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Autore: Bandicam94    20/10/2017    3 recensioni
Dean e Castiel si conosco a liceo. Castiel sembra comportarsi come un qualsiasi ragazzo con i suoi problemi e debolezze, facendo innamorare inaspettatamente Dean, ma in realtà nasconde un oscuro segreto, qualcosa che farà tremare entrambi i ragazzi, ma spetterà a Dean prendere la giusta decisione, se continuare ad amarlo oppure lasciarlo andare per sempre.
Preso dal 1 capitolo:
“Castiel, fammi sapere qualcosa.” Gli disse Dean, prima che il ragazzo attraversasse il cancello della scuola. – “Hai il mio numero, ce lo siamo scambiati ieri, ricordi? Perciò non tenermi sulle spine.”
“Ma certo.”
Castiel sorrise con gli occhi che brillavano, facendo perdere la testa a Dean, mai avrebbe pensato di poterlo vedere così bello
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessuna stagione
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Ciao a tutti, sono nuova di questo fandom, anche se conoscevo spn già da un po'! alla fine mi sono decisa a iscrivermi e a pubblicare qualcosa, perdonatemi gli errori, e fatemi sapere qualcosa riguardo questa storia. Spero sia di vostro gradimento! ^_^ 

Non voleva neanche ricordare più quanto tempo fosse passato dall’ultima volta, che aveva messo piede in una scuola pubblica, era assurdo riprendere dall’ultimo anno del liceo, anche se aveva studiato da privatista non aveva idea di come comportarsi in una scuola, l’ultima volta che era stato a contatto con dei coetanei era stato quando andava alle medie, l’ultimo anno era stato il peggiore della sua vita, l’aveva concluso e poi era accaduto quello che era accaduto. Castiel non aveva più voglia di pensarci, il passato doveva rimanere tale, l’aveva seppellito completamente o per lo meno così credeva e sperava. Il primo giorno non andò tanto male, anche se i suoi compagni gli lanciavano delle occhiate curiose, aveva persino sentito dire da uno di loro che il maglione blu che stava indossando in quel momento si abbinava perfettamente ai suoi occhi, poi aveva udito qualcun altro aggiungere che probabilmente indossava delle lenti a contatto colorate, perché quegli occhi erano meravigliosi per averli uno come lui. Castiel quasi sorrise a quelle parole, il suo compagno di banco aveva gli occhi così verdi e splendenti che era impossibile che gli appartenessero. I giorni seguenti proseguirono tranquillamente, tra prese in giro e sfottò vari, ma a Castiel non importava, a lui interessava soltanto potersi diplomare e riflettere su che cosa fare nella vita, ormai che stava bene ed era fuori dall’inferno in cui era stato gettato per molti anni, se vivere una vita normale significava sopportare dei coetanei gli andava più che bene. Una mattina un insegnante in francese domandò ai suoi alunni se avessero un fratello, una sorella oppure se fossero figli unici, Castiel notò il modo in cui il suo compagno di banco ovvero Dean Winchester rispondesse con gioia nel dire di avere un fratello, e non si era limitato solo a quello, aveva iniziato pure a descriverlo con sorpresa per il professore che non lo interruppe incuriosito di vedere fino a che punto l’alunno sarebbe arrivato, il suo fratellino si chiamava Sammy e aveva quattro anni in meno di lui, era un ragazzino intelligente e bello, molti compagni risero a quella descrizione, ma l’insegnante ne rimase colpito, nulla si aspettava da lui. Il vero problema arrivò quando la stessa domanda fu posta a Castiel, il ragazzo non sapeva bene cosa rispondere, lui un fratello lo aveva in passato, era più piccolo di due anni, ma purtroppo era morto, perciò non aveva idea di come parlare al passato in francese, per questo evitò di rispondere facendo spazientire l’insegnante.
“Novak, hanno risposto tutti, non ci vuole molto a dire sì o no, non devi fare come a Dean Winchester.”
“Mio fratello è morto.” Rispose poi infine il ragazzo, avrebbe voluto dirlo in francese, ma non era riuscito a ricordare come fare, per questo parlò nella sua lingua.
Dean per la prima volta avvertì interesse verso il suo compagno, da quando era arrivato non gli aveva mai rivolto la parola, se non per chiedergli qualcosa riguardante la scuola, ma nient’altro. Il professore si sentì mortificato chiedendo scusa all’alunno, cambiando subito argomento, non parlando più di fratelli o sorelle. Durante la ricreazione, Dean non smise di notare quanto quella domanda avesse sconvolto il suo vicino di banco, sembrava come in un’altra dimensione, e non osava immaginare come doveva sentirsi, lui sarebbe impazzito se Sam fosse morto.
“Mi dispiace per tuo fratello.” Gli disse, rivolgendosi a lui serio.
“Non ha importanza, ormai è passato del tempo.”
“Era più piccolo o più grande di te?”
“Più piccolo, si chiamava Gabriel.” L’altro non riuscì più a parlare, avrebbe voluto fargli altre domande riguardante il fratello, ma sapeva che non era il caso, doveva ancora fargli parecchio male data la sua espressione tesa e dolorante. – “Il tuo si chiama Sam, giusto? è il ragazzino che ho intravisto questa mattina insieme a te all’ingresso della scuola?”
“Sì, sì. Ha iniziato il primo anno di liceo, è un secchione, credimi è capace di svolgere pure i miei compiti.”
