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Autore: Lamy_    21/10/2017    0 recensioni
Qualcuno ha scritto che «il buio affascina, più è fondo, più è oscuro, più esso ci attrae, è un misterioso richiamo d’amore.»
Aranel torna a Beacon Hills dopo anni di lontananza, ma al suo rientro le cose non saranno semplici. Il mondo soprannaturale chiama lei e il branco di Scott per una nuova avventura.
Aranel lascerà che la sua innocenza venga contaminata dall’immoralità di Theo?
[Post sesta stagione. Contiene minimi spoiler]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Theo Raeken, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PASSEGGIATA NOTTURNA.

“Ti chiedo scusa se non sono come vorresti. Il fatto è che a volte non riesco ad essere nemmeno io come vorrei.”
(Anonimo)
 
 
 
Alle sei di mattina Aranel era già sveglia. Si fece una doccia rigenerante dopo una nottata insonne. Mentre si pettinava i capelli bagnati, scorse nel beauty case il luccichio dell’anello di fidanzamento, lo prese e lo mise al dito. Come se una forza oscura l’avesse aggredita, si tolse l’anello e lo ripose nel bauletto. Scese in cucina per mangiare qualcosa, ma aveva lo stomaco chiuso e bevve solo una tazzina di caffè. Quando scoccarono le sei e mezzo, pose la teiera sul fuoco e ripiegò su due bicchieri al posto delle tazze. Si sentiva sopraffatta dall’ansia non sapendo come comportarsi con Theo dopo aver scoperto la sua vera identità. Per quanto provasse a calmarsi, al tempo stesso sapeva che trattarlo come se niente fosse sarebbe stato ingiusto nei confronti dei suoi amici. Non ci credeva ancora che il ragazzo gentile e divertente che aveva conosciuto in un bar fosse uno psicopatico sovrannaturale. Fumò la prima sigaretta della giornata ma l’ennesima di una lunga estate. Attese che la teiera fumasse per versarvi dentro le bustine di thè verde, poi poggiò tutto su un vecchio vassoio in argento, che era appartenuto a sua nonna, e uscì in veranda. Il sole era tiepido e una leggera brezza addolciva l’aria, così si sedette su una sedia in vimini e stette lì a godersi il silenzio. A rovinare quel momento di pace ci pensò il suo cellulare. Sorrise nel leggere il nome di chi la stava chiamando.
“Contessa! Come stai?”
“Anche se sei mi figlia e ti adoro, ti strangolo nel sonno se continui a chiamarmi così!”
Aranel era rincuorata dalla voce di sua madre. Amanda Foster, insegnante di letteratura inglese e pittrice nel tempo libero, era soprannominata ‘contessa’ per via di una lontana parente che era Contessa di Aragona, però odiava essere chiamata così. Era una donna esplosiva, i capelli ricci sempre in disordine, gli occhi truccati dei colori più accesi, le mani e i vestiti sempre sporchi di pittura, e quella risata piena che faceva sempre rallegrare tutti.
“Ciao anche te, mamma. Allora, che combini?”
“Sto lavorando ad un nuovo quadro: una ninfa dai lunghi arti rapita da un falco blu. Sarà un capolavoro!”
“Salvador Dalì sarebbe fiero del tuo surrealismo. Come stanno Bonnie e Clyde?”
Bonnie e Clyde erano i gatti di sua madre ai quali Aranel era affezionata e che spesso portava nella sua villetta, ma in casa gli animali erano vietati a causa delle svariate allergie di Greg.
“Quelle palle di pelo stanno benissimo, mangiano e dormono. Tu come stai? E i ragazzi?” sua madre sorrise nostalgica al pensiero di Scott e Stiles, gli unici due in grado di comprendere l’animo sensibile di sua figlia.
“Stiles è ancora in Virginia e torna dopodomani, mentre ieri sera ho cenato da Scott e l’ho trovato davvero bene. Qui la vita è andata avanti per tutti.”
“Per te la vita lì si era fermata, scricciolo. Abbiamo lasciato Beacon Hill perché non era più casa nostra.”
Aranel sospirò, sua madre aveva ragione. Lasciare quella cittadina non era stato un male, aveva sofferto nel lasciare i suoi migliori amici, ma era necessario ritrovare la serenità che il divorzio dei suoi aveva cancellato. Era sempre stata una ragazzina malinconica, sensibile, emotiva, ma le cose negli anni erano solo peggiorate.
“Ti saluta Melissa, l’ho incrociata un attimo prima di andare via. Ieri ho rivisto Bob il meccanico e mi ha chiesto se tu avessi un compagno, renditi conto!”
Sua madre rise sommessamente, la cosa fece intendere ad Aranel che Kabir era rimasto a dormire lì. Frequentava sua madre da un annetto ma si comportavano da fidanzatini adolescenti senza approfondire troppo le cose, e a lei andava bene così. Vedere la felicità di Amanda ridotta in mille pezzi da un uomo per la seconda volta sarebbe stato terribile.
