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Autore: Oxis    18/10/2017    1 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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11. Battiti di cuore

 

Ciaone :)

 

Insomma, dopo questo capitolo avrete capito (scusate l’orrido gioco di parole) quale storia d’amore mi sta a cuore.

Spero che vi piaccia questo capitolo!

Grazie come sempre a paige95. Dimmi cosa ne pensi di questa specie di triangolo amoroso :D

Fate un giro sulla pagina ufficiale di Merlin Italia di cui sono l’editor: Merlin * •Italian Page•* . Troverete le mie grafiche e news sui personaggi della serie e sugli attori, per continuare a far vivere Merlin.

A Mercoledì prossimo :)

 

Oxis

 

 

KENDRA P.O.V.

 

Erano passate due settimane dal giorno in cui Kendra aveva incontrato Alysian. Aveva cercato di tornare nel bosco ma non aveva più ritrovato l’esatto punto in cui era diventata cieca a causa del campo di forze del mago.

Non aveva parlato con Merlino dopo che lui e il principe l’avevano trovata in lacrime in mezzo alla radura.

Ogni volta che il mago cercava di interrogarla, lei dava risposte elusive. Non aveva voglia di condividere con nessuno come si sentiva.

Merlino era fin troppo apprensivo. Rispettava il suo silenzio e si limitava a stare vicino ma era una presenza fin troppo costante.

Artù invece era diverso. I sentimenti di Kendra erano perennemente in bilico fra insofferenza e simpatia. Quest’ultima si manifestava quando il principe riusciva a farle dimenticare i suoi pensieri per qualche secondo con una delle sue battutine ciniche e sarcastiche.

Neanche questo però riusciva a scalfire la sua paura.

Se voleva liberarsi dalla magia che da quindici anni le impediva una vita normale, avrebbe dovuto affogarsi nel lago Ninive e sperare che qualche buon’anima riuscisse a tirarla fuori prima che i suoi polmoni si riempissero completamente d’acqua. Così aveva detto Alysian.

Un solo secondo di morte bastava per risolvere tutti i suoi problemi, ma significava anche rischiare di morire davvero. Kendra non era pronta per rischiare di morire e non era pronta neanche a parlarne con Merlino, probabilmente l’unico che avrebbe potuto veramente aiutarla.

Cercava il coraggio, ma senza successo.

Il vento si alzò e per un momento Kendra temette che fosse colpa sua.

Sollevò lo sguardo verso le nuvole che coprivano il cielo. Era solo un temporale in arrivo. Doveva sbrigarsi a raccogliere le erbe per dormire. Da qualche giorno stava dormendo male.

Sulla cima della collina oltre la quale c’erano le scuderie, apparve Artù.

Aveva l’armatura addosso e la spada al fianco. Rallentò.

– Kendra.

– Sire – rispose lei – Dove andate?

– Mi alleno con la spada… devo riprendere la forma.

– Vi vedo ingrassato.

Artù le lanciò uno sguardo pungente e Kendra trattenne un sorriso.

– Io sarei ingrassato? Ti ricordo che stai parlando con…

– …con il mio principe, sì. – lo canzonò lei.

Il principe in questione alzò gli occhi al cielo, poi li piantò in quelli di Kendra, che lo anticipò prima che potesse dire qualcosa.

– Un principe grasso ma senza dubbio un principe.

Artù si limitò a un espressione di esasperazione poi, senza preavviso, afferrò Kendra per le braccia in un amichevole finta di aggressione.

– Non puoi dire al tuo principe che è grasso! – esclamò bloccandole le mani dietro la schiena.

– Perdonatemi, mio signore – rise Kendra divincolandosi.

Artù la lasciò andare.

– Mi dirai prima o poi cosa è successo in quella foresta? – chiese.

Il sorriso svanì di colpo dal volto di Kendra e la leggerezza del momento si interruppe.

– Eri sconvolta, andiamo.

Prima che potesse finire la frase, Kendra era già scappata via a grandi passi, dimenticandosi del cestino pieno di erbe medicinali ai piedi di Artù.

 

 

MERLINO P.O.V.

 

Una stretta allo stomaco sorprese Merlino quando dall’alto della collina vide Artù afferrare Kendra e lei ridere con una serenità che non le vedeva addosso da giorni. Una strana sensazione di gioia selvaggia lo prese quando Kendra si allontanò dal principe.

Scese dalla collina e corse nella sua direzione, avendo cura di non essere visto da Artù.

Raggiunse la strega quando era già alle porte di Camelot.

– Ehi – la chiamò.

Lei si voltò, poi si girò di nuovo e proseguì.

Merlino si affiancò a lei.

– Come stai?

– Bene.

– Ottimo.

Una pausa di silenzio.

– Sei sicura che tu stia bene?

Kendra si voltò di colpo. Aveva le guance infiammate e gli occhi verdi mandavano lampi.

– Basta.

– Cosa?

– Basta. Basta chiedermi come sto, se sto bene e cosa diavolo è successo in quel bosco. Ne ho abbastanza. – disse con voce dura.

