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Autore: Summer11    18/10/2017    1 recensioni
Brittany: BASTA!! Oliver, se te ne vai adesso non tornare mai più!
Oliver: Mi dispiace Britt, io ti amo, ma non sono pronto per questa cosa. E' troppo grande!
-Brittany riprese a piangere mentre Oliver si voltava per andare via. Alex non si trattenne e urlò.-
Alex: NON TORNARE MAI PIU', CHIARO?
Oliver: Stanne certo!
-Quella fu l'ultima risposta di Oliver, che, voltava l’angolo, anche lui con le lacrime che gli scendevano sul viso. Probabilmente non l’avrebbe più dimenticata, pensò.-
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Unconventional Family
Capitolo 41
-Preoccupazioni.-


***
-Brittany, quella sera, era seduta sul tappeto della sua camera da letto e rideva, quando improvvisamente arrivò Oliver. Lui la guardò.-
Oliver: Che ci fai là per terra?
Brittany: Nulla
-Brittany si alzò guardandolo preoccupata.-
Brittany: E’ successo qualcosa?
Oliver: No. Ho comprato il latte e l’ho messo in frigo
Brittany: Okay!
-In quel momento sentirono il pianto di un neonato venire dalla camera di fronte. Brittany subito corse fuori da camera sua mentre Oliver la seguiva più lentamente completamente spaesato. Entrarono nella stanza.-

Oliver: Ma che diavolo di stanza è questa??!
-Brittany prese quella dolce bambina dagli occhi blu e la cullò. Perplessa, si voltò a guardare suo marito.-

Brittany: E’ la stanza di Riley! Ma che domande fai?

-Oliver continuava a guardare sua moglie confuso. Brittany lo guardò cercando di riportarlo alla realtà.-

Brittany: Riley, Olly, la nostra bellissima bambina! Che ti prende? Mi stai spaventando
Oliver: Nostra figlia?! Un’altra? Ora che Lily è partita per il college, pensavo che finalmente saremmo stati liberi da qualsiasi responsabilità. Pensavo fossimo d’accordo sull’idea dell’aborto!
-Brittany lo guardò con le lacrime agli occhi. Cosa diavolo stava dicendo suo marito? Rimise la bambina nella culla per poi avvicinarsi a Oliver.-

Brittany: Oliver, io pensavo che questa volta sarebbe stato diverso!
Oliver: Sarebbe stato diverso in che modo? Sai benissimo che io non voglio altri bambini. Troppe responsabilità!
-Brittany lo guardava sempre più senza parole.-

Brittany: Dimmi che stai scherzando...
Oliver: Scherzerei mai su una cosa del genere? Ma cosa ti è saltato in mente? Non avresti dovuto portare avanti la gravidanza!
Brittany: Credevo lo volessi anche tu questa volta
Oliver: Secondo me invece non hai proprio ascoltato ciò che io volevo. Non voglio un altro moccioso in giro per casa. Dai la bambina in adozione!
Brittany: Cosa? Olly, ma che diavolo dici? E’ Riley. E’ la nostra bambina. Eri felicissimo di tenerla in braccio per la prima volta. Eri felicissimo di sapere che sarebbe arrivata un’altra bambina in casa
Oliver: Tu ti sei fumata il cervello. Un’altra figlia è una condanna. Noi, dobbiamo lavorare, Brittany. Io partirò in tour tra qualche giorno. Non abbiamo tempo per bambini. Devi darla in adozione!
Brittany: Non darò mia figlia in adozione. Dov’è il mio Oliver?!
-Lui la guardò con uno sguardo di sfida.-

Oliver: Benissimo, allora! Non vuoi darla in adozione? Ne prenderò atto!
-Lui tirò fuori dall’armadio una valigia, mise dentro tutti i suoi vestiti e la richiuse proprio sotto gli occhi di sua moglie. La guardò.-
Oliver: Continui sempre a fare la scelta sbagliata, brava. Adesso la bambina la crescerai da sola
Brittany: Oliver, NO!
-Lei subito lo rincorse verso le scale mentre lui andava via. Brittany riuscì ad aggrapparsi al braccio di suo marito nell’andito, mentre iniziava a piangere disperata.-
Brittany: TI PREGO, NON LASCIARMI UN’ALTRA VOLTA, PER FAVORE, NON LO FARE! TI AMO E ORA NON POSSO VIVERE SENZA DI TE!
-Oliver freddamente riuscì a staccarsi Brittany di dosso facendola cadere a terra.-

Oliver: Mi dispiace, tu hai fatto la tua scelta ed io la mia. Non hai voluto accettare i miei consigli? Beh tanti auguri! Crescerai un’altra figlia da sola. A quanto pare questo è il tuo destino. Vedi il lato positivo, lo hai già fatto, ci sei abituata. Addio Brittany!
-Lui la guardò, poi scese le scale e uscì dalla porta di casa.-
***

