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Autore: Violetta_Keehl_2002    21/10/2017    1 recensioni
Dopo uno spettacolo, Kenny, un malvagio clown schiavista, decide di fare altri soldi in un modo molto particolare...
Genere: Drammatico, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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"Mamma, svegliati!" Imploravo, in lacrime, scuotendo il corpo, senza vita, di mia madre "Ti prego, svegliati, non è il momento di dormire!"
Dopo diversi tentativi, smisi di cercare di svegliare Mamma e mi rintanai a piangere in un angolo del camion.
Mi sentivo il mondo cadere addosso e ormai avevo perso fiducia nel genere umano, tanto che evitavo tutti, inclusi gli altri schiavi. Non ho più parlato con nessuno e non volevo più stare con qualcuno.
"Dai, non piangere, Dex" Mi disse un mio compagno per consolarmi.
"Vattene via!" Gridavo, piangendo "Ti prego, non voglio morire!"
Consideravo tutti degli assassini, tanto da evitare chiunque.
L'unica persona con cui riuscivo a parlare era Laura, una bambina dai capelli rossi. Probabilmente perché, oltre a me, era l'unica bambina presente.
Una volta arrivati, io e gli altri schiavi scendemmo dal furgone e finimmo in una fabbrica abbandonata ancora più lontana della precedente. Da lì iniziò l'inferno:Dovevamo pulire l'intera fabbrica, che ogni giorno si sporcava sempre di più.
C'era chi puliva i pavimenti, chi i muri o altro. Io e Laura, invece, dovevamo occuparci del camion di Kenny. Il primo giorno io e lei dovettimo prendere e seppellire i cadaveri rimasti all'interno del camion. Quando trovai quello di mia madre, mi sdraiai accanto a lei, abbracciandole il braccio sinistro, e mi misi a piangere, interrompendo il lavoro.
"Mamma..." Sussurrai, piangendo.
"Dex, va tutto bene?" Mi chiese Laura
"No" Risposi, singhiozzando "Non c'è niente che va bene"
A quel punto Laura mi abbracciò forte e capí meglio il motivo per cui lei era l'unica di cui mi fidavo:Mi ricordava Mamma per via della sua enorme bontà. In un certo senso era come se mi capisse.
Quella è stata una cosa veramente molto bella.
Ogni giorno che passava, mentre lavoravamo, Kenny prendeva uno schiavo a sua scelta e lo faceva scomparire. Avevo sempre paura di essere scelto, oltre di perdere Laura.
Poi, un giorno, ho compiuto 7 anni. Il peggior compleanno della mia vita.
Non ho avuto una torta o una festa, ma solo un bruttissimo regalo:Delle frustate, che ottenni solo perché, per sbaglio, ho bucato una ruota del camion.
"Basta!" Urlavo, piangendo, durante le frustate "La prego, mi fa male!"
Era come se parlassi al muro, infatti faceva finta di non sentirmi, mi offendeva e continuava a ridere e dire cose che mi facevano ricordare la mamma, facendomi soffrire ancor più di quanto non lo stessi già facendo.
Una volta libero scappai via, lontano da tutti, nel seminterrato della fabbrica, presi una coperta trovata per terra, mi rannicchiai in un angolo e, con la coperta attorno al corpo e la schiena ferita e bruciata, mi misi a piangere.
"È solo un sogno" Mi dicevo "Solo un brutto sogno" 
Tentai di svegliarmi chiudendo gli occhi, intrisi di lacrime, e sforzandomi convincendomi di stare sognando, dandomi ogni tanto dei pizzicotti, fino a che capí che ero perfettamente sveglio. Cercai di pensare a qualcosa di bello, ma quello a cui riuscivo a pensare solo i ricordi della schiavitú e a quando Kenny ha ucciso la mia mamma, oltre ai pomeriggi passati a giocare con i miei amici, che probabilmente non avrei mai più rivisto. Era tutto inutile e non mi consolava affatto.
