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Autore: Switch    19/10/2017    5 recensioni
Terza storia della serie Heart's mutation, dopo SITR e JTWYA. TMNT 2003
Isabel e Raphael vivono il loro idillio, circondati dall'affetto della famiglia, ma non tutto va sempre liscio.
Tra tornei, battaglie, misteri che si infittiscono e si accumulano, la relazione crescerà o si romperà. E poi, un mistero potrebbe portare a nuove conoscenze, a capirsi meglio.
E un sacrificio non è sempre solo dolore.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Sam sembrava non fidarsi del tutto.
Lo seguiva con fare scettico, facendogli ogni tanto qualche domanda sulla mossa successiva, con fare annoiato e svogliato.
Michelangelo temette più di una volta che il ragazzino lo abbandonasse nel bel mezzo della ricerca, probabilmente dopo avergli mollato un ultimo pugno, come saluto.

Lo convinse che gli servivano almeno dieci copie della foto e lo mandò in un alimentari aperto 24ore, che forniva una fotocopiatrice a pagamento; Sam uscì dopo pochi istanti con una pila di fogli nella mano e si infilò nel viottolo lì accanto, con fare sicuro.
Una mano afferrò i documenti con velocità, ispezionandoli con attenzione alle luci soffuse del lampione poco distante.

Passabile” disse Mikey. “Non coglie appieno la sua bellezza, ma può andare” commentò con fare critico, prendendo la foto in cima per compararla con le fotocopie, infilandosela poi in tasca con fare possessivo.
Sam sbuffò infastidito.

Ridammi la mia foto, coso.”

Michelangelo iniziò a camminare, ignorandolo, e lui gli trotterellò dietro, un pugno già chiuso.
Allora?” insisté con tono più urgente.
Mi serve per le ricerche!” si difese il mutante, molto poco convincente.
Non è vero! Vuoi tenerti la mia foto, pervertito!”
Mikey gli gettò un sorriso colpevole, ma non fece per restituirgliela, continuando invece a guidarlo verso la loro destinazione.

Posso tenerla?”
Perché? È una foto, non la conosci neanche! Ti piace solo perché... è bella” ammise con fatica il ragazzo, storcendo il naso, come se gli costasse ammettere che sua sorella fosse bella.
Eppure Mikey aveva capito quanto il piccolo ci tenesse a lei.

Ti sembrerà stupido, ma si possono capire molte cose da una foto. Da un sorriso. Da uno sguardo.”
Mhm, ok, prendi la foto che mi hai rubato e dimmi cosa ci vedi, coso. Se azzecchi almeno qualcosa della persona ritratta, allora te la farò tenere” sibilò Sam esasperato, accorciando la distanza tra loro con passetti leggeri.
Mikey gli gettò un'occhiata fugace, prima di prendere la foto che aveva gelosamente riposto nella taschina della tuta, chiedendosi se non fosse tutto un trucco per riprendersela.
Studiò attentamente la giovane donna immortalata, ma non ne aveva davvero bisogno.

Dà l'impressione di essere scostante e cinica, brusca, credo, ma in realtà è molto dolce, solo che non sa come mostrarlo. Forse non sa come fare o lo vede come una debolezza” spiegò di getto, con sicurezza.
Nella sua mente era così che se l'era immaginata e non avrebbe cambiato idea facilmente.

E hai capito tutto dalla foto?” domandò cinico il ragazzino.

Mikey annuì vigorosamente e l'altro lasciò andare uno sbuffo dal naso.
Melissa è la ragazza più dolce del mondo, tutta abbracci e coccole e unicorni rosa. Ha una parola carina per tutti ed è schifosamente gentile anche con gli estranei” disse con sufficienza, eppure con un tono di affetto e rispetto che forse non sapeva di trasmettere.
Melissa, allora era così che si chiamava.
Comunque, aveva toppato il suo carattere alla grande, non ci aveva preso per niente; eppure, dall'espressione nella foto, pensava di aver capito come dovesse essere.
Fece per allungare la foto al ragazzino, controvoglia, ma quello tirò dritto e lo precedette nel vicolo, senza una parola; Michelangelo con un sorrisino felice la fece sparire nella tasca, come un tesoro.

