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Autore: MidnightRavenKuro    21/10/2017    1 recensioni
Il destino non lascia nessuno da solo.
Una giovane anima, tra le pieghe del tempo trascorso nella Soul Society, verrà a patti con un segreto celato al mondo da ricordi di una vita terrena che non sono mai riaffiorati prima,ricordi che potrebbero mettere alla prova l'amore e l'affetto che scorre tra lei e coloro che hanno scelto di starle accanto
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Isane Kotetsu, Nuovo personaggio, Rangiku Matsumoto, Retsu Unohana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: In/security
 
 
Ero tremendamente eccitata all’idea di lasciarmi alle spalle una casa che non era casa mia, una donna che non aveva bisogno di nessuno oltre a sè stessa e una vita vuota che assolutamente non volevo.
Le pessime prospettive che avevo si erano capovolte all’improvviso, ed era una sensazione magnifica.
Non potevo saperlo ancora, ma il destino, come poche volte nella mia vita, stava per donarmi qualcosa di indiscutibilmente prezioso.
 
~☆~★~☆~
 
~ 17 Aprile ~
 
Kaede stava frugando disperatamente fra i cespugli nel bosco del distretto 47, esattamente nel punto dove era avvenuto l’attacco, alla ricerca di ciò che vi aveva perso quattro sere prima.
 
- Dove sei? Dove sei? Oh, andiamo… - borbottava, seccata di non riuscire a trovare ciò che cercava.
 
Quel pomeriggio Unohana le aveva riferito che lei e Isane, a turno lavorativo finito, l’avrebbero condotta personalmente nella sua vecchia casa per ritirare le sue cose (siccome doveva trasferirsi negli alloggi del Capitano). Le venne subito in mente una richiesta: fare un salto nella foresta per recuperare la spada a cui era così affezionata. Retsu accettò la proposta sensa problemi, e così ora Capitano e luogotenente della Quarta si trovavano ad osservare una testolina rossa che a tratti faceva capolino dai cespugli.
 
- Kaede-chan, vuoi una mano? -
 
- No no Isane-chan, grazie… - rispose la rossa agitando una mano in alto.
- Dovrebbe essere qui vicino… -
 
Hanno già abbastanza confidenza da chiamarsi per nome? Pensò Retsu provando un pò di invidia. Lei non era ancora riuscita a convincere Isane a chiamarla Retsu in privato. A volte non sopportava sul serio la differenza di rango che c’era fra loro e la formalità che ne conseguiva.
 
- Trovata! - esclamò Kaede sventolando la kodachi in alto. Si alzò in piedi e si spazzò i vestiti ricoperti di terra e foglioline con la mano sinistra.  Guardò la lama e vide che era molto umida e sporca di terra. Non voleva rimetterla nel fodero in quello stato, ma al momento non aveva nulla per pulirla a parte i suoi vestiti. Pensò per un attimo di passarcela sopra, ma le sembrò subito un gesto piuttosto rozzo da fare in pubblico.
 
Unohana notò la sua esitazione. Infilò una mano sotto l’haori e ne tirò fuori un fazzoletto bianco, che le porse subito.
 
- Oh...grazie, Capitano. Poi lo laverò appena potrò… -
 
- Puoi tenerlo, se vuoi. - rispose Retsu in un sussurro, congiungendo le mani sul grembo.
 
- D-davvero? - mormorò Kaede. Lo guardò meglio e vide che nell’angolo in basso a destra vi era cucito su in nero lo stemma della Quarta divisione.
 
Unohana annuì.
 
La ragazza fece un gran sorriso ed iniziò a pulire la lama. Una volta finito, ripose la kodachi nel fodero e mise il fazzoletto in tasca, stringendolo fra le dita come un tesoro prezioso prima di allentare la presa e lasciarlo all’interno dell’abito.
 
- Beh uhm...casa mia é qui vicino, come vi ho accennato...ci vorrà poco ad arrivare… - disse timidamente.
 
- Facci strada, Kinoshita-san. - rispose Retsu.
 
La ragazza annuì.
 
