Film > Oceania (Moana)
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Autore: Switch    19/10/2017    1 recensioni
Sono passati molti anni dall'avventura di Moana, dal salvataggio di Te Fiti, e la ormai giovane donna guida il suo popolo con saggezza in veste di capo.
Ma se un problema la chiamasse a solcare di nuovo il mare, cosa deciderà di fare?
E se questa volta dovesse salvare più di un cuore?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maui, Moana Waialiki/Vaiana, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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C'era una eco nella sua mente.
Maui. Maui. Maui.
Urlato con lo stesso tono straziato della voce del bambino, ripetuto con disperazione e paura assieme.
Non poteva essere stato Maui. No. Non Maui, non il suo Maui, quello che lei aveva conosciuto, leale, coraggioso, buono.
C'era un errore, doveva esserlo per forza; Moana ne era certa.

Moana, figlia mia, parlami, ti prego!”
Solo in quel momento si accorse che suo padre la stringeva ancora, osservando con preoccupazione la sua strana immobilità e il suo sguardo spaventato; sollevò una mano e toccò il suo braccio per rassicurarlo, ma cercando lei stessa conforto con quel gesto.

Padre, devo parlarti! Devo parlarti... in privato!”
Tui annuì con sussiego e la scortò lontano da lì, dagli occhi sorpresi e incuriositi di alcuni abitanti accorsi alle grida, e la lasciò andare solo quando arrivarono al fala del capo; scostò con una mano il tapa all'ingresso e la fece entrare per prima.

All'interno l'ombra dava un piacevole fresco sulla pelle, ma Moana si strinse le braccia attorno, un gran gelo che emanava da dentro; si voltò verso suo padre, che si era seduto a terra con le gambe incrociate e la invitava a fare lo stesso.
Scosse la testa con forza e parlò, invece.

Il bambino- il bambino ha detto-”
Prese un grande respiro per calmarsi, per riuscire a dire quella bugia, non poteva che essere una bugia.

Cosa ti ha detto? Cosa ti ha sconvolta così tanto?”
Ha detto che è stato Maui” sputò fuori, e vide nello sguardo di suo padre la sua stessa paura.
Ha detto che Maui ha distrutto il suo villaggio e che ha ucciso gli altri.”

Tui deglutì a vuoto, rizzando le spalle a disagio; sentiva il terrore e la preoccupazione che sua figlia stava provando, i dubbi e l'incertezza, lo smarrimento.
Forse lo shock l'ha confuso e quello che ha detto era solo frutto del suo dolore e della paura. Non possiamo sapere se sia vero” cercò di rassicurarla, con tono convincente.
Io devo andare a scoprirlo!”
Lo sguardo di Tui si indurì per un attimo, occhieggiando verso la figlia come se temesse di trovarci ancora la Moana adolescente che non ascoltava mai, che lo combatteva per ogni capriccio: sua figlia era risoluta, sì, ma c'era uno scintillio di responsabilità nei suoi occhi, non ribellione, non testardaggine.

È pericoloso. Qualunque cosa sia successa a quel bambino e al suo villaggio, anche se Maui non c'entrasse nulla, è di certo pericolosa.”

Moana scosse la testa con fierezza, facendo ondeggiare i lunghi capelli scuri.
Maui è mio amico, padre! E anche se lui non c'entrasse, è chiaro che quel bambino e la sua gente hanno dei problemi, probabilmente bisogno di aiuto! Dobbiamo scoprire cosa è successo e dare una mano, se possiamo!”
Tui acconsentì a lasciarla andare, purché portasse con sé, come scorta, due uomini fidati: Tane'ì fu scelto e poi ancora Fei, un pescatore forte e valoroso, molto pratico della lotta con la lancia.

Disposte le sue richieste per lasciarla andare, Tui la accompagnò per preparare una piccola imbarcazione, più grande della sua abituale, e per farla stivare con provviste, acqua e qualche altro utensile che potesse essere loro d'aiuto. I due uomini accorsero prontamente alla richiesta dell'ex capo e una volta che ebbero spiegato loro in confidenza cosa stesse succedendo e quale fosse la loro missione, si dimostrarono entrambi ben felici di scortare Moana e proteggerla in caso di pericolo.
Tane'ì sembrava un po' troppo felice di poterla accompagnare.
Ma Moana era troppo concentrata sul partire e su quello che il piccolo aveva detto, per prestargli attenzione.