-Brittany si svegliò di soprassalto tutta sudata e spaventata. Si guardò intorno e tornò alla realtà, ricordandosi dove fosse e perché. Poi guardò l’orario. Erano le 21:30. Si girò di fianco sul letto. Era ancora in ospedale, dopo che le infermiere mandarono tutta la sua famiglia a casa perché l’orario di visita era terminato, Brittany, presa dalla noia, si era addormentata. Ma quell’incubo l’aveva turbata, non avrebbe chiuso occhio per tutta la notte.
Intanto in casa Hunt, Oliver guardava sua madre senza parole. Lei lo abbracciò e lui si lasciò abbracciare ancora sconvolto. Come mai sua madre sapeva dove lui fosse?-

Dana: Oliver, figlio mio!
Oliver: Come mai sai dove abito?!
-Sua madre lo guardò, non poteva mentirgli.-
Dana: Ho parlato con Brittany poco tempo fa!
-Lui era davvero sconvolto, anche Lily lo era sentendo quelle parole.-
Oliver: Brittany?!
-Proprio in quel momento, dato che avevano ancora la porta aperta, videro arrivare Daniel.-

Daniel: Ehi!
-Subito Lily lo abbracciò e non capendo bene la situazione tra suo padre e sua nonna decise di prendere Daniel per mano e allontanarsi da lì, andando nel cortile posteriore della casa, dove Red li avrebbe accolti con grande entusiasmo. D’altronde anche Lily e Daniel avevano bisogno di parlare.-

Lily: Noi andiamo a dare la cena a Red
-Oliver li guardò.-

Oliver: D’accordo!
-Lily e Daniel salutarono educatamente la signora e corsero da Red. Oliver ancora non poteva credere ai suoi occhi e alle sue orecchie. Sua madre parlò.-
Dana: Posso entrare?
Oliver: Sì, certo. Scusa, ma sono scioccato!
-Lui la fece entrare e si sedettero sul divano. Sua madre continuava a guardarlo.-
Dana: Sei proprio cresciuto. Sei diventato un uomo
Oliver: Succede in dodici anni! Come mai sei qui? Voglio dire, ti sei sempre schierata con papà per dodici anni. Perché cercarmi ora?
Dana: Perché mi manchi figlio mio. Per me è stato un inferno vivere senza di te, e quando Brittany si è presentata alla nostra porta, io non potevo crederci
Oliver: Quando hai visto Brittany? Cosa ti ha detto?
Dana: Si è presentata a casa nostra il giorno della festa del vostro matrimonio. Voleva che partecipassimo e mi ha raccontato tutta la storia. Oliver, come hai potuto abbandonarla in quel modo?
Oliver: Senti mamma, lo so. Mi porterò dietro questo rimorso a vita. Per favore, non infierire
Dana: Quella ragazzina… Lei, è uguale a te
Oliver: Il cervello l’ha preso da sua madre, grazie a Dio! E a proposito di Brittany, mi chiedo come le sia saltato in mente di fare tutto questo!
Dana: Non arrabbiarti con lei. Lo ha fatto perché chiaramente ti ama
Oliver: Ha agito alle mie spalle. Sapeva che non ero d’accordo
Dana: Non volevi invitarci al tuo matrimonio?
Oliver: Come avrei potuto? Papà mi ha sbattuto fuori di casa dodici anni fa dicendomi di cavarmela da solo, e so che tu mi hai aiutato, ma non ti sei mai schierata dalla mia parte per difendermi. Perché bussare alla vostra porta e portare alla luce tutti i miei errori? Non avrei mai dato questa soddisfazione a papà
Dana: Oh, Oliver!
Oliver: Anche tu mi sei mancata, mamma. Mi sei mancata al mio matrimonio. Mi sei mancata per dodici anni. Ma io adesso ho la mia famiglia
Dana: E’ anche per questo motivo che ho mentito a tuo padre. Dovevo vederti, tesoro. Voglio essere parte della tua vita. Abbiamo già perso abbastanza
Oliver: Hai mentito a papà?
Dana: Gli ho detto che avrei avuto un convegno. Senti Oliver, non sono qui per giudicarti perché anche io mi sento di avere fallito nei tuoi confronti. Avrei dovuto lottare di più per te, hai ragione. Io voglio solo rimettere a posto i pezzi della nostra famiglia
-Oliver la guardò, capendo quanto per sua madre fosse importante tornare nella sua vita.-
Oliver: Anche io lo vorrei
Dana: Diamoci una seconda possibilità. Vorrei davvero conoscere Lily e conoscere la vostra vita
Oliver: Mi farebbe piacere se la settimana prossima vi uniste a noi per cena. Potremmo vederci venerdì
Dana: Ci saremo, Oliver!
Oliver: Come farai con papà?
Dana: Non preoccuparti. A tuo padre ci penso io!
-Oliver sorrise. Sua madre gli era mancata da morire. Lui l’abbracciò.-
Oliver: Vuoi restare a dormire qua? Abbiamo una stanza in più
Dana: Non preoccuparti, caro. Ho prenotato una camera d’albergo, torno a casa domani mattina con il bus delle 9:00
Oliver: Sicura?
Dana: Sicurissima. Non vedo l’ora che arrivi venerdì!
-Entrambi si alzarono e Oliver l’accompagnò alla porta.-
Oliver: Allora buonanotte mamma!
Dana: Buonanotte tesoro!
-Sorrisero e Dana uscì. Oliver la seguì con lo sguardo per poi tornare dentro chiudendo la porta dietro sé.
Intanto, i ragazzi, se ne stavano in cortile a parlare. Daniel guardò la sua ragazza e le accarezzò il viso dolcemente.-
Daniel: Volevo sapere cosa è successo questa sera. Sei sparita da scuola, la tua famiglia è sparita da scuola
Lily: Oh, già!
-Lily, triste e indecisa, non sapeva cosa fare. Dire al suo ragazzo la verità e rischiare di essere lasciata o mentire spudoratamente e sentirsi in colpa? Daniel notò l’espressione della ragazza e la guardò intensamente negli occhi. Lily sentì lo sguardo di quel ragazzino penetrare i suoi pensieri. Lei fece un gran respiro.-

