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Autore: SickDian    19/10/2017    0 recensioni
Un viaggio nelle terre più fredde e selvagge di Runeterra, dove una giovane straniera è alla ricerca e chiarezza di se stessa ed il suo ruolo, vivendo personalmente gli eventi di quel luogo, martoriato da una guerra tra tribù che non sembra mai finire e la pace è diventata un miraggio. Questa è la storia di Diana, l'Aspetto della Luna, che forse potrà trovare risposte per le sue domande, è la storia della guerra tra Ashe e Sejuani, con i loro ideali, tanto opposti da trovare impossibile un accordo, è la storia di un popolo che desidera ritornare grande.
Questo è il Frejlord.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ashe, Diana, Lissandra, Sejuani, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Sole è in alto e risplende le terre del Freljord, dove il suo Aspetto e quello della sorella gemella si sono incontrate in un luogo sacro per la gente del posto.

Si lanciano qualche occhiata a vicenda, senza muoversi dalla propria posizione e rimangono in silenzio per qualche minuto, con solo il vento a lasciare un leggero fischio.

Il primo passo lo compie la Solari, avanzando verso l'altra donna e si ferma subito dopo a solo qualche centimetro di distanza, per poi piantare a terra prima lo scudo e in seguito la spada. Appoggia una mano sul pomolo della spada ed esclama. "Sappi che non sono qui per ucciderti." Diana aggrotta la fronte, sospettosa. "Ma di sicuro centra sempre dell'incidente di quella notte." "Massacro, direi." La corregge, per poi avanzare di qualche passo, stando decisamente vicino ala Lunari, che stringe fortemente l'impugnatura della propria lama e con l'altra mano batte ritmicamente l'indice sulla coscia.

"Io non volevo...mi avete costretta. Non potevo fare altro." Spiega le sue ragioni dell'accaduto e subito dopo viene afferrata violentemente dal petto e il suo volto viene fatto avvicinare a quello della Solari. "Non prendermi in giro!" Le urla contro. "In quei pochi istanti, ho potuto vedere come ti divertivi a trucidarli tutti quanti...avevi un sorriso soddisfatto in faccia..." La Lunari non reagisce e distoglie il volto, con gli occhi rivolti verso il basso. Leona sbuffa infastidita. "Non hai il coraggio di guardarmi perché anche te sai che ho ragione, vero?" Domanda e molla la presa, buttandola a terra con noncuranza.

L'Aspetto del Sole da le spalle e riprende spada e scudo. "Comunque, ti riporterò a Targon; anche se hai commesso un grave crimine, mi servi per comprendere svariate cose. "Si rigira verso di lei, che si era intanto alzata. "E suppongo tu sia dello stesso pensiero."

Prima che Diana potesse dire qualcosa, sente venir gridato il suo nome in lontananza, da una voce che le è familiare e di fretta chiede a Leona. "Nasconditi." La Solari ne è confusa alla richiesta. "Perché?" Domanda giustamente. "Tu fallo e basta, ti prego. Prometto che dopo ce ne andremo senza problemi ma ora fammi questo favore." Supplica alla donna e lei la accontenta, dirigendosi dietro ad una delle rocce.

La voce si fa sempre più vicina e Diana decide di farsi individuare. "Sono qui, Ashe."L'arciera compare qualche secondo più tardi e appena la vede, ne affretta il passo. "Mi cercavi?" Ashe si guarda attorno prima di rispondere. "Era passato un po' di tempo e pensavo che eri in pericolo." La Lunari pianta l'arma sul terreno e appoggia le mani sulle sue spalle. "Pensavo ti fidassi di me." Le dice con tono rimproveratorio. "Mi fido è che..." Si morde il labbro inferiore. "...non so spiegarmelo, avevo un certo presentimento di perderti." Pone una mano dietro la testa e sorride imbarazzata. "Mi sbagliavo."

In seguito svolge il suo sguardo verso terra. "A proposito, con chi stavi parlando?" Chiede alla targoniana e indica. "Ci sono delle impronte sulla neve." Fa notare, cogliendo di sprovvista Diana che non ci aveva fatto caso nella fretta. "Ecco...beh..." Esita a rispondere, cercando una valida spiegazione, per poi sparare a bassa voce la prima cosa che le viene in mente.