“Anche Gab era parecchio intelligente. Chissà, magari potevano diventare amici con tuo fratello.”
“Come…”
Castiel sentiva dentro di sé che Dean stava per porgli quella fatidica domanda: com’è morto? Ma fortunatamente la campanella della ricreazione suonò in quell’istante, evitandogli un ingombro, non avrebbe saputo come rispondere, perché se Gabriel era morto era stato per causa sua, e questo non doveva saperlo nessuno, ancora meno un suo compagni di classe.
“Ehi, Dean! Sbrigati. Dobbiamo andare a prendere un bel panino.”
Il Winchester lanciò solo una piccola occhiata in direzione di Benny, il suo migliore amico, era più predisposto a restare con Castiel e magari ascoltarlo, ma l’orgoglio riuscì a prevalere.
“Arrivo!” urlò all’amico, che già rideva tutto divertito.
“Che hai da ridere così?”
“Ma mi spieghi perché hai questa inclinazione a voler stare con degli sfigati patentati come quello?” domandò Benny, indicando Castiel, che fortunatamente era girato di spalle, e sembrava non aver udito nulla.
Una mattina durante l’ora di educazione fisica, i ragazzi avevano deciso di giocare a calcio, mentre le ragazze a pallavolo, Dean era uno dei più bravi anche se insisteva nel dire che il baseball era lo sport che preferiva di più, sia lui che Benny erano attaccanti, e proprio per rendere le cose più avvincenti stavano giocando in squadre diverse, Castiel costretto dai compagni fu messo in porta dove non riuscì a parare nemmeno un pallone, fin quando Benny scocciato dalla situazione, decise di farsi autogoal tirando la palla così forte da colpire in pieno il portiere, Castiel venne colpito al ventre, il ragazzo si ritrovò nel giro di pochi attimi a terra dolorante, mentre si teneva con una mano il punto colpito, il professore intervenne subito ammonendo l’alunno, e poi raggiunse immediatamente il ferito. Anche Dean guardò male il suo migliore amico, sapeva che era stronzo, lo era anche lui, specialmente con i ragazzi più deboli e stupidi, ma quella volta aveva esagerato. Non appena l’insegnante alzò la maglietta di Castiel per vedere che danno aveva fatto il pallone, rimase perplesso nel trovare una cicatrice nel fianco destro, e sembrava anche arrossata a causa del colpo preso.
“Novak, stai bene?” domandò, speranzoso che fosse tutto a posto.
“Sì, credo. Anche se ha colpito il rene.” Rispose il ragazzo, mentre tentava di rimettersi in piedi sorretto da Dean.
“Il rene?” domandò l’uomo perplesso, iniziando a sbiancare.
“Sì, ho fatto un trapianto anni fa, perciò ora c’è l’ho davanti. Proprio qui.” Continuò Castiel, indicando la cicatrice, il punto dove era stato colpito.
Tutti rimasero senza parole, e Benny cambiò espressione terrorizzato, solitamente i reni erano protetti dalla gabbia toracica, ma non quello. Tutto ciò fece andare in escandescenza l’insegnante, se aveva un problema così grave doveva parlarne con lui, portare un certificato medico per esonerarlo dalle attività sportive, trovando anche qualcosa di adatto a lui, ma in quel modo poteva rischiare di perdere il rene, non sapendo cosa fare decise di avvertire la madre. Castiel si teneva ancora aggrappato a Dean, e quest’ultimo non sembrava intenzionato a lasciarlo, lanciando sempre occhiate nervose a Benny, che continuava a ripetersi in testa che se gli fosse accaduto qualcosa non era colpa sua, ma del diretto interessato che non aveva avvisato di avere un problema simile.
“Ti fa male?” domandò il professore ancora in apprensione, spaventato potesse accadere qualcosa, era anche indeciso se chiamare l’ambulanza oppure no.
“No, è tutto ok.”
Quando Amelia Novak raggiunse la scuola, corse immediatamente verso il figlio, l’insegnante raccontò tutto l’accaduto, suggerendo di andare a fare una visita medica, la donna cambiava espressione ogni volta che sentiva l’uomo parlare, era come terrorizzata, tremante strinse il figlio in un abbraccio, e poi venne anche ripresa dal preside per non aver fatto fare un certificato medico, lei si limitò solo a scusarsi, poi andò via insieme al figlio.
“Castiel, fammi sapere qualcosa.” Gli disse Dean, prima che il ragazzo attraversasse il cancello della scuola. – “Hai il mio numero, ce lo siamo scambiati ieri, ricordi? Perciò non tenermi sulle spine.”
“Ma certo.”
Castiel sorrise con gli occhi che brillavano, facendo perdere la testa a Dean, mai avrebbe pensato di poterlo vedere così bello, scuotendosi dai suoi pensieri, ritornò in palestra, arrivando giusto in tempo per la ramanzina a Benny fatta sia del professore che del preside, quel pallone era stato lanciato a posta per colpirlo in pieno, anche se non avesse fatto un trapianto di rene, poteva benissimo fargli molto male.
“Se quello sfigato ti fa sapere come sta, ti prego di farlo sapere anche a me.” Gli disse poi Benny, alla fine delle lezioni. Dean annuì senza dire nulla, ma alle volte il suo migliore amico meritava di stare in ansia per qualcuno, dopo aver combinato una delle sue cavolate.
   
 
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