Lily: Dopo che Victoria ha fatto il suo teatrino dietro le quinte, mamma è venuta a parlarmi. Siamo uscite da scuola dall’uscita d’emergenza. Lei era furiosa, abbiamo litigato come non mai e urlato tanto, almeno, io ho urlato. Le ho detto delle cose orribili, molte neanche le pensavo. Io volevo solo farla arrabbiare, ferirla almeno quanto lo ero io. Lei era talmente arrabbiata da perdere il controllo e darmi uno schiaffo. Sai Dan, non lo aveva mai fatto, non mi aveva mai toccata. A quel punto sono scappata e sono andata a nascondermi in bagno. Mia diddina mi ha trovata e abbiamo parlato. Ho capito molte cose, soprattutto di aver sbagliato e che quella gelosia era solo una reazione eccessiva da bambina viziata. Devo delle scuse anche a te. Hai sempre avuto ragione. Mi sono comportata come una bambina e...
Daniel: Se te lo stessi chiedendo, non mi hai deluso! Può succedere a tutti un periodo no, anche se il tuo è durato un bel po’
-Lui sorrise, appoggiando il braccio intorno alle spalle di Lily. Anche lei sorrise per poi tornare seria.-

Lily: Poi diddi mi ha detto che mia madre era in ospedale. Lei si è sentita male per colpa mia

-Daniel fece subito una faccia preoccupata per Brittany e Lily si affrettò a finire.-

Lily: I dottori hanno detto che sta bene e anche il bambino. Però si è sentita male perché era troppo stressata. Un’altra volta e il bambino potrebbe non farcela. Quindi è meglio tenerla a riposo!
-Lui le accarezzò il viso.-

Daniel: Ti sei data una bella calmata, non è così?
Lily: Ho chiamato Becky, perché non potevo chiamare te, mi vergognavo. Ho pensato che mi avresti lasciata a causa del mio comportamento
Daniel: Oh, piccolina! Non ti avrei mai fatto questo
-Lui la strinse a sé e Lily sorrise.-

Lily: Comunque Becky è arrivata quasi subito e mi sono sfogata. Poi ho parlato con mamma e con papà e finalmente abbiamo risolto tutto quanto!
-Lei sorrise e anche Daniel lo fece.-

Daniel: Mi rende super felice vederti felice, finalmente!

-Lei lo baciò con passione.-

Lily: Ti amo
Daniel: Ti amo anche io, piccolina!
Lily: Domani ho intenzione di andare da Sharon. So che non mi perdonerà mai, ma vorrei potermi scusare almeno
Daniel: E’ la cosa giusta da fare. Sono sicuro che comunque vada, apprezzeranno le tue scuse
Lily: Speriamo vada tutto bene!

