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Autore: mughetto nella neve    19/10/2017    2 recensioni
"[...] Prende un lungo respiro: « Non ti manca nuotare tra le mie acque, Thetis? »
« È una domanda crudele, la vostra » si trova a rispondere la donna, quasi senza pensare.
[...]"
[ Poseidon Saga | Poseidon/Thetis | missing-moment ]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mermaid Thetis, Poseidon Julian Solo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: mughetto nella neve [ AO3 - WW ]
Fandom: Saint Seiya
Personaggi: Julian Solo, Mermaid Thetis; [citati] Gemini Kanon
Coppia: Poseidon/Thetis
Generi: Generale, Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti: missing-moment
Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Mermaid’s Sea” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 1000 parole
Prompt/Traccia: Palazzo in fondo al mare

 

 

 

La reggia marina risplende come una perla. I raggi del sole – filtrati dall’acqua cristallina che sovrasta Atlantide – illuminano l’edificio e mettono in luce, di volta in volta, un particolare nuovo. Thetis siede sulle scalinate ed osserva i movimenti delle correnti; questi sono invisibili agli occhi umani, ma facilmente riconoscibili a coloro che abitano gli abissi da molto tempo.

Trae un lungo respiro e scorge un piccolo branco di pesci scorrazzare intorno ad uno degli scogli più vicini alla cupola d’aria. Osserva le scaglie colorate e sorride leggermente.

« Paiono divertirsi davvero molto! »

Una voce alle sue spalle la coglie di sorpresa.

Thetis gira immediatamente il capo. Ha timore che sia stato il Primo Generale a parlare ed, invece, in cima alle scale c’è Poseidone in carne ed ossa – con tanto di tridente in mano e scintillante armatura addosso.

« Mio Signore! » esclama la donna con voce stridula. Scatta subito in piedi, con la schiena dritta e le spalle leggermente alzate – salvo, poi, inginocchiarsi in segno di rispetto. China il viso, a guardare i gradini bianchissimi su cui sedeva fino a pochi secondi fa.

Sente i passi dell’altro e la sua espressione si fa sempre più tesa. Tiene gli occhi aperti, pronta a scattare al primo rimprovero. Sa che non dovrebbe trovarsi lì: il Primo Generale le ha comandato di monitorare le strade che portano ad Atlantide e di non lasciar passare nessuno ed, invece, lei ha deciso di andare ad oziare altrove. È convinta che presto Poseidone chiederà le sue scuse per simile comportamento.

« Suvvia, Thetis » parla il giovane Dio scendendo gli ultimi gradini che li separano. Nel sentirsi chiamare per nome, la giovane alza il viso sorpresa ed incontra immediatamente lo sguardo azzurrino dell’altro. Questi mostra un sorriso divertito: « Non avrai forse paura di me? »

Thetis può solo arrossire.

« Mai, Mio Signore » esala con voce bassa, abbassando di poco il proprio sguardo. Il tono familiare che le rivolge la rassicura a tal punto da farle rilassare le spalle: « Semplicemente non vi ho sentito arrivare. Ero convinta volesse ancora riposarsi! »

Poseidon sospira, come se qualcosa di incredibilmente fastidioso sia tornato nella sua mente. Corruccia infatti la fronte e il suo sguardo si assottiglia.

« Non potevo stare tutto il santo giorno seduto su quel trono! » comincia a lamentarsi il giovane, scrollandosi le spalle con fare stanco. Chiude gli occhi e respira. « Per chi mi hanno preso? Ade, forse? Solo il mio amato fratello potrebbe avere simile pazienza! »

Thetis lo osserva con occhi spalancati, salvo poi scoppiare in una breve risata. Si porta una mano sulla bocca e cerca vanamente di nascondere il suo sorriso – cosa che, invece, sembra allietare il sovrano. Questi si rilassa e passa il proprio tridente da una mano all’altra.

Scende gli ultimi gradini e si sposta a fianco della donna che, immediatamente, torna in piedi. Thetis si passa la mano tra i capelli e cerca di assumere un aspetto più ordinato. Ha quasi paura che l’altro la possa trovare più sciatta. Poseidone, tuttavia, non sta guardandola; tiene gli occhi fissi sulla distesa d’acqua che si estende a pochi metri da lui. Guarda i pesci cominciare ad affollarsi intorno alla cupola e lentamente il suo sguardo scende su ciò che resta di Atlantide.

