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Autore: Vera_D_Winters    21/10/2017    1 recensioni
Questa storia non so se considerarla una what if, un AU, un... boh.
Comunque sostanzialmente è dedicata al gdr in cui ruolo su facebook, il GDR OnePiece Caffè, quindi troverete citazioni a personaggi OC e alcune modifiche alla storia originale narrata da Eichiro Oda. Spero vi piaccia.
La trama parla di un'isola spaventosa, nascosta da una sorta di triangolo delle Bermuda, che attira a sè non tutti i viaggiatori, ma solo coloro il cui animo è stato toccato da un grave dolore o dall'ombra della morte.
Enjoy
Genere: Angst, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, ASL, Jewelry Bonney, Marco, Mugiwara
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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La sveglia di Jack quel mattino non fu affatto delle migliori, e di certo quello che stava per cominciare non era assolutamente un buon giorno. Su di lui era comparsa la faccia di Thatch stranamente pallida, e le parole che erano seguite al suo arrivo erano state percepite solo in parte dalla coscienza del pirata che lottava per svegliarsi. Tuttavia colse le informazioni basilari, e questo lo rese immediatamente cosciente e vigile, nonchè furioso.
Come aveva potuto Marco andarsene senza dire nulla, portando oltretutto con sè le uniche coordinate che avrebbero permesso loro di raggiungere sia il capitano che Ann? Che cosa diavolo gli era passato per la testa? Non glielo avrebbe perdonato, mai. Mai.
Ma quello non era il momento dell'astio e della delusione, era il momento di agire.
"Cerca nella sua camera, deve aver lasciato per forza un indizio. Io intanto faccio preparare una delle navi più piccole e veloci che abbiamo. Partiamo tra un'ora."

 

Mentre Jack e Thatch si preparavano con la loro missione di salvataggio, su Scaretale Island continuavano a susseguirsi incubi e drammi. E risse soprattutto, o principi di risse, come quella in arrivo tra Bonney e Kidda.
La scarlatta avrebbe dovuto immaginare che dietro quella bocca impertinente poteva nascondersi solo lei, Jewerly Bonney. Chi altri poteva essere stato tanto spregiudicato nonostante non fosse stato altro che un topolino in gabbia? Il cattivo temperamento della donna dai capelli rosa era quasi tanto famoso quanto la sua fame perenne.
Ed in effetti anche in catene riusciva a stare scomposta e ribelle, il bel volto fiero e le labbra strette in un qualcosa a metà tra un sogghigno e un ringhio infastidito.
Ma Kidda per quanto potesse condividere con lei alcuni tratti del carattere, sapeva essere molto più brutale, e non riservò alla compagna supernova nessun trattamento speciale o in qualche modo comprensivo. Fu con gratuita cattiveria che le andò sotto a muso duro e l'afferrò per i capelli, costringendola ad alzare il viso verso il proprio, così che i loro occhi potessero scontrarsi: una nube temporalesca dalle sfumature ambrate quelli della rossa, una placida e inamovibile marea quelli della rosata.
Era abituata a pesci più grandi brutti e cattivi di lei che la minacciavano violentemente.
Non le rivolse un'occhiata annoiata solo perchè doveva tenersela buona, e provocarla non era affatto saggio, ma non l'avrebbe assecondata di più.
Le mani di Kidda, o meglio l'unica che era ancora fatta di carne, sanguinava copiosamente, e quella meccanica aveva due dita maciullate, e una vicina a fare la stessa fine delle altre, e almeno di questo Bonney doveva darle atto: era una caprona, ma una caprona testarda, e questo deponeva a suo favore. Perciò fermò sul nascere gli improperi della pirata dai capelli di fuoco, e con voce questa volta pacata, di chi la sapeva lunga, le fece la sua proposta.
"Senti mi potrai picchiare una volta uscite da qui, ok?"
In realtà appena possibile se la sarebbe svignata, ma dettagli.
"Adesso però hai bisogno di me, come io ho bisogno di te. Per uscire da qui, qualsiasi posto sia, dobbiamo essere insieme."
E ad essere sinceri Bonney voleva solo qualcuno che le coprisse le spalle mentre lei cercava di far fronte al mistero in cui erano finite, perchè forse Kidda non l'aveva notato, ma non aveva senso che una prigione e un labirinto fossero adiacenti, così in maniera casuale. Inoltre la rosata non sapeva come l'altra supernova fosse finita laggiù, ma probabilmente non lo aveva fatto in maniera spontanea o cosciente, proprio come Bonney, la quale era naufragata con la sua nave ed al risveglio si era ritrovata lì, incatenata in un luogo che aveva visto e sognato fin troppo. Il dubbio che tutto fosse una sorta di illusione la rendeva inquieta, ma voleva provare a vagliare altre ipotesi prima di focalizzarsi su quella.
"Allora ci stai Eustass? Usciamo insieme da questo casino, poi se vorrai ancora massacrarmi di botte potrai farlo."
E lo sguardo di Kidda diceva chiaramente che sì, lo avrebbe fatto e ne avrebbe anche goduto, ma in quel momento abbassò il capo e mangiò un po' del suo proverbiale orgoglio, mentre si apprestava a liberare l'altra donna.
Tuttavia non fu necessario: le catene che stringevano la giovane svanirono come per magia, e sotto di loro si aprì una voragine oscura che le fece cadere in un baratro che sembrava non avere fine.
L'urlo di sgomento fu un coro inaspettato, mentre le due precipitavano senza freni, proprio come Alice nella sua caduta verso la tana del coniglio bianco.
Era l'isola che si ribellava all'alleanza. Lei desiderava che le sue vittime si scontrassero e si facessero a pezzi con le loro stesse mani quando lei non riusciva in quell'intento.
Perciò non le mandò dalla fenice che stava lentamente soccombendo alla sua stessa mente, no.
Le fece cadere in quella piazza dove due fratelli stavano combattendo all'ultimo sangue.
 

