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Autore: gigio_animato00    20/10/2017    0 recensioni
La storia di due ragazzi che decidono di porre fine ad una storia particolare, ma di cui non sono certi volersi sbarazzare. Decidono allora, per non buttare tutto all'aria, di aiutarsi l'un l'altro per trovare l'amore. Ma è possibile trovare l'anima gemella a qualcuno che ha già conosciuto la sua?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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< Proprio non va eh? >

< Mi sa di no >

 

I due ragazzi erano sdraiati sul prato, a fissare il cielo. Parlavano a bassa voce, un po’ per non deturpare il silenzio che aleggiava nel parco, portato dal calare della sera, un po’ per non tradire nessun tipo di rimpianto.

 

< Sai … Credo che sia la cosa giusta … Non tutti sono fatti per … >

Lui si mise a ridere.

< Per piacere, non dirlo. Ogni parola è un minuto di quelli che ci separano dalla conclusione buttato. Non dobbiamo cercare di giustificarci, né di trovare scuse. È così e basta >

 

La sua voce era strozzata da una malinconia poco chiara.

 

Lei sbuffò.

< Questa cosa però non la dice mai nessuno >

< In che senso? >

Lei rimase un attimo in silenzio, per cercare le parole.

< Tutti dicono di cercare l’amore, di cercare qualcuno a cui appartenga il tuo cuore. Qualcuno con cui sei felice. Nessuno ti dice mai …>

< Che queste cose possono non coincidere >

Lui terminò la sua frase, smezzando con lei l’amaro in bocca.

 

Passò ancora un po’ di tempo.

< E così … La finiamo qua? >

< Credo di sì >

< È triste >

< Ci abbiamo provato >

< E abbiamo fallito >

Lui la guardò torvo

< Non dirlo neanche per scherzo. Il tempo trascorso non lo abbiamo buttato >

 

Lei sprofondò nei suoi occhi azzurri.

Avrebbe voluto dargli ragione, ma non ci riusciva.

Quella era la fine di una storia. Il mondo è pieno di storie, che lo modellano, scalfendone la superficie come gemme, che scorrono a fiumi.

Poche sono quelle che lasciano un segno profondo, e ancora meno sono quelle che non sprofondano durante il viaggio mischiandosi alle altre, perdendo la loro integrità.

Ce ne sono alcune che però, pur non lasciando un segno, le riconosci. Perché hanno una sfumatura, una macchia inconfondibile.

Era la fine di una di queste.

 

Passarono un altro paio d’ore lì, a chiacchierare, come se non stesse accadendo nulla, cullandosi del venticello e della luna.

< Credo sia ora che io vada, altrimenti i miei mi ammazzano >

Si stava iniziando ad alzare, quando lui la fermò.

< Aspetta … >

Lei lo guardò. Non vedeva più distintamente i suoi occhi, nascosti nel buio.

< Ti va di fare un patto? >

< Cosa intendi? >

< Per non rendere tutto questo … Beh, solo un ricordo >

Si guardarono.

< Che genere di patto? >

Ci pensò un attimo.

< Che ne dici di un aiuto reciproco? >

Lo fissò incuriosita.

< Stavo pensando ad un accordo. Noi ci conosciamo meglio di noi stessi … Inoltre, a entrambi farebbe comodo superare questa cosa … Che ne dici di aiutarci l’un l’altro a trovare un compagno? >

< Mi prendi in giro? >

< Sono serio. Promettiamoci di impegnarci reciprocamente ad aiutare l’altro a cercare l’amore >

 

Non poté non sembrare strana quella parola, detta da lui, in quel momento.

 

< Sei l’unica persona al mondo che, nel lasciare qualcuno, parla già del trovare qualcun altro … >

< Non hai detto no … >

< … Infatti non ho intenzione di farlo. D’accordo, lo prometto >

< Lo prometto >

 

Per qualche ragione, pensarono che dopo quella promessa, si sarebbero improvvisamente sentiti diversi. Non fu così. Fu solo un momento. Un momento cruciale, ma pur sempre un momento.

 

Lui l’accompagnò a casa.

< Ci vediamo >

Le sue parole parvero avere una certa nota interrogativa.

< Sì, senz’altro >

Rimasero un attimo a guardarsi, consapevoli sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbero visti in quel modo.

L’ultima volta che si sarebbero baciati in quel modo, con quella voglia delle labbra dell’altro.

 

Lei entrò, e chiamò l’ascensore, mentre lui proseguì.

Entrambi andarono a letto, cellulari spenti.

Non erano ragazzi normali.

 

 

N.d.a: primo capitolo, nulla da dire in proposito, a parte il fatto che non so ogni quanto pubblichrò, anche se cercherò di ritagliare il tempo per almeno una ogni due settimane.

 

   
 
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