Mentre camminavano verso la loro destinazione, a Isane venne in mente una domanda.
 
- Kaede-chan, come mai possiedi una spada? -
 
La domanda accese lo sguardo della rossa, non aveva mai raccontato quella storia prima di allora e l’idea per qualche motivo la riempì di gioia.
 
- Vuoi saperlo? Va bene...ve lo racconto, allora. - rispose la ragazzina.
 
- Vicino a dove vivo c’é una casa che apparteneva ad vecchio signore. Il suo nome era Hiiro. Viaggiava moltissimo per tutto il Rukongai, quando ero bambina ero solita visitarlo spesso nei periodi in cui si trovava qui. Conosceva la situazione per nulla rosea che mi trovavo ad affrontare con quella stramaledett...ehm, con la vecchietta con cui vivevo e vivo, e mi permetteva di passare le giornate con lui. Mi raccontava tantissime cose, da ciò che vedeva nei suoi viaggi alle leggende che sentiva in giro. Era come un nonno per me, diciamo. Anche se di preciso non so come sia avere un nonno. -
 
I suoi passi diventavano più leggiadri mano a mano che parlava di lui. Hiiro apparteneva senza dubbio ai pochi ricordi felici che aveva.
 
Le due Shinigami ascoltavano interessate la giovane.
 
- Hiiro-san aveva due spade: una era una lunga katana dal fodero blu, e l’altra è questa che porto al fianco. Quest’ultima mi piaceva moltissimo e lo pregavo sempre di farmela brandire almeno una volta, ma lui mi rispondeva sempre che i bambini non devono avvicinarsi a ciò che si usa per uccidere… -
 
Si fermò e si voltò verso Retsu ed Isane che camminavano dietro di lei. Prese la kodachi con tutto il fodero e con una mano la sollevò davanti a sè.
 
- L’ultima volta che lo vidi, era appena tornato da un viaggio. Mi disse che aveva visitato una terra zeppa di difficoltà e pericoli, piena di piccoli e nobili guerrieri. Bambini a cui veniva insegnato come combattere, non per uccidere,ma per difendersi da ogni avversità. Aggiunse che gli era venuta in mente quella vivace bambina dai capelli rossi, che ora sapeva essere cresciuta abbastanza da poter possedere una spada tutta sua.
Quando mi diede questa lama io lo abbracciai forte e lo ringraziai dal profondo del cuore. Aggiunse che con questa potevo difendermi se ne avessi avuto il bisogno, e che sapeva che ne avrei fatto buon uso. Aveva ragione...anche gli ubriaconi più minacciosi tremano come foglie se hanno qualcosa di affilato puntato dritto alla gola. - disse passandosi una mano fra i capelli, un sorriso goffo sul viso.
 
Isane fece una piccola risata.
 
- L’ultima volta che l’ho visto, sei anni fa, stava per ripartire. Mi disse che quello era l’ultimo viaggio che avrebbe fatto, e quando sarebbe tornato mi avrebbe insegnato qualche tecnica di spada… - la sua voce divenne meno allegra - Solo che non l’ho più rivisto. Non é mai tornato...- Si voltò di nuovo e riprese a camminare. 
 
- Davvero, non hai più ricevuto nessuna notizia? -
 
- Nessuna. Non ho la minima idea di dove sia, nè se sia ancora vivo. L’ho aspettato per lungo tempo, ma non seppi più nulla. E intanto stare con Katsuri diventava sempre più difficile. Fino a quando non sono cresciuta abbastanza da poter passare l’intero giorno fuori casa e lontana da lei. Sono anni che non perdo un’occasione per stare in sua compagnia il meno possibile. -
 
- Questa signora deve essere davvero terribile da come la descrivi... - commentò Isane.
 
- Credo che potrai vederlo di persona, siamo quasi arrivate. -
 
Retsu per tutto il tempo non aveva detto una parola. Ascoltava in silenzio tutto ciò che diceva la ragazza, più informazioni raccoglieva su di lei meglio era. Si era offerta di accompagnarla insieme ad Isane proprio per non perderla di vista un secondo. Si chiese se Kaede si sarebbe accorta prima o poi che c’era qualcosa di molto sospetto nel suo comportamento, ma decise di accantonare questo pensiero.
 