Il mutante lo trascinò per un bel po' in giro, fino a raggiungere una delle discariche della città, la più grande. Sam sembrò sul punto di chiedergli spiegazioni, quando videro un fuoco controllato, al centro di un grande spiazzo.
Professore!” salutò Mikey con entusiasmo, agitando la mano verso un uomo seduto lì attorno insieme ad altre persone.
L'uomo, aveva all'incirca una sessantina d'anni, si staccò dal gruppetto e gli rivolse un gran sorriso.

Michelangelo, amico mio, come stai?”
I due si scambiarono una serie di vane chiacchiere e Sam li osservò con curiosità, non osando però fare domande.

Mi serve il tuo aiuto, professore” disse Mikey quando i convenevoli finirono, mostrandogli le fotocopie. “Stiamo cercando questa ragazza.”
Poi il mutante si voltò verso il ragazzo, come esortandolo.

Si chiama Melissa Williams, ha ventidue anni, è una ricercatrice e vive nell'Upper east side” spiegò Sam, mentre Mikey intanto prendeva nota di tutte le informazioni sulla misteriosa ragazza che gli aveva rubato il cuore.
Quella versione tuttavia sembrava troppo perfetta e irraggiungibile ed eterea, rispetto a quella che si era creato nella mente, più semplice e pura, dura, ma con un grande cuore.
Il professore si appuntò tutto con minuzia e prese le fotocopie, promettendo loro che non appena avesse avuto qualche informazione li avrebbe avvisati immediatamente.
Si allontanarono a grandi passi, ma Mikey non aspettò molto per ricominciare a parlare.

Allora, Melissa, parlami ancora di lei” richiese con impazienza, più per sé stesso che per avere altri indizi.
Hai già sentito tutto” rispose seccato Sam. “Ha ventidue anni, prima di sparire faceva yoga e pilates tre volte la settimana in una palestra vicino a casa e usciva per andare al lavoro tutte le mattine alle otto, rientrava ad orari diversi a seconda della giornata. Usciva coi suoi amici nei fine-settimana, insieme al suo ragazzo.”

Mikey sussultò alla menzione del fidanzato, ma non era poi tanto sorpreso che una bella ragazza come Melissa avesse dei corteggiatori, unito poi al carattere dolce che Sam aveva descritto, era perfettamente logico che qualcuno l'avesse accalappiata.
Com'è il suo ragazzo?” domandò d'impulso, più seccato di come volesse suonare.
Sam replicò con un suono gutturale che pareva un rigurgito.

Jacob. Era il suo ragazzo” aggiunse, sottolineando per bene il verso al passato.
Quando Melissa è sparita lo hanno interrogato, anche i suoi amici, ci hanno interrogato tutti. Lui piangeva, era disperato, non sapeva niente.”

Sam vide lo sguardo pensieroso di Mikey e si affrettò a spiegarsi.
Non è stato lui, è un viscido, ma fondamentalmente un idiota. Appena un mese dopo la sparizione di Melissa ci stava già provando con... un'altra, solo perché le somigliava. Ecco quanto ci teneva a lei. Per quanto ne so adesso si è trasferito nel Jersey e sta con una nuova tipa, ha tagliato i ponti con tutti.”
Tutto il disgusto verso quel Jacob era palpabile in ogni parola velenosa di Sam e Mikey un po' gongolò, anche se sapeva che ovviamente quello di Sam era il giusto odio di un fratello protettivo verso sua sorella.

Hai detto che fa la ricercatrice, dimmi di più” lo esortò dopo qualche attimo, sia curioso che in cerca di un modo per distrarlo dal pensiero di quel Jacob.
Sì, Melissa è una delle più giovani ricercatrici nell'intero stato. È sempre stata una secchiona, e beh, è davvero intelligente: si è laureata anni in anticipo sul programma e diverse compagnie hanno fatto a gara per assumerla. Ha ricevuto parecchi premi, sai?”
Si sentiva il rispetto che provava per sua sorella anche attraverso il tono sdegnato che si era imposto, si percepiva una sorta di ammirazione per i suoi traguardi o per la sua intelligenza, anche se Mikey capì che Sam era probabilmente agli antipodi. Non stupido, no, aveva mostrato una buona dose di intelligenza e furbizia, ma di certo non sembrava il tipo di ragazzino a cui piacesse studiare e sgobbare sui libri.