“Dì a Bob che gli mando un bacio enorme e ricambia il saluto a Melissa. Ora devo chiudere perché ho la consegna delle pagelle. Kabir ed io ti abbracciamo forte. A domani, scricciolo.”
“Saluta tutti da parte mia. Ciao, contessa!”
Quando Aranel chiuse la chiamata, per poco non cadde dalla sedia per lo spavento. Theo era sbucato dal nulla davanti a casa sua, le cuffie alle orecchie, e le braccia al petto.
“Dannazione! Non farlo mai più o potrei morirne.”
“Scusami, sono arrivato dieci minuti e non volevo disturbare la tua telefonata. Non volevo spaventarti.” Quella versione di Theo, dimessa e timida, stupì Aranel. Non era né il ragazzo di cui le aveva raccontato Stiles né il ragazzo che aveva incontrato nel bar.
“Non fa niente, sei perdonato. Stavo parlando con mia madre e potevi farti vedere come una persona normale.” Il tono di Aranel era sprezzante e non era riuscita a dosare le parole. Theo abbassò lo sguardo sull’erbetta secca.
“E’ chiaro che non vuoi vedermi. Sono qui soltanto per restituirti questo e per darti questi. Adesso me ne vado. Scusami ancora.”
Theo le consegnò il suo astuccio blu e un mazzo di bellissimi anemoni. Aranel sorrise spontaneamente e richiamò il ragazzo che stava riprendendo la sua corsa.
“Aspetta, ho preparato il thè verde!”
Dopo qualche incertezza, Theo fece dietrofront e fu invitato a sedersi in veranda. Aranel sciolse almeno quattro zollette di zucchero nel suo bicchiere, mentre il ragazzo lo bevve al naturale.
“Perché il the verde?”
La ragazza alzò gli occhi su di lui e inarcò le sopracciglia, quella malsana curiosità la metteva sempre in agitazione.
“Quando avevo circa dieci anni ho viaggiato con mia nonna e abbiamo trascorso due settimane a Changsha, in Cina, e ci offrirono un delizioso the verde. Me ne innamorai subito. E’ di produzione locale e lo chiamano Silver Peak, è il the verde dotato delle maggiori proprietà toniche. Da allora ogni mese mi faccio spedire dalla ditta produttrice casse intere che mi durano per almeno due mesi.” Aranel si maledì per la facilità con cui si apriva con lui, per la facilità con cui si lasciava trasportare in ogni momento da quegli occhi sempre interessati.
“Come mai tua nonna ti portò in Cina?”
“Lei lavorava per una multinazionale dislocata a Changsha, così mi propose di accompagnarla ed io accettai senza pensarci due volte!”
“Il tuo the ha una storia interessante.” Commentò Theo con un sorriso. Aranel lasciò correre lo sguardo dalla bevanda ai fiori contenuti in un vecchio vaso che sua madre non aveva voluto portare a New York. Era raro che qualcuno regalasse anemoni. Theo poteva chiaramente sentire il suo cuore battere forte, era agitata e lui ne era il motivo.
“Come mai gli anemoni?”
“Sono appropriati in un rapporto complicato. Indicano l’intenzione di fare il primo passo verso l’altro, almeno così mi ha detto il fioraio! Pensavo fosse un modo carino per chiederti scusa, ieri sono stato un vero imbecille. Nessuno dei due poteva immaginare chi fosse davvero l’altro. Io non avevo idea che fossi tu l’amica di Scott e Stiles che tornava in città, altrimenti non ti avrei avvicinato in quel bar.”
Aranel quasi si strozzò a quelle parole. Davvero lui desiderava non averla mai conosciuta? Cercò di riprendere il controllo e tirò a fatica le parole.
“In che senso non mi avresti mai avvicinata?”
“Il branco non si fida completamente di me ed è normale che siano sospettosi dopo anni. Se Scott e Stiles sapessero che ci siamo frequentati sarebbe un grosso problema: nessuno dei due vorrebbe che la loro migliore amica vedesse il ragazzo che li ha quasi uccisi. Sei meravigliosa, Aranel, però io non posso rovinare tutto proprio ora che le cose iniziano ad andare bene.”
Come un tetto divelto da un uragano e inghiottito nella tempesta, Aranel si sentì risucchiare nel vortice della falsa speranza. Era stata così sciocca a credere di poter essere sua amica, nonostante adesso sapesse la verità, ma quel discorso aveva il suo senso. I suoi migliori amici, e soprattutto Stiles, non l’avrebbero presa bene.
“Certo, capisco. A questo punto dovremmo salutarci. Grazie ancora per l’abito, per l’astuccio e per i fiori. Buona fortuna per tutto.”
Theo si alzò e strinse lo schienale della sedia mentre lei parlava, temeva quel momento da quando l’aveva vista la sera precedente.
“E’ stato un piacere, Aranel.”
Senza aggiungere altro, Aranel si chiuse la porta alle spalle e udì i passi di Theo correre lontano.
 
