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Autore: vortix    21/10/2017    2 recensioni
Per creare un classico della letteratura non basta un grande talento e una vivida ispirazione, ma una penna speciale.
Senza di questa non hai alcuna speranza di poter entrare a far parte nella lista degli Autori che hanno fatto la storia.
C’è un problema però: se la penna può dar vita ad un nuovo capolavoro letterario, al contrario questo piccolo oggetto (se finisce in mani sbagliate) può dare il potere di distruggere qualsiasi tipo di libro, compresi tutti i testi che testimoniano la mitologia greca e romana.
E se vi dicessi che questa penna è sparita dalla biblioteca del Campo Giove?
Storia che segue “L’ultimo dei Re”.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Nico/Will, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una serie di (sfortunati) eventi.'
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(scusatemi la gif, ma era troppo divertente)
3




 
È inutile dire che dopo l’annuncio a sorpresa di Reyna tutto il Campo è andato nel panico. Se fino a cinque minuti fa pensavo che quella penna non fosse tanto importante per la mia personale esistenza, dopo l’espressione di terrore dipinta sul volto di tutti i semidei romani comincio a ricredermi.
In mensa la confusione è diventata improvvisamente insopportabile, tanto che Reyna è costretta a fare un cenno con il capo per farci capire di seguirla fuori.
Io, Hazel e Frank recepiamo il messaggio, e a quanto pare anche Logan, che compare dal nulla in stile Nico di Angelo.
Parlando del diavolo, il figlio di Ade (che coincidenze) spunta fuori non appena usciamo dalla mensa e fissa Reyna con uno sguardo preoccupato.
I due si guardano come se stessero comunicando telepaticamente, e la tensione è palese.
«Dobbiamo recarci al Senato e discutere della situazione.» Annuncia poi il pretore.
«Una riunione in Senato? Alle sette di sera? Di giovedì?» Chiede Frank.
«Lo so, lo so. La serata karaoke dovrà essere posticipata.»
«Ehi, perché nessuno mi ha avvisato della serata karaoke?» Esclamo, ma nessuno sembra calcolarmi.
Così Reyna parte in quarta, e seguita da noi cinque come dei pulcini con mamma papera, arriviamo fino ad un palazzo alto una decina di metri, completamente bianco con tanto di colonnati, che Hazel mi indica come il Senato del Campo Giove.
Quando entriamo io mi sento intimorita dalla maestosità del posto: l’atmosfera ricorda perfettamente quella dell’antica Roma, come se fossi tornata indietro nel tempo. Una serie di statue rappresentati le maggiori divinità romane sono posizionate lungo i maggiori corridoi, i pavimenti sono rivestiti di un marmo bianco quasi accecante, e un leggero profumo di incenso riempie tutta l’aria. I nostri passi lungo le varie stanze rimbombano con un leggero eco, finché non arriviamo nella Curia Iulia, la sala principale dove sono sempre avvenute le riunioni più importanti dal tempo di Giulio Cesare. Quest’ultima è molto simile ad un’aula magna, con le rispettive gradinate e una zona centrale a forma ovale, che permette di avere una visuale perfetta di tutta la stanza.
Le gradinate sono occupate per la metà da un gruppo di anziani vestiti con delle toghe di diversi colori, che chiacchierano tra di loro con fare ansioso.
In cima all’ultimo gradino una statua alta circa sette metri di Zeus punta il suo sguardo verso di noi: la particolarità è che non è una statua bianca normale, ma è colorata.
La toga è azzurra come il cielo, la barba è grigia e il fulmine che il dio tiene stretto nella mano destra risplende di luce propria, come se fosse vero.
«Perché Giove è colorato?» Chiedo a bassa voce ad Hazel.
Più in là noto Logan alzare gli occhi al cielo, ma decido di ignorarlo.
«Contrariamente a come si pensa, le statue nell’antica Roma erano colorate. Noi adesso le vediamo tutte bianche perché con il tempo si sono scolorite.»