"E' il mio...amante."

"...cosa?"

Stavolta è Ashe a rimanere sorpresa, incredula a ciò che sente. "Diana, sul serio...sei pessima con gli scherzi." La Lunari fa un lungo sospiro. "Credici o meno ma è così. Io non mento mai." L'arciera scuote la testa e socchiude gli occhi guardando verso dove è nascosta Leona. "Anche se fosse, mi stai nascondendo qualcosa." Successivamente osserva preoccupata la donna. "Siamo amiche, puoi dirmi che succede?" Diana a quella domanda fa un bel respiro e diventa seria. "Senti, a tempo debito ti spiegherò tutto. Per ora, torna in città per favore, ti prometto che andrà tutto bene." Ashe a quella risposta le tira un leggero pugno nel petto, per poi aprirne la mano e accarezza la superficie con le dita. "No, devi solo promettermi di rimanere te stessa e non farti mettere i piedi sulla testa."

"Sei Diana, nessuno deve decidere sulla tua vita."

Le regala un piccolo sorriso e fa come le è stato detto, salutando la propria amica e si allontana per poi scomparire dalla sua vista. Diana rimane immobile mentre la Solari fuoriesce dal nascondiglio, avvicinandosi alla donna. "Non ho compreso ciò che vi siete detto." Esclama, dando intanto un'occhiata se l'arciera se ne sia andata veramente. "Ma sembra che voi avete un certo rapporto..." Diana sembra ignorarla, dal volto pare che sia sopra le nuvole e Leona le da una scossa dalla spalla per prendere le sue attenzioni, osservandola severamente. "Non dirmi che attui quelle blasfemie?" Le domanda dal tono che diventa furioso. La Lunari si riprende e alza un sopracciglio. "Blasfemie?" Chiede confusa. Leona la afferra di nuovo dal petto e la guarda furiosa come se fosse un giudice in atto di punire il colpevole. "Non fare la finta tonta...ormai l'ho capito che avete una relazione peccaminosa; hai persino detto Amante, quello mi è stato chiaro." L'accusa e la lunari non fa altro che emanare un lungo respiro. "Hai preso un abbaglio, lei è solo...no...lei ..." Prende un attimo di pausa per poi rispondere con sicurezza.

"E' la mia più grande amica."

Prende dal polso il braccio di Leona e con forza la distacca da se, per poi girarsi nella stessa direzione dov'era Ashe e fare qualche passo. "Mi dispiace Leona, ma non intendo venire a Targon, almeno, non adesso." Torna a guardarla, con decisione dritta negli occhi. "Ho bisogno di capire chi sono io, da sola." Leona scuote la testa, in disaccordo con le sue parole. "Ma Targon è casa tua." "Non lo è mai stato, onestamente." Controbatte la sua affermazione e subito dopo le sorride, felice. "Penso che questa terra possa diventarlo." Detto questo se ne allontana, lasciando solo un cenno di saluto con la mano alla Solari. "Ci rivedremo, lo posso assicurare."

"Non me ne torno a mani vuote!"

Un enorme raggio solare scende verso la posizione di Diana, e lei riesce a rendersene conto e si allontana all'ultimo secondo da li, per poi tornare a voltarsi verso Leona, con la lama argentata a puntargliela contro. "Non accetti un no come risposta, lo immaginavo." Commenta e si circonda di luce bianca, pronta a ciò che sta avvenendo. "E tu sei sempre la solita testarda irresponsabile." Le risponde, con eco nella voce, circondata anche lei da una luce, ma più intensa e di colore giallo, con persino gli occhi a illuminarsi come due torce: il terreno attorno a se lentamente brucia, dopo che la neve si è sciolta. "Dunque, se non vorrai venire tu stessa, allora sarò costretta a trascinarti, anche con tute le ossa rotte." Avverte la Solari e si prepara a combattere. "Fatti sotto, allora." Incita la Lunari.