-Daniel sorrise e insieme a Lily coccolarono Red per poi dargli da mangiare. Dopo qualche altro minuto, Lily accompagnò Daniel alla porta, si era già fatto tardi. Quando la ragazzina tornò dentro andò a sedersi sul divano appoggiando la testa sulla spalla di suo padre.-

Lily: Dobbiamo parlare, non è così?
-Oliver sospirò.-

Oliver: Sì
Lily: Quella signora è mia nonna?
-Suo padre annuì.-
Lily: Pensavo non parlassi con i tuoi genitori
Oliver: Infatti è così. In verità non parlo con tuo nonno. Con tua nonna è impossibile litigarci, lei è così buona e disponibile con tutti. E’ una brava persona
Lily: Perché non parlavi più nemmeno con lei allora?
Oliver: Perché ha scelto di prendere le parti di tuo nonno, tempo fa
Lily: Il nonno non è una brava persona?
-Oliver sospirò. Per lui era un tasto dolente e solo Brittany lo sapeva. Però parlarne con sua figlia avrebbe migliorato il loro rapporto e poi Lily li avrebbe dovuti conoscere.-
Oliver: Lui è una brava persona, ma è davvero testardo. Fa di testa sua, senza mai ascoltare gli altri. Sai, è sempre stato tutto come voleva lui
Lily: E’ severo?
Oliver: Diciamo pure così. Un suo pregio è la sincerità, nel bene e nel male. Comunque li ho invitati a cena venerdì, così potrai conoscerli meglio
Lily: Ho paura di incontrare il nonno!
Oliver: Fossi in te sarei tranquilla. So per certo che ti adorerà. Se dovesse venire, sarà felice di prendersela con suo figlio
-Oliver guardò sua figlia che parlò.-
Lily: Mamma è nei guai?
Oliver: La amo, ma non mi va giù ciò che ha fatto. Comunque tu non ti preoccupare. Andrà tutto bene. Io e la mamma abbiamo solo bisogno di fare una chiacchierata
-Lily sorrise rassicurata. Quella sera erano stanchi e decisero di andare a letto. Durante la notte, Oliver sentì la porta della sua camera aprirsi e subito si svegliò. Vide Lily entrare e sdraiarsi a letto a fianco a lui.-

Lily: Mi manca da morire!
Oliver: Lo so, principessa. Domani tornerà a casa
Lily: Posso dormire qui stanotte?

-Oliver annuì sorridendo. Si stupì di quella richiesta. Brittany gli disse che a volte capitava che Lily dormisse nel lettone con lei, prima che lui si trasferisse a casa loro. Oliver capì quanto a Lily mancasse sua madre, soprattutto da quando avevano fatto pace. La ragazzina sorrise girandosi dall’altra parte per poi chiudere gli occhi finendo nel mondo dei sogni.
La mattina seguente, Brittany si svegliò vedendo sul comodino un vaso di fiori, dei “Nontiscordardime” di preciso. Sorrise, spostò lo sguardo e vide Oliver seduto sulla sedia.-

Oliver: Buongiorno pulce!
-Lui si alzò e la baciò. Lei sorrise.-

Brittany: Buongiorno! I fiori sono bellissimi
Oliver: Ti piacciono?
Brittany: Da impazzire. Sono davvero splendidi
Oliver: Sono “Nontiscordardime” e rappresentano..
Brittany: Amore eterno!
-Sorrise, mettendosi seduta in modo da fare spazio a Oliver che si sedette sul letto.-

Oliver: Ti vedo preparata
Brittany: Ti amo!
-Lei sorrise e in quel momento Oliver si fece serio.-

Oliver: Per questo lo hai fatto, non è così? Perché mi ami
Brittany: Fatto cosa?
Oliver: Ieri sera mia madre si è presentata a casa nostra
-Brittany si fece seria e sospirò.-

Brittany: Non pensavo sarebbe venuta. Avevo perso le speranze
Oliver: Ti avevo detto di non voler parlare con loro
Brittany: E’ una cosa stupida, Olly!
Oliver: No, non è stupido avercela con il proprio padre perché a vent’anni ti ha sbattuto fuori di casa con un calcio in culo!
Brittany: Calmati, per favore
Oliver: Hai ragione. Scusami. Però sai come lui mi fa sentire. Perché hai agito alle mie spalle?
Brittany: Perché credo che tu sia più testardo di tuo padre. Si sono persi la festa del matrimonio. Tu ti sei perso la loro presenza. Olly, ti sei perso troppe cose, vuoi davvero continuare a perderti dei bei momenti per colpa dell’orgoglio? Ti lamenti per come tuo padre sia, ma tu non sei diverso. Sei tale e quale a lui
Oliver: Non impedirei mai a nostra figlia di inseguire i propri sogni!
-Brittany sospirò. Non poteva vincere quella battaglia.-

Brittany: Mi dispiace di aver fatto tutto alle tue spalle ma tu non volevi darmi ascolto. Io voglio che tu stia bene e sono certa che i tuoi genitori ti manchino. Ti prego, arrenditi
-Oliver la guardò.-
Oliver: L’ho già fatto. Ho invitato a cena mia madre venerdì. Ha detto che convincerà anche mio padre. Dubito che lui venga
Brittany: Dagli una chance!
Oliver: Hai ragione, ma che dico! Lui verrà, eccome se verrà. Non si perderebbe mai questa succulenta occasione per ribadire quanto io sia una delusione ai suoi occhi. Quando saprà di te e Lily vedrai che divertimento per lui. Oh, che imbecille sono stato. Non dovevo invitarli!
Brittany: Io credo che tu abbia fatto la cosa giusta. Sono fiera di te
-Brittany sorrise dolcemente dando a suo marito un leggero bacio sul collo.-