 
 
“Dottore, buongiorno!”
Scott si voltò verso Aranel ridendo. Era strano vederla aggirarsi per la città come dieci anni fa, come se il tempo si fosse riavvolto.
“Buongiorno. Cosa la porta del mio umile ambulatorio?”
“Ti ho portato un bignè alla crema ricoperto con glassa di cioccolato fondente, il tuo preferito.”
Aranel abbandonò sulla scrivania un sacchetto bianco da cui si diffondeva l’odore del cioccolato. Scott addentò il bignè senza troppe cerimonie.
“Questo è un tentativo per estorcere informazioni?”
“Sì, in realtà sì. Quel Theo Raeken non sembra così spietato come dicevate.”
Non le andava bene concludere la sua amicizia nascente con Theo per colpa di un passato oscuro. Si sentiva bene al suo fianco, si divertiva e riusciva a sgombrare la mente. Non aveva più guardato l’abito rosso per paura di sentire la sua mancanza. Nonostante lo conoscesse da soli tre giorni, era sicura di volerlo nella sua vita in un modo o nell’altro. Non sapeva cosa la spingesse verso quel ragazzo, sapeva solo che voleva rivederlo ancora e ancora. L’amico la fece accomodare sulla sua sedia girevole e le offrì un bicchiere d’acqua.
“Da quando è tornato dall’inferno è cambiato.”
“Aspetta, cosa? E’ davvero stato all’inferno? Credevo che fosse una metafora quando me lo avete raccontato.”
“Beh, in verità, non sappiamo bene dove sia stato. E’ stato trascinato sotto terra da sua sorella morta e abbiamo supposto che fosse finito all’inferno. Comunque, quell’esperienza lo ha decisamente cambiato. Ha cominciato a lavorare da Bob il meccanico dopo aver cacciato per sempre i Cacciatori, ha preso un monolocale in affitto e cerca di farsi perdonare. Stiles e Malia sono gli unici che gli remano ancora contro.”
“Theo ti ha quasi ucciso e ha manipolato tutti voi, come hai fatto a dargli una seconda possibilità?”
“Tutti commettiamo errori e tutti meritano una chance. Theo era molto solo e i Dread Doctors hanno fatto leva sulle sue debolezze. Non è cattivo, è solo molto confuso.”
“Sai, Scott, ho sempre ammirato la tua capacità di avere compassione e di perdonare. Mi auguro di esserne capace anche io un giorno.”
Scott si pulì gli angoli della bocca con il tovagliolino, lo gettò nel cestino e tornò da lei. Quel vestitino bianco le conferiva un’aria da bambina ma a sconciare erano i sandali col tacco color cuoio. Aranel non era tanto cambiata in quegli anni: adesso portava sempre i capelli lunghi, vestiva elegante e raffinata in ogni occasione, indossava ogni giorno un paio di orecchini diversi. Era proprio la miss perfettina di una volta.
“Ci riuscirai. Come mai mi chiedi di lui?”
“Ero solo curiosa.”
“Come sta Greg? State insieme da quanto, due anni?”
“Sono tre anni il mese prossimo. Lui sta bene. E’ il solito Greg.”
Scott prese il cellulare e lo passò alla sua amica perché osservasse bene.
“Quando avevi intenzione di dirci che ti sposi?”
La foto nella home di Facebook ritraeva Greg inginocchiato che tendeva un cofanetto blu verso di lei e quella successiva riprendeva Greg che le infilava l’anello al dito. Aranel non aveva giustificazioni. Le aveva fatto la proposta durante una cena tra amici e qualcuno, molto probabilmente Alice, aveva scattato le foto e le aveva postate.
“Non l’ho detto a nessuno perché mio padre è un megalomane nato e questa notizia avrebbe distolto l’attenzione dal suo matrimonio. Tutto qua.”
Scott non ci credeva, e non solo perché il cuore di Aranel batteva in modo irregolare quindi mentiva, ma perché lei era il tipo di persona che parla con entusiasmo di ciò e di chi ama e sembrava non essere affatto contenta del suo fidanzamento.
“Aranel, sappi solo che devi fare la scelta giusta per te stessa. Qualsiasi cosa deciderai, io e Stiles saremo con te.”
La ragazza gli diede una pacca sulla spalla come muto ringraziamento.
“Cosa pensate di fare con il nuovo lupo?” chiese, e sperava di sfuggire all’analisi psicologica del suo amico.
“Non ne abbiamo ancora parlato. E’ da troppo tempo che non ci occupiamo di queste cose, siamo fuori mano. Tu hai qualche idea?”
“I documenti non ci aiutano più di tanto. Sappiamo che la sua trasformazione risale a circa tre mesi fa e non abbiamo altro. Ho pensato che potremmo dare un’occhiata alle riprese delle telecamere che riguardano gli attacchi in centro e davanti al liceo.”
“Non si vede nulla dalle registrazioni ed era scritto anche nei verbali della polizia.” Fece Scott, anche se cominciava a seguire il filo di Aranel.
“Le telecamere erano attive quando la polizia è arrivata e ha sigillato le aree, il colpevole è sicuramente tornato sulla scena del crimine per vedere cosa avesse combinato. Tu mi hai detto che un lupo così giovane ha difficoltà a ricordare cosa fa quando si trasforma per i primi tempi, pertanto questo mi porta a credere che sia stato ripreso tra la folla dalle telecamere. La sua faccia è sulle registrazioni.”
“Da quando sei diventata così esperta di criminali?”
“Il Times organizza corsi di criminologia e partecipo da due anni. E poi prima di tornare ho letto qualcosa sulla psicologia lupesca!”
Scott e Aranel risero insieme.
“Certo, faccio finta di crederci. Sarebbe stato bello averti qui a collaborare con Stiles, sareste stati una bella coppia.”
“Sherlock e Watson al servizio del soprannaturale!”
Aranel fece un goffo inchino sorridendo al suo migliore amico.
 
