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Autore: Spensieratezza    21/10/2017    2 recensioni
Storia ispirata al finale di Death Note!
I pensieri di Light, mentre sente che sta per morire. Un'accozzaglia di dolore e sensi di colpa per quello che è diventato, malinconia per il ragazzo ingenuo che era prima di avere il quaderno e sentimenti confusi di tristezza e nostalgia anche per L. Ormai è troppo tardi e Light sa che dove andrà, non potrà vedere mai incontrare L, inaspettatamente però lo vede, Ed è vivo.
Ma che cosa ci fa lì da lui?
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Avanti, prova a discolparti, se ci riesci.”

Una frase che fu simile a una martellata, perché mi rendevo conto che l’avevo sempre fatto e l'avevo sempre fatta franca, ma questa volta non potevo. Non potevo dire proprio nulla che sarebbe servito a discolparmi.

Scoppio a ridere. Una risata animalesca, demoniaca. Posso quasi sentire i miei stessi occhi diventare incandescenti. Due dardi infuocati. Gli occhi di un demone.

Mi rendo perfettamente conto che con quella risata, mi sono scoperto definitivamente, ma non mi importa. Arrivati a questo punto niente potrebbe salvarmi. Una risata non fa alcuna differenza.

Rido, sempre più forte continuo a ridere. Un pazzo. Un pazzo che fugge al suo stesso controllo.

Consapevole che le carte si sono rivoltate come si gira la pagina di un libro, prima idolatrato  e ammirato, ora di colpo tutti mi guardano come il nemico, vedo gli sguardi di tutti quanti cambiare, non serve più la mia maschera. Sono libero di odiarli adesso.

“Sì, è vero, io sono Kira.” Basta sentire il cuore in tumulto, gridarmi in quale direzione devo andare, suggerirmi di amarli o di odiarli, o di fare entrambe le due cose. Basta avere due personalità, amarli e odiarli allo stesso momento, perché così sarei stato più credibile. Ripetere questo schema fino ad arrivare a crederci anche io stesso, credere che potevo amare e odiare i miei nemici allo stesso tempo, fino ad arrivare a odiare questo stesso cuore bipolare, questa doppia personalità, la mia e quella di Kira, un tuttuno. Odiare questo gigantesco ammasso di muscoli, repellente come tutte le cose che abbiamo dentro e fuori.

Chiedersi se perfino il cuore di un mostro, potrebbe sanguinare.
 
“Proprio così, io sono Kira. E con questo? Vuoi uccidermi? “

Continuo il mio monologo, perdendo sempre di più la calma.

“Sono consapevole che uccidere sia un crimine, ma era l’unico modo per redimere il mondo!!”
 

“Sei stato soggiogato dallo shiinigami e dal potere del quaderno. Sei solo un serial killer psicopatico che si illude di poter diventare un dio.” Dice quella brutta imitazione di L.
 

Mazuda non mi lascia scrivere sul foglietto il nome di quel patetico.

Mi spara alla mano.

“MALEDETTO IDIOTA, MA LO SAI A CHI HAI SPARATO?? SEI UN PAZZO!”

Mi spara ancora e io spero di morire davvero. Spero che qualcuno si decida a porre fine alle mie sofferenze.

Mikami si suicida in quel momento e nel marasma generale io ne approfitto per scappare.
 
 
 



Corro. Scappo da loro, ma lo so di essere finito. Nonostante questo, continuo a correre. La corsa di un disperato, che sa che non ha più niente, ma continua a correre comunque.

Mi passano davanti agli occhi frammenti della mia vita, deve essere vero che quando stai per morire, la tua vita ti scorre davanti come un film.

Un altro ricordo. Io, scolaro, con lo sguardo basso, pronto a un’altra sessione di lezioni. Sono triste, deluso, amareggiato, ma ancora innocente.

Tutto questo tempo passato a sentirmi potente, meraviglioso, divino, non mi ero mai accorto di quanto fossi bello allora.
 

Un altro ricordo. Sto camminando per strada. aspetto pazientemente che aprano le sbarre. Cammino, cammino, pensieroso, tenendo lo sguardo basso.

Fermatelo. Fermatemi. Qualcuno lo salvi. Qualcuno mi salvi.
 
Continuo a camminare. Sto leggendo il quaderno per strada.

E all’improvviso non è più solo nella mia mente.

All’improvviso io stesso sono dentro il mio stesso ricordo, mentre corro, incrocio l’altro me stesso del passato, camminare nella direzione opposta alla mia.

Rimango interdetto. Mi volto a guardarlo.
 
Il mio me stesso ingenuo di 6 anni fa, non può sapere cosa gli capiterà di lì a poco tempo.

No! Lascia quel quaderno! Buttalo via! È un oggetto demoniaco. È un oggetto del male! Ti ucciderà! Ti ucciderà prima dentro e poi fuori! Ti prego, liberatene!
 

Ma non si possono uccidere i ricordi e non si possono fermare.

Non posso impedire a quel ragazzo così innocente, di andare incontro alla morte.
 
 

[ Il Light di quel tempo avrebbe voluto che il ragazzo posasse quel quaderno. Quel quaderno che lo avrebbe perseguitato per anni e che sarebbe per sempre rimasto macchiato di sangue.

Ma non era possibile. ]
 
 
 



Mi intrufolo in un magazzino, aspettando la mia morte.

