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Autore: Hiroshi84    17/10/2017    8 recensioni
Il commissario Crocco Siffreni indaga sulla morte di Patasnella Pizzoli, uccisa in un vicolo in penombra, nei pressi del Patata Meccanica, uno dei pub di Chips City più frequentati dai cipster.
Racconto poliziesco umoristico.
Genere: Demenziale, Mistero, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: L'assassinio di una patatina è un racconto poliziesco umoristico che prende spunto da un ammiccante spot pubblicitario delle patatine Amica Chips, datato 2006 ed interpretato da Rocco Siffredi. 
Nella lettura sono presenti giochi di parole, parole inventate, nomi di marchi e di prodotti orientati a conferire una narrazione a tema.
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In un vicolo in penombra, nei pressi del Patata Meccanica, uno dei pub di Chips City più frequentati dai cipster, una patatina stava riversa a terra in un mare di ketchup. Una coppia di vigilantes, Crik e Crok, furono i primi a trovare il cadavere e di conseguenza ad avvertire la polizia.
Gli agenti, a sirene spiegate, arrivarono sulla scena del crimine dove un nugolo di curiosi invase gradualmente la zona. Il commissario Crocco Siffreni, incaricato delle indagini, una volta sceso dalla vettura di servizio, si mise immediatamente a lavoro esaminando la vittima con attenzione.
«Poveretta, era così bella e così novella!» constatò con amarezza.
La scientifica, secondo una sommaria ricostruzione, stabilì che l’uccisione di Patasnella Pizzoli (il suo nome completo in base ai documenti recuperati dentro la borsa) era stata causata da una moltitudine di fendenti.
Siffreni, interrogò Fonzies, il buttafuori del locale, un tipo alto dal look anni '50.
«Ehi, io non so niente!» dichiarò con disinvoltura, appoggiandosi a un muro con le braccia conserte. 
Il commissario successivamente interpellò Potato, l'inserviente ispanico che, tra le varie mansioni, si occupava di gettare i rifiuti in dei cassonetti collocati a una ventina di metri dal luogo dell’assassinio.
«No señor! No vi nada!» sostenne, alzando timidamente le spalle.
Altri patatini vennero interrogati inutilmente, compresa la magrissima Stiki e la rotondetta Ring, le due volantinatrici.
La mancanza di telecamere di sorveglianza resero l'indagine più complicata, tuttavia il commissario non si perse d'animo e si incamminò all'interno del Patata Meccanica semivuoto per investigare. C'erano quattro avventori, due cameriere, la cassiera, il barista e Yonkers, il proprietario. Furono tutti e nove ascoltati.
Yonkers apparve irrequieto e si lamentò del fatto che i clienti, approfittando dell'omicidio avvenuto, incuriositi erano scappati fuori senza pagare il conto. L'intuito e l'esperienza suggerirono a Siffreni che quel tizio non gliela contava giusta, ragion per cui si prefissò di insistere su di lui.
All'improvviso, attraverso la vetrata, si focalizzò su una prosperosa figura femminile che lo osservava dal marciapiede. Costei emanava un aura ambigua e maliziosa.
«Hai notato qualcosa?» le domandò il commissario senza preamboli, quando uscì dal locale, prendendola in disparte. 
«Forse!»
«Che intendi con quel “forse”?»
«Che forse posso aiutarti. Dipende da te.»
«Ho capito l'antifona!» esclamò l’investigatore ed estrasse dal portafoglio una banconota da cento Pai.
«No, non mi interessa il denaro!»
«E allora in che modo...» e non gli permise di terminare la frase che l'avvenente tuberina gli posò un dito sulle labbra.
«Non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Dixi San Carlo. Se ti do una dritta, ti andrebbe di passare la notte con me?» propose con fare seducente e rifilandogli nella tasca sinistra del soprabito grigio un pezzetto di carta con su scritto l'indirizzo di casa.
«Con piacere e con gusto! Anzi con... più gusto!» rispose Siffreni con un' espressione gongolante da casanova.
La gnocca gli raccontò che nel mentre consumava un drink sul posto, nonostante il pienone, si era accorta che il proprietario, da dietro il bancone del bar aveva nascosto lestamente un coltello nella manica della maglia e con aria guardinga allontanarsi in direzione dell’uscita. 
«Porca patata! Lo sospettavo!» pensò il commissario. Rientrò di gran carriera nel locale per tentare un bluff finalizzato a inchiodare l'indiziato numero uno.
«Un testimone ha assistito all'accoltellamento di quella sventurata. Sei fritto!»
«Io non centro!» gridò il gestore del pub, ingiallendo.
«Le prove risultano a dir poco schiaccianti. A parte che abbiamo scoperto che conoscevi la signorina Pizzoli, per nostra fortuna, l'omicidio è stato filmato con un smartphone.»
L'incriminato rimase in silenzio, finché non scoppiò in lacrime, lasciandosi cadere su una sedia come un sacco di patate.
«Patasnella mi ricattava da tempo, se non le davo duemila Pai al mese, avrebbe spifferato a mia moglie che la riempivo di popcorn con alcune clienti.»
Il commissario annuì, ammanettò Yonkers e gli chiese dove aveva abbandonato l'arma del delitto. Quest’ultimo indicò un tombino non molto distante, all'incrocio tra via Cross e via Rodeo per poi essere preso in consegna da due poliziotti che lo caricarono su una volante.
Alla centrale, Siffreni, dopo aver stilato il rapporto in riguardo quell'indagine lampo condotta in poche ore, smontò dal turno e si avviò verso l'abitazione della San Carlo per onorare l'impegno che si prospettava in salsa piccante. Appena suonò il campanello di una villetta illuminata da fari e faretti a luci rosse, sentì dei passi in un pavimento di legno, poi la porta si aprì.
La patatina, calda come non mais, salutandolo a malapena, lo trascinò in camera da letto, vogliosa di possederlo. In un battibaleno gli slacciò i pantaloni e gli fece un bel croccantino da cui ne seguì una scopatata.
«Ops, ti ho inondata di maionese!» disse Siffreni, strabuzzando gli occhi. 
«No, tranquillo, sappi che assumo la Puff pillola. A proposito: ti è piaciuto?» 
«Io di patatine ne ho ingollate tante, gustose, fragranti. Non ce la faccio a stare senza. Ma nessuna è come te. Fidati di uno che le ha provate tutte. Amica mia sei la migliore.» 
E ricominciarono ad amoreggiare, con radio accesa e con sottofondo la canzone Evviva la patata, evviva chi l'ha creata! di Wacko’s Santini. 
   
 
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