Raggiunsero una piccola casa di legno abbastanza diroccata all’esterno, le assi in alcuni punti erano marcite e l’insieme nel complesso appariva piuttosto malmesso.
Kaede si fermò proprio davanti alla porta e fece un respiro profondo.
 
Toc toc
 
Si udirono borbottii sommessi, di cui all’esterno arrivarono solo le parole “rompe” e “ora”.
 
Clac
 
Sulla porta apparve una donna molto bassa, dai tratti ruvidi e vestita malamente. Sulla testa una folta e disordinata chioma color topo, gli occhi ingialliti erano di un nero denso e opaco. Brandiva in alto una vecchia padella di ferro, evidentemente pronta a colpire qualunque visitatore si fosse azzardato a presentarsi.
Guardò prima Kaede, poi le altre due. Dopo due secondi di elaborazione, fece un primo tentativo di colpire la ragazza con la padella.
 
- TU! - urlò. Kaede schivò il colpo con naturalezza, come se fosse stato un gesto dettato dall’abitudine.
 
- MALEDETTA RAGAZZINA! Come osi non presentarti per giorni interi, lasciando indietro i TUOI doveri nei MIEI confronti! Come intendi giustificarti, dannata mocciosa?!? - menó un altro colpo, prontamente schivato.
 
- E come osi portare con te due Shinigami? Che cavolo ci fanno loro qui? Sparite! -
 
Isane osservava la scena orripilata.
Retsu represse l’impulso di usare qualche Kido su quella donna incivile, nel rispetto del proprio alto rango, della propria reputazione e dell propria saggezza. Lo mascherò con un’espressione impassibile. Voleva vedere come sarebbe andata a finire.
 
In un momento di esitazione, Kaede guardò negli occhi le due Shinigami alle sue spalle.
 
Acquistando decisione, si voltò verso la donna e rispose: - Sono solo venuta a prendere le mie cose, me ne sto andando. Per sempre. E per quanto mi riguarda, non ti devo davvero alcuna spiegazione.- Strinse i pugni in una morsa ferrea.
 
- Che diavolo blateri, stupida? Vieni immediatamente a fare la cena, oppure ti riempirò di tante di quelle padellate che…-
 
- No. -
 
- Cosa hai detto? - Katsuri non si aspettava affatto quella risposta.
 
- Ho detto di no. Non sono qui per farmi schiavizzare da te di nuovo, come hai sempre fatto da quando sono qui. Sto andando via. - rispose risoluta la rossa.
 
L’anziana donna ringhiò e di nuovo provò a colpire Kaede, quando una voce la interruppe nel bel mezzo dell’azione.
 
- Voglia scusare la mia intromissione… - iniziò Retsu.
 
- Cosa vuoi tu? E chi accidenti sei? Con quello straccio bianco che porti addosso devi essere un pezzo grosso, eh? -
 
Quella donna era abbastanza sfacciata e volgare da rivolgersi in quei termini perfino ad un Capitano. Kaede arrossì fino alle orecchie per la vergogna ed il disgusto che provava nei suoi confronti, ed abbassò lo sguardo.
 
- Sono Unohana Retsu, Capitano della Quarta divisione. Vorrei dire giusto due parole in favore della ragazza… -
 
- Senti senti,cosa potresti mai dire a favore di questa piccola stronzetta? -
 
La stizza repressa di Retsu cominciò a fare le bizze, ed Isane fece un verso di indignazione. Kaede teneva ancora lo sguardo fisso sul terreno, totalmente immobile.
 
- Come osa...come osa parlare così di Kaede, proprio lei che… -
 
- Isane. - la interruppe Unohana, la quale le pose un braccio di fronte al petto per fermarla. La ragazza comprese e ammutolì. Capì che stava per assistere alla fredda manifestazione dell’irritazione del suo Capitano.
 