Ripensavo alla morte di Mamma in continuazione, e anche al fatto che Kenny, oltre al mio compleanno, mi aveva completamente rovinato la vita.
Avrei tanto voluto essere a letto, in pigiama, con i denti lavati, sotto le coperte, con Mamma a leggermi una fiaba e il bacio della buonanotte alla fine, prima di addormentarmi. E invece no, mi trovavo in quel posto orribile e ad essere trattato come una bestia, senza più una famiglia e completamente privato della libertà e del tempo per giocare o correre nei prati e con un compleanno senza torta o regali. Pensavo addirittura di uccidermi, pensando di non avere più speranze. "Che motivo ho per vivere?" Mi chiesi "Quel clown ha ragione:Sono solo uno schifoso insetto, tanto a chi piaccio, se valgo meno di niente?" A un certo punto sentí qualcuno aprire la porta, così urlai, in lacrime:"Vattene via da qui, sporco assassino che non sei altro!"
Ormai non mi fidavo più di nessuno, neanche di chi cercava di aiutarmi.
"Dex" Mi disse la voce "Sono io, Laura"
A quel punto alzai la testa per vederla in faccia e notai che in mano portava una tortina con una candelina sopra.
Insieme a lei c'era Mariana, un'altra schiava di forse 15 anni, la quale portava in mano qualcosa avvolto nello scottex.
"Tanti auguri, Dex" Mi disse la ragazza "Spero che accetterai il mio regalo"
Così lo presi e lo aprì, vedendo che Mariana mi aveva regalato un piccolo tigrotto di peluche.
"Grazie ragazze, grazie di cuore!" Dissi loro, così, dopo che Mariana e Laura mi cantarono la canzone di compleanno e aver spento la candelina, mangiammo la tortina. 
Non dovevamo dividerla con nessuno, anche perché eravamo rimasti solo io, Mariana e Laura.
"Ho un piano per scappare" Disse la ragazza "Cosa ne dite?"
"Certo che si!" Dissimo io e Laura in coro, così sentimmo il suo piano.
Una volta arrivata la notte, lo attuammo:Approfittandosi della sua memoria da elefante e del fatto che puliva i pavimenti, Mariana disegnó su un foglio la cartina della fabbrica e ci diede la mappa, che indicava anche tutte le vie di fuga possibili.
Purtroppo, prima di andare, ci ricordammo che quella notte uno di noi doveva sacrificarsi a Kenny.
"Vado io" Dissi "Voglio raggiungere la mia mamma!"
"Vuoi abbandonarmi?" Chiese Laura, preoccupata "Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te?"
"No, ma mi manca la mia mamma"
"E io non conto nulla per te?"
"Si, ma..."
"Vado io!" Esclamò Mariana all'improvviso "Così nessuno abbandonerà nessuno!"
"Ma, Mariana..." Dissimo io e Laura perplessi. Non volevamo perdere la nostra nuova amica, la quale, però, insistette, promettendoci di denunciare quel pazzo di un clown e, a me, di conservare il tigrotto di peluche, che mi tenevo nella tasca della mia camicia azzurra.
Così, mentre Kenny si occupava di Mariana, io e Laura fuggimmo dalla fabbrica, alla ricerca di una stazione di polizia, in modo da denunciare quel folle di un clown.
Spazio autrice:Buonciao a tutti, ragazzi, ci ritroviamo in questo nuovo capitolo, eh? :D
Beh, questa volta, come avrete già capito dal primo capitolo, ho deciso di concentrarmi di più sul dolore psicologico, anziché su quello fisico, e di mettere come protagonista un bambino, anche perché, secondo me, funziona meglio. Apparte ciò, spero continuiate a seguire la mia storia, anche se forse sarà peggio di tutte le altre di Kenny messe insieme.
Ora sarà meglio che vada, ci vediamo presto! ;)
   
 
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