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Autore: LorasWeasley    21/10/2017    3 recensioni
SEQUEL di "Mission" e "Ombra"
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Ho avvertito tutti, domani saranno qui.
Si rivolse alla ragazza.
-Le consiglio di iniziare a prepararsi, penso che vogliano sapere la verità, tutta la verità. Potrà allenarsi con il ragazzo al suo fianco, magari può iniziare dal raccontargli come mai gli ha sempre tenuto segreta l’esistenza di un fratello. Un fratello che ha giurato di uccidere tutti i suoi amici."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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2.Passato - Piper


Piper aveva sempre avuto tutto quello che desiderava.
La sua camera era piena di giocattoli.
L’ultima bambola da collezione uscita solo qualche giorno prima, il castello delle principesse a grandezza d’uomo e pieno di particolari, un’altalena ancorata al soffitto al centro della stanza, il macchinario che le permetteva di cucinare i dolci…
Non era lei a chiedere tutte queste cose, suo padre semplicemente gli portava un regalo ogni volta che tornava a casa.
Era una bambina iperattiva e solare, non divenne mai viziata e piena di se.
L’unica cosa che desiderava, a volte, era giocare con qualcuno della sua età.
Nella loro immensa villa poteva fare tantissime cose, ma con le badanti e le cameriere non era la stessa cosa.
Non poteva però definirsi davvero triste, perché alla fine aveva sempre suo fratello.
Eros aveva otto anni in più di lei e, per tutta l’infanzia, la trattò come se fosse una principessa. La sua principessa.
La loro madre Piper non l’aveva mai conosciuta, era fuggita con un altro uomo quando lei aveva solo pochi mesi.
Il loro padre stava sempre fuori per lavoro, anche se cercava di farsi perdonare portando loro regali.
Così a Piper rimaneva Eros. Che era diventato il suo punto di riferimento.
Il ragazzo giocava sempre con lei e sottostava a tutto quello che gli voleva fare.
Si faceva acconciare i lunghi capelli neri, si faceva truccare, diventava la sua cavia quando doveva assaggiare i biscotti immangiabili che la bambina preparava.
Le insegnò anche a cavalcare, a leggere e a scrivere, ad andare in bicicletta e a correre sui pattini.
Si comportava da fratello maggiore, da padre e da madre contemporaneamente con lei.
E Piper non poteva far null’altro se non amarlo incondizionatamente. Come può fare una piccola bambina senza nessun’altro punto di riferimento.
Piper lo vedeva che aveva anche un lato oscuro. Sentiva quando urlava e se la prendeva con le loro cameriere, quando picchiava un gatto randagio che gironzolava nel loro giardino nel giorno sbagliato, quando per semplice divertimento bruciava le ali di una farfalla.
Non lo faceva davanti a lei, ma Piper sapeva.
Semplicemente, non aveva mai detto nulla. Perché suo fratello era buono con lei, quindi quello che faceva agli altri non poteva essere così cattivo. Anche se poi le farfalle morivano, i gatti perdevano sangue e le cameriere si ritrovavano in lacrime e con qualche livido.
Lei sapeva che suo fratello era buono. Quindi l’unica risposta plausibile era che ognuno di loro si fosse meritato quello che suo fratello faceva.
Ma con il tempo le cose continuarono ad andare di male in peggio.
Gli scatti d’ira di suo fratello si moltiplicarono e qualche volta aveva iniziato a urlare anche contro di lei. Anche se non le aveva mai tolto neanche un capello.
A partire dai 7 anni, suo padre iniziò a darle delle “lezioni” private.
La chiamava la sera nella loro grande biblioteca, la faceva sedere su una comoda poltrona e, semplicemente, le parlava.
Le parlava della famiglia, di quanto questa fosse importante.
Del fatto che la famiglia andava sempre messa al primo posto. Qualsiasi cosa fosse successa.
-Papà?- Provò a chiedere una sera la bambina –Ma se, mettiamo caso Eros fa qualcosa che io reputo sbagliata… Devo comunque stare dalla sua parte?
Era da un po’ che ormai quella domanda le ronzava nella testa, le immagini a cui assisteva non la lasciavano più così indifferente e ormai stava crescendo, imparando a pensare con la propria testa.
Suo padre la fissò in silenzio con uno sguardo gelido per qualche secondo.
Piper fu trapassata da quello sguardo e dovette abbassare il volto, non riuscendo più a mantenere quel contatto visivo.
-Si- concluse infine l’uomo con un tono che non ammetteva repliche.
-Ma…- Provò a protestare la bambina flebilmente, ma la sua frase non fu mai conclusa, perché l’uomo chiuse il discorso.
-Ma niente Piper. Che ti piaccia o no è tuo fratello e, qualsiasi cosa faccia, dovrai sempre stare dalla sua parte. Sempre.
La bambina, semplicemente, annuì.
Passarono i mesi e suo padre le fece molte altre lezioni simili, crescendo Piper si rese conto che alla fine era quasi un vero e proprio lavaggio del cervello.
Ma era sempre stata una bambina sveglia e intelligente e, nonostante annuisse e obbedisse a tutto ciò che le veniva detto da suo padre, continuava comunque a pensare con la sua testa.
Aveva ormai otto anni quando la monotonia delle sue giornate fu completamente distrutta da suo fratello.
Il ragazzo aveva quasi 17 anni e crescendo si era distaccato sempre di più da sua sorella.
C’erano certi giorni che Piper neanche lo vedeva, anche se lo sapeva che era in casa chiuso nella sua stanza, per fare cosa non lo scoprì mai.
Quando poi gli chiedeva di giocare rispondeva semplicemente con la parola “cresci”.
E poi successe.
Era una calda giornata di Luglio e Piper era in giardino a leggere riparata sotto un albero.
Gli unici rumori erano il suono delle cicale e del vento che passava tra le foglie degli alberi. Rumori che furono brutalmente interrotti da delle urla.
Piper non riusciva a distinguere cosa dicessero, ma dai toni sentì e capì che erano maschili. E, considerando che stavano solo cameriere femmine li dentro, dovevano per forza appartenere a due persone ben conosciute.
Senza pensarci due volte chiuse il libro, si alzò e iniziò a correre.
Come aveva sospettato, le voci erano di suo padre e di Eros e provenivano dal vialetto d’ingresso.
I due uomini erano uno di fronte all’altro, li dividevano solo pochi centimetri.
Piper si accorse di quanto suo fratello era cresciuto in quei pochi mesi e di quanto in realtà fosse differente da loro padre. L’aveva anche superato in altezza.
-Sei un’idiota!- Stava urlando il ragazzo –Hai in mano delle cose che potrebbero farci diventare degli dei! E non riesci a sfruttarli nel modo più opportuno! Sei solo un’incapace.
-Ho detto che il caso è chiuso- disse in risposta l’uomo, alterato anche lui, ma non urlava come il figlio.
Eros strinse i pugni e uno strano lampo passò nel suo sguardo, Piper ne ebbe paura. Era lo stesso sguardo che aveva quando torturava un qualche povero animale.
Durò solo un secondo, poi il ragazzo si limitò a stringere i pugni. Infine disse la sua ultima frase.
-Non hai intenzione di farmi entrare in questa cosa? Nonostante io sia tuo figlio e dovrei esserne il capo? Benissimo. Ne creerò una mia.
-Tu osa sfidarmi e io…
-Cosa?- Lo interruppe Eros –Mi cacci di casa? Non ti preoccupare, ci penso io da solo. Addio.
Voltò le spalle a tutti e percorse il vialetto, fino a raggiungere la sua macchina.
Prima di salire su di essa lanciò un lungo sguardo a Piper, la bambina non aveva ancora detto nulla, troppo shoccata da tutto quello che stava avvenendo troppo in fretta.
Sembrò quasi che le volesse dire qualcosa, ma la sua bocca non si aprì, salì in macchina e velocemente mise a moto sparendo quasi subito dalla loro visuale.
Piper rimase a guardare la strada vuota, come se il suo cervello non riuscisse ad elaborare seriamente tutto quello che era successo solo negli ultimi tre minuti.
Si riscosse quando sentì suo padre imprecare e i suoi passi dirigersi dentro la villa.
-Avevi detto…- gli urlò dietro la bambina con voce rotta e spezzata, neanche si era resa conto di aver iniziato a piangere.
-Avevi detto che bisogna sempre stare dalla parte della famiglia! E non abbandonare mai nessuno! NESSUNO!
Suo padre si fermò, a metà della scalinata, non si girò a fissarla mentre con voce fredda e inespressiva –Eros non fa parte della nostra famiglia. Non più.
Poi tornò dentro, mentre Piper rimaneva immobile li, in mezzo al vialetto, mentre le lacrime continuavano a scorrere sulle sue guancie.
Fu l’ultima volta che vide suo fratello.
 