La mia vita ha di nuovo un senso. Penso che mi ci vorrà un bel po’ di tempo per metabolizzare la cosa.
Reyna nel frattempo si avvicina al centro dell’aula magna, e poco dopo sbuca anche Jason con fare preoccupato, e si affianca a lei.
Io invece seguo Frank e gli altri che si siedono sulla prima gradinata di scale, proprio davanti ad un paio di senatori che stanno discutendo su chi sia il miglior scrittore dell’antica Roma.
«Romani!» Annuncia Reyna in latino, urlando con voce piena per farsi sentire. Improvvisamente tutti quanti smettono di parlare, e prestano attenzione alla ragazza.
«Non vi farò perdere tempo con inutili premesse, la Penna d’Autore è scomparsa dalla biblioteca del Campo.»
Un rumorio si alza dagli spalti. «Come ben sapete la Penna è fondamentale per la cultura di cui noi siamo i creatori e sostenitori, e se finisce nelle mani sbagliate tutto questo, -Reyna indica la stanza- e tutti noi potremmo fare una brutta fine.»
Un senatore dalla toga viola si alza di scatto dalla sua gradinata e comincia a parlare. «Reyna, era da anni che la Penna non scompariva. Magari finalmente abbiamo un nuovo Autore.»
La ragazza sospira, e capisco che vorrebbe tanto fosse così. «Purtroppo sulla targa della teca non c’è scritto nessun nuovo nome… In realtà non c’è scritto proprio niente.»
Ancora sussurrii e voci varie.
Senza pensarci, mi alzo anche io e prendo la parola. «Ma Reyna, è impossibile. Tu stessa mi hai spiegato che la Penna non aspetta altro che un nuovo Autore da cui andare. Ci deve essere pur scritto un nome.»
A meno che su quella targhetta non venga inciso un nome di uno youtuber, altrimenti è meglio che non ci sia scritto niente.
«Reyna ha detto che nella targa non c’è scritto niente. È ovvio che la Penna sia stata rubata da qualcuno.» Interviene con tono saccente Logan, e tutti cominciano a commentare la nuova ipotesi a voce alta.
A proposito, che diavolo ci fa qui? Da quando gli è permesso stare nel Senato del Campo Giove durante una riunione straordinaria?
Okay, voi potreste rispondermi benissimo che queste domande potrebbero essere rivolte anche a me, ma penso che le mie ultime esperienze e la mia pseudo morte mi abbiano dato il diritto di andare dove cazzo mi pare. Detto in parole povere.
Logan mi rivolge un’occhiataccia, come se fossi stata io a rubare quella dannata Penna, e si risiede vicino a Nico, che esamina attentamente tutto quello che sta succedendo.
«Ma che ha problemi ha quel tipo?» Sussurro alla mia nuova amica Hazel, ma lei è troppo concentrata su quello che sta dicendo Jason.
«Logan ha ragione, -interviene il ragazzo- non è mai successo che la Penna sia scomparsa e che la targa non riveli chi sia il nuovo Autore. E’ molto probabile che sia stata rubata, ma da chi? Tarquinio il Superbo è morto, no?»
«E ci mancherebbe altro.» Rispondo io una volta che tutti guardano nella mia direzione.
«È il caso di avvisare Chirone?» Chiede Jason alla sua collega.
«No, per ora è un problema nostro. I Greci a malapena sanno che esiste la Penna.» Risponde secca Reyna, e il suo tono è così glaciale che quasi mi ferisce, anche se non stava parlando con me.
Ma improvvisamente Nico si alza dal suo posto, con fare deciso. «Reyna, penso che invece tu debba avvisare il Campo Mezzosangue. Questo è un problema di tutti, se la penna fosse usata per…»
«Nico, so quello che faccio. Per ora non allarmeremo nessuno. Nessun imperatore, re o dio ha minacciato di distruggerci per ora, quindi non abbiamo niente di cui preoccuparci a tal punto di coinvolgere i greci. Possiamo cavarcela anche da soli.»
