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Autore: ROW99    20/10/2017    1 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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“Marching onward, marching onward
Marching to that lovely tune
Marching onward, marching onward
Happy as a bird in June

Sliding onward, sliding onward
Listen to that rag
Hop and skip now do that slow, oh
Do that slow drag

Dance slowly, prance slowly
Now you hear that pretty rag
Dance slowly, prance slowly
Now you do the real slow drag

Waltz slowly, waltz slowly
Listen to the ragtime
Hop and skip
Now do the slow, oh, do the slow drag”


Mentre Manabe rimaneva nella sala delle visite con Minaho e l’allenatore, il dottore era andato a parlare con la direttrice della struttura. La avrebbe avvertita del fatto che un uomo desiderava intraprendere un percorso di affido, e che di quell’uomo ci si poteva fidare.

Il lilla era nel pallone dalla gioia. Minaho gli era mancato così tanto… abbracciarlo, sentire il suo profumo e le sue mani sulle spalle… non poteva più vivere senza quelle sensazioni.
L’arancione, da parte sua, aveva accolto l’amico come un salvatore. Se era vero che il piano di Endou aveva una piccola possibilità di andare in porto… voleva dire che le cose potevano ancora sistemarsi, per quanto fosse difficile.


La porta si aprì ed entrò il dottore accompagnato da una donna di mezza età.

-Ecco… ecco il ragazzo che vorrebbe l’affidamento di Minaho Kazuto. Come vede, nonostante non abbia nemmeno trent’anni, è maturo e in salute. Inoltre ha già una buonissima moglie che lo aspetta a casa… sono una famiglia molto affidabile, garantisco io per loro.
-Non fatico a crederlo, Mizuki… non fatico a crederlo.  -La donna, vista da vicino, sembrava più giovane. Aveva un viso abbastanza rassicurante anche se sembrava una donna forte. -del resto da quando lavori con noi tanti bambini hanno potuto trovare una famiglia… i tuoi consigli e le tue perizie sono estremamente validi. I problemi sono tanti, però… innanzitutto di matrice legale. La precedente tutrice legale del ragazzo è stata denunciata per negligenza… inoltre lui è appena arrivato da noi… non lo conosciamo quasi per nulla. Si rifiuta di mangiare da quando è arrivato…

Manabe trasalí. -Minaho… è vero? Dannazione non avevo notato quanto fossi pallido!  Siediti subito!
Minaho sorrise. -Tranquillo… stamattina ho fatto colazione. È… è una lunga storia.


L’arancione aspettava con ansia insieme a Manabe che succedesse qualcosa. Endou aveva iniziato a parlare con la direttrice che ne stava vagliando l’affidabilità insieme al dottore… il momento era importante.
Fu allora che l’arancione lo vide. Il piccolo Rex, nascosto dietro la porta.
-Ehi! Ehi Rex! Fratellino! Vieni qua… vieni! Ti presento una persona speciale!

Manabe non capiva… un bambino era appena saltato sulle ginocchia di Minaho! Lo guardò sconvolto… cosa significava?
-Vedi Man… è una lunga storia anche questa…


Il lilla aveva ascoltato prima dubbioso, poi stupito ed infine divertito il racconto del suo migliore amico. Quel bambino sembrava davvero speciale… non si stupiva affatto che avesse legato con Minaho.
-Sei il migliore amico del mio nuovo fratellone? Che bello! Sono tanto felice di conoscerti!
Rex, senza farsi scrupoli, si buttò tra le braccia di Manabe. -Ti voglio già bene! – Il lilla arrossí come un pomodoro maturo e inizialmente rimase come paralizzato, ma come si poteva resistere a quel bimbo? Lo strinse a sé. -Anche io sono tanto felice di conoscerti, sai?

Un minuto dopo ogni timore di Rex per Manabe era sparito. Parlava come se lo conoscesse da sempre e raccontava di tutto. Il lilla si stupiva della capacità di comprensione, del linguaggio e della maturità di quel bambino… sembrava un ragazzo come loro!
-Vedi Man… Rex ha deciso che io diventassi il suo nuovo fratellone… ma anche tu sei un po’ mio fratello… quindi sai che significa?
-Che ora ho due nuovi fratelloni! -Rex, ancora sulle ginocchia di Manabe, giocava felice con i suoi occhiali mettendoseli sul naso e provocando risate irrefrenabili da parte dei due ragazzi.

