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Autore: Leggo93    20/10/2017    3 recensioni
Zoro e Nami percorrevano il tragitto in macchina che avrebbe condotto lei al lavoro. Lui, però, era distante. Era a due settimane fa. Il suo cuore è rimasto fermo da quel giorno, mentre la sua mente non ha fatto altro che pensare solo ed unicamente ad una persona.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro, Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Che ci fai qui, alga umana?»
Curiosamente, una goccia di sudore cominciò a farsi strada dalla tempia di Zoro, mentre uno strano calore cominciò ad avvolgergli il basso ventre.

Una figura maschile alta, slanciata e ben curata, con addosso un completo nero e camicia blu, incorniciata da un caschetto di capelli biondi, storse il muso alla vista del verde.

«…»

Zoro fu colto alla sprovvista. Come era riuscito a raggiungere “Il Baratie”?!?
Da solo? Senza nemmeno volerlo? Non era un mistero il suo scarso senso dell’orientamento.

«Oh, spadaccino incapace, ti ho chiesto che ci fai qui. Hai l’alga anche nelle orecchie?»

In situazioni normali, ora Zoro avrebbe lanciato ogni tipo di insulto al biondo, dando successivamente inizio ad uno scontro fisico. Ma ora era diverso.
Aveva ancora in mente le parole di quella stramaledetta canzone ascoltata poco fa.

Era un uomo d’onore. Era stanco di star così. Lui era Zoro. Si disse mentalmente.

«Sono qui per te. Dobbiamo parlare.»

Il biondo gli rivolse uno sguardo incuriosito, per poi dirgli, sempre in tono sarcastico: «Ah, hai imparato a farlo, buon per te. Ora ti manca imparare a scrivere. Devo lavorare, sparisci.»
Fece per andarsene, quando sentì una presa sul suo polso e un calore irradiarsi per tutto il braccio, e oltre.
«Sanji. Dobbiamo. Parlare.»
Il tono di Zoro non ammetteva repliche.
I due si guardavano negli occhi. Chi, da un lato, vi aveva un azzurro mare in tempesta, chi, dall’altro, due pozze nere di tristezza.

«Ti concedo 1 minuto. Poi te ne vai.»

Si diressero dall’altra parte del locale, prima uscendo dalle cucine e giungendo nel vicolo con bidoni della spazzatura, ma c’era già il cameriere e la sua ragazza in preda ai più spinti avvinghiamenti.
Non avendo privacy, Sanji optò per la cantina, posizionata al piano inferiore del ristorante, nello scantinato.

Oltre ad una vasta scelta di Merlot, Chardonnay e Champagne, erano soli.
«1 minuto, Zoro.»
Sentenziò Sanji.
«Mi sono ritrovato qui. Già che c’ero, ho pensato di salutarti.» Provò ad iniziare così, non sapendo che dire.
«Bene, lo hai fatto. Ora, fuori
La rabbia del biondo era palese. A nulla valse la pena di nasconderla con il sarcasmo. 
Quel giorno lo ricorda bene anche lui. Di quando Zoro scappò.
Di quando Zoro si fece andare più che bene il “non è successo niente.”
Forse per Zoro era così. Ma non per Sanji.
Ma questo non era chiaro al verde.
« Mi spieghi perché ti comporti così?!?»
« Tic tac, il tempo passa e sei tu che hai detto di voler parlare, non il contrario.»
Con fare deciso, Zoro si posizionò davanti a Sanji, cogliendolo di sorpresa : «Sbagliato. Ho detto di esser qui per te

Si lanciò su quelle labbra sottili come un aquila sulla preda. La spinta fu così forte da spostare Sanji su una delle teche contenenti le bottiglie di vino.
Dall’altra parte, il corpo di Sanji si adeguò prima e meglio di quanto credesse. 
Era un tutt’uno con Zoro, con la sua lingua, il suo respiro, il suo cuore.
Una tale sincronia non passò inosservata, suscitando un moto di paura nel biondo che, preso dal panico, si distaccò dalla ferrea presa dell’altro.
Un attimo di respiro.

Poi, iniziò: «Che aspetti a scappare di nuovo?  EH? CHE CAZZO FAI ANCORA QUI?»
Il sorriso che Zoro nemmeno si accorse di avere sul volto, sparì come era arrivato.
«Sanji, io…»
«No. NO. NO! Non c’è nessun Sanji, nessun tu… Ricordi? “Non è successo niente!”. »
«Sei stato tu a dirlo.»
«Tu non hai negato. Non hai affermato il contrario. Niente

L'ultima parola si conficcò nel petto di Zoro.  Egli sapeva che Sanji aveva ragione. 
Sapeva che doveva dirgli qualcosa, che non poteva lasciarlo andare via da quella cantina. Sapeva che, se lo avesse lasciato andare, avrebbe dovuto dire addio a tutto ciò che aveva a che fare con lui.
Doveva rinunciare a lui.
Il silenzio prolungato fu un tacito assenso.
«Come immaginavo.»

L’uscita era distante 10 scalini.
Sanji si avviò. -9
«Ma si, vattene. Non ho bisogno di te.» Pensò tra sé.
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«Non mi hai dato modo di parlare.» Pensò, stringendo i pugni.
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«…Aspetta» disse a denti stretti, come fosse un lamento.
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«FERMATI.» Le bottiglie vibrarono nelle teche, l’avanzata di Sanji si placò e finalmente Zoro aveva alzato lo sguardo, tenuto basso da quando Sanji si voltò.

«Io ti ho baciato. Due volte. Non è vero che non è successo niente.»
Sanji scese le scale, con calma, per paura di spaventare Zoro e di interrompere il flusso delle sue parole.

«Sono passate due settimane. Non volevo pensarti, ma l’ho fatto. Volevo fare sesso con Nami per non pensare a te, ma non l’ho fatto. Volevo dirti che sei un idiota per aver detto quelle cose, ma ho preferito dimenticare.»
Erano faccia a faccia.

«Tu sei bisessuale. Non è qualcosa di “nuovo”.
Io e te litighiamo, ci insultiamo, ci picchiamo.
»
Il biondo fece un passo avanti.
«Io e te… Sanji. Io. E te.»
Il biondo unì le labbra a quelle dell’altro, trasmettendo non solo passione, ma anche il sorriso che lo avvolse nel momento esatto in cui il verde cominciò  a parlare di loro al plurale. Insieme. Era un inizio, certo. Da lì in poi la strada era tutta in salita. Ma perché preoccuparsene ora? Il mondo e le sue stranezze erano fuori.
Quella cantina fu teatro di un bacio che viene descritto dalla notte dei tempi nei più celebri sonetti, romanzi, poesie. Fu il palcoscenico di quell’amore che nasce spontaneo tra due persone destinate ad incrociare le loro vite.

In nome dell’amore.



ANGOLO DELL'AUTORE 

Grazie a chiunque abbia letto questa breve storia. Ti prego, caro lettore e cara lettrie, di lasciare un commento così da migliorare. Grazie e a presto :D


 
   
 
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