Ascoltando le parole di Reyna mi viene in mente che Percy qualche giorno fa mi aveva raccontato la vecchia diatriba che c’era tra greci e romani, e anche se con la battaglia di Gea sembrava che l’odio fosse stato riposto, il tono della ragazza mi fa capire che entrambi i Campi vogliono rimanere indipendenti, e che si taglierebbe una gamba piuttosto di coinvolgere gli altri semidei in una situazione come questa.
La riunione finisce poco dopo, e sebbene i senatori del Campo Giove erano contrari alle idee di Jason e Reyna, gli ordini sono stati quelli di mantenere la calma e di spedire il giorno successivo delle piccole truppe in ricognizione per la ricerca della Penna.
Una volta usciti dalla Curia, Hazel e Frank mi salutano, per poi andare nelle rispettive stanze per risposare; Nico invece mi fa un cenno con il capo, e mi rendo conto che questo è il saluto più caloroso che il ragazzo dalla giacca di pelle mi abbia mai fatto.
Jason se ne esce insieme a Logan parlando di qualcosa che non riesco a capire, e così rimango da sola con Reyna.
Quando usciamo definitivamente dal Senato tra noi vige un silenzio imbarazzante, e tra tutte le cose che potrei dire in questo momento, non posso fare a meno di dire questa.
«Che razza di problemi ha Logan? Perché l’unica manifestazione d’affetto che potrei mostrare nei suoi confronti è un pugno nello stomaco.»
Reyna si mette a ridere, prendendo una strada che non avevo mai fatto. La sera sta calando e il sole ormai è all’orizzonte.
«Logan è un ragazzo particolare. Non sarà il massimo della simpatia, ma di lui puoi fidarti, è uno apposto. Bisogna solo capirlo e farti piacere.»
«Strano per un figlio di Afrodite, no?»
«Venere. -mi corregge lei- E comunque gli stereotipi sui figli della dea dell’amore sono sì molto veri, ma non sempre. Vedi te stessa, per esempio: se non avessi il potere di luce non direi che tu sia una figlia di Apollo, Leo mi ha detto che hai fatto schifo in tutte le sue prove di abilità. E di certo non sei vanitosa o non fai di qualsiasi frase che pronunci una nuova canzone.»
E quindi secondo Leo ho fatto schifo alle prove di abilità di Apollo? Beh… a pensarci bene non ha tutti i torti.
Anche se non sono soddisfatta della sua risposta, io e Reyna camminiamo ancora per qualche minuto finché lei non si ferma davanti ad una specie di condominio a due piani poco illuminato, per poi porgermi una chiave in bronzo.
«Qui ci sono alcune stanze che vengono usate dai semidei che stanno al Campo Giove solo per qualche giorno… La tua sta al primo piano, per questa notte dovresti trovarti bene.»
Io la ringrazio, finché lei non dice: «Ma chissà, potrei trovarti un alloggio più duraturo, se mai vorrai rimanere qui. Ti lascio pensare, buona notte!»
E se ne va.
Mi ha appena chiesto di trasferirmi al Campo Giove?
La mia testa sta decisamente per scoppiare: ho vissuto al Campo Mezzosangue per neanche due settimane di fila e già mi propongono di trasferirmi dall’altra parte del Paese.
Improvvisamente mi ricordo di avere anche una vita in Italia, dalla mia vera famiglia, e la confusione mi investe in meno di dieci secondi.
Decido di rimandare la decisione a un futuro indefinito perché sono troppo stanca anche per ricordarmi come mi chiamo, e quando apro la porta della stanza che mi è stata assegnata, mi tuffo sul letto e crollo in un sonno profondo.
 
“Ho inventato io il mito. Ho inventato io la letteratura. Ho creato io questo mondo, è opera mia se tu esisti.”
“Ma Signore, come può arrivare a fare una cosa del genere?”