Lo scontro delle due incomincia, con un primo contrasto tra le proprie armi, che lasciano attorno scintille infuocate. I due Aspetti non riescono a prendere alcun vantaggio, entrambe si feriscono a vicenda e parano i colpi dell'avversaria: sono apparentemente alla pari.

 I due Aspetti non riescono a prendere alcun vantaggio, entrambe si feriscono a vicenda e parano i colpi dell'avversaria: sono apparentemente alla pari

Peccato che sia il Sole ad assistere.

Diana, man mano che attacca, i suoi colpi si fanno sempre meno efficaci e Leona diventa più luminosa di prima, sovrastando la luce bianca della Lunari che in confronto è una piccola candela. Anche il calore della Solari si fa più forte, tanto che nemmeno Diana fatica a sopportarlo, vicina al sentirsi che stia per bruciare: inizia persino a respirare faticosamente, con la stanchezza a farsi più presente, invece Leona è più carica che mai.

La Lunari tenta di lanciare prima una lingua infuocata, poi si getta con tutta la sua forza e velocità, puntando la lama dritta alla testa di Leona ma viene nettamente sorpresa: Leona riesce facilmente a bloccare le fiamme e subito dopo riesce a schivare l'attacco frontale, colpendo fortemente coll'impugnatura persino la mano, disarmandola. Diana perde equilibrio e cade a terra in ginocchio per poi alzarsi e sentire un tremendo dolore passarle dalla schiena fino al petto. Sputa un po' di sangue e guarda verso il basso; c'è la lama che trafigge il suo corpo.

La sua luce si spegne, debole com'è e si accascia a terra, tremante e col fiato che si fa molto veloce. Sputa altro sangue e cerca di muoversi strisciando in direzione della falce. Sta per allungare la mano ma viene fermata da Leona che da un pestone al gomito del braccio, causando la rottura del osso e la Lunari trattiene le urla per il dolore. "Sei patetica, pensavi davvero di vincere? Ti sono stata sempre superiore, fin da quando ci conosciamo." Fa un lungo respiro e scuote la testa. "Guarda cosa mi hai obbligato a fare." Nota in seguito che la donna tiene qualcosa stretto chiuso nella mano: non era la falce l'obiettivo ma un piccolo oggetto.

"Cosa stai nascondendo?" Domanda Leona, ma ottiene solo una debole risata da parte di Diana. "Dimmelo." Le ordina e da una pestata alla mano, causando un urlo trattenuto da parte della Lunari che non sembra demordere. "Non fare la bambina." E la pesta ancora e ancora, fino a quando la mano non è costretta a cedere dopo tutte quelle botte subite causando rotture delle varie ossa: l'oggetto fuoriesce dalla mano martoriata, rilevandosi una collana con un simbolo formato da una sfera di Ghiaccio abbracciato da una Luna Argentata.

Leona sbuffa infastidita. "Era solo questo?! Certo che sei stupida, non me lo aspettavo." Diana ride ancora, sempre debolmente e allunga l'altro braccio a prendere la collana. "Tu non capisci, non puoi." Stringe a se il cimelio e si sforza con l'unico braccio ad alzarsi. "E per questo, non intendo seguirti. Non importa quanto tu possa infierirmi, mi ribellerò sempre." Una fievole luce bianca torna a circondarla, concentrata nei suoi occhi argentati, pieni di determinazione fissi verso la Solari. "Allora è deciso." Esclama Leona, per poi colpirla con lo scudo in volto e farla tornare a terra all'indietro. Dopodiché, pone lo scudo sopra il corpo di Diana; dal petto in su. "Ricordi cosa mi hai fatto quella notte? Ti restituisco il favore." Diana spalanca gli occhi e incomincia ad agitarsi per cercare di toglierselo di dosso. "Brucia, eretica." Lo scudo inizia a diventare incandescente e la Lunari non fa altro che tirare un urlo straziante per il dolore indescrivibile che le percuote parte del volto fino al petto.

"ADESSO BASTA!"

