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Autore: MackenziePhoenix94    21/10/2017    2 recensioni
SECONDO LIBRO.
Sono trascorsi due anni dall'ormai ribattezzata Civil War.
Bucky Barnes, Steven Rogers, Sam Wilson, Clint Barton, Sharon Carter, Scott Lang e Wanda Maximoff sono scomparsi senza lasciare alcuna traccia.
Charlotte Bennetts si è trasferita nell'attico di Tony dopo che il suo appartamento è stato distrutto.
Nick Fury è semplicemente furioso perché, usando parole sue, il progetto Avengers è andato a farsi fottere.
L'Hydra sembra essere, ancora una volta, solo apparentemente sconfitta.
E poi c'è James, che di normale ha solo l'aspetto fisico.
Sarà proprio una decisione impulsiva del ragazzo a scatenare una serie di eventi catastrofici...
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brock Rumlow, James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Tony Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Mi dispiace per tutto quello che è accaduto ieri. Non avrei dovuto perdere il controllo in quel modo e non accadrà mai più” disse Charlotte con uno sguardo costernato, sforzandosi di sorridere a T’Challa che si era gentilmente offerto di accompagnarla davanti alla cella in cui era rinchiuso Zemo.

“Non hai nulla di cui scusarti, chiunque al tuo posto sarebbe già ceduto da tempo. Hai una grande forza dentro di te, non scordarlo mai, ma è meglio se segui il mio consiglio: non lasciare mai che la vendetta annebbi la tua mente. Io ho quasi fatto questo errore una volta e mi sono fermato appena in tempo. Quell’uomo ha già intuito il tuo punto debole e non esiterà un solo istante ad usarlo contro di te, non lasciargli scoprire altro, d’accordo?”

“D’accordo. Avrò delle ripercussioni per i pugni che ho dato al tuo prigioniero?”

“Farò finta di nulla. Sono sicuro che si è meritato ogni singolo colpo” rispose il giovane uomo accennando un sorriso a sua volta, strinse gentilmente la spalla destra della ragazza e poi la lasciò entrare nella cella.

Il Re del Wakanda incrociò le braccia nel petto e rimase lì fuori, in attesa che Charlotte uscisse.



 
La ragazza chiuse la porta alle proprie spalle, si voltò a guardare il giovane che era sdraiato nel letto e si sforzò di mantenere la calma, perché il suo primo impulso sarebbe stato quello di riprendere ciò che aveva interrotto il giorno precedente; Helmut Zemo a sua volta si limitò a sedersi ed a rimanere in silenzio.

Era impossibile intuire che cosa stesse pensando.

“Buongiorno, hai dormito bene?”

“Non molto. Sai, ieri sera sono stato picchiato in modo piuttosto violento. Non so quanto una persona possa riposare bene con il naso completamente fasciato” rispose lui, indicando la parte del suo viso che era stata lesa.

“Sono desolata per quello che ti ho fatto. Ho perso il controllo delle mie azioni e non ho fatto altro che rovinare quello che doveva essere solo un incontro pacifico e te ne sto dando prova adesso. Come ti ho già detto io sono qui perché ho bisogno del tuo aiuto e delle informazioni che hai riguardo all’Hydra. Ho fatto un lunghissimo viaggio e non sono intenzionata a tornare indietro senza di te”

“Perché dovrei aiutarti? Come ti ho già detto a mia volta, io ho già ottenuto quello che volevo e non vedo per quale motivo dovrei aiutare un membro degli ex Avengers”

“Perché la persona che hanno rapito è mio figlio” disse Charlie, stringendo le mani a pugno e sorprendendo il Sokovaro ancora una volta; voleva seguire il consiglio che lo stesso T’Challa le aveva dato ma allo stesso tempo voleva anche assicurarsi di avere il giovane uomo dalla sua parte.

Sapeva che usando a suo favore un argomento così delicato come la famiglia non poteva che fare centro.

Il volto del più grande, infatti, perse visibilmente colorito e le sue labbra diventarono una pallida linea sottile.

“Hai un figlio?”

“Si”

“Sei una ragazza molto giovane, non hai nemmeno trent’anni, perché un’organizzazione come l’Hydra dovrebbe volere un bambino?”

“Questo non ti deve importare. Allora? Ti posso considerare dalla mia parte?”.

Zemo si alzò dalla brandina, camminò per un po’ immerso in profondi pensieri e quando prese la sua decisione si voltò a guardare la giovane negli occhi.

“Voglio qualcosa in cambio”.



 
T’Challa si girò a guardare la porta della cella che veniva aperta e chiusa piano, domandando subito a Charlotte come fosse andato il secondo interrogatorio.

“Sono riuscita a convincerlo”

“Come?”

“Non è stato facile, ho dovuto promettergli una cosa in cambio. Ho provato a fargli cambiare idea ma non ci sono riuscita. Sono stata costretta ad arrendermi”

“Che cosa ha chiesto?”

“Il quaderno rosso”

“E tu glielo hai dato?” chiese il giovane uomo, augurandosi che così non fosse.

“No, non gli ho dato quel quaderno. Gli ho detto che lo avrà solo se ci darà le informazioni di cui abbiamo bisogno, questa è la mia condizione. Ha accettato, ma non hai nulla di cui preoccuparti. Sono in grado di gestire l’intera situazione da sola. Tony e Natasha volevano accompagnarmi ma io l’ho impedito perché questa faccenda riguarda solo ed esclusivamente me. Ti ringrazio per la tua disponibilità, T’Challa, ti riporterò indietro Zemo e continuerà a scontare la condanna che merita”

“Vado subito a dare l’ordine di preparare un elicottero per la vostra partenza. Va a mangiare qualcosa, fa come se fossi a casa tua, perché hai bisogno di mettere qualcosa sotto i denti. E porta questo sempre con te” il giovane uomo si tolse la collana con l’artiglio di pantera che non scordava mai d’indossa e l’allacciò al collo della più piccola “è un amuleto. Ti porterà fortuna nella tua impresa”

“Grazie”

“Charlotte”.

La ragazza si fermò a metà corridoio, voltandosi in direzione del Re del Wakanda che l’aveva appena chiamata per nome.

“Si?”

“Mi domandavo se l’Agente Romanoff fosse libera in questo periodo…”.



 
Il giovane uomo osservò l’aereo sollevarsi dalla pista ed allontanarsi velocemente, in direzione di New York.

Abbassò lo sguardo nel bigliettino in cui Charlie gli aveva scritto il numero di cellulare della sua amica e poi lo ripose in una delle tasche della giacca che indossava; ritornò dentro all’imponente edificio e si diresse nel laboratorio.

Molto probabilmente stava per commettere un errore ma allo stesso tempo sentiva che era la cosa più giusta da fare; almeno, se ci fosse stato lui in quella situazione avrebbe voluto che qualcun altro prendesse la sua stessa decisione.

“Preparate tutto” ordinò lui alla sua equipe di medici e scienziati che erano tra i migliori al mondo “dobbiamo iniziare con la procedura per la cella criogenica. Andate a prendere la protesi di vibranio, ci sono ancora delle parti che devono essere sistemate. Fatte in fretta, non c’è tempo da perdere”.

T’Challa sospirò e si passò una mano nei corti capelli: avrebbe pensato in un altro momento al messaggio da mandare a Natasha Romanoff, perché ora lo attendevano ore ed ore di lungo lavoro.
   
 
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