Capitolo 99
FLASHBACK – Aprile 2012
Quando riuscii a scappare era ancora buio e non sapevo dove mi trovavo né dove stavo andando. La mia mente era poco lucida, non riuscivo a pensare, a parlare. Camminavo. Stavo quasi per crollare, me lo sentivo. Ma dovevo trovare un posto sicuro dove stare, un nascondiglio, altrimenti lui mi avrebbe trovato. Zoppicavo, avevo le scarpe in mano e il vestito strappato in vari punti. Dai miei occhi uscivano lacrime, ma non le sentivo. Non riuscivo a sentire niente. Il mio cuore era come morto ormai. E le mie emozioni con lui. La testa mi girava. Le immagini di quella sera vorticavano e si mescolavano ad altre, ancora più terrificanti. Stavo per scoppiare, me lo sentivo.
Sentii delle voci. Stava arrivando qualcuno verso di me. Erano in tanti, forse due o tre persone. Ma non riuscivo a vedere.
Rivolsi il mio sguardo alla strada per non inciampare. Le voci lentamente aumentarono fino a fermarsi improvvisamente. Io intanto camminavo, cercando di non pensare a quello che mi era successo, finché non mi scontrai con qualcuno.
-Scusa- sussurrai. Una parola involontaria, che ormai ripetevo troppo spesso. Cercai di andarmene, ma quel qualcuno mi afferrò per il braccio. Cominciai a tremare. Per un attimo la vista mi si offuscò ancora di più.
-Ehi, stai bene?
Alzai lo sguardo, spaventata. Avevo paura, paura che fosse lui, paura che fosse simile a lui. Le lacrime si fecero più copiose sul mio viso. Non potevo farcela. Non ero abbastanza forte per affrontare un'altra persona. Non quella notte. Cercai di scansarmi, di togliere la sua mano dal mio braccio. La stretta era dolce, ma sicura. Non faceva male. Però avevo ugualmente paura.
Quando incrociai i suoi occhi mi ci persi. Erano di un marrone così profondo... Trasmettevano sicurezza e dolcezza. Per un momento mi incantai a guardarli, poi il buio mi travolse.
Mi svegliai in una stanza che non era la mia, in un letto che non era il mio. Aprii gli occhi lentamente. Mi alzai e mi guardai intorno. La camera era abbastanza grande. Un po' disordinata ma pulita. Sulle pareti c'erano molte foto. Mi avvicinai, curiosa. Vidi il ragazzo della sera prima e una ragazza. Erano davvero belli insieme. Il ragazzo poi mi ricordava qualcuno che conoscevo, ma invece di pensare a lui, la mia mente percorse la serata precedente. I miei occhi si scurirono di colpo, così come il mio umore. La scorsa sera...
Le lacrime uscirono dai miei occhi. Mi avvicinai alla porta del bagno ed entrai. Dovevo vedermi. Dovevo vedere come il mio corpo si era ridotto. Mi portai la mano alla bocca. Ero stupita, amareggiata, stanca... Quell'essere mi aveva ridotto uno schifo. Avevo i segni delle sue mani su di me. I singhiozzi divennero più pesanti. Non ce la facevo più. Mi sentivo sporca, usata.
Dovevo ritornare a casa mia. Lo sapevo. Avrei dovuto rivederlo. Sapevo anche quello.
Trovai un foglio di carta e scrissi un ringraziamento a quel ragazzo. Poi, senza far rumore, uscii da quella casa ringraziando anche il cielo per l'angelo che mi aveva mandato e che non avrei mai dimenticato.