Prende un lungo respiro: « Non ti manca nuotare tra le mie acque, Thetis? »

« È una domanda crudele, la vostra » si trova a rispondere la donna, quasi senza pensare. I ricordi della sua vita negli abissi la prendono d’improvviso: ricorda i suoi capelli mossi dall’acqua, le profondità più oscure, i coralli che sfiorava con la propria coda e – purtroppo si – proprio quest’ultima torna alla sua mente. La ricorda perfetta, agile e robusta, di quel colore rosso che tanto le piaceva.

Non sa come possa il suo Sovrano sapere di lei e del suo passato. Nessuno conosce i dettagli – non i soldati, non i generali. Forse dovrebbe domandargli dove ha ottenuto simili informazioni, ma la sua bocca è come sigillata da qualche strano incantesimo. Osserva il viso rilassato della divinità e poi torna ad osservare davanti a sé: il mare, per un attimo, sembra quasi chiamarla. Rallenta il proprio respiro e si sforza di mantenere il controllo.

« Rinunciare alla coda per servire il proprio sovrano è crudele » borbotta Poseidone, di rimando – facendole un piccolo gesto del capo, senza però spostare il proprio sguardo dall’acqua. « Una scelta di certo avventata. »

Thetis lo guarda, questa volta meno scossa dalle sue parole. Certo, continua a chiedersi quanto il Dio dei Mari sappia di lei, ma questa volta è di gran lunga più rilassata. Osserva il viso dell’altro e ne riconosce l’incredibile giovinezza. Le fa quasi tenerezza vedere il potente Dio in un corpo ancora così acerbo.

« Non me ne pento » mormora con voce ferma, portandosi dietro la schiena le mani.

Poseidone abbozza un’espressione di sufficienza. Sembra rattristato da simile risposta. Forse ciò che ha detto non ha soddisfatto le sue aspettative, tanto che presto si trova a voltare le spalle alla distesa d’acqua salata che stava osservando e a tornare sui suoi passi.

Thetis lo osserva allontanarsi e si morde il labbro inferiore. China poi lo sguardo a terra e si rimprovera per la sua ostinazione.

« Si avvicina la guerra, Thetis » Si sente di nuovo chiamare dal Dio, ora in cima alle scale. Poseidone continua a darle le spalle, ma la sua voce è molto più dolce – sembra quasi che voglia comunicarle un consiglio. « La tua morte mi rattristerebbe: sopravvivi, per favore.»

Thetis sente le sue guance avvampare, alza immediatamente lo sguardo e lo incrocia con quello del Dio – questa volta, con il viso leggermente sulla sinistra. Questi sembra a sua volta imbarazzato da simile affermazione: lo vede presto tornare a guardare davanti a sé, stringendo con forza il tridente.

La donna sorride un poco e si porta una mano sul petto, che sente battere leggermente più veloce: « Si, Mio Signore »


 


 

~Il Mughetto dice~

Grazie per aver letto questo lavoro! Era un sacco di tempo che non pubblicavo nella sezione di Saint Seiya ed ammetto che, forse, tornare qui con un lavoro su due personaggi minori non è stata la scelta migliore.

Comunque sia, questa flash-fic è dedicata alla mia Giulia. Non è un lavoro di chissà quale pregevole qualità, ma ci tenevo a scrivere qualcosa per questo contest così carino ed interessante. Sono anche riuscita a finirla in un orario decente, quindi non me ne lamento poi molto.

Il rapporto tra Poseidone e Thetis è una delle tante cose che avrei voluto veder sviluppato nel manga; ma purtroppo Kurumada è quello che è quindi, boh, sono andata di fantasia. Nel dipingere Thetis come una sirena, mi rifaccio alla versione anime – non quella del manga dove è semplicemente un pesce che per qualche ragione si era fatto umano.

Concludendo, grazie per aver letto e lasciate una recensione!

  
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