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Bonsall, California. Giugno 1997.
-Quella sera, Brittany, aveva scelto di indossare per l’occasione un bel vestitino bianco con fiorellini rossi. Uscì di casa di corsa, vedendo Oliver in macchina ad aspettarla. Subito entrò e lo baciò.-
Brittany: Ehi. Non ti aspettavo così puntuale!
Oliver: Mio padre odia aspettare!
-Oliver accese la macchina e partì. Brittany sorrise.-

Brittany: Come fa ad avere un figlio come te, allora?
Oliver: Penso mi abbiano adottato
-Lui le fece l’occhiolino e lei rise. Oliver continuò.-

Oliver: Infatti per lui sono una vergogna
Brittany: Dai, non fare quello melodrammatico adesso
Oliver: E’ la verità, Britt. Tra poco vedrai, quell’uomo non si smentisce mai!
Brittany: Che ansia, stiamo davvero andando a casa dei tuoi genitori? E’ troppo formale!
-Brittany era agitata. Già, quella sera, lei era stata invitata a cena a casa dei genitori di Oliver. La signora Hunt era proprio felice che Oliver e Brittany stessero insieme e non vedeva l’ora di fare quattro chiacchiere con la ragazzina che conosceva da una vita dato che aveva sempre frequentato le stesse scuole di suo figlio.-

Oliver: Già. Comunque sei bellissima stasera!
Brittany: Grazie!
-Lei arrossì. Adorava quando il suo ragazzo la faceva sentire come il centro del mondo. Subito Oliver si ricordò.-
Oliver: Ah, ricordati che questa dovrebbe essere la prima volta che metti piede in casa mia…
-Brittany rise.-

Brittany: Giusto! Anche se ormai la tua camera la conosco meglio delle mie tasche
Oliver: Anche la cucina, mangiona!
-Lui le fece l’occhiolino e Brittany parlò.-
Brittany: A mia discolpa posso dire che mi fai venire sempre un sacco di fame?
Oliver: Adoro vedere la tua fame incontrollabile!
Brittany: Lo adori solo perché abbiamo appena fatto l’amore
Oliver: Vuoi forse negare che sia la cosa più bella del mondo?
Brittany: No, non lo nego. Anche io amo fare l’amore con te e amo te
Oliver: Ti amo anche io, pulce!
-Finalmente arrivarono e Oliver parcheggiò la macchina nel vialetto. Scesero e si trovarono di fronte alla casa, o meglio, villa.


Subito la signora Hunt si precipitò all’entrata molto sorridente.-

Dana: Buonasera Brittany!
Brittany: Buonasera signora Hunt!
Dana: Io sono Dana!
-La donna abbracciò immediatamente la ragazzina che guardò il suo fidanzato che rideva sotto i baffi.-

Dana: Vieni pure in salotto, ecco mio marito!
-Quel signore alto e ben piazzato, dalla barba folta e dagli stessi occhi di Oliver, dopo aver chiuso il libro che stava leggendo, si avvicinò a Brittany. La fissò, il che mise la ragazzina molto in imbarazzo e Oliver lo percepì. Il signor Hunt parlò, stringendo con una stretta solida e sicura la mano di Brittany.-
Gerald: Io sono Gerald Duncan Hunt, piacere!
-Lanciò un’occhiataccia a suo figlio.-
Gerald: Come al solito sei in ritardo Oliver!
Oliver: Papà, solo due minuti
Gerald: Se tu fossi partito da casa prima, non avresti fatto due minuti di ritardo. Ci vogliamo accomodare?
-Tutti si sedettero su quei divani di pelle molto lussuosi. La signora Hunt parlò.-

Dana: La cena sarà pronta tra qualche minuto!
Oliver: Mmh, ho una fame!
-Intanto, il signor Hunt, continuava a fissare Brittany.-

Gerald: Oliver ci ha detto che sei molto brava a scuola
Brittany: Me la cavo, diciamo…
-Oliver sorrise.-

Oliver: Non fare la modesta, ora. Brittany ha in tutte le materie A!
Gerald: Non devi nascondere la tua bravura, anzi dovresti andarne davvero fiera. Scommetto che i tuoi genitori lo sono. Chissà che sensazione si deve provare. Sai, in questa casa Oliver non ci da molte soddisfazioni!