Salparono immediatamente, senza attendere né il mattino né la marea o i venti più propizi, tanta era la sua fretta: quello che la natura non avrebbe offerto in supporto, lo avrebbe messo lei con la sua esperienza.
Si allontanarono rapidamente da Motunui, le vele gonfie e l'oceano dalla loro parte, scivolando sull'acqua senza sforzo: in poco tempo l'isola divenne un puntino sempre più piccolo, fino a scomparire tra il blu dell'oceano e il rosso del tramonto.
Per molte ore, l'unico suono a riempire il silenzio fu lo scroscio della barca che fendeva l'acqua e di tanto in tanto lo schiocco della vela quando prendeva una corrente nelle sue trame, seguendo le direttive di Moana.

Lei era completamente assorbita nel dirigere la barca, scrutando le prime stelle che spuntavano su nel cielo sempre più scuro, con mani sicure che stringevano e lasciavano corde, che si immergevano per controllare temperatura e correnti, divorata dalla fretta.
Tane'ì seguiva ogni sua mossa con curiosità e ossessione, sempre incerto se parlarle o meno, in costante attesa.
La notte li inghiottì.

Anche se Tane'ì e Fei cercarono di darle il cambio, di dirigere la barca e permetterle di dormire, Moana non lasciò mai la postazione, non rispose ai loro tentativi di comunicare, rimase rannicchiata al suo posto a governare con movimenti minimi e studiati, la mente che lavorava senza sosta.
Non poteva essere stato Maui, di quello era certa, ma la paura del bambino era stata reale, non dettata dallo shock e dal dolore, quindi era arrivata alla conclusione che dovesse esserci un impostore, là fuori, che facendosi passare per Maui otteneva favori e ricchezze, per poi distruggere e razziare quando ne aveva avuto abbastanza. O forse perché scoperto. O forse perché era solo malvagio. Di certo non era Maui, e ne stava infangando il buon nome recuperato con tanta fatica.
Il vero Maui era venuto a sapere di quell'impostore? Se sì, perché non era intervenuto?
Forse era troppo lontano, così lontano da non interessarsi più di loro.

La sua mancanza la colpì con prepotenza, più forte e più dolorosa in quel momento di smarrimento, il peso di quegli anni di lontananza le cadde tutto assieme addosso e sentì un pizzicore all'angolo degli occhi, un sordo dolore al centro del petto.
L'oceano le diede un colpetto affettuoso al piede con il suo freddo tocco, in un goffo tentativo di consolazione.
Moana scosse la testa e respirò a fondo l'aria salmastra, rivolgendo un piccolo sorriso di gratitudine alla vastità di fronte a sé, prima di riprendere il controllo delle sue emozioni.
Navigarono per tutta la notte, guidati dalle stelle che Maui le aveva insegnato a leggere con pazienza.
Fei dormì per quasi tutto il tempo, mentre Tane'ì si appisolò solo qualche ora, svegliandosi di tanto in tanto per controllarla. La sua figura impettita e altera, i lunghi capelli raccolti in una crocchia perché non le impacciassero i movimenti, gli occhi scuri fissi sull'oceano con bruciante concentrazione.
Dentro di lei ardeva lo stesso fuoco che l'aveva spinta ad affrontare Te Ka, allora con solo la compagnia di HeiHei.

Il chiarore dell'alba apparve con una fioca scintilla che tingeva il confine tra cielo e oceano, lontano dove lo sguardo non poteva distinguere più i contorni.
Le stelle iniziarono a sbiadire lentamente, gli occupanti della barca si svegliarono, allertati dalle poche parole del loro capo.

Siamo quasi arrivati” annunciò infatti, indicando con un'alzata di viso davanti a sé.
I profili di alte montagne svettavano poco lontano da loro, e via via che si avvicinavano l'isola assunse i contorni sempre più nitidi, la sua folta vegetazione, i rivoli d'acqua e le insenature delle sue spiagge.
Âhio.

Il denso fumo che saliva dalle sue profondità arrivava fino al cielo e sentirono il suo spesso odore mentre ancora si trovavano in piena navigazione; ne furono avvolti una volta attraccati, la barca portata in secca e legata ad un albero sradicato con furia e accasciato al suolo.
C'erano segni di distruzione ovunque: alberi abbattuti con noncuranza, la vegetazione ridotta a cenere e tizzoni neri e contorti, armi rotte sparse ovunque, tracce di sangue ormai scure che macchiavano la sabbia in grumi.
Moana iniziò a correre verso il centro del villaggio, seguendo la memoria e il tenue sentiero scolpito da migliaia di passi in migliaia d'anni; Fai e Tane'ì si gettarono dietro di lei all'istante, le armi strette forte nei pugni.
L'odore acre di fumo e morte li colpì in pieno, bloccando le loro gole finché non tossirono con fastidio, provando a cacciare via quell'orrido sapore.