-E va bene… vada per fratellone! -Manabe fece il solletico a Rex. -E adesso… che ne dici di andare a prenderci qualcosa da mangiare? Abbiamo tanta fame, ma non sappiamo ancora a chi chiedere per un panino…
Rex si illuminò. -Ci penso io! La cuoca è mia amica… tra cinque minuti sarò tornato con i panini! -Sparí ridendo nel corridoio.

Minaho non capiva.  -Man… ma… perché lo hai mandato via? Non ho fame…
Il lilla rise. -Min… devo parlarti. Quando… quanto tu uscirai di qui… che ne sarà di lui? Se ti si affeziona troppo… sarà dura per lui separarsi da te. Lo sai… lo sai vero?

L’arancione sbiancó. -Io… io non ci avevo pensato! È così solo Man… hai visto come è… come è speciale. Non ha amici… mi ricorda tanto noi due. Se… se noi lo lasciamo solo, come farà? Oddio che disastro…
Il lilla sospirò. -Min… non so proprio come fare. Bisogna… bisogna parlarne con il mister. Di sicuro potrà darci una mano, e un buon consiglio.


Quando Endou uscì dall’ufficio della direttrice e rientrò nella sala delle visite, sorrideva come non mai e portava con sé ottime notizie. Trovò Minaho e Manabe intenti… a mangiarsi un panino. Rex glieli aveva portati poco prima di venire quasi trascinato via da quella che doveva essere la sua maestra…
-Temo che la prima elementare sia un dramma anche per lui! -Minaho aveva sorriso amaramente.

Dopo aver superato l’iniziale stupore, Endou aveva fatto alcune domande ai due ragazzi, che gli avevano raccontato tutta la storia di Rex e della loro paura. Endou li aveva ascoltati come solo lui sapeva fare. La storia lo aveva commosso.
-C’è… c’è una sola cosa fa fare, temo.

-Cosa… cosa possiamo fare? Ce lo dica mister… quel bambino se lo merita… ci impegneremo al massimo per aiutarlo! -Manabe e Minaho erano a loro volta commossi.
-Io… io devo adottarlo.


Manabe pensò che così tanti colpi di scena in un solo giorno fossero decisamente troppi.
-Coooosa? Lei vuole… vuole adottare quel bimbo? Così? Senza pensarci nemmeno su? O cielo…
Anche Minaho era sconvolto.  Solo Endou poteva pensare una cosa del genere!

-Bhe… è un gesto che prima o poi avrei dovuto fare. Sapete… Natsumi e io ci pensavamo da tempo, ad adottare un bambino. Lei… lei non può avere figli, sapete? O forse… o forse la colpa è mia. I dottori hanno detto che le possibilità di concepire sono bassissime, e lei ci sta male ogni giorno… io le ho promesso che continueremo a provarci, ma lei… lei ha davvero tanta paura. Così… così pensavamo di fare qualcosa per un orfano, intanto… e questa è proprio una coincidenza da cogliere al volo!
-Ma… mister… qui non si parla di un semplice affidamento, come quello che vuole ottenere per Minaho… qui non si tratta di diventare tutore legale! Qui… qui si parla di adozione! -Lei… lei si sente davvero pronto per un passo simile? -Manabe era pallido.
Endou sorrise debolmente. -Io… io penso di sì… anche Natsumi ci sosterrà, credetemi. Ora la chiamo…


Due minuti dopo Endou rientrò in sala. -Lei… lei è felice fino alle lacrime. Ragazzi… come tutte le cose assurde, per farla andare in porto bisogna farla senza pensarci troppo! Io mi butto… mi butto!
Endou si lanciò di nuovo verso l’ufficio della direttrice. Minaho e Manabe rimasero a bocca aperta… l’allenatore non smetteva mai di stupirli. Scoppiarono a ridere.


