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Autore: maryjay    19/10/2017    5 recensioni
Correva il mese di febbraio del 1785. La regina di Francia, Maria Antonietta, ha deciso di organizzare in occasione del Carnevale, una settimana di feste e di balli di corte, rigorosamente in maschera, ispirate al... Carnevale di Venezia! (Per chi avesse letto la mia storia precedente, tranquille), stavolta Oscar è la vera protagonista della storia! Quali insidie si nasconderanno fra maschere, pizzi, merletti e champagne? Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Dopo un periodo di silenzio... sono tornata! E siccome sono solita completare ogni cosa che comincio, si continua con la storia! Grazie a tutti voi che mi seguite. un abbraccio, buona lettura. 

 

 

Andrè seguiva in silenzio il conte che si dirigeva verso i giardini Reali. Il tono con cui lo aveva invitato a seguirlo non era per nulla rassicurante. E non aveva tutti i torti data l'entità dello scandalo che in teoria, era stato generato da lui.

Arrivarono sino a uno dei cortili centrali, quando l'adone si voltò di scatto.

"Andrè. Ti rendi conto di cosa è accaduto?"- pronunciò adirato cercando di ostentare contegno.

"Conte, ho obbedito a ragioni..."

"Andrè ti rendi conto che mi hai arrecato una grave offesa?"- gli urlò, mentre dei nobili incuriositi cominciavano a radunarsi attorno ai due uomini.

"Conte per favore siamo in pubblico..."

"Non me ne importa nulla!"- sbraitò, colpendolo in viso con il guanto che si era appena sfilato e che cadde sul prato subito dopo aver inferto il colpo.

"Ti sfido a duello"- sussurrò fuori di sè.

Andrè sembrò esitare per un momento, immobile, quando in realtà stava lottando fra il cieco istinto e la ragione che lo invitava a desistere.

"Accetto" -rispose, chinandosi a terra e raccogliendolo.

"Bene, sono contento. E non pensare che ti possa riservare un trattamento di cortesia solo perchè sei l'attendente di Oscar. Anzi, dovrei vendicare anche lei. In guardia!"- urlò, sguainando la spada.

 

Oscar era ancora nel corridoio, intenta a ricomporsi. Girodelle l'attendeva di spalle poco più in là, in attesa che il suo superiore si asciugasse le lacrime. Provava quasi tenerezza per lei. Aveva vivida nella mente l'immagine di lei in quel sontuoso abito chiaro. Divina, eterea.

Per chi si era agghindata a quel modo?-pensava Girodelle.- E soprattutto, dov'era quella sera se non era insieme al suo attendente? Lui non l'avrebbe mai lasciata da sola, a meno che.. fosse con un altro uomo? E perchè non dirlo subito alla regina quando stava per essere destituita? In fondo erano anche amiche. E anche il conte era un suo caro amico... oh Cristo, e se..? No, Oscar non avrebbe mai... si voltò di scatto a guardarla, mentre lei, seppur di spalle sembrava essersi acquietata. Fu pervaso da un senso di tenerezza.

"Povero bocciolo di rosa, in fondo è una donna, ma le viene chiesto di essere ferreo come un uomo"- pensò. Sarebbe voluto correre ad abbracciarla, ma il senno gli ricordò che per quel giorno si era già preso troppe confidenze.

 

"Eh? Si stanno sfidando?"

"Si! Il conte di Fersen ha sfidato l'attendente del comandante Jarjayes a duello!"-disse un nobile ad un altro poco più in là.

"E lui?"

"Ha accettato!"

"Andiamo a vedere allora!" - rispose l'altro allontanandosi frettolosamente.

Il tenente sgranò gli occhi.

"Comandante- la chiamò, avvicinandosi- avete sentito?" -Le chiese allarmato.

"No Girodelle."

"Il conte ha sfidato il vostro attendente e adesso si stanno battendo!"

"Cosa?"-rispose lei sconvolta.

"Presto, dovete intervenire!"

"Si, portatemi da loro!"

E corsero entrambi verso l'uscita più vicina, guidati dalla confusione crescente di nobili che andava a radunarsi per godere dello spettacolo.

Giunsero al cortile principale, dove videro i due uomini che si battevano strenuamente. Erano entrambi bravissimi, si tenevano testa l'un l'altro, e la folla di presenti era rapita da quel duello che però sarebbe potuto degenerare da un momento all'altro. Oscar scese rapidamente per la scalinata, e facendosi spazio tra la folla si portò dinanzi a loro.

"Andrè! Conte!"

Entrambi si bloccarono al richiamo di quella voce familiare, voltandosi verso di lei.

"Che cosa state facendo?"- chiese loro sgranando gli occhi stanchi.

"Il vostro attendente ha offeso in modo grave la mia persona, perciò l'ho sfidato a duello."-rispose Fersen.