Almeno non morirò in prigione. Questa cosa mi rincuora, seppur in maniera minore.

Mi adagio su una scala, aspettando la morte e pensando ad L.

Mi ero forzato a non pensare più a lui in questi anni o almeno a non rimuginarci troppo su, perché il suo pensiero non andò mai via del tutto, ma mi tormentò in questi anni.

La cosa che mi fa incazzare, non è tanto la mia morte, ma quanto il fatto che sia stato N a scoprire di me. Mi sembra che infanghi la memoria di L. Lui era così geniale, così arguto..meritava di scoprire lui la mia identità, non quel ragazzino idiota.

L. Spero di rivederlo..all’inferno. E questo lo penso prima di rendermi conto che non sarà possibile, perché chi usa il quaderno, non può andare né al paradiso, né all’inferno.

E mi dispiace. Quasi il pensiero di venir torturato da lui, in qualsiasi posto mi avrebbero mandato, non mi dispiaceva poi così tanto.

Come sto dicendo, mi sono forzato a non pensare troppo a L, perché credevo di avere una vita ancora lunga, ma ora che so che sto per morire, mi permetto di pensare a lui. Permetto al mio dolore di fuoriuscire, quel dolore che forse non è andato mai via del tutto, ma che cercavo soltanto di soffocare.

Il dolore, il senso di colpa per la sua morte.

Quante volte avrei voluto tornare indietro e avvisare per tempo lo shinigami, di non scrivere quel nome.

Non si può però cambiare il passato.
 


Mentre penso ad L, penso scioccamente ancora: qualcuno mi salvi, qualcuno mi aiuti. Mi accorgo poi che non c’è più nessuno che può aiutarmi o salvarmi, mi sono fatto molti nemici e se anche qualcuno potesse aiutarmi, non lo farebbe.

Piango. Prima della morte, c’è questa sensazione di abbandono che io stesso mi sono creato per riempire quel vuoto chiamato solitudine.

Quando qualcuno si sente solo, si cerca degli amici, si trova un hobby, non va in giro ad ammazzare la gente.
 


“Light…”

Cosa? Ho già le allucinazioni. Non sapevo che stare per morire, provocasse prima allucinazioni uditive. Questa sarebbe una buona informazione, peccato che non vivrò abbastanza per riferirla alla scienza.

“Light..”

Ma allora insisti. Aspetta..questa voce…
 
“L? “

“Sì..” mi dice lui, accarezzandomi una guancia.

“Che..che cosa ci fai nel vuoto? È un posto destinato solo a me..” dico, provando un po' di conforto in quella dolce carezza.

“Sempre il solito presuntuoso. Dai, tirati su.”
 
Me lo ritrovo quasi addosso a me, che cerca di tirarmi su.

“L..ma..tu sei vivo?” sento che tra un po’ gli sverrò addosso.

“Sì, ma non hai adesso l’energia per fare domande, quindi..risparmiale.”
 
Il sollievo per il fatto che sia vivo, sta per sopraffarmi, ma poi all’ultimo momento lo spingo via. Lui mi guarda sbalordito.
“No!! Sta lontano da me. Tu vuoi portarmi in prigione!”

Sono contento di rivedere L, ma lui è un mio nemico. Ha sempre voluto catturarmi, vuole spedirmi in prigione, non è qui per me, perché mi vuole bene.
È un mio nemico!
 
Lui mi guarda con un sorriso triste.

“Non voglio portarti in prigione. Voglio aiutarti. Permettimi di farlo. Stai sanguinando.”

Credo di non esser mai stato tanto stupito in vita mia. Vorrei respingerlo ancora, perché non gli credo. Non è possibile. Nessuno mi vuole bene, non è possibile che io abbia tanta fortuna. Dopo quello che ho fatto, tutti mi odiano.

E invece mi lascio cadere tra le sue braccia, un gesto che non so se faccio per sfinimento o in una ricerca spasmodica quasi disperata, di un briciolo di affetto.

Un affetto che non merito, probabilmente, anzi, quasi sicuramente, ma di cui ho un disperato bisogno e che non ho più la forza di respingere.
 

Oh, L….abbracciarti adesso, mi dona conforto dal dolore delle mie ferite. Sto sanguinando copiosamente, ma in questo momento riesco a non sentirne il dolore e mentre penso questo, mi accorgo che delle lacrime rigano le mie guance.

Sto piangendo! Realizzo all'improvviso. Sono stupito. Credevo non ci fossero più lacrime nel mio cuore corrotto.


Non sapevo neanch’io di avere così tanto bisogno di te. Fu il mio ultimo pensiero prima di svenirgli tra le braccia.
























 Note dell'autrice: 

allora, ragazzi, io ho visto death note solo di recente e il finale da poche settimane e ne sono ancora ossessionata!! malgrado la seconda parte dell'anime - quella che arrva dopo i primi 20 episodi - non l'abbia apprezzata e in alcuni punti mi abbia fatto abbastanza incavolare per via del cinismo di Light e per via della morte di L, ho amato comunque l'anime e il finale mi ha stretto il cuore per la tenerezza che mi ha fatto Light. Malgrado tutto quello che ha fatto, ho desiderato comunque (anche sapendo che non era possibile) che L andasse lì a salvarlo!! e invece non è successo T_T quindi ho dovuto assolutamente scriverlo. Continuavo a pensarci xd
   
 
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