L’attesa fu estenuante. Endou rimase chiuso nell’ufficio per quasi due ore, e quando ne uscì accompagnato dalla direttrice erano quasi le undici del mattino. La donna sorrideva.
-Ragazzi… certe cose succedono solo una volta nella vita credo… siete stati voi a convincere il signor Endou a fare richiesta per l’adozione di Rex?
Minaho sorrise. -Quel bambino è speciale.
La donna sospirò. -Lo sappiamo… per questo siamo stupiti. Non aveva mai legato con nessuno… deve avere trovato in voi qualcosa di unico.


Quando la direttrice fu tornata in ufficio, Endou prese da parte Minaho e Manabe.
-Ragazzi… l’emozione di prima mi ha fatto dimenticare di darvi una grande notizia! Minaho… da oggi sono il tuo nuovo tutore legale!
L’arancione si sentì mancare dalla gioia. Ce l’avevano fatta!!!
-E… questo significa che… che…
-Che torniamo a casa, Min! -Manabe abbracció l’amico.

Minaho si lasciò scappare un grido di gioia. Non gli sembrava vero… quei tre giorni erano stati i più lunghi della sua vita. Sarebbe stato fantastico tornare a casa… con Manabe.
Stava per correre a fare le valigie quando fu preso da un dubbio bruciante.

-Allenatore…
-Dimmi Minaho.
-Ecco… che le hanno detto a proposito di Rex?
Endou sorrise. -Posso… posso adottarlo, ma per questioni di sicurezza oggi pomeriggio un ispettore deve venire a casa mia e di Natsumi. Domani… domani potrò portarlo a casa, se tutto va bene.
Minaho e Manabe si diedero il cinque. -Evvai!

Minaho sospirò sorreggendosi alla sedia. -Però… però Man… se questa sera Rex avesse un incubo come l’altra notte… io non sarei con lui a consolarlo! Io… io penso di dover rimanere qui ancora una notte. Dimmi… dimmi che non ti arrabbierai per questo. .. Per favore…
Manabe sorrise dolcemente. -Dio quanto sei buono Min… ti voglio bene proprio per questo. Rimani pure… dormirò felice sapendo che domattina presto tornerai a casa da me… magari in tempo per fare colazione insieme!
L’arancione sorrise e fece l’occhiolino al suo amico. -Promesso!



Quella sera, tre ragazzi faticarono ad addormentarsi.

Endou, che aveva ricevuto l’ispettore dell’orfanotrofio insieme al piccolo Rex (che si era subito innamorato di lui… -I miei fratelloni hanno detto che sei tanto buono! Posso chiamarti papà?) e da lui aveva avuto la certezza che l’adozione gli sarebbe stata concessa, rifletteva su come la sua vita sarebbe cambiata il giorno dopo, mentre Natsumi dormiva al suo fianco.

Manabe, steso sul letto dell’arancione, pensava a quando, la sera dopo, si sarebbero nascosti sotto i lenzuoli con una torcia, a raccontarsi storie dell’orrore e a ridere insieme come veri fratelli.

Minaho, per l’ultima notte tra le coperte dell’orfanotrofio (dopo una bella cena!) stringeva a sé il piccolo Rex che si era addormentato giocando con i suoi capelli. Pensava agli altri bambini della struttura… quanto dolore doveva ancora attraversare quelle sale! Ma finché ci fossero state persone buone come il dottor Mizuki e la direttrice, ci sarebbe stata speranza per tutti… per tutti.

Il giorno dopo sarebbe stato speciale per tutti e tre. Sarebbe stato felice, dopo tanta sfortuna e tanta paura.
Tutti e tre su chiedevano se fossero pronti.

Minaho pensò che la guerra non era ancora finita, ma la battaglia era vinta.

Manabe pensò che era ora di mostrare al mondo, a Minaho e a sé stesso che anche lui poteva lottare per quello in cui credeva.

Endou pensò che, per la prima volta nei suoi venticinque anni di vita, l’età adulta bussava alla sua porta.


Tre ragazzi, tre sogni che si mischiano nella densa notte che separa il dolore della gioia.
Tre albe diverse che annunciano una vittoria.
Tre cuori che meritano un giorno di pace.
Si addormentarono sorridendo… il giorno dopo li attendeva a braccia aperte.
   
 
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