche anno prima. Nuovi amori, nuovi segreti, e vecchi nemico. Credevate di sapere tutto eh? Siamo di nuovo in gioco. Baci, stronzette.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Spencer Hastings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto sembrava immobile a Rosewood, come se la cittadina avesse perso l’anima. Erano passati ormai 15 giorni dal terribile incendio che aveva distrutto metà cittadina, ma sembrava che le fiamme avessero divorato la vita di ciascun abitante, oltre che le decine di case ed edifici pubblici. Spencer Hastings, seduta dietro la scrivania dell’ufficio 15 del dipartimento di polizia di Rosewood, scrutava con attenzione le centinaia di carte sparse per la stanza, quando qualcuno alla porta attirò la sua attenzione.
“Ehi Toby! Finalmente, ti aspettavamo”. “Ei Spence, sono arrivato questa mattina ma sono rimasto intrappolato nell’ufficio del sindaco per gli ultimi accordi”, rispose l’uomo con un tono piuttosto ironico. “Oh immaginavo che la mamma ti trattenesse fino all’ora del the!”. Toby sorrise, e continuò preoccupato “Come sta?”. “Oh be’, la sua nuova carriera politica la tiene abbastanza occupata, o almeno, la aiuta a non pensare a papà”. “E’ proprio finita eh?” “Sì questa volta credo proprio di sì”, rispose la giovane con un leggero imbarazzo. “Disturbo?”, una giovane Addison Derringer varcò la porta con la solita strafottenza. “Devo fare una denuncia. So chi ha dato vita all’incendio di cui sicuramente starete parlando”.

SIGLA.

A casa Fitz il telegiornale trasmetteva il solito servizio –non ci sono ancora novità sull’identità del piromane responsabile della distruzione di 26 case, e del rinomato Radley Hotel. Le 14 vittime dovranno aspettare ancora un po’ prima di avere giustizia. Intanto il detective Hastings, incaricato del caso direttamente dal distretto di Los Angeles, assicura che tutte le squadre..-. “Dev’essere difficile per Spencer aver a che fare con l’assassino della madre della sua migliore amica” interruppe Ezra. “Già, è come se ogni responsabilità del mondo ricadesse sempre e in qualche modo su di lei”, rispose Aria.“Ma non hanno nessuna pista?”. “A quanto pare no. L’unica cosa che hanno è un orologio da taschino ed una parrucca bionda. Che non portano da nessuna parte. La buona notizia è che oggi è arrivato Toby. La sua ditta si occuperà della ricostruzione delle case. Sono contenta sia vicino a Spence, le darà la carica.”. “Sono contento anche io amore, e sono contento di essere tornato qui”, rispose lui con una grave malinconia. Una lacrima si affacciò sul dolce viso di Aria, che subito si ricompose. Ogni ritorno a Rosewood, nella sua vita, aveva sempre portato con se’ fardelli difficili da superare.

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Alison intanto preparava la lezione che avrebbe tenuto il giorno dopo, con le gemelline accanto. Emily era ormai via da 10 giorni, e mai come in quei giorni aveva desiderato averla accanto. Le sembrava di essere tornata la Alison di 10 anni prima, piena di segreti e senza nessuno vicino. I suoi pensieri furono interrotti dal rumore del campanello. “Hei Caleb, che ci fai qui?”. L’espressione dell’uomo non faceva presagire nulla di buono. “Ei Alison, ho bisogno del vostro aiuto”.

10 minuti dopo, Alison, Aria e Spencer erano sedute nel grande divano di casa Di Laurentis. Il loro volto era più cupo del solito,  si guardavano tutte con aria spaesata. Ruppe il silenzio Spencer “Cosa vuol dire che Hanna è scomparsa? E perché sei qui a dirmelo e non davanti la mia scrivania in commissariato?”, chiese la donna in preda al panico. “Spence, è sparita la tua amica, potresti smettere di comportarti come se fossi della CIA?”, la rimproverò Aria. Così l’uomo continuò “Ha perso la mamma, l’unica persona della sua famiglia che le era rimasta, è 15 giorni chiusa in una stanza buia, non vuole vedere neanche Jenny. Insomma, è sua figlia. Non è in se’, non so dove possa essere andata e cosa possa essere in grado di fare”. L’uomo esplose in lacrime, ormai evidentemente provato dalla situazione che si era trovato ad affrontare. Cambiando tono di voce, Spencer lo consolò “Caleb, Hanna è distrutta, ma è pur sempre la nostra Hanna. La troveremo e le staremo vicino più di quanto abbiamo fatto fin’ora. Ora è essenziale mantenere la calma. Chiamo Toby, tu Aria chiama Ezra, fra un’ora inizieremo le ricerche. Alison tu puoi stare a casa a tenere i bambini?”. La donna, che fin’ora era rimasta in silenzio, acconsentì muovendo il viso, ancora più angosciata di quanto fosse prima.