- Volevo solo dire, che abbiamo soccorso la ragazza pochi giorni fa, quando é stata aggredita da un Hollow molto pericoloso… -
 
- Hah! Allora é un vero peccato che respiri ancora. -
 
Interrotta per l’ennesima volta, l’apparentemente infinita pazienza di Retsu vacillò ancora.
 
- ...e durante questa aggressione, durante la quale é rimasta ferita,ha dimostrato di possedere qualità che le permetterebbero una lunga carriera nel Gotei 13. Pertanto, una volta finita la sua degenza all’interno della nostra divisione medica, le ho proposto di iscriversi all’Accademia Shinigami che si trova nel Seireitei. Kinoshita-san ha accettato subito. - concluse, senza mai staccare gli occhi dalla volgare donnaccia.
 
- Razza di cretina, chi ti ha detto che puoi andartene dove ti pare? Tu devi rimanere qui e fare quel che ti ordino! - abbaiò la vecchia rivolta alla ragazza.
 
Kaede alzò la testa al suono di quelle parole e le lanciò uno sguardo assassino, diventata ormai intollerante alle sue offese, protratte in anni e anni. Strinse i pugni ancora di più.
 
- Non ho finito...- sussurrò Retsu.
 
L’aria improvvisamente iniziò a farsi più pesante, sia la rossa che la grigia spalancarono gli occhi nel sentire la pressione aumentare. Katsuri si appoggiò alla porta per tenersi in piedi.
 
- Lascerebbe Kaede frequentare l’Accademia? - nel suo tono più amabile, Retsu pose all’anziana quella domanda.
 
- Sei forse pazza? Questa sudicia… -
 
- Signora… - e Retsu sorrise. Ma non nel modo gentile che tutti conoscevano. Sorrise di quel sorriso che Isane sapeva non ammettesse repliche di nessun tipo,  che poteva mettere in ginocchio anche il più minaccioso degli Shinigami.
 
-...lascerebbe Kaede frequentare l’accademia? - ripeté.
 
La vecchia Katsuri ammutolì e rimase immobile, come folgorata. Sudore freddo iniziò a fuoriuscirle da tutti i pori.
Non riuscì più a replicare, la bocca leggermente aperta mostrava un accenno di denti marci.
 
- Lo prendo come un sì. - Retsu pose una mano sulla spalla di Kaede e la strinse.
- Vai, ti aspettiamo qui. - mormorò.
Kaede sentì il cuore riempirsi di gratitudine, sul viso un’espressione di meraviglia. Annuì ed oltrepassò Katsuri, entrando nella piccola casa. Quest’ultima consisteva in sole due stanze: la più grande conteneva i letti, un comodino, un tavolo, un caminetto ed una minuscola cucina. Nella stanza più piccola vi era il gabinetto. Si sedette sul suo letto ed afferrò la sua vecchia e consunta sacca di tela. Mentre vi infilava i suoi pochi possedimenti (un pigiama, un rudimentale spazzolino e un cambio di vecchi abiti) non smetteva di sussurrare “incredibile…”. Ripensò all’intera scena e le venne da ridacchiare, cosa che fece anche abbastanza sonoramente.
 
Uscì oltrepassando la soglia sulla quale la vecchia era ancora imbambolata.
 
- Sono pronta. - esclamò, il morale ora alle stelle. Si buttò la sacca in spalla.
 
- Benissimo. Allora andiamo. Buona serata, signora, e grazie per la collaborazione. Ha fatto un grande favore al Gotei 13.- disse Retsu
 
- Addio! - esclamò Kaede in tono canzonatorio, sul viso un grosso sorriso beffardo. Finalmente si era liberata di quella orribile donna.
 
Isane lanciò un’occhiata alla sacca della ragazza, chiedendosi se quel misero oggetto e le poche cose in esso contenute fossero davvero tutto quel che avesse.
 
Le tre si allontanarono, quando ad un certo punto Katsuri si riprese ed attaccò a sbraitare parole sconnesse che nessuna riuscì a distinguere. Lanciò la padella verso Kaede, ma la giovane era già troppo lontana per venir raggiunta dall’oggetto.
 