"Ann per amor del cielo vuoi piantarla?!"
Sabo si stava stufando di quella situazione, la sorella non sembrava volerlo minimamente ascoltare ferma in quell'assurda convinzione tale per cui lui era qualcuno da sconfiggere per trovare la libertà. Che le avessero fatto il lavaggio del cervello? Altrimenti non si spiegava affatto quel comportamento. Certo da piccoli avevano passato il tempo a fare a pugni per ogni più piccola cosa, ma da adulti le cose erano cambiate. Erano due persone con una carica precisa e responsabilità precise, e si confrontavano con le parole non con i pugni.
O almeno così era stato da quando si erano ritrovati fino a quel momento.
"Ann, basta!"
Ad un certo punto il rivoluzionario fu costretto a smettere di giocare in difesa e cominciò a colpire a sua volta. Se la sorella non era intenzionata ad ascoltare, l'avrebbe fermata in altro modo.
Vi fu uno scambio di assalti ed i due si ritrovarono a rotolare tra la polvere e la terra battuta, la corvina senza alcuna titubanza, il biondo più reticente: restituiva i colpi che riceveva lasciando lividi ed escoriazioni proprio come quelli che riceveva, ma non riusciva a fare sul serio tanto quanto la sorella.
La scazzottata però venne interrotta prima da un duplice urlo che fece alzare verso lo sguardo dei due fratelli, ora improvvisamente fermi, Ann con ancora le dita strette al bavero della giacca di Sabo che invece aveva posato le mani dietro di sè nell'intento di farvi leva e ribaltare le posizioni che avevano assunto poco prima. Ma nessuno dei due portò a termine l'azione intrapresa.
L'urlo venne accompagnato dalla caduta dal cielo di due donne che finirono proprio sopra i due contendenti, in un groviglio di braccia, gambe, vestiti sgualciti e imprecazioni.
Ann si ritrovò sbalzata leggermente via, i piedi di una sconosciuta praticamente in bocca, piedi che calzavano degli stivali che puzzavano di pioggia e fango, mentre Sabo quasi si ritrovò a soffocare sotto il peso di qualcosa di metallico che gli schiacciava la faccia e gli copriva completamente la visuale. Anche il suo petto sosteneva un peso inaspettato e fastidioso, ma non riusciva a capire cosa lo stesse schiacciando, o meglio chi. Poichè la voce irosa che si levò da chissà dove, apparteneva presumibilmente ad una donna per quanto poco esile e delicata sembrasse.
"Che cosa stracazzo è successo addesso?!"
Il rivoluzionario non si sarebbe espresso in quei termini, ma di sicuro la domanda che si poneva era la medesima, e gli sarebbe anche tanto piaciuto avere una dannatissima risposta.

   
 
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