“Ah dimenticavo, ci sono novità riguardanti l’indagine. Oggi Alison Derringer è venuta in centrale per denunciare il presunto assassino”. Aggiunse la giovane poliziotta. Lo sguardo di Alison si fece sempre più spaventato, e questo non sfuggì ad Aria. “Tutto bene Ali?”. “Sì, sono solo un po’ stanca, ho letto compiti tutto il giorno, vado a dormire”. Rispose prontamente. “Come, non vuoi sapere chi è stato accusato?”. “Oh sì, continua pure Spence”.
“Non ha saputo fare un nome e un cognome. Ma dice di averlo visto, e potrebbe riconoscerlo. Solo, proprio oggi, la macchina per gli identikit di riconoscimento è andata in tilt. L’abbiamo convocata domani mattina alle 9. Entro quell’ora devo essere lì, e dobbiamo aver ritrovato Hanna”. Concluse la donna, con la sua solita aria da leader che diede un po’ di speranza a Caleb.  

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Intanto, Melissa Hastings, puliva le stalle del suo nuovo maneggio, e contemporaneamente malediva Jason per averla lasciata sola in mezzo a tutto quel fieno. “Apriamolo insieme sorellina, questo posto ri darà luce alle nostre vite, certo, e ridarà un alone di cacca di cavallo ai miei jeans nuovi”, diceva tra se’ e se’. Quando alzò lo sguardo, incrociò lo sguardo di Lana, il suo fedele destriero, e non potè fare a meno di sorridere.Era vero, quel posto era difficile da gestire, ma mai in vita sua si era sentita più a casa di quando era lì. Era come se lì riuscisse a dimenticare ogni fallimento, come se la sua lunga strada fosse servita per arrivare fin lì. Anche se, in realtà, si era trovata costretta a scappare da Londra.  Ma quella era un’altra brutta storia, e ora non aveva più importanza. Sentii dei passi provenire dal suo ufficio, e urlò “Jason sei tu? Ti stavo per chiamare, ma si può sapere dove hai messo… “ non fece in tempo a finire la frase che si trovò di fronte ad uno scenario da incubo. Un polso e una mano sanguinante erano sulla sua scrivania. La giovane donna svenì, e proprio nel momento in cui socchiuse gli occhi, sentì le forti braccia di un uomo attenuarle la caduta. Poi, il vuoto.

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I 4 ragazzi si trovarono, come da appuntamento, al capanno di casa Hastings. “Era una vita che non entravo qua dentro, sarà pieno di ragni” disse la proprietaria di casa. “Come mai non avete venduto anche questo insieme alla casa?” chiese Caleb.  “Melissa ha insistito tanto..”  rispose lei, senza dare  troppo conto alla questione. “Allora, dividiamoci in due gruppi. Io e Aria cercheremo in città, e voi, da bravi gentiluomini vi occuperete del bosco, siamo d’accordo?”, disse con finto tono da generale. Caleb si fece scontroso “Spencer, non è un gioco.”, “Era per smorzare la tensione” rispose lei seccata. Intervenne allora Ezra “E’ arrivato il momento di andare”, e dando un bacio insicuro alla sua compagna, uscì.

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Poco dopo, mentre giravano per i vicoli di Rosewood, Spencer guardò preoccupata Aria, che si voltò verso di lei, come se avesse già capito la domanda che le sarebbe spettata. L’amica, quindi, si sentì in diritto di andare a fondo “Va tutto bene con Ezra, piccola Aria?” chiese con inaspettata dolcezza. Venne però liquidata dell’amica con un secco “Si, Spence” e il suo solito sorriso imbarazzato. Spencer, però, non si arrese “ Com’era l’Islanda, insomma come è stato tornarci?”. “Non ci vogliono affidare il bambino. Per via… per via della mia, della nostra- si corresse- storia. Mi hanno giudicato instabile mentalmente”. Dai suoi occhi cominciarono a cadere tutte le lacrime trattenute fin’ora. “Non posso essere una buona mamma Spence”. Spencer l’abbracciò senza saper cosa dire. La rabbia si stava impossessando di lei. “Sono solo dei vigliacchi Aria, non dire così. Tu non sei quello che ti è successo. Tu non devi pagare in questo modo.” E rimasero abbracciate, mentre il tempo passava.