La rossa fece per riderle in faccia ma lei era già rientrata in casa sbattendo la porta.
 
La giovane iniziò a grattarsi nervosamente il naso.
Nell’osservare l’ingresso ora chiuso della casetta, l’ilarità che il tutto aveva suscitato nella ragazza aveva fatto improvvisamente un pò di spazio all’imbarazzo.
 
 - Ah...ehm...mi dispiace che abbiate dovuto assistere a...tutto questo, ecco. - disse, ora arrossendo per la vergogna che provava nei confronti di ciò che era appena accaduto.
 
- Non é colpa tua, Kaede-chan. - la luogotenente le accarezzò la testa per consolarla.
 
- L’importante é siamo riuscite a trovare un accordo, no? - commentò Retsu facendo venire i brividi alle altre due.
 
- B-beh...certamente… -
 
Cominciò a fare fresco e la sera si fece pian piano strada durante il viaggio di ritorno. Il profumo dei fiori selvatici nell’atmosfera era intenso senza essere invadente, la primavera era nella sua massima esplosione di colori e odori.
Kaede, però, poteva annusare nell’aria anche il profumo della sua piccola vittoria.
 
~☆~
 
- Onee-chan! Hai finito? Racconta, racconta, su! Lei, di preciso, chi é? -
 
- Kiyone, pazienta ancora un pò per favore: ti racconterò tutto strada facendo, ok? -
 
La testa di Isane sbucò dalla porta del bagno mentre supplicava sua sorella di aspettare che finisse almeno di vestirsi.
Dopo aver salutato Kaede e il Capitano, si era diretta nei suoi alloggi e vi aveva trovato una esagitata e curiosa Kiyone che vagava in cucina vestita di tutto punto. Non se ne stupì troppo, anzi se l’aspettava: le voci su Kaede erano circolate piuttosto in fretta, come fosse accaduto non ne aveva idea. E per sua sorella le voci di corridoio erano pane quotidiano, specialmente quando Isane stessa era coinvolta nei fatti.
Possedendo inoltre una copia delle chiavi dell’appartamento, aveva praticamente libero arbitrio su se e quando far visita.
 
- Sai, in giro dicono che sia una gran bella ragazza… - fece Kiyone. -
 
- É carina, sì. - esclamò l’altra dal bagno.
 
- Esci da quel bagno e descrivimela però! Voglio sapere! Inoltre é tardi, Sentaro e gli altri saranno giá al bar! -
La maggiore sbuffò in risposta, non riuscendo a contenere l’entusiasmo della sorella.
 
Sulla via per il locale dove avevano appuntamento con gli altri, Isane raccontò ciò che di Kaede aveva conosciuto in quei giorni.
L’interesse di Kiyone non fece altro che crescere, e le domande che le poneva man mano diventavano sempre più invadenti nei confronti della rossa. A molte, Isane ovviamente non seppe rispondere.
Preferì omettere l’intero fatto del viaggetto nel Rukongai e l’incontro con l’anziana e sgradevole signora, perchè la minore avrebbe sicuramente chiesto maggiori dettagli riguardo all’intera situazione, e Isane non era sicura che Kaede lo avrebbe voluto. Poco prima, mentre tornavano nel Seireitei, la ragazzina era improvvisamente piombata nel silenzio. Sembrava pensierosa, e quando le aveva chiesto a cosa stesse pensando lei si era solo voltata indietro per un attimo. Non disse una parola, e la luogotenente non volle indagare oltre.
 
- Oh! Sinceramente pensavo fosse più interessante di così, visto che tutti parlano di lei... - Kiyone parve delusa.
 
- Beh, non é affatto una cosa comune che una cittadina esterna al Seireitei venga condotta e curata nella Quarta divisione. Io personalmente non ricordo che sia mai accaduto, da quando sono in servizio. Ma abbiamo dovuto farlo,dato che non avevamo il materiale nè un luogo necessari per curarla sul posto come facciamo di solito...Credo che sia solo per questo che se ne parla tanto. Per il resto, é una persona normale che conduceva una vita di stenti, come tantissimi altri. -
 
- Conduceva? Non é ancora tornata nel Rukongai? -
 
Isane si preparò psicologicamente alla sicura reazione di Kiyone.
 