-Oliver strinse i pugni dalla rabbia. La battaglia stava iniziando, gli dispiaceva solo dare un brutto spettacolo a Brittany. Tutti andarono a sedersi a tavola dopo quella spiacente battuta del signor Hunt. Sua moglie lo rimproverò.-

Dana: Suvvia caro, non è vero!
Gerald: Non è vero? Dana, ma sei diventata cieca? Hai visto le sue pagelle? Fa il minimo indispensabile! L’unica cosa che deve fare è solo quella di andare bene a scuola e non fa nemmeno quello. Immaginati cosa potrà fare della sua vita...

-Brittany si sentì così in imbarazzo. In quella conversazione lei era in più. Finalmente iniziava a capire perché Oliver avesse un rapporto così conflittuale con suo padre. Subito il ragazzino parlò in sua difesa.-

Oliver: Faccio tante cose che tu definisci inutili, papà. La scuola non è tutto!
Gerald: La scuola non è tutto? Alla tua età deve essere tutto!
-Il signor Hunt guardò Brittany.-
Gerald: Spera che non ti porti a fondo con lui
-Brittany iniziava davvero a stare male per Oliver. Da sotto il tavolo prese la mano del suo ragazzo, stingendola forte.-

Brittany: Stiamo insieme da tempo e non mi ha ancora portata a fondo con lui. Anzi ha migliorato certi miei aspetti!
Gerald: Per ora!

-Oliver non ne poteva più. Si alzò dalla sedia sbattendo le mani sul tavolo.-
Oliver: Solo perché non faccio ciò che vuoi tu, non vuol dire che io sia un fallito!
Gerald: Come chiami una persona che inizia e non porta mai a termine neanche un progetto dei tanti che ha iniziato?
Oliver: Non ti è mai passato per la testa che a me non piacessero tutti quei progetti a cui mi facevi partecipare per forza?! Se quei corsi non m'interessano è logico che li lascio a metà
Gerald: Il mondo non funziona così, Oliver! E' ora di capirlo. Sarai costretto a fare cose che non vorrai fare e non potrai mollare tutto così come hai fatto con il corso di economia!
Oliver: Ora capisco. Non ti è andato giù il fatto che abbia mollato quello stupido corso!
-Oliver aveva il viso rosso di rabbia. Brittany non lo aveva mai visto così arrabbiato.-

Gerald: Tra un anno dovrai scegliere il college e sei ancora un ragazzino viziato!
Dana: Gerald!!
Gerald: Perché non è così, Dana? L'hai sempre tenuto sotto una campana di vetro. Con te ha sempre fatto tutto ciò che voleva, lo hai sempre giustificato con la scusa del "lasciamolo esprimere" e adesso guarda! E' ora che cresca o non sarà in grado di affrontare il mondo perché è abituato troppo bene. Ha sempre avuto tutto!
Oliver: Non è vero! La mia vita l'ho costruita da solo. Tu non hai mai approvato le mie decisioni
Gerald: Ma ti ho fornito tutti i mezzi! Non saresti in quella banda di sciagurati se non fosse per il fatto che tua madre abbia insistito per comprarti la batteria e la chitarra o se non ti avessimo pagato i corsi per imparare a suonare. Sei sempre stato aiutato, fin troppo. Da solo non sapresti costruirti niente!
Oliver: Questo lo dici tu!
-Oliver spostò la sedia sbattendola e lasciò la tavola. Brittany guardò i signori Hunt.-

Brittany: Scusate!
-Si alzò e raggiunse Oliver fuori casa nel vialetto. Dana guardò suo marito con uno sguardo accusatorio.-

Dana: Perché dobbiamo sempre finirla così? Gerald, io non ti capisco. Ci ha fatto finalmente conoscere la sua fidanzata e tu parli di queste cose?!

-Il signor Hunt guardò sua moglie, riprendendo poi, a mangiare con calma.
Intanto Brittany, fuori si avvicinava al su fidanzato.-
Brittany: Ehi...
Oliver: Ti presento la famiglia Hunt nella sua più splendida forma! Hai visto? Mi ritiene un fallito. Non ha mai capito quali siano le cose importati per me!
-Lui si sedette sugli scalini davanti alla porta d'ingresso, facendo sedere Brittany sulle sue gambe. Lei gli accarezzò i capelli.-

Brittany: Secondo me sta cercando di fare la cosa giusta per te, anche se lo fa con i suoi modi bruschi e severi. Vedrai che prima o poi capirà
Oliver: Ne dubito!
-Lui le accarezzò la gamba e Brittany riprese a parlare.-

Brittany: Per un momento, quando eravamo in macchina e tu stavi guidando, ho pensato al futuro. Ho pensato a quando verremo qui con i nostri bambini. Scommetto che adoreranno questa casa
-Oliver la guardò e sorrise.-