Merlino tacque.

Kendra si voltò e lo lasciò immobile, poi decise che anche lui ne aveva abbastanza.

Afferrò un braccio di Kendra e la fermò.

– Anche io ne ho abbastanza. Non sei l’unica ad essere stanca di questa situazione, Kendra. O preferisci… Dama del Lago?

Vide gli occhi della ragazza sgranarsi e il suo corpo smise immediatamente di dimenarsi sotto la sua stretta. Le labbra le si schiusero in un’espressione sbalordita e Merlino dovette costringersi ad alzare gli occhi per evitare che vi indugiassero troppo.

– Dato che io non ho ancora deciso se tu sei pericolosa o meno, voglio sapere ogni cosa – disse – perché se devo annientarti, vorrei almeno essere sicuro di fare la cosa giusta.

– Come fai a saperlo?

– Ho fatto delle ricerche.

Kendra strattonò via il braccio e sospirò.

– Cosa devo dirti?

– Primo, mi interessa sapere che intenzioni hai.

– Non voglio ammazzare il tuo principe.

Merlino scosse la testa.

– Perché sei venuta a Camelot? E cosa è successo in quella foresta?

Kendra lo fissò negli occhi per un lungo istante, poi gli fece cenno di seguirla.

– Ti dirò tutto. Ma non qui.

 

 

ARTHUR P.O.V.

 

La notte era quasi scesa del tutto, l’orizzonte era scuro e il freddo si alzava insieme al vento.

Seduto sul cornicione di una piccola torre del castello, elevato sopra Camelot, Artù respirava a pieni polmoni e pensava.

Andava spesso lì. Era lontano da tutti, in uno dei punti più alti del castello in cui nessuno poteva raggiungerlo.

Aveva appena finito di assaporare la beata solitudine di cui poteva godere, quando la piccola porta della scala che portava al terrazzino intorno alla torre si aprì piano e una nuvola di capelli rossi comparve.

Il cuore del principe fece un guizzo che lui ignorò.

– Oh… Scusate, non pensavo che ci fosse qualcuno a quest'ora. – disse Kendra con voce piatta – Non… non è proibito salire qui, vero ?

Artù sorrise.

– No, Kendra, non è proibito. Anche se dubito che per te farebbe qualche differenza. – commentò tornando a guardare il cielo.

Kendra indugiò sulla porta, poi avanzò di un passo e attese. 

– Beh, allora buonanotte. – concluse tornando sui propri passi,

Artù la fermò.

- Resta qua. Era per questo che sei venuta, no?

Si alzò e le si avvicinò. Si chinò verso di lei, fissandola negli occhi mentre si sporgeva per chiudere la porta della torre, alle sue spalle. Vide Kendra trattenere il fiato impercettibilmente quando i centimetri che li dividevano diminuirono.

La porta si richiuse e Artù si raddrizzò.

Kendra lo seguì sul cornicione, guardò la città dall’alto e sorrise.

– Bello, vero? – disse il principe.

– Meraviglioso.

Artù riprese posto sul basso muretto davanti al parapetto della torre.

Sotto di loro si ergeva la grande Camelot, in un aspetto incredibilmente innocuo e tranquillo.

Un fresca brezza autunnale scompigliò loro i capelli e arrivò leggera fino a scuotere le foglie degli alberi al limitare del bosco davanti a loro.

Kendra si sedette accanto a lui.

Rimasero in silenzio, guardando i puntini luminosi spegnersi a poco a poco nelle case.

– Questa è la torre più alta del castello – mormorò Artù, senza alzare troppo la voce per non disturbare il silenzio.

– Ci venite spesso qui? – chiese Kendra.

– Di tanto in tanto. È un posto che fa pensare.

Lo sguardo del principe vagò sui monti innevati lontani, sulle guglie del castello e infine si posò sui capelli di Kendra, che sotto la luce della luna avevano un riflesso rosso scuro.

Kendra si voltò verso di lui.

– E voi pensate spesso?

Artù non si rese conto che il suo corpo era proteso verso di lei fino a quando lei non si allontanò, abbassando lo sguardo.

Si chiese cosa pensasse in quel momento e non trovò una risposta. Il volto della ragazza era sempre ermetico. La osservò mentre lei guardava l’orizzonte.

L'orologio nella piazza suonò dodici rintocchi e Artù sobbalzò, rendendosi conto di colpo di un pensiero che gli strinse il cuore: non era una ragazza, era la sua serva.

Si ritrasse rapidamente.

– Scusami – mormorò, sentendosi un idiota subito dopo.

Cercò qualcosa di buffo da dire per spezzare la tensione, ma riuscì solo ad abbozzare un sorriso.

Kendra si alzò di scatto.

– Devo andare – disse in fretta – È tardi.

Artù annuì, alzandosi istintivamente mentre lei scendeva velocemente dal cornicione e apriva la porta della scala.

– Buonanotte… – disse con qualche secondo di ritardo.

Lei era già sparita nel buio, lasciandolo da solo.

 
   
 
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