Leona sente grida esterne e fa per girarsi che vede una gigantesca freccia di cristallo a colpirla direttamente: si congela solo per qualche istante, riuscendo a sciogliere il ghiaccio grazie al proprio potere. Adesso è totalmente furiosa e con gli occhi illuminati di un rosso acceso cerca la persona responsabile, per poi notare l'arciera che si avvicina coll'arco già pronto di un'altra freccia. "Maledetta puttana!" Le urla contro. "Come osi attaccarmi alle spalle?! IO! L'ASPETTO DEL SOLE!" Ashe non sembra interessarsi di ciò che dice e dallo sguardo, anche lei non è affatto felice della situazione: non sta per niente sorridendo. "Il tuo titolo qui vale zero, vi consiglio caldamente di andarvene e non tornare mai più, lasciando in pace una dei miei sottoposti, altrimenti sarò costretta a dare l'ordine di uccidervi." Esclama con tono imperativo e con lo schiocco delle dita, fa fuoriuscire centinaia di arcieri e soldati che hanno circondato la zona e sono guidati da Tryndamere che si appresta a mettersi accanto alla Regina. "Fottiti." Esclama Leona, che si avvicina con fare minaccioso e la guarda da capo a piedi. "Tu non sei nessuno per darmi ordini, ragazzina." Tryndamere si prepara a mettersi di mezzo ma viene fermato da Ashe, facendoli cenno di farsi da parte. "Sbagliato, io sono la Regina di questo Regno, la massima autorità di queste terre e tu hai infierito su uno dei miei generali. Quel che ti offro è più di quanto meriti." Le ultime parole fanno ancora di più infuriare la targoniana che punta la lama della spada accanto al collo della donna. "Mi rifiuto, feccia." Ashe fa un lungo sospiro e allunga una mano come se volesse fare l'accordo. "Te lo ripeto, vattene e non tornare."

Leona non sembra per niente in procinto di ragionare, desiderosa soltanto di spaccarle la testa e con tanto di disprezzo rifiuta la mano scostandola con lo scudo. "Io voglio solo la tua testa!" le urla ancora e si prepara a decapitarla se non fosse che viene fermata prontamente dalla stessa mano che aveva rifiutato: ha una grossa scaglie di ghiaccio infilzata nella parte sinistra del ventre, e la sente crescere dentro di se fino a quando non esce da dietro, con la punta piena di sangue.

"Risposta sbagliata."

Ashe in seguito crea del ghiaccio attorno alla mano e sferra un pugno nel volto dell'Aspetto, facendola cadere a terra, per poi tirarle un calcio alla testa causando la perdita dei sensi alla donna. Dopodiché l'arciera si appresta a vedere le condizioni di Diana e mette una mano davanti alla bocca al solo vederla in quel misero stato: varie ferite in tutto il corpo, un braccio malandato, una profonda ferita al petto con segni gravi di ustione dal busto fino al volto; è anche in stato di semicoscienza. "Chiamate i curatori! Presto! Si deve medicare e in fretta!" Ordina ad alcuni dei suoi uomini che obbediscono e si accorrono verso la città mentre i rimanenti si avvicinano verso la Solari, controllando com'è ridota anche lei. "Mia Regina, che cosa ne facciamo di questa donna?" Lei si gira con aria irritata al solo vederla e risponde. "Portatela fuori dal Freljord." Gli ordina. "E poi?" Chiedono ancora i soldati. "Divertitevi col suo corpo, torturatela, fate quello che volete. A me della sua fine non interessa." In seguito chiama altri soldati e ordina loro di prendere e portare Diana al palazzo e lei se ne va con loro.

Gli uomini rimasti ad occuparsi di Leona, rimangono in un certo senso confusi agli ordini ricevuti e vengono fermati dal re quando vanno a prendere la donna. "E' soltanto accecata dall'ira, non prendete i suoi ordini seriamente. Occupatevi di quella ferita e poi portatela fuori dal Freljord come ha detto, ma senza fare altro. Gaek, visto che sei qui anche te, cerca che non facciano cazzate." Il capitano annuisce all'ordine e scorta il gruppo di uomini a compiere il proprio lavoro.

____________________________

I curatori ci impiegarono un'intera giornata ad occuparsi delle condizioni pessime della targoniana: disinfettavano, cucivano e fasciavano in continuazione, senza sosta, ogni secondo ne valeva la vita e in seguito, a tarda notte poterono finalmente riposarsi col loro lavoro finito.