"E tu Andrè? Hai osato accettare una simile sfida?"

"Oscar io..."

"Scusati subito Andrè, e abbandona il duello!"- gli intimò perentoria.

Andrè la guardò sconvolto. Perchè una simile umiliazione, cos'era, una ripicca per quello che era stato travisato prima?

"Andrè è un ordine!"- gridò irosa.

E al giovane non rimase che riporre la spada e chinando il capo:" Mi dispiace conte, non avrei dovuto mancarvi di rispetto. Avete vinto."- bisbigliò serrando i denti, tra la rabbia e la vergogna.

E sempre a testa bassa e a pugni stretti seguì Oscar, che stava già allontanando, mentre la folla si scansava aprendole un varco.

Poi Oscar si arrestò e tornò velocemente indietro, avvicinandosi al conte intento a riporre anch'egli la spada.

"Fersen, è giusto che mi scusi pure io per la condotta irriverente del mio attendente. Accettate le mie più sentite scus"

"Oscar voi non immaginate nemmeno cosa..."-la interruppe.

"Vi prego conte! Non una parola in più... qui."- gli sussurrò guardandolo disperatamente negli occhi sperando che lui cogliesse.

"Certamente."

"Anzi, siete invitato alla mia tenuta questo pomeriggio, cosicchè potremo parlare con calma. Intesi?"

"Perfetto. Allora a dopo Oscar."

"A dopo conte."

E così il comandante delle guardie, ancora sconvolto, si allontanò con l'attendente al seguito. Camminò in totale silenzio fino a quando raggiunsero i cavalli.

"Ci vediamo a casa Andrè"- pronunciò glaciale, portando Caesar al galoppo e sfrecciando via.

Oscar era ancora troppo sconvolta. Che cosa era successo?

Non riusciva a togliersi dalla testa la scena che raffigurava una copia di lei in atteggiamenti lascivi ora con Hans, ora con Andrè. Non riusciva a togliersi dal cuore il terrore di quegli attimi di silenzio che seguirono le domande della regina: "No, non ti credo Andrè, non ha senso! Se tu eri a Versailles, dove diavolo era Oscar e con chi?/ Allora Oscar, dov'eravate la notte scorsa?"

Pensò anche a Girodelle, l'unico che in pratica l'aveva salvata.

"Oh Girodelle, se non ci fosse stato voi!"

Aveva voglia di piangere, voleva liberarsi dall'angoscia che le opprimeva il cuore. La testa le scoppipava, il caos regnava nella sua mente.

Entrò nella sua dimora, dirigendosi fulminea nelle sue stanze. Nanny non ebbe neanche il tempo di salutarla, ma non le sfuggì certo l'espressione stravolta della sua bambina. Attese quindi all'ingresso, in modo da braccare suo nipote. Lui si che avrebbe dovuto darle spiegazioni.

E infatti Andrè non tardò ad arrivare.

"Che cosa è successo?"- gli chiese preoccupata.

"Un casino nonna- rispose lui costernato- ti racconterò dopo, ora non posso. Dov'è Oscar?"

"E' corsa nelle sue stanze."

"Ti ringrazio"- e si precipitò per la scalinata, salendo a passi svelti.

Giunse dietro la porta della sua stanza. Un respiro profondo, un altro ancora... poi si decise a bussare, ma non udì risposta. Bussò nuovamente- "Oscar, ho bisogno di parlarti."

"Entra pure"- udì dall'altra parte.

Aprì la porta, e la trovò con le guance rigate dalle lacrime e gli occhi rossi... anzi infuocati.

"Esigo sapere ogni cosa."- pronunciò a voce bassa.

"Certamente. Sabato sera, al ballo..."

Ma Oscar colta da un impeto di follia si alzò di scatto avventandosi contro di lui-

"Ma che diamine ti è saltato in mente Andrè, MI SONO QUASI GIOCATA L'ONORE E LA CARICA!" - gli urlò strattonandolo per il colletto della camicia e scagliandogli uno schiaffo violento.

"Oscar calmati ti prego"- la implorò non meno stravolto di lei.

"NO, NON MI CALMO!"- ribattè, mentre stava per sferrargli un altro schiaffo, ma lui per istinto le bloccò il braccio e con una mossa fulminea la fece ruotare portandoglielo dietro la schiena che ora aderiva quasi al suo torace.

"Stammi bene a sentire, io sono stravolto almeno quanto te, quindi, o ti calmi e parliamo da persone civili, oppure- nel frattempo aveva preso a camminare trascinandola di forza con sè- se vuoi ci battiamo a mani nude, ma ti avverto che ho ancora in corpo tutta la smania per il duello non concluso di prima, quindi, potrei anche andarci pesante!"- esclamò buttandola con forza sul letto e allontanandosi per poi prendere una sedia e sedersi di fronte al baldacchino.