- Ehm...no. In realtà, il Capitano Unohana le ha offerto di entrare nell’Accademia, visto come ha reagito all’Hollow durante l’aggressione, e di ospitarla in casa sua fin quando non inizierà il nuovo anno… -
 
- CHE COSA? -
 
L’urlo di Kiyone fece voltare verso di loro alcuni passanti.
 
- Kiyone, per favore, non urlare! - le sussurrò.
 
- Mi chiedi di non urlare? Come posso non urlare, questa sì che é una notizia! Aspetta che lo dica agli altri! -
 
Isane non le rispose. Se anche le avesse detto di mantenere riserbo sulla cosa, dubitava che la sorella l’avrebbe ascoltata. Si limitò a sospirare rassegnata.
 
Arrivate a destinazione, varcarono la soglia del bar. Vennero subito accolte da un brusio e da una gioiosa voce femminile che si stava rivolgendo al barista.
 
- Tre bottiglie di sakè, per favore! -
Una singola occhiata bastava a riconoscere l’avvenente bionda che rispondeva al nome di Matsumoto Rangiku. Picchiettava ritmicamente con le unghie smaltate sul bancone nell’attesa, chiaramente non aspettava altro che avere la sua quotidiana dose di alcool nelle vene.
Venne raggiunta dalle due sorelle, che salutò allegramente.
 
- Ce l’avete fatta! Stavamo per cominciare a bere senza di voi! - Mise su un broncio scherzoso.
 
- Perdonaci Rangiku-san, ma quella tartaruga di mia sorella non si schiodava mai dal bagno! Eheh! - esclamò Kiyone, che aveva già cominciato ad esagitarsi senza aver neanche toccato il bicchiere.
 
- Ehhh, Isane, Isane! Capisco benissimo che tu voglia farti bella per la serata,io passo almeno tre ore a prepararmi… ma le donne come un certo qualcuno non frequentano posti come questo! -
Detto questo Rangiku diede una pacca sulla spalla della grigia e scoppiò in una risata civettuola. Quest’ultima fece girare parecchie teste all’interno del locale. Era possibile vederle rivolti sguardi ottusi e bocche sbavanti semplicemente guardandosi intorno.
Alla luogotenente della Quarta divisione si infiammarono le guance. Non aveva detto ad anima viva del suo interesse nei confronti di Unohana...ma era così evidente?
 
- Abbiate pietà, avevo appena staccato dal lavoro e mi sono dovuta preparare in fretta e furia… -
Piagnucolò lei.
 
- Va bene, va bene, non pensiamoci più e filiamo a bere! Ne ho assolutamente bisogno! -
Rangiku afferrò le tre bottiglie che il barista aveva appena posato sul bancone e si diresse verso un tavolo nell’angolo del locale, al quale erano seduti Hisagi Shuhei, Kira Izuru, Hinamori Momo e Kotsubaki Sentaro. Isane e Kiyone raggiunsero il gruppetto, i cui membri avevano già in mano i bicchieri pronti per essere riempiti.
Non fecero in tempo a salutarsi che due della combriccola, Sentaro e Kiyone, avevano già iniziato a battibeccare.
 
- Ma quanto ci metti ad arrivare, scimmia di una Kiyone? Mica abbiamo tutta la notte sai? -
 
- Ah, ma sta’ zitto tu! Stasera non ho voglia di sopportarti! -
 
- Non cominciate voi due, su… - Disse Izuru.
 
Una volta che tutti furono serviti le chiacchere ebbero inizio. Mentre i due terzi seggi della Tredicesima divisione discutevano animatamente come al solito, Momo chiedeva consiglio a Rangiku su come creare un certo tipo di makeup e Izuru constatava con Shuhei di quanto l’assenza di un Capitano nelle proprie divisioni fosse piuttosto pesante.
 