Diana si sveglia, aprendo solo l'occhio destro essendo l'altro coperto dalle fasce. Cerca di guardarsi attorno e nota prima Ashe, che dorme su una sedia ed è appoggiata sul letto dove tra le mani, sporche di sangue secco, tiene la collana anch'essa macchiata. In seguito riesce a scorgere a malapena dalla finestra che c'è l'alba, capendo che è la mattina seguente a ciò che è successo.Si guarda ancora attrno e vede che il braccio destro è quasi del tutto fasciato e gessato, anche il petto è coperto dalle fasce. Sbuffa "Me la sono vista brutta." "Eccome, mi hai fatto prendere uno spavento." Diana sobbalza e si gira a vedere Ashe appena sveglia e che le sorride. "Buongiorno e...scusami." Ashe china il capo per un secondo, sempre sorridente. "Scuse accettate. Stai bene?" Chiede d'istinto e riceve un sì con la testa come risposta. "Potrei chiederti che fine ha fatto l'altra donna? Ieri non riuscivo più a comprendere che stava succedendo." Ashe perde per un istante il sorriso, diventando estremamente seria. "L'ho cacciata, è già tanta che sia viva." Dopodiché ritorna serena. "Ma non parliamo di questo, per ora. Devi ancora raccontarmi cos'è successo in quella battaglia." Gli occhi di entrambe poi cadono sulla collana. "Oh, penso sia meglio andarla a lavare, torno subito."

La donna si alza e fa per uscire dalla stanza. "Quando ritorni, raccontami la favola del Ghiaccio e la Luna." Ashe sospira. "Te l'ho già raccontata ma va bene, lo farò di nuovo."

Una volta, la Luna Argentata risplendeva quasi più del Sole, era infinitamente bella da far invidia alle vicine stelle ma col passare del tempo, si sentiva sempre più sola, e decise di affievolire la sua luce, creando la notte più buia mai esistita che durò vari secoli.

Arrivò una notte dove, un piccolo pezzo di ghiaccio vagava nel mare alla cieca, affidandosi al solo istinto. Si ritrovò vicino a dove stava Luna, appesa li sopra nel cielo e dormiente.

"Mi scusi! Grande astro!" La chiamò, il piccolo ghiaccio. "Potreste aiutarmi a trovare la strada per la danza dei Fiocchi di Neve?" Chiese con gentilezza. La Luna si svegliò infastidita e borbottò; sentita la richiesta disse "E perché dovrei? È notte, dovresti riposare come fanno tutti" Il Ghiaccio rise "Ma come, non lo sapete? Eppure siete la Regina Notturna: solo a quest'ora si può osservare la loro Danza." Spiegò e la Luna emise un sospiro profondo "Non è un valido motivo." E il Ghiaccio allora insistette. "Mi basta solo che illuminate la strada! Tutto qui." La Luna sospirò in maniera più profonda. "Se lo faccio, mi lascerai in pace?" Domandò. "Certo!" Rispose il Ghiacciò. "Bene, segui dove la mia luce cade. Ma comunque, è solo per questa volta." Avvertì la Luna, che dopo aver ricevuto i ringraziamenti del piccolo essere, tornò a dormire.

In seguito il tempo passò e ogni anno la Luna si trovava quel piccoletto a chiederle con tanta insistenza la strada. Lei cercava di rifiutare ma cedette sempre e alla fine divenne un'abitudine, tanto che già si illuminava prima ancora che arrivasse il Ghiaccio e mano a mano che passava il tempo, quest'ultimo decise di farle visita in altre occasioni, inventando svariate scuse.
Più si incontravano e più si fermavano a parlare e più si conoscevano, più crearono un legame forte.

La Luna non si sentì più sola, tornò a illuminare la notte ancora più di prima e divenne una grande amica del Ghiaccio, che ormai la accompagna ogni volta a vedere la Danza dei Fiocchi di Neve.

La Luna non si sentì più sola, tornò a illuminare la notte ancora più di prima e divenne una grande amica del Ghiaccio, che ormai la accompagna ogni volta a vedere la Danza dei Fiocchi di Neve

   
 
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