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Autore: RaidenCold    18/10/2017    0 recensioni
Il nemico del Santuario è l'antico mostro Tifone, che Atena ritiene avere una sede sull'isola di Death Queen; radunati tutti e 12 i cavalieri d'oro, decide di inviare Leonidas e altri quattro per stanare il nemico. Sull'isola però troveranno qualcosa che anni prima ha cambiato radicalmente la vita di molte persone al Santuario.
Nel frattempo Kara, la misteriosa donna incontrata da Leonidas e Lambda a Delfi, nonché reincarnazione di Echidna, parte per quella che con tutta probabilità sarà una missione senza ritorno...
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Kiki, Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e

non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato,

ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento

essa si disperde e si raccoglie, viene e va.”

(Eraclito, Sulla natura)

 

La polvere si alzava a causa del vento che soffiava quel giorno; Leonidas ne raccolse un po’, se la strofinò tra le dite e poi la lanciò via.

Guardava quel luogo desolato e senza vita, continuando a ripetersi:

«E’ questo il mio posto».

Percepì uno spostamento d’aria superiore a quelli che c’erano stati fin a quel momento, e davanti a lui, poco lontano, vide comparire tre figure dorate ed una dalla lunga chioma violacea.

Da lontano pensò di conoscerli, poi si disse: «Io non devo conoscere nessuno», ed intanto quelle quattro figure si stavano avvicinando a lui.

Lui le fissava silenzioso, coi suoi occhi sulfurei e taglienti e loro continuavano ad avvicinarsi; poi, arrivate sufficientemente vicino si fermarono e rimasero in silenzio.

“Leonidas…” - parlò la ragazza, che lui ricordava essere Minerva, ma non le rispose e continuò a fissarli con gli occhi sbarrati.

Il cavaliere d’oro del capricorno si fece avanti:

“Con chi stiamo parlando?”

Senza cambiare espressione, aprì lentamente la bocca:

“Flagello di Nemea fui, e ora qui dinnanzi a voi lo sono nuovamente: il Leone del signore dei mostri Tifone, mio padre.”

Il cavaliere del Sagittario si fece avanti:

“Un tempo rispondevi al nome di Leonidas.”

Ed egli con la medesima espressione:

“Tale è il nome datomi in quest’epoca.”

Infine, il terzo cavaliere, quello della Bilancia, si fece avanti:

“Il nostro valoroso compagno, è ancora qui?”

Udite tali parole si alzò con uno scatto furente in piedi:

“Il vostro compagno è solamente una bugia, atta a mascherare la mia vera natura…” - puntò il dito verso Chiron: “… e voi lo avete sempre saputo!”

Minerva si frappose fra i due:

“Siamo qui per aiutarti Leo, ti prego vieni con noi, non è successo niente!”

Il volto del ragazzo si arricciò ed i suoi occhi parvero infiammarsi;

al suo grido, un’immensa quantità di cosmo creò una barriera attorno a lui, sbalzando via tutti i presenti.

Diez aiutò Atena a rialzarsi:

“Non vuole dialogare… per prima cosa dobbiamo distruggere quella daimon!” - il cavaliere prese a correre verso Leonidas e arrivatogli là vicino scagliò la sua sacra Excalibur, che si infranse sull’elmo del ragazzo facendolo aprire in due, e rivelando un piccolo ma sconcertante dettaglio:

la chioma castana del ragazzo era ora completamente nera.

Con un getto di cosmo colpì Diez scagliandolo via, ma questo si rialzò durante la caduta rimettendosi in guardia. Chiron intanto imbracciò l’arco e la freccia del Sagittario e si avvicinò all’amico, mentre Jun rimaneva accanto ad Atena:

“Non temete, riusciranno a farlo rinsavire.”

Ma la ragazza non rispondeva, guardando il tutto sconcertata.

Nel frattempo Leonidas cominciava a muovere i primi passi verso i due cavalieri:

“Andatevene, lasciatemi in pace voglio essere lasciato solo!”- ruggì rabbiosamente.

“Devi seguirci Leonidas, e devi farlo ora, più tempo aspettiamo più questa tua metamorfosi diventa irreversibile.” - sentenziò Diez.

Il cosmo del ragazzo però continuava a crescere in modo incontenibile, e sul suo volto comparve un sorriso sinistro più simile a una smorfia:

“Mi avete ingannato tutti, soprattutto tu Minerva che sei venuta da me per controllarmi, e poi mio padre che mi ha posizionato perché ciò accadesse...”

“Stai farneticando!”- gli urlò Chiron.

“Sparite!” - gridò furioso Leonidas mentre attorno a lui si era creata un’aura nera che andava condensandosi nel cielo formando nubi del medesimo colore.

Minerva guardò sopra di lei:

“Sta succedendo di nuovo, come nello scontro con Tifone, la sua energia cresce in un modo che neanche lui riesce a controllare…”

“Che cosa succede milady?” - domandò scosso Jun.

“Sta creando… un flusso di cosmo.”