- A volte mi chiedo come riesco a mandare avanti tutto, sai… il lavoro di un Capitano é veramente faticoso. Spero che qualcuno verrà nominato presto alla carica… - si lamentò malinconico.
 
- Capisco come la pensi, ma i tuoi subordinati ripongono gran fiducia in te. Stai facendo un buon lavoro Izuru-san, non preoccupartene troppo. - rispose Shuhei.
 
Isane ascoltava passivamente le conversazioni dei suoi amici e non ve ne prendeva parte. I suoi pensieri avevano cominciato a correre continuamente a Kaede e al suo Capitano, si chiese cosa stessero facendo in quel momento. Avvertì una strana morsa allo stomaco che non riuscì a spiegarsi. Sorseggiava distrattamente il suo sakè quando sentì venir chiamato il suo nome.
 
- Isane-chan? -
 
Era Momo a chiamarla, ora sedutale accanto.
 
- Va tutto bene? Ti vedo un pochino assente… -
 
- Oh? S-sì, é tutto ok. -
 
- C’é qualcosa che vorrei chiederti, se non ti dispiace, certamente… -
 
Isane la guardò. Ebbe l’impressione di sapere già cosa Momo volesse chiederle.
 
- Potresti dirci di più su questa ragazza di cui si parla tanto? Voglio dire..é parecchio curiosa la voce che gira in questi giorni… -
 
Isane non aveva la testa al momento per raccontare di nuovo la stessa storia. Lasciò il compito a sua sorella, correggendola di quando in quando.
 
- E sentite qua! Unohana la ospiterà di persona fino a quando non cominceranno i corsi! - Kiyone sganciò la bomba al termine del racconto.
 
Un coro di “EH?” si levò dal tavolo.
 
- Questo sì che é strano… - commentò Shuhei.
 
- Ehi… è mai successa una cosa simile? - chiese Momo.
 
- Che io sappia, no. - le rispose Isane. - Ma sicuramente il Capitano ha i suoi buoni motivi per aver preso una decisione simile… -
 
- E chissà quali potrebbero essere? Ahh, non posso resistere. Devo sapere! - I fumi dell’alcool cominciarono a fare effetto su Kiyone. Attaccò a ridacchiare incontrollabilmente.
 
- Aaaaahhh, che mistero… i nostri superiori non svelano mai i particolari più interessanti di qualcosa a noialtri… sono una vera barba a volte. - si lagnò la luogotenente della Decima divisione che aveva già scolato tre  bicchieri di sakè.
 
Gli altri cominciarono a dibattere su quale potesse essere la ragione dietro il gesto di Unohana, quando Rangiku si avvicinò alla grigia che era appoggiata al tavolo coi gomiti, la schiena ingobbita.
 
- Piuttosto...Isane-chan, vorrei tanto sapere cosa pensi davvero al riguardo… - le sussurrò in modo che gli altri non potessero sentirla.
 
- In… in che senso? -
 
- Oh, andiamo. Penso che tu provi invidia per quella ragazzina... ti si legge anche in faccia, direi. È da prima che tieni un muso lunghissimo. - fece un sorriso sornione, certa di aver colto nel segno.
 
Isane ci pensò sopra. Quel disagio che aveva avvertito era invidia?
 
A pensarci, ha un senso. Non ho nulla contro Kaede, certo... ma forse tutta la situazione è sufficiente a rendermi invidiosa...forse gelosa, addirittura?
D’ora in avanti potranno passare molto tempo insieme…
 
Il viso di Isane divenne di nuovo color pomodoro. Ultimamente era una cosa che accadeva piuttosto spesso.
 
- Probabilmente hai ragione, Rangiku-san… - disse lasciando cadere le spalle, che aveva tenuto inconsapevolmente in tensione.
 
- Ne ero sicura, sai? Sei molto facile da capire per chi sa guardare, Isane-chan. In ogni caso, non hai ancora detto niente ad Unohana, vero? Di quello che provi. -
La bionda era diventata improvvisamente seria. Non c’era assolutamente più traccia di scherno nei suoi occhi o nella sua voce.
 