 
 
Liam bevve un altro sorso d’acqua stendendosi sull’erba del parco. Aveva deciso di allenarsi nella corsa con Theo ed era stremato.
“Sono più lento per via del caldo.” Disse per giustificare la sua fiacchezza ma Theo gli restituì un sorriso di scherno.
“Sei sempre stato lento, Dunbar, è solo che te ne accorgi adesso.”
“Non sia mai che tu sia gentile. Sei composto per il settanta percento da acido corrosivo.”
Theo si versò la bottiglia d’acqua sulla testa e si tirò indietro i capelli bagnati. Alcune ragazze civettarono a quel gesto, così lui fece loro un occhiolino per tenerle contente. Dopodiché si stese accanto a Liam.
“Cosa mi sai dire di Aranel?”
Benché la mattina avesse allontanato Aranel, qualcosa lo incitava a volerla conoscere. Si sentiva afflitto da quando si erano congedati ed era una sensazione che lo opprimeva. Non potevano evitarsi dal momento che erano entrambi alla caccia del nuovo licantropo e frequentavano le stesse persone. Lui, però, era Theo Raeken e non rinunciava davanti alle difficoltà pur di ottenere la vittoria. Era ovvio che Aranel fosse presa da lui e questo lo gettava tra le sue braccia ogni volta. Ma sì, poteva averla a qualunque costo.
“Non so molto. Dieci anni fa si è trasferita con sua madre a New York dopo il divorzio dei suoi, è una giornalista, abita in un attico con piscina, ed è uno schianto!”
“Sei interessato a lei?”
“Gli occhi ce li hai, Theo, e hai potuto vedere quanto sia pazzesca quella ragazza. Quel suo essere così sostenuta mi piace un sacco!”
Theo respirò a fondo per evitare di tirare un pugno a Liam. Che Aranel fosse pazzesca lui se n’era accorto non appena aveva messo piede nel bar, aveva subito notato quell’eleganza, quella delicatezza dei movimenti, quel suo parlare in modo chiaro e pacato; sembrava una principessa. Non seppe per quale motivo gli apprezzamenti di Liam lo fecero infuriare.
“Sì, è carina.” Si limitò a commentare.
“No, quella non è carina. Quella è bella da diventare matti!”
In quel momento Theo decise che avrebbe conquistato Aranel. La desiderava solo per sé e l’avrebbe avuta. Un trillo lo riportò alla realtà e sorrise al messaggio di Scott: stasera ci vediamo a casa mia e andiamo a fare ricognizione nel bosco. Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile.
L’occasione gli si era presentata su un piatto d’argento.
 