Attesero una chiamata dal Professore, ma non stettero con le mani in mano: gironzolarono per la città, un po' alla ricerca di indizi, un posto in cui magari Melissa era stata e che Sam ricordava, un po' per perlustrare. Mikey cercò di conciliare le due cose, pattugliare senza mettere in pericolo il ragazzino, ma tutto sommato non era così preoccupato, dopo averlo visto tenere testa a tizi ben più grossi di lui: era di certo ancora molto grezzo nel modo di combattere, ma aveva del potenziale che se affinato bene poteva renderlo un grande guerriero.
Forse avrebbe chiesto al sensei di allenarlo, quando tutto fosse finito. E non era una scusa solo per poter rimanere in contatto con Melissa una volta trovata, si giustificò nella mente, pensava davvero che Sam fosse naturalmente portato.

Ne ebbe la prova quando incapparono in una piccola gang che derubava un negozietto di elettronica, dalle parti di Chinatown: avevano parcheggiato un furgoncino scassato nel vicolo in cui si apriva la porta sul retro e uno di loro aveva disattivato l'allarme; entravano e uscivano dal negozio disordinatamente con le braccia cariche di laptop, telefonini, cuffie wireless e consolle di videogiochi che caricavano in fretta nel loro mezzo.
Mikey ne contò tre, dopo qualche attimo in cui era rimasto nascosto a controllare i loro spostamenti.
Intimò a Sam di stare nascosto e non dare nell'occhio, poi si avvicinò velocemente.
I delinquenti erano ben piazzati e muscolosi, di certo sapevano tirare bene un paio di pugni, ma non erano alla sua altezza: si gettò in mezzo a loro e gettò giù i primi due con un paio di colpi di Nunchaku, senza sforzo.
Il terzo reagì alla minaccia e lasciò andare la mercanzia senza ritegno, cercando di scappare via, ma accortosi di non avere vie di fuga, si voltò ad affrontarlo con solo un po' di timore.
Michelangelo gli sorrise con fare affabile, ma il sibilo dei Nunchaku che roteavano nelle mani lo rendevano tutto meno che rassicurante.

L'uomo si gettò contro di lui con la guardia alta e provò a colpirlo con un destro, ma scansò di lato e lo stoccò alla gamba con un'estremità del Nunchaku, come avvertimento.
Il delinquente gridò di dolore, ma non si arrese e si allontanò di qualche passo per distanziarlo, i pugni ancora ben stretti e lo sguardo vigile.
Fu allora che Mikey sentì i passi di qualcuno alle spalle.
Un quarto complice, apparentemente.
Girarsi voleva dire dare la possibilità a quello di fronte di colpirlo alle spalle, e rimanere in quella posizione lo rendeva vulnerabile al nuovo componente che gli si avvicinava minaccioso.
Si lanciò contro quello certo e più vicino coi Nunchaku turbinanti e lo colpì velocemente e senza esitazione, gamba, braccio e nuca, neutralizzandolo all'istante.
Lo sentì cadere, ma si era già voltato verso il quarto uomo.

Si bloccò sorpreso, le mani quasi lasciarono cadere le armi.
Il delinquente era a terra e Sam lo sovrastava, i pugni ancora chiusi, ma le spalle rilassate. Il cappellino era un po' sbilenco, ma il ragazzino lo sistemò meticolosamente, oscurando ancora di più il viso.
Non aveva la più pallida idea di come lo avesse steso così facilmente e silenziosamente, ma non aveva nemmeno un graffio e gli occhi grigi scintillavano di vittoria.

Beh che c'è, coso?” gli domandò quando si accorse che lo stava fissando.
Michelangelo non trovò niente da dirgli e anche le domande che voleva fargli gli morirono in gola.
Non era un buon momento per farle, ma prima o poi voleva conoscere tutto di quello strano ragazzino.