Il potere.
Piper ormai era diventata abbastanza grande da aver capito che suo fratello, cinque anni prima, se n’era andato per il potere.
Non sapeva in cosa erano coinvolti, ma aveva iniziato sempre di più a pensare di testa sua e a cercare di informarsi.
Finiti gli anni delle elementari studiando a casa, suo padre decise di iscriverla in una scuola privata. Certo, era sempre di lusso dove, in sostanza, i tuoi voti erano direttamente proporzionati al tuo patrimonio. Ma Piper così iniziò a conoscere gente della sua età, a scambiare idee e pensieri con persone al di fuori della sua famiglia o che comunque avessero un legame diretto con loro.
Piper inoltre iniziò a leggere, prendeva i libri dall’immensa biblioteca di suo padre e passava anche quasi tutta la notte a leggere.
E capì che era sempre il potere l’unica cosa che importava davvero alle persone.
Vide anche che tutti gli antagonisti dei suoi romanzi si comportavano esattamente come suo fratello, con lo stesso sadismo e la stessa crudeltà.
Piper sapeva che, in fondo al suo cuore, l’aveva sempre saputo. Ma lo ignorava perché era fermamente convinta che nonostante tutto lui l’amasse, che lei fosse un’eccezione.
Ma Eros non l’aveva mai cercata.
Erano passati cinque lunghi anni e il ragazzo non aveva provato a mettersi in contatto con lei neanche una volta.
Piper lo capiva se non avrebbe voluto vedere il loro padre e magari aggiustare tutto quello che era successo, era pur sempre una sua scelta.
Ma lei che c’entrava in tutto questo?
Con il tempo, l’amore che provava per lui si trasformò in puro odio e lo cancellò dalla sua vita.
I ricordi di quando era bambina divennero sempre più sfocati, cancellati e sovrapposti da quelli nuovi, quelli dove lei era figlia unica.

 
______________________________________
Eccomi qui, non ho molto da dire su questo capitolo.
Semplicemente, tutti i capitoli del "passato" saranno strutturati così e ovviamente in tutti troverete quella vena triste e malinconica.
Se non si fosse capito quando Eros e suo padre litigano è per il progetto che l'uomo ha creato e per il quale la CIA tenta di fermarlo nella prima storia, non voleva che il figlio ne prendesse parte perchè sapeva del suo comportamento quasi da psicopatico e non era idoneo a far parte di un progetto così delicato.
Detto questo, ci sentiamo la prossima settimana con il continuo della storia.
Byeee, Deh
  
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