 
 
Aranel tirava nervosamente una frangia della borsa e manteneva su di essa lo sguardo. Era seduta sui sedili posteriori con Liam a sinistra e Theo a destra, mentre davanti c’erano Scott alla guida e Malia accanto a lui. Sentiva il ginocchio di Theo contro il proprio, era una sensazione stranamente rassicurante, e si concentrò sul calore che quello sfioramento produceva benché fosse estate. Non lo aveva salutato quando era entrato in macchina, né lo aveva guardato, né tantomeno gli aveva chiesto di farsi più in là perché la stava schiacciando. Stava mantenendo il patto che avevano stipulato in mattinata. Quando Scott fermò la macchina in una piazzola di sosta, tutti scesero in silenzio e si avviarono verso il bosco.
“Cosa cerchiamo di preciso?” chiese Liam mentre già scrutava il luogo.
“Cerchiamo qualunque cosa possa dirci qualcosa su questo licantropo. Di certo è stato qui per nascondersi da occhi indiscreti e, essendo un novellino, dovrà pur aver lasciato qualche traccia.” Spiegò Scott. Malia, poco più avanti di loro, storse il naso.
“Ragazzi, il suo odore è un po’ ovunque. Dovremmo dividerci. Io e Scott andiamo più in fondo e voi tre perlustrate i margini del bosco.”
Aranel sbarrò gli occhi, non era pronta ad una escursione nel bel mezzo della notte a caccia di un essere soprannaturale. Di ritornare in macchina, però, non ne aveva intenzione e dovette accettare le condizioni. Annuì brevemente alle raccomandazioni di Scott circa il restare viva e seguì Liam e Theo. I rami degli alberi sembravano così sinistri al buio, il verso del gufo sembrava una marcia funebre, ma non era possibile, era la suggestione a giocarle un brutto scherzo. Mentre Liam analizzava un cespuglio di spine, Aranel faceva un lento giro su stessa per trovare magari qualcosa di utile.
“Va tutto bene?” la voce di Theo giunse come una doccia ghiacciata cui lei non sapeva difendersi.
“Sì.”
“Aranel, il tuo cuore sta battendo forte. Fa un bel respiro.”
Aranel si girò nella direzione del ragazzo e aggrottò le sopracciglia.
“Perchè sei così gentile? Cosa ti importa di come batte il mio cuore?”
“La gente può morire letteralmente di paura, quindi rallenta i battiti o collasserai.”
Liam si era allontanato da loro di almeno una decina di metri, era così rilassato mentre setacciava ogni albero, ogni cavità naturale e ogni cumulo di foglie. Theo, al contrario, sembrava seguire alcune orme che ad un umano erano invisibili.  Aranel non capiva perché lei, l’unica senza poteri speciali, fosse lì con loro. Forse a Scott faceva pietà e l’aveva invitata.
“Il mio cuore sta benissimo. Preoccupati per te!”
Theo si bloccò all’improvviso per lanciarle un’occhiata confusa.
“Perché diamine fai così? Non ti ho mica fatto del male, non merito di essere trattato così.”
Aranel incrociò le braccia al petto e piegò le labbra in segno di disprezzo.
“Non ti tratto in nessun modo perché, sai, tu non meriti proprio di essere trattato.”
“Cos’è, principessina, ti sei offesa perché non ti ho servito e riverito come gli altri da quando sei tornata? Volevi un bentornato tutto per te?”
Il richiamo al suo essere privilegiata in città in quanto figlia del sindaco bastò per far scattare la molla.
“Sei talmente perfido che l’inferno ti ha risputato sulla Terra perché non era abbastanza atroce per te!”
Anziché offendersi, Theo ghignò. Aranel andò su tutte le furie.
“Cosa ci trovi di tanto divertente, Raeken?”
“Sei tremendamente bella quando mi tieni testa.”
“E’ che fai uscire la parte peggiore di me, idiota.”
Aranel si sforzò per non arrossire a quella specie di complimento, raccolse un ramoscello e se lo girò tra le mani.
“A dire il vero, ho appena visto la parte migliore di te. Sono bravo a stimolare la sede oscura della tua anima.”