Si affrettò a legare i ladruncoli e a chiamare anonimamente la polizia, poi si allontanò velocemente, trascinandoselo dietro.
È questo che fai nella vita?” domandò dopo una decina di minuti Sam, quando erano ormai distanti e perfino il suono delle sirene si era spento in lontananza.
Sorvegliare la città? Sì, è tutto quello che so fare” spiegò Michelangelo bonariamente, sorpreso dalla sua curiosità.
Non è molto e non posso salvare tutti, ma io e i miei fratelli ce la mettiamo tutta per dare una mano.”
I tuoi fratelli?”
Sì, siamo in quattro. Leo è il leader, Donnie il genio e Raph il piantagrane. Io sono quello bello, se te lo fossi dimenticato.”
E sono come te?” incalzò Sam, provando a immaginare altri tre come quel Michelangelo, altri tre 'cosi'.
Sì, siamo quattro mutanti. Poi c'è la mia sorellina, a volte anche lei ci aiuta con le ronde. E anche Steve, ti piacerebbe Steve, era molto timido, ma adesso sta diventando un buon ninja. Oh, e Angel, lei studia all'università, ma trova comunque il tempo di aiutarci quando abbiamo bisogno e Casey e Angel adesso sono genitori, ma non mi metterei mai contro di loro, saprebbero prendere a calci un esercito se qualcuno li facesse arrabbiare.”
Sam aveva sgranato sempre più gli occhi, sotto la tesa del cappellino, da sorpreso a leggermente sconvolto.

E siete tutti mutanti?” sbottò incredulo, rallentando un poco.

Mikey ridacchiò, agitando una mano.
No, sono umani. Abbiamo molti amici umani, hai visto col professore, prima. Beh, lui crede che andiamo in giro con dei costumi, in effetti, ma i nostri amici sanno cosa siamo e non gli importa.”
Appena finito di parlare, si illuminò.

Posso avvertire anche gli altri!”
Lo guardò trafficare con un buffo cellulare a forma di guscio di tartaruga recuperato da una taschina: scattò una foto alla foto di Melissa che poi fece sparire prontamente per non perderla e digitò freneticamente nella tastiera.

Ecco fatto. Donnie è un genio, gli ho mandato tutte le informazioni, ci aiuterà.”

Si fermò a pensare per qualche istante.
Adesso che facciamo nell'attesa? C'è qualche posto in cui vorresti controllare? Casa di Melissa, la palestra, qualche locale che frequentava?” domandò propositivo.
No, la polizia ha perquisito a fondo tutto, io ho ricontrollato casa sua e la palestra e alcuni dei centri che frequentava, ma non ho trovato niente. L'unico posto che non ho potuto ricontrollare è il suo posto di lavoro, la sicurezza è molto alta.”
Non avevano niente da perdere a provarci e in fondo non avevano davvero qualche altra pista, perciò dare una veloce occhiata non sembrò una brutta idea.
Si fece dare l'indirizzo da Sam e lo comunicò per messaggio a Donatello per sicurezza, prima di incamminarsi.

Il centro di lavoro per cui lavorava Melissa era alla periferia del Queens, perciò approfittarono del tettuccio di un pullman di passaggio per arrivarci in poco tempo: Sam all'inizio gli aveva urlato contro per la sua pazzia e perché lo aveva afferrato senza chiederglielo, ma poi si era rilassato e sembrava essersi divertito della corsa.
Mikey lo aiutò a scendere quando il pullman rallentò vicino alla loro meta e si beccò un pugno nel braccio anche per quello.
Sam si risistemò meglio il cappellino e gli mandò un'occhiataccia, mentre lui studiava i dintorni.

Il ragazzino lo guidò verso la periferia, una zona di sole fabbriche e prefabbricati, praticamente deserta. Si fermò davanti ad un alto cancello e si voltò a guardarlo.
Al di là c'era un enorme parco, alberi rigogliosi ed erba incolta e in lontananza si vedeva un alto palazzo di cemento e vetro, immerso nell'oscurità.

La rete è elettrificata” disse Sam, indicando un cartello di pericolo.
Non è un problema” rispose Michelangelo, frugando nelle taschine.
Era sicuro che Donatello gli avesse dato qualcosa per casi del genere.

Mi sembra che fossero questi” aggiunse solo mezzo incerto, tirando fuori due piccoli bottoni neri.