Oliver: Come mai questo pensiero, pulce?
Brittany: Non lo so, mi piace l'idea!
-Immaginando la scena, Oliver sorrise, pensando che sarebbe stato davvero bello. Baciò il collo della ragazza e la strinse a sé. In quel momento aveva bisogno solo di lei.-
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-Mentre Oliver accarezzava sua moglie, chiacchieravano sul letto di quella stanza di ospedale.-
Brittany: Io non ci credo. Dovrai pur avere una preferenza!
Oliver: No, non ce l’ho! E non voglio che tu mi dica la tua
Brittany: Sappi che io e Lily vogliamo la stessa cosa
Oliver: Bene, quindi io potrei essere in minoranza, come al solito!
Brittany: Dimmi il sesso che preferiresti e lo scopriamo subito
Oliver: Non ho un sesso preferito. Che sia maschio o femmina andrà bene
Brittany: Che testardo sei!
Oliver: Non voglio che il primo pensiero riguardo al mio secondo figlio sia di delusione
Brittany: Ma so al cento per cento che hai una preferenza, e anche se non la dici a voce alta, se il sesso non sarà quello, resterai un po’ deluso allo stesso modo. Quindi tutto il tuo discorso non ha senso. Io odio aspettare e non sapere se siamo sulla stessa lunghezza d’onda!
Oliver: Come ti ho già detto, per me è uguale. Non ho mai visto una bambina crescere perché mi sono perso ogni cosa di nostra figlia e un maschio… Beh, un maschio…
Brittany: Tu vorresti un maschietto!
Oliver: Non l’ho mai detto
Brittany: Vorresti un maschietto per plasmarlo come te!
Oliver: Non usare questi termini. Mi fai paura
Brittany: Vorresti un mini te. Vedi? Sei cresciuto, cambiato, ma il tuo super ego è sempre lì in agguato!
-Lei rise e Oliver le fece il solletico.-
Oliver: L’ego che ti ha fatto innamorare di me!
Brittany: L’ego che mi ha fatto odiare te per i primi tredici anni della nostra vita!
-Entrambi scoppiarono a ridere poi Oliver parlò.-
Oliver: Sono serio ora. Non mi importa. Spero solo che questo fagiolo stia bene e che tu stia bene!
-Brittany lo baciò e in quel momento entrò nella camera l’infermiera.-
Infermiera: Signor Hunt, buongiorno! Purtroppo devo informarla che non posso farle portare via sua moglie stamattina
Oliver: Perché?
Infermiera: I fogli per le dimissioni non sono ancora pronti. Può tornare questo pomeriggio verso le 14:00. Mi dispiace
Oliver: Non si preoccupi, non è colpa sua. Io però devo andare in casa discografica, anche se è sabato!
-Brittany lo guardò.-
Brittany: Amore, vai! Ci vediamo questo pomeriggio, okay?
Oliver: Va bene! Allora ci vediamo dopo. Ti amo
-Schioccò un bacio sulla guancia a Brittany e uscì dalla stanza insieme all’infermiera, dopo aver dato delle vitamine alla ragazza.
Quella mattina, però Brittany non la passò da sola. Infatti, Alex e Rachel, insieme ai gemelli si presentarono in ospedale con una bella scatola di cioccolatini.-

Rachel: BUONGIORNO DORMIGLIONAA!!
-Sia Alex che Rachel l’abbracciarono e Brittany fu davvero felice di vedere i suoi amici.-

Brittany: Ehi!
Alex: Ti abbiamo chiamata stamattina, ma dormivi

-I ragazzi si sedettero sulle sedie.-

Rachel: Come stai?
Brittany: Adesso sto meglio, ma stanotte non ho chiuso occhio
Alex: Tu e il bambino state benissimo, Britt!
Brittany: Sì lo so, però insomma... Io ho paura di fallire. Non mi ricordo più come si fa!
-Si accarezzò il pancino preoccupata per quella creatura che sarebbe nata da lì a qualche mese.-

Alex: Hai tirato su Lily da sola, ed è cresciuta una meraviglia, non hai nulla da temere. Sarai più che all’altezza
Brittany: Sì, ma Lily è sempre stata brava, non mi ha mai dato problemi da piccola!
-Rachel la guardò.-

Rachel: Con il secondo figlio sarà tutto più semplice. Oliver sarà accanto a te!
Brittany: E se lui non reggesse di nuovo? E se sparisse per la seconda volta?!
-Brittany era davvero terrificata all’idea. Rachel le prese la mano, capendo perfettamente le paure della sua amica.-

Rachel: Ti ama tesoro, ed è cresciuto. Adesso è pronto ad avere un bambino, ma a diciassette non lo era e nemmeno tu, però ce l’hai fatta e sono sicura che ce la farete alla grande anche con lui o lei!
Alex: E poi non dimenticare che ora siete sposati. Non può andarsene così avendo dei figli -Anche Alex sorrise cercando di rasserenare Brittany. La ragazza prese la scatola di cioccolatini e l’aprì.-
Brittany: Grazie ragazzi! Allora, chi ne vuole uno?