- No, non potrei mai dirle una cosa del genere. È la persona che più rispetto al mondo, che ho più cara insieme a Kiyone, non vorrei mai che questi sentimenti la infastidissero...  - rispose Isane con una vena di sconforto piuttosto evidente.
 
- Per come la penso io, non puoi sapere se la cosa la infastidirebbe davvero. Ed anzi, non mi stupirebbe affatto se lei invece ricambiasse. -
 
Rangiku sventolò brevemente una mano, mentre per poco alla grigia non andò di traverso il sakè.
Quest’ultima posò il bicchiere e cominciò a tormentarsi le dita.
 
- Ricambiare? No no, è impossibile. Lo escludo, davvero. -
 
- Non direi. Anche da un punto di vista esterno, si nota chiaramente il legame e l’affinità che c’è tra voi. Avete sempre avuto una certa intesa, no? Vi ho viste lavorare insieme, in missione, e mi pare che vi sappiate capire con un semplice sguardo. Mi sbaglio? -
 
- No, non sbagli Rangiku-san. Ciò che hai detto è vero...però mi sembra così impossibile che possa provare qualcosa del genere per una come me. Goffa, sbadata e decisamente troppo alta. -
 
- Queste tipo di intesa non si ha certo con chiunque, tesoro. E non svalutarti in questo modo, di sicuro non pensa queste cose di te. Prova a pensare, invece, se ti abbia mai dato qualche segnale di interesse. Secondo me le probabilità sono molto alte, ma potrei anche sbagliarmi. -
Anche se non credo proprio di starmi sbagliando, avrebbe voluto aggiungere.
 
- I Capitani, per orgoglio o formalità, non dicono spesso quel che pensano e non mostrano spesso quel che provano, ma dentro sono tali e quali a noi. -
 
Questo diede da pensare alla luogotenente della Quarta. Conoscendosi, probabilmente ci avrebbe rimuginato sopra per tutta la notte. Rimase in silenzio per qualche secondo, quando infine rispose.
 
- Uhm...va bene. Proverò a pensarci su. - fece un piccolo sorriso.
 
- Molto bene, ragazza! E ricorda che bisogna essere ottimisti. Le cose belle accadono sempre se si pensa con ottimismo. -
 
- Capisco...grazie davvero, Rangiku-san. -
Le rispose Isane in un moto di gratitudine.
 
- EHI! Cosa confabulate voi due? Eh? Insomma! Nee-chan, sputa il rospo! - Kiyone ora stava praticamente urlando nell’orecchio di sua sorella maggiore. Era decisamente brilla.
 
Isane lanciò un’ultima occhiata alla bionda e la vide farle l’occhiolino prima di tornare al suo liquore.
 
La serata finì abbastanza tardi. A parte Isane e Momo erano tutti distrutti dall’alcool. La grigia caricò in spalla la sorella ubriaca marcia e salutò Momo, l’unica ancora abbastanza lucida da capirla. Quando uscì dal bar la bruna stava provando a svegliare gli altri.
Isane era piuttosto stanca, ma c’era qualcuno che voleva assolutamente vedere, dopo aver riportato una svenuta Kiyone alla Tredicesima divisione.
 
Ho davvero bisogno di incontrarti ora...Capitano…
 
~★~☆~★~
 
NdA: salve signori e signorine. Perdonatemi il ritardo, ma la scuola mi sta letteralmente riempiendo di roba da studiare, sigh.
In questo capitolo abbiamo visto qualcosa in più sulla vita di Kaede nel Rukongai. È stato piuttosto divertente mettere un personaggio estremamente rozzo quale è Katsuri dinanzi a Retsu, praticamente il suo esatto contrario.
Di retroscena su questa “dolcissima” signora ne avremo in seguito ~ (Spoiler. Ah.)
Inizialmente il capitolo doveva durare di più, ma per alcune ragioni ho dovuto tagliare le due parti finali, che verranno invece inserite nel prossimo.
Spero vi sia piaciuto e grazie davvero per aver letto!
See ya next time!
 
~ Kurocchi
 
   
 
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