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Intanto Caleb e Ezra camminavano tra i boschi armati di coltello. “Non capisco come Hanna possa essere finita qua, è già difficile fare due passi senza rimanere impigliati a qualche ramo”. Stava dicendo il giovane scrittore. Caleb, immerso nei suoi pensieri, esordì “Ezra, come…come ci è finita nella polizia? Spencer dico”. “Oh, credo sia entrata in un corpo speciale come legale, e attraverso diversi escamotage sia riuscita ad acquisire i vari titoli per lavorare in polizia. Aria dice che le è cambiata la  vita da quando ha cambiato lavoro. Che ora è felice”. Caleb rimase serio. Tutto era cambiato da quando lui, Hanna e Jennifer erano tornati a Rosewood. Ashley Marin non c’era più, il Radley Hotel era chiuso da giorni e chissà quando avrebbe riaperto, e tutti i suoi amici erano in qualche modo riusciti a trasformare la loro vita in qualcosa di stabile, o almeno quasi tutti. Eppure lui continuava a sentirsi intrappolato nella serie di sfortunati eventi che avevano caratterizzato la sua vita, come se fosse senza via di uscita. Nel silenzio del bosco, riuscirono solo a sentire un forte colpo alla schiena, e l’urlo del rispettivo compagno al loro fianco.

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Intanto al maneggio una confusa Melissa riprendeva conoscenza. Era circondata da medici, infermieri e uomini in divisa. Guardò subito il tavolo, ma la mano non c’era più. Si era immaginato tutto? Perché erano tutti lì? Chi era l’uomo che l’aveva afferrata qualche minuto prima? Si rivolse ad un uomo anziano, in divisa “scusi, che è successo?”. Con pazienza l’uomo rispose “Il suo collaboratore ci ha chiamato non appena ha sentito le sue grida. Lei era svenuta…si ricorda perché?” Chiese speranzoso. “No io non ricordo niente” rispose ferma lei. “E io non ho nessun collabor…”. “Melissa!” la interruppe un premuroso Jason. “Come stai? Ricordi qualcosa?”, la donna fece ancora segno di no. “Immaginavo”, continuò lui “ mi hanno avvisato che lo shock ti avrebbe portato a questo”. “Ma non mi chiedi cosa sia successo?” cominciò a chiedere lui sospettoso. “Io.. Io.. chi ha chiamato la polizia?”. Chiese lei, ancora spaventata da quelle braccia. “Non hai letto il biglietto? Ho assunto un ragazzo per fare i lavori pesanti, sai, per quando io sarò via. Insomma, ne avevamo parlato”. “Jason, cosa cavolo…” la donna, senza forze, si zittì quando vide lui. Un incrocio tra Ryan Gosling e Ryan Reynolds, vestito da contadino, le si parò davanti con un forte accento inglese che lei non potè non riconoscere. “Brutta la botta baby?” disse con un sorriso smagliante. La donna, semi paralizzata, rimase esterrefatta. Un atteggiamento così provinciale non sarebbe potuto appartenere ad un uomo così bello. Non era possibile. Lui continuò a guardarla divertito. Senza immaginare tutti i segreti che si potessero celare dietro la sua nuova datrice di lavoro.

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Le ricerche delle due ragazze, nel mentre, non sembravano portare da nessuna parte. Erano arrivate in un parchetto, e niente faceva presagire che la loro amica scomparsa fosse da quelle parti. Si sedettero sconsolate su una panchina “Sai forse non sono così eccellente come detective.”.
“Spencer non dirlo neanche per scherzo. Tu sei eccellente in tutto. Sono io che ora non ho un lavoro.” Disse la piccoletta del gruppo alzando le spalle. “Aria, la ruota girerà anche per voi. Ne abbiamo superate tante, e affronteremo anche questa. Anche se sembra tutto dannatamente difficile.” Il viso di Aria si fece improvvisamente schifato. “Spencer, cos’è questa puzza?”. Proveniva da una botola sotto uno scivolo, a circa tre metri da lì. “Viene da quella parte, sarà qualche animale morto”. “Apri tu o apro io?” “Sei tu quella coraggiosa del gruppo Aria” “Sei tu la poliziotta Spencer”. Spencer, arresa, posò la mano. Ciò che si trovarono di fronte fu atroce. Una giovane ragazza, bionda, semi putrefatta era appoggiata alla parete del buco con il viso rivolto verso il basso. Aveva un top giallo, e ciò fece tremare le due ragazze. Ma ciò che fece rabbrividire ancora di più le due era l’incredibile somiglianza con Hanna. L’unica risposta l’avrebbe potuta dare il viso della giovane donna. Che era completamente sciolto dall’acido.
Un messaggio arrivò sui loro telefoni. La foto di Ezra e Toby, ormai svenuti, e una frase “toc toc, è l’ora di riiniziare stronzette. Come vola il tempo”
   
 
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