Il villaggio, ciò che ne rimaneva, era un orrido ammasso di detriti anneriti dalle fiamme e cenere.

Moana si slanciò in avanti, chiamando a gran voce il nome del capo, chiamando i nomi che ricordava, chiamando chiunque potesse sentirla.
La sua voce echeggiò un poco tra le macerie con una eco spettrale, prima che il suono di un pianto le giungesse alle orecchie.
Poi, esplosero altre voci, una babele di suoni e da un fala poco distante, mezzo crollato, uscirono fuori decine e decine di persone, bendate, ferite, doloranti, straziati.
Le si gettarono addosso, urgenti.
Parlavano tutti assieme e velocemente, esclamazioni di dolore miste a rabbia, e Moana non riusciva a capirli appieno, sentiva solo la loro paura e il loro risentimento, investirla in pieno e scuoterla.
Non riuscì a capire, era tutto così confusionario, ma capì il nome che tutti ripetevano con odio e paura, che riversavano su di lei.

Maui. Maui. Maui. Maui!” urlavano con intonazioni diverse, con disprezzo e orrore, con timore e soggezione.

Moana provò a farsi sentire, a farsi ascoltare, ma le loro espressioni ferite non lasciavano spazio a nessuna parola e Tane'ì fu veloce a sottrarla dal centro della calca afferrandola per un braccio, spostandola dietro di sé per proteggerla.
Cosa-”
Non ti ascolteranno. Sono troppo arrabbiati, e spaventati, e se la prenderanno con te” disse il giovane con fare pratico, iniziando a spingerla via.
Fei si gettò al suo fianco, la lancia cautamente puntata in avanti; entrambi gli uomini la scortarono tenendo d'occhio la folla, mentre Moana, sopraffatta dalla loro furia, dal loro disprezzo, non riuscì a reagire.
Arrivarono alla baia in un attimo che però le sembrò lunghissimo, e saltarono sulla barca in fretta e furia, pagaiando velocemente per allontanarsi.

Moana sedeva sconsolata in un angolo, gli occhi allucinati e vacui, l'orrore di quello che aveva visto impresso nella retina per sempre.
Tutto quel sangue, tutto quel dolore.
Quale mostro poteva aver fatto una cosa del genere?

Tane'ì era al comando della barca, ma sembrava impossibilitato, girava il timone con gesti bruschi e tirava la corda per ingabbiare il vento, ma la piccola imbarcazione virava per conto proprio, dirigendosi da tutt'altra parte.
Perché-” esclamò a denti stretti, arrabbiato. La corda si allentò nelle sue mani e la barca virò verso destra, di colpo.
Moana sollevò lo sguardo, più attenta, come se avesse sentito qualcosa che loro non potevano.

L'oceano” mormorò confusa, “l'oceano ci sta guidando.”
Era chiaro che l'oceano non li stesse indirizzando verso Motunui, ma che sospingesse nelle sue spire la barca verso un'altra destinazione, lontano dall'isola distrutta e lontano da casa.
Moana li rassicurò prontamente, riprendendo il controllo, certa che se il suo amico avesse deciso di intervenire, sicuramente era per un buon motivo.
Forse aveva percepito qualcosa, dov'era l'impostore o dov'era Maui.

Lo lasciarono fare, i due uomini seduti in basso con gli occhi fissi e Moana appollaiata all'albero maestro, avvinghiata braccia e gambe scrutava lontano, cercando punti di riferimento che il cielo diurno non poteva offrirle, per capire dove stessero andando.
Passarono molte ore, quasi tutta la giornata, e lei non scese da lì che una volta soltanto, per mangiare qualcosa e bere convulsamente, prima di tornare lassù a scrutare l'oceano.
Una nuova colonna di fumo apparve all'orizzonte, nero e denso, più copioso e voluminoso, tingendo il cielo di nero, in spirali minacciose.
Qualunque cosa ci fosse davanti a loro, era pericoloso.

La piccola isola prese sempre più forma, tra la luce che scemava e l'oscurità del fumo e videro le fiamme e sentirono le grida, alte e straziate, portate dal vento.
Videro la distruzione prendere atto, videro i detriti volare, le persone scappare spaventate, la furia distruttrice che spazzava via tutto; ma non riuscirono ad identificarlo, era solo un lampo di luce.
L'oceano sembrò fermarsi, come timoroso di avvicinarsi ancora a quel caos.
Moana reagì prontamente e, scesa dalla sua postazione, afferrò la pagaia e la immerse nell'acqua freneticamente per avanzare e i due uomini la imitarono immediatamente, guadagnando velocità; le esplosioni e le urla si facevano via via più forti, l'aria elettrica e il fumo intossicanti.