“Non capisco…”

“In origine tutte è nato dal Big bang, e la sua forza è presente ancora in noi sotto forma di cosmo… ma se Leonidas continua a bruciarne così tanto

si creeranno le condizioni adatte per…”

“… per un nuovo Big bang…” - concluse il cavaliere della Bilancia; dopodiché si alzò ed andò ad aiutare i suoi compagni.

Atena così rimase sola ad osservare quella massa di cosmo che pervadeva tutto quello che incontrava, fino a sentirsi lei stessa parte di quel mare sconfinato. Filtrato dal flusso di cosmo, ogni cosa che vedeva appariva permeato di un acceso rosso sangue, eccetto i suoi cavalieri divenuti simili a fantasmi luminescenti, e Leonidas che pareva una massa nera super densa che trasbordava di cosmo oscuro.

Decise infine di avvicinarsi anche lei, divenendo a sua volta uno di quei fantasmi di luce, e man mano che si avvicinava le tre luci attorno a sé si spegnevano e lentamente, anche la sua.

Riuscì ad arrivare dinnanzi a quella massa nera che la sua luce era quasi del tutto spenta, ma quando impose le braccia – o delle estensioni del suo corpo che tali parevano – verso di lui, la sua fiamma brillante cominciò ad avvinghiarsi a quella oscura, iniziando una singolare danza di anime, che infine turbinarono in un unico essere.

 

Leonidas si guardò attorno: non capiva dove fosse, sentiva di poggiare la propria pelle su qualcosa, ma se si scrutava attorno vedeva solo luce bianca sconfinata. Era avvolto in una specie di torpore e fluttuava in quella perfetta omeostasi, dove finalmente il suo animo aveva smesso di soffrire.

Prese un grosso respiro e chiuse gli occhi: stava bene.

Poi si sentì stringere da qualcosa di morbido e avvolgente: riaprì gli occhi e sopra di lui, una lunga chioma lilla che lo copriva dalla luce abbagliante del cielo. La pelle calda e morbida di Minerva era appoggiata alla sua, quasi come se si stesse sciogliendo fondendosi con lui

“Adesso dimmi, cos’è che ti turba tanto?” - sorrise la ragazza dolcemente.

“Ho paura… non appena apro il mio cuore a qualcuno poi c’è sofferenza.

Bull non c’è più ed anche mia madre ora mi ha lasciato… Lambda mi spaventa e tutti gli altri mi sembrano solo estranei.”

“Anche io?”

“Dipende.”

“Da cosa?”

“Se sei Minerva o Atena.”

“Ma io sono entrambe…”

“C’è posto solo per una nel mio cuore.”

“Allora sarò quello che tu vorrai…”

“Ho detto cose terribili e tu non mi abbandoni… perché?”

“Perché sei il mio primo legame con questo mondo, la prima persona che mi è sempre stata accanto ed anche se il destino ha voluto separarci, non ho mai smesso di volerti bene: sei il mio primo ricordo.”

“Se rimanessimo qui cosa accadrebbe?”

“Non lo so, probabilmente il nostro cosmo si espanderà fino ai limiti estremi dell’esistenza… forse mentre siamo qui ora tutto il mondo sta venendo avvolto dal nostro cosmo.”

“Tutto diventerà cosmo?”

“Tale è la natura dell’esistenza stessa, un eterno cambio di forma: tutto scorre.”

Leonidas si mise seduto ed abbracciò Minerva appoggiando il mento sulla sua spalla:

“Non desidero altro che restare qui con te per sempre… però sarebbe sola una vittoria illusoria, perché avrei solo nascosto la mia vita senza nessun cambiamento. D’altronde solo dimenticando il proprio passato si ha un futuro… ma anche se continuerò a soffrire, i ricordi felici che ho con te e gli altri, quelli erano veri e nessuno me li porterà via.”

“In questo stesso modo potrai crearne altri.”

“Allora voglio vivere.”

“Ed io sarò con te.”

 

Il flusso di Cosmo stava cominciando ad avvolgere ogni cosa, in poche ore tutto sarebbe tornato alla sua forma prima del Big bang.

«Non è così che deve andare: continuerà in un’altra dimensione

Il cavaliere dei gemelli allungò le braccia e aprì un varco: in pochi istanti, guidato dal suo cosmo, il flussone fu completamente risucchiato, lasciando al suo posto un enorme cratere.

«La fine, ma anche l’inizio, da questo momento, il mondo entra nella sua fase successiva: l’iconoclastia comincia ora.»

Infine il cavaliere d’oro s’incamminò verso il Santuario.

 

 
Postilla:
Anche questo atto è giunto al termine! Aver pubblicato pezzi di una storia così importante per me mi riempie di gioia,
e fremo all'idea di portarvene altri, se avrete il desiderio di leggerli. Ancora una volta, ringrazio con tutto il mio cuore chiunque abbia avuto la pazienza di seguire questa storia che sto raccontando.
   
 
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