-Sia Alex che Rachel ne approfittarono, prendendo un cioccolatino e mangiandolo con gusto.
Intanto, Lily si svegliò, e sul comodino della camera da letto vide un biglietto. Lo prese e lo lesse.
“Principessa, guarda nel cassetto del comodino di tua madre, c’è una cosa che ti appartiene.
E’ ora che tu lo riprenda.
La punizione è finita.
Ti chiamo tra qualche ora. Buona giornata. Ti voglio bene.
Papà”
Subito Lily aprì il cassetto e prese il cellulare. Sorrise. Ormai non ricordava più nemmeno che forma avesse. Subito lo accese e mandò un messaggio a tutti dicendo che aveva di nuovo il cellulare. Poi scese giù, fece colazione, andò a farsi una doccia, si preparò ed uscì. Arrivò davanti a una grande casa, sapeva che li avrebbe trovati tutti e due lì. “Dai Lily che aspetti?” Suonò il campanello. Sharon subito aprì la porta ridendo, ma appena vide Lily il suo sorriso scomparve.-
Sharon: Che ci fai qui?
Lily: Ciao Sharon, volevo solo parlare con te e Justin, so che è qui. Ti prego, fammi entrare!

-Sharon la fece passare e andarono in salotto dove c’era anche Justin. Appena lui la vide entrare l’assalì.-

Justin: Che diavolo ci fai tu qui?! Dopo ieri sera penso sia chiaro, il fatto che non ti voglia più vedere!
Lily: Juss, so che sei arrabbiato con me, anche io lo sono con me stessa. Sono mortificata per ciò che è successo. Sono venuta a chiedervi scusa, soprattutto a te Sharon. Mi dispiace, io... Mi sono comportata...
-Lily non riusciva nemmeno a trovare le parole, ma a ciò rimediò Sharon.-

Sharon: Da vera stronza Lily!
Lily: Sì, hai proprio ragione!
-Sconsolata, la ragazzina si sedette sul divano immaginando se ciò che lei e Victoria avevano fatto a Sharon, l’avessero fatto a lei. Si sentì sprofondare in un mare di angoscia e tristezza e le lacrime scesero giù senza che lei riuscisse a fermarle.
Sia Justin che Sharon rimasero stupiti da quella reazione e tutti e due, nonostante fossero ancora arrabbiati, capirono quanto Lily fosse veramente pentita. Lei si asciugò le lacrime guardando il suo amico.-

Lily: E’ stato un periodo terribile, Juss. Tu lo sai! Io non so cosa mi sia preso, io odio Victoria! Mi dispiace davvero tanto
-Sharon la guardò, pensando che Lily stesse davvero male con se stessa. Quella punizione era abbastanza per lei.-

Sharon: Accetto le tue scuse
-Lily, sentendo quelle parole sgranò gli occhi, tirando su con il naso.-

Lily: Davvero?
Sharon: Sì, ma non stare più dalla parte di Victoria. Diventi insopportabile!

-Lily sorrise guardando Sharon.-
Lily: Lo so, è la verità! Spero che io e te possiamo riniziare e diventare amiche!
Sharon: Ti fidi di me?
Lily: Sì. Grazie per questa seconda possibilità!
-Lily guardò Justin con uno sguardo supplichevole.-

Lily: Mi dispiace!
-Lui si avvicinò e l’abbracciò.-

Justin: Okay. Ti voglio bene
Lily: Anche io!
-Si staccarono dall’abbraccio e Lily guardò Sharon.-
Lily: Adesso possiamo uscire in quattro, tutti insieme
Sharon: Sì, certo!
Lily: Poi vi assicuro che quando ci sono anche Jordan e Rebecca, è il massimo. Riderete come matti!
Justin: Ce lo immaginiamo!
-Lily guardò l’orario ed era tremendamente in ritardo. Quella mattina aveva deciso che sarebbe andata insieme a suo padre a prendere Brittany dall’ospedale. Guardò i ragazzi.-

Lily: Adesso devo proprio scappare! Ci vediamo a scuola
Justin: Puoi contarci!
-Lily sorrise, li abbracciò e li salutò per poi correre a chiamare suo padre. Non vedeva l’ora di riavere sua madre a casa.-
 
Meraviglieee, ciao!
Eccomi finalmente con il nuovo episodio. Ce l’ho fatta anche questa settimana. Cosa ne pensate? Avete qualche domanda da fare? Oh, oh, vi è piaciuto il flashback? Finalmente sappiamo qualcosa di più su Oliver! Come sempre, spero mi scriviate.
Vi lascio anche le foto dei gemelli. Sopra Samuel e sotto Emily :)

Buonanotte.
Sum <3

 

  
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