Scesero dalla barca al volo, senza attraccarla, senza portarla in secca, precipitandosi sulla spiaggia a grandi falcate, il cuore pulsante dentro la testa: Moana cadde in ginocchio per il contatto improvviso con la terra ferma, ma si rialzò subito e corse con tutto il fiato verso il centro delle esplosioni, seguendo le grida di terrore.
Alcune persone a terra rantolavano con dolore, altre stavano fuggendo via da qualcosa, ma Moana non si fermò ad aiutare, voleva solo arrivare all'origine di tutto quello, voleva risposte, voleva capire.
E l'origine, scoprì, era una persona.
Enorme, massiccia, intimidatoria, furia cieca.

La vide al centro del caos, che dispensava disperazione e morte con uno sventolio incurante dell'arma nella sua mano e rimase lì, bloccata senza più un respiro, il cuore affondato da qualche parte sotto terra, colma di orrore.
La persona sembrava indubbiamente Maui, riccioli bruni, pelle dorata e muscoli e tatuaggi compresi. Nella mano un amo enorme, che agitava con facilità a destra e a sinistra, intorno, sopra e sotto, creando folate taglienti e scosse violente, ridendo della devastazione che creava.
Non poteva essere lui, non poteva.
Provò a negarlo anche di fronte a tutto quello.
Non era Maui, non il suo Maui.
La piccola Moana tatuata sul suo cuore le saltò all'occhio e poco sotto il mini Maui che provava a farle segni perché lo guardasse, provando a spiegarsi a gesti, e la verità la colpì, non poté più fare finta di nulla, non poté negare ancora.

Maui” esalò ferita.

Il mostro la sentì, o forse il suo sguardo venne solo attirato dalla piccola figura statica, in contrasto con tutto il resto: si voltò verso di lei, un lampo oscuro nel viso, un ghigno dipinto di freddo cinismo.
La caricò con la potenza di mille dei, la terra tremava sempre più ad ogni passo e gli occhi scuri sempre più vicini, in cui un tempo aveva visto splendere affetto e gioia e bontà, erano ammantati di ira e crudeltà: caricò l'amo all'indietro, pronto a colpirla.
Moana avrebbe potuto scappare o scansare, rannicchiarsi, muovere un muscolo qualsiasi, invece rimase congelata a guardare Maui gettarsi contro di lei, a guardare l'amo fendere l'aria senza sforzo dritto contro la sua testa, un'orrida sensazione di malessere nel petto, pregando che fosse tutto solo un sogno, un orribile sogno.

L'arma del semi-dio si bloccò a pochi centimetri dalla sua faccia, parata da una spessa lancia che scricchiolò sinistramente, minacciando di spaccarsi da un secondo all'altro.
Moana si voltò verso Tane'ì al suo fianco, la faccia tesa e concentrata nel provare a resistere alla pressione dell'attacco per proteggerla.
Maui sbuffò cinico, un angolo della bocca sollevato con scherno.

Uuh, la principessa ha trovato il suo prestante cavaliere” esclamò e la sua voce musicale stonava così tanto con quel tono di disprezzo, da farle male alle orecchie.
Lei tese una mano verso di lui, mentre un fiotto di parole, di domande, premevano per uscire dal fondo della sua gola, ma il semidio le rivolse un'occhiata di disgusto e di fastidio, prima di indietreggiare di un passo e sventolare ancora una volta l'amo sopra la sua testa, trasformandosi nella gigantesca aquila; con un salto era già lontano nel cielo, da cui sentirono un beffardo “cheehoo” riecheggiare, in mezzo agli stridii del rapace.

Moana rimase a osservare per qualche istante, il battito del cuore impazzito nelle orecchie, il corpo scosso da un tremore impietoso e un gran bruciore agli occhi, ma forse solo perché stava guardando verso il sole che tramontava dritto in faccia; sconvolta, incredula: le gambe cedettero e rimase inerte seduta sulla sabbia, tra distruzione e strage, tra urla e fuoco, con una gran voglia di piangere.



Note:
Buona notte a tutti.
Ci ho messo un po', ma ecco il secondo capitolo.

Quindi sì, è davvero Maui che sta portando distruzione e morte, ma non sembra più l'enorme e complessato ragazzino dal cuore grande.
Cosa sta accadendo?

Grazie per aver letto,
un abbraccio forte a tutti


  
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