Theo non smetteva di sorridere e di rivolgerle sguardi maliziosi. Aranel respirò a fondo per evitare che lui ascoltasse il suo cuore battere veloce.
“Taci.”
Con poche falcate, il ragazzo le fu di fronte. Non aveva vie d’uscita se non ribattere con tutta la forza che aveva. Nel frattempo, Liam si era spinto ancora più lontano.
“Vuoi sapere cos’altro sono bravo a stimolare?”
Aranel per poco non gli vomitò in faccia e si limitò a scuotere la testa disgustata.
“Tu sei un pervertito. Scansati, adesso!”
“Perché ti comporti così? Voglio saperlo.”
“Vuoi saperlo? Vieni da me e mi dici che la tua bella reputazione potrebbe essere rovinata se Scott e Stiles sanno che ci frequentiamo, poi mi dai consigli su come non collassare e infine fai lo spiritoso. Sei davvero bipolare. Hai deciso di non essere mio amico e allora rispetta la decisione.”
Theo fu colpito e affondato. Era stato incoerente in meno di ventiquattro ore e Aranel era palesemente irritata. No, non era quello il modo giusto per attirare la sua attenzione. Doveva cambiare tattica. Doveva mostrarle il vero se stesso.
“Hai ragione. Sono un cretino. Stamattina ero davvero convinto di quello che ti ho detto, però poi ci ho riflettuto bene e ho capito che è un’idea stupida. Passerai l’estate qui, saremo costretti a vederci parecchie volte, a frequentare le stesse persone, e ignorarsi è impossibile. Ho solo paura che Stiles al suo ritorno ti convincerà a lasciarmi stare.”
Aranel lesse nei suoi una profonda solitudine e le venne quasi da piangere.
“Io non sono Stiles, io penso con la mia testa e valuto con il mio cuore. Non devi spingermi via per paura che io possa cambiare idea su di te. Hai fatto cose orribili e nessuno lo esclude, però stai provando a rimediare ed io sono disposta a darti una mano. Hai tre mesi per farti aiutare. Devi fidarti di me, Theo.”
“E tu devi fidarti di me.”
Theo allungò la mano e Aranel la strinse.
“Affare fatto.”
“Ragazzi, venite! Scott e Malia hanno trovato qualcosa!”
Liam li portò sul lato ovest del bosco, il punto più tenebroso e fitto. Scott reggeva una giacca da uomo.
“Abbiamo scovato questa giacca ai piedi di quella quercia. Alcune chiazze di sangue sporcano le maniche e le spalle. C’è scritto D&G sull’etichetta.”
“E’ un nome? Una sigla?” disse Liam osservando quelle lettere. Aranel scoppiò a ridere e gli altri restano basiti. Malia sbuffò.
“Perché ridi?”
“Dolce e Gabbana, è quello il significato. La giacca fa parte di un completo di alta moda. Il vostro lupo è abbastanza benestante da potersi permettere un capo del genere.”
“Almeno adesso sappiamo che è un uomo e che gli manca una giacca!” fece Theo con un’alzata di spalle. Scott sorrise alla sua migliore amica.
“E’ stata una decisione saggia portarti con noi, Sherlock!”
“La ringrazio, Watson.”
Malia fece saettare gli occhi da Scott ad Aranel e scosse la testa.
“Viva il magico duo! Adesso torniamo a casa. Sono esausta e ho voglia di un hamburger.”
Scott le mise un braccio attorno alle spalle e accennò agli altri di ritornare alla macchina.
“Sei stata brava.” Disse Theo una volta sulla strada per la città. Aranel arrossì e sorrise.
“Ti ringrazio. Scusami per la pessima battuta sull’Inferno, sono stata crudele.”
“E tu scusa me per averti dato della principessina viziata. A proposito del bentornato, ti va di andare a fare colazione insieme domani?”
“Ci vediamo alle sette al Denim Café.”
 
 
 
Salve a tutti! :)
Adesso che Aranel e Theo si sono chiariti le cose cominceranno a farsi interessanti. Vedremo cosa combineranno!
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo.
Alla prossima.
Un bacio.
 
Ps. Aranel as Leighton Meester.
 
Ps. Perdonate eventuali errori di battitura.

 
  
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