Si avvicinò cauto alla rete e li premette contemporaneamente, uno a destra e uno alla sua sinistra, poi si allontanò osservandoli ancora come se non si fidasse completamente.
Uhm, adesso in pratica la corrente dovrebbe essere deviata da questo punto tra i due bottoni, se ho capito la spiegazione di Donnie.”
Sam sembrava scettico.

Prova prima tu, coso!”
Mikey gli sorrise sghembo, strofinò le mani una con l'altra e poi le poggiò deciso sulla rete, lanciando un grosso urlo. Poi scoppiò a ridere e si voltò ad osservare Sam, divertito.

Sei davvero idiota” gli disse quello con una rollata di occhi al cielo.
La rete era sicura e la scalarono in fretta, atterrando con sicurezza dall'altra parte.
Si incamminarono verso l'interno occhieggiandosi attorno per cercare traccia di guardie o persone, ma fortunatamente non c'era nessuno nei dintorni.

Ci vollero cinque minuti per attraversare il parco.
L'edificio doveva essere stato un tripudio di avanguardia e tecnologia, ma sembrava abbandonato, non da troppo comunque: i vetri erano coperti di un sottile strato di polvere e striature di pioggia, inusuale che nessuno le pulisse se fosse stato abitato; i cespugli che contornavano il sentiero per l'entrata erano cresciuti incolti e disorganizzati e una pesante catena in ferro bloccava la porta, legata stretta nei maniglioni a scatto.
Le luci erano spente, le finestre ben chiuse, non si sentiva un suono né un rumore
Probabilmente non c'era nemmeno una guardia di sicurezza.

Mikey si gettò in avanscoperta, studiando per qualche attimo il palazzo per essere certo dei suoi sospetti.
Sei certo che Melissa lavori qui?” domandò cauto, occhieggiando verso i piani superiori per cercare un'entrata.
Certo che sì. Questo laboratorio di ricerca è uno dei più conosciuti della città, non ti ci puoi nemmeno avvicinare, ha dei cancelli altissimi e reti elettrificate e le guardie all'ingresso del terreno. Non so perché adesso sembri abbandonato.”
Pensarono che comunque potesse essere un vantaggio, il poter girare indisturbati.

Ok, ragazzino, dobbiamo salire sul tetto. Mettimi le braccia attorno al collo.”
Sam gli lanciò un'occhiata glaciale, un sopracciglio biondo sollevato con scetticismo.

Ho visto che sei agile e flessibile e abbastanza preparato, ma non credo che tu sappia scalare un muro verticale di almeno venti metri” aggiunse sarcastico Michelangelo, facendo spallucce.

Sam rollò gli occhi al cielo e si limitò a puntargli un dito contro di ammonimento, prima di avvicinarsi con fare circospetto e sospettoso, e allungare un braccio verso l'alto.
Mikey si trattenne dal sorridere per timore che potesse pizzicare una corda sbagliata.
Gli piaceva, Sam, era divertente per lui punzecchiarlo.
Si abbassò per permettergli di saltargli sul guscio e passargli le braccia attorno al collo, forse un po' troppo strette, gli premevano sul pomo d'adamo come se il ragazzino stesse provando a strozzarlo.
Con una risatina, Mikey lo colpì leggermente sulle mani per fargli capire di lasciarlo andare, ma Sam strinse un po' di più, prima di accontentarlo.
Mise gli Shuko sulle mani e si avvicinò alla superficie del palazzo, dove aveva già appurato non ci fossero telecamere di sorveglianza.

Lo scalò facilmente, Sam non pesava quasi niente e si mosse il meno possibile, permettendogli di concentrarsi sull'avanzamento e sull'equilibrio necessario; atterrarono sul tetto docilmente e Mikey lasciò andare il ragazzino, cercando traccia di sensori o telecamere, ma il perimetro era sicuro.
La porta per le scale era chiusa, ma bastarono un paio di minuti e le mani veloci e pratiche di Sam per forzare la serratura, sotto lo sguardo sorpreso e un po' seccato di Michelangelo.
Sentirono un secco click, quando la aprirono, e Mikey tolse una piccola torcia da una delle tasche della tuta per fare strada nell'interno buio.
Scesero un paio di rampe, prima di arrivare ad un lungo pianerottolo.