Oscar picchiò con la guancia e il naso sul materasso, ma forse quello servì a farle riacquistare lucidità. Si voltò e si sedette silenziosamente sul centro letto, incrociando le gambe.

"Cos'è successo Andrè?"- sussurrò a testa bassa.

Il giovane stringeva i braccioli della sedia, come a voler scaricare un pò di tensione.

"Sabato sera, al ballo, sono stato avvicinato da una donna che per un attimo ho scambiato per te. Fidati Oscar, ti somigliava pericolosamente. Certo, dopo averla guardato meglio ho capito che non eri tu, ma, avrebbe ingannato chiunque. Mi ha preso in disparte, e mi ha rivelato che, in pratica, conosceva il tuo segreto. Sapeva che ti eri vestita da donna, che indossavi una parrucca castana, e che... e che eri in incognito in compagnia del conte di Fersen."

"Ma cosa..."- bisbigliò lei atterrita.

"In pratica, mi ha ricattato, dicendomi che o le rimediavo un appuntamento col conte, oppure avrebbe rivelato il tuo segreto."

"Andrè io..."

"Sono venuto a cercarti nel salone principale, ma non ti ho trovata. Poi ho visto Fersen, e l'ho convinto a seguirmi. Avevo ceduto al ricatto. Ecco perchè ci trovavamo noi tre in quella stanza.

Una ragazza arguta e disinvolta, ha retto il gioco benissimo. Peccato ce ne siamo resi conto troppo tardi."

"E Fersen?"

"All'inizio credeva che quella donna fossi tu, e si è meravigliato appena ha compreso che era una tua copia. È stato molto corretto il conte; nonostante Francois- così ha detto di chiamarsi, anche se io non credo sia il suo vero nome- gli abbia fatto delle avances, lui ha mantenuto un rigore impeccabile. Ti rispetta molto Oscar, hai dalla tua parte un amico fidato. Non l'avrebbe neanche sfiorata con un dito, se non avessi insistito io terrorizzato dalle continue minacce di Francois di rivelare il tuo segreto. Al conte di Fersen, e poi chissà a chi. Adesso comprendi perchè ho agito a quel modo? Non ho avuto tempo per riflettere, non ho trovato te per chiederti consiglio, e quella donna era come una mina vagante. Solo alla fine sia io che lui abbiamo compreso che il suo vero intento era sicuramente quello di farsi vedere dalla regina in quella situazione scabrosa. Ci siamo fatti turlupinare come due allocchi."- ammise Andrè dispiaciuto.

"Andrè io... sono una stupida!- singhiozzò- per colpa della mia vanità è successo un finimondo! Sono stata un'irresponsabile!"

"No Oscar, non potevi certo immaginare la perfidia di alcune persone."

"Ma io sono un militare, avrei dovuto prevedere ogni cosa!"

"Sei un essere umano Oscar, e per una volta hai scelto di seguire il tuo... cuore."- gli venne difficile pronunciare l'ultima parola, poichè Oscar aveva davvero seguito il suo cuore- un'impresa coraggiosa e degna di lode considerata la sua carica e i suoi obblighi sociali- ma l'aveva fatto per lui, solo per lui, Fersen. Che però la considerava solo un'amica. Molto leale nei suoi confronti, ma nei confronti di Odette? Oscar rischiava di bruciarsi seriamente.

"Andrè ti prego aiutami! Se il conte venisse a sapere di Odette io... e se la regina lo scoprisse... io, io..."

"Non temere, farò l'impossibile."- le sorrise.

"Andrè... mi spiace per averti redarguito a quel modo oggi, ma l'ho fatto per due motivi. Uno perchè è da folli accettare una sfida da un nobile. Hai rischiato grosso. E due, perchè... temevo che vi sareste potuti fare male. In realtà temevo più che tu potessi ferirlo o batterlo. Voglio dire, è una vita che ti alleni con me, il rischio era più che giustificato!"- sorrise lei.

"Ah, beh, evviva la modestia mio Signore!"- scherzò lui eseguendo un inchino teatrale.

"No davvero. Sei stato sconsiderato oggi. Ti prego cerca di essere più razionale la prossima volta."-rispose dolcemente.

"Va bene Oscar."

"Pomeriggio verrà qui il conte di Fersen, sarà il caso di riordinare le idee e pesare le informazioni." -continuò, tornando al suo tono neutrale.

"Oscar, io credo che prima dovresti convocare Girodelle. Lui sa di Odette, e ti ha pure salvata. Se non ci fosse stato lui oggi..."

"Hai ragione Andrè. Manda un messaggero a Versailles, scrivigli di venire qui dopo pranzo."

  
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