Non sai a che piano ha lavorato Melissa?” chiese a voce bassa Mikey, quasi con timore.
C'era un grande silenzio, interrotto ogni tanto brevemente da uno scricchiolio, un topo forse o il cigolio del legno.
Sam era un passo dietro di lui e rispose con lo stesso sussurro.

Al terzo mi pare. O forse il quarto.”
Esplorarono brevemente le stanze, c'erano uffici e piccoli laboratori, tantissimi macchinari tecnologici e sofisticati abbandonati a loro stessi, milioni di cartelle e risultati di analisi gettati alla rinfusa sulle scrivanie e per terra. Gli armadietti di medicinali e campioni erano aperti e completamente vuoti, se non per qualche flaconcino rotto.
Un lieve strato di polvere copriva tutto. Nonostante non dovesse esserci nessuno da tempo, nell'aria l'odore di componenti chimici e disinfettante permeava con forza.

Scesero qualche altra rampa di scale e controllarono anche i pianerottoli sotto, trovando le stesse identiche cose, lo stesso identico disordine.
Quando arrivarono al quarto piano, decisero di esplorarlo a fondo, controllando per bene i fogli trovati e tutte le scrivanie in cerca di un indizio, una foto, qualsiasi cosa, ma non c'era niente, niente di personale, niente di importante.

Forse era il terzo piano” mormorò Mikey, accortosi dello sconforto del ragazzino, che si manifestò con pugni chiusi e sospiri di rabbia.
Il piano inferiore era identico ai precedenti, stessa disposizione delle porte, stesso uso degli spazi, e frugare ed esplorare fu un noioso ripetersi degli stessi gesti, degli stessi movimenti: si spostarono di stanza in stanza, la speranza di trovare qualcosa sempre più flebile.

Una delle ultime, alla fine del corridoio, era addirittura completamente vuota.
La scrivania era intonsa, così come il mobiletto alle sue spalle, tutto accuratamente in ordine, come se fosse stata vuota ancora prima che quel posto venisse abbandonato.
C'era solo un poster stinto vicino al mobiletto, che raffigurava un gattino aggrappato ad un ramo, con la scritta sopra che diceva: 'Hang in there'.
Mikey pensava che non ci fosse nulla da cercare, fece per uscire e passare alla successiva, ma Sam si era bloccato a guardare quel poster, con interesse ed evidente emozione.

Era qui, era il suo ufficio” disse con voce sottile.

Mikey si bloccò e si diede un'occhiata attorno, ma non c'era davvero niente.
Questo poster, gliel'ho regalato io” spiegò il ragazzino, indicando con un dito lo scarabocchio a penna sul muso del gatto, che gli disegnava due sottili baffetti da gentlemam.
Lei si era arrabbiata, ma lo ha appeso lo stesso.”

Fu chiaro immediatamente, che non avrebbero trovato niente di rilevante o importante.
Come avevano pensato appena visto l'ufficio, sembrava che Melissa l'avesse lasciato ancor prima che tutto il palazzo fosse chiuso e entrambi si chiesero se la ragazza non avesse lasciato il posto di lavoro senza dire niente a nessuno.
I cassetti erano vuoti, per scrupolo cercarono anche la presenza di doppifondi o nascondigli segreti, ma trovarono solo polvere e un paio di ragnatele.
La frustrazione di Sam era sempre più palpabile e alla fine sbottò con un ringhio nella gola, calciando via la sedia con così tanta forza che andò a sbattere violentemente contro il muro di fronte.
Nel silenzio prese grossi respiri, e Michelangelo non ebbe il coraggio di dirgli niente, rispettò la sua rabbia.

Sam si passò una manica sul viso, poi lasciò andare un altro ringhio, infine si avvicinò a grandi passi al muro e staccò il poster con un solo gesto secco, quasi brutale, come un cerotto tirato via da una ferita non ancora rimarginata.
Lo osservò nella semioscurità, mentre il foglio si piegava all'indietro di colpo.
Lo voltò con urgenza, insospettito, e prese un brusco respiro teso.

Vieni qui, coso, mi serve la luce!”

Michelangelo accorse al tono urgente e quando la torcia illuminò completamente il retro del poster, lo vide anche lui: c'era una foto attaccata, la stessa foto che Sam gli aveva mostrato, la stessa donna bellissima e sorridente, dietro a quello sguardo tagliente e altero.
Sotto c'era una scritta, che il ragazzino lesse e rilesse con occhi avidi, sempre più lucidi.
- Harlem 96ª, 45, Lois Miller-
Non c'erano altre indicazioni, eppure quelle poche parole aprivano la strada a mille possibilità, mettendogli agitazione. Così come la frettolosa indicazione a matita aggiunta alla fine del foglio, le lettere quasi sbiadite:

-Il sistema di sicurezza è una bomba-

Sam si voltò con gli occhi sgranati verso Mikey e lui gli restituì lo stesso sguardo, mentre la mente ripensava al flebile click che avevano sentito quando avevano forzato la porta, passato come il suono del cilindro della serratura.
Forse non era stato solo il cilindro della serratura, dopotutto.
Michelangelo si gettò in avanti e lo afferrò per la manica, tirandolo verso di sé e prendendolo in braccio contemporaneamente, mentre Sam stringeva forte il poster al petto. Fu tutto così veloce che non ebbe nemmeno il tempo di sgridare Mikey per averlo preso o per fare finta che gli desse fastidio.

Michelangelo corse disperatamente verso la finestra e spiccò un grande balzo, pronto a infrangere il vetro con le ginocchia, ma la detonazione lo colpì a mezz'aria e lo scaraventò in avanti in un'esplosione di vetri e fuoco e calcinacci e d'istinto si chiuse a conchiglia su Sam, proteggendo tutto il suo corpo con il proprio e il guscio.
Le orecchie fischiavano e tutto bruciava, il dolore era incontenibile.
Atterrarono nel giardino con un tonfo sinistro e un gemito sofferto di Mikey, mentre l'aria si riempiva di fumo e fuoco.

Nel delirio di dolore e coscienza che si affievoliva, fece lo sforzo di controllare che Sam fosse vivo; lo sentiva tremare e respirare forte, stretto ancora nel suo abbraccio, e tirò un breve sospiro di sollievo.
Gli arti si rilassarono, tutto il suo corpo si rilassò.

No, coso, parlami!”
La voce di Sam aveva raggiunto un picco di stress e ottave stridule, mentre lo scuoteva.
Era preoccupazione quella nella sua voce?

Coso? Ti prego, non farmelo! Coso!”
Sentiva le sue mani che premevano da qualche parte sulla spalla, dove qualcosa di caldo e vischioso lo ricopriva.

Coso! Michelangelo!”
La voce di Sam si spezzò per un attimo e solo in quel momento si accorse che stava piangendo.

Mikey aprì a fatica gli occhi e li poggiò sulla figura al suo fianco, piccola, curva su di lui.
Era la ragazza della foto.
Quella con lo sguardo duro, ma in realtà estremamente dolce. I suoi occhi grigi erano velati dalle lacrime.
I boccoli biondi le cadevano disordinatamente sull'enorme felpa nera e il viso a cuore era graffiato in più punti, ma non sembrava curarsene; lo guardava con preoccupazione e premeva con tutte le sue forze contro l'uscita di sangue di cui lui non era nemmeno conscio, cullato dal dolore verso il nulla.
Rimase a guardarla in estasi, la luce delle fiamme illuminava i suoi capelli di riflessi dorati.
Riuscì ad alzare un braccio e a poggiare la mano sulle sue, e nel viso dolorante apparve un sorriso felice.

Ti ho trovata, finalmente” sussurrò dolcemente.

Poi la mano abbandonò la presa e chiuse gli occhi.
No! Coso! Michelangelo!” urlò Sam, scuotendolo con disperazione, le mani piene di sangue.



Note:
Buona notte a tutti! Che bello ritornare qui.
Mi sono presa un po' di tempo dopo l'operazione per rimettermi, grazie per il vostro supporto e ai messaggi che mi avete mandato! Vi abbraccio tanto.

Duuunque: ecco qua la svolta!
Mikey sta cercando la donna nella foto, ma la donna nella foto è Sam?
Prossimo capitolo avrete le risposte!

Vi abbraccio tantissimo, grazie di cuore di leggere ed esserci, vi adoro!

A presto

  
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