“Ragazzo mio, non capisci? È una questione di principio: troppi ormai mi hanno succeduto, e io rischio di finire nel dimenticatoio… Ah, e io che pensavo che quello che ho scritto mi avrebbe assicurato l’immortalità! Devo rimediare: distruggerò tutto quello che è stato scritto fino ad ora, compreso quello che ho prodotto di mia mano, e riscriverò tutto daccapo.”
“E come pensa di poter farlo?”
“Semplice, mi riprendo ciò che è sempre stato mio.”
 
 
Quando mi risveglio la luce del sole mi acceca, e io sono costretta a richiudere gli occhi per recuperare la vista. Incredibile, vero? L’essenza del mio potere è la stessa che mi crea più problemi di quanti voi immaginiate.
Rimango per qualche minuto sdraiata sul letto della mia stanza, e mi accorgo di non essere nella Cabina Sette del Campo Mezzosangue: il soffitto è rivestito da una particolare carta da parati che ricorda molto dei disegni nelle antiche domus romane, il letto è più basso di uno di quelli in cui sono abituata a dormire, e nell’angolo vicino ad un armadio in legno c’è un mobile con una televisione al plasma; quando l’accendo comincio a ridere. Il volto di Alberto Angela immerso nei resti di Pompei compare sullo schermo, con tanto di sottotitoli in inglese per i più pigri.
Ma dopo aver visto “C’è Posta per un Dio” non credo di superare il mio livello di incredulità.
La voce che proviene dalla tv però mi fa ricordare il sogno che ho appena fatto: una serie di frasi buttate a caso si ripetono nella mia mente da una figura che non riesco ad identificare o a dargli un senso.
Leggere Freud a quanto pare non ha funzionato niente.
Così decido di lasciar perdere, e quando mi accorgo che sotto la televisione c’è un minibar, la questione del sogno viene completamente messa in secondo piano.
Dopo due pacchetti di biscotti alla vaniglia e una lattina di tè al limone qualcuno bussa alla porta, ma prima che io possa anche solo deglutire, questa si apre.
I capelli ricci e folti di Hazel sono i primi a comparire nella mia visuale, così io mi ripulisco dalle briciole e saluto la ragazza con ancora una voce assonnata.
«Buongiorno, pronta per la guerra?» Chiede lei.
Se stessi ancora bevendo il mio tè al limone molto probabilmente avrei sputato tutto quanto.
«Guerra? Trump ha lanciato un ultimatum alla Corea del Nord?»
«Peggio.» Afferma lei, sorridendo paradossalmente. «Oggi è la giornata dell’allenamento in guerra a squadre.»
Non suona molto bene come attività di divertimento, devo ricordarmi di fare un richiamo al centro ricreativo.
«Sei sicura che tu non ti sia confusa con la gara di mini golf?» Chiedo, speranzosa.
Io non ho la minima intenzione di partecipare ad una guerra a squadre.
«Negativo. Reyna ha detto di continuare con le nostre attività quotidiane come se non fosse successo nulla e noi faremo quello che ha detto. -Hazel fa una pausa, sfoderando la sua spada d’oro, che lei chiama “Spatha”- Andiamo, ci sarà da divertirsi!»
«Eh no, non mi fregate più. “Ci sarà da divertirsi alla Caccia alla Bandiera!” e poi sono quasi morta. “Ci sarà da divertirsi nella missione!” e sono effettivamente morta. Mi dispiace, ma io passo.»
Hazel ridacchia, e come se non avessi detto niente lei mi trascina fuori dalla mia stanza, e io capisco che alla ragazza non piace sentirsi un “no” come risposta.
 
 
 
 
 
 
………..
Salve a tutti! 😊
Allora, ho scritto questo capitolo in treno con un marmocchio di due anni che urlava come un indemoniato, quindi se vi fa schifo do la colpa a quella bestia di Satana.
BEH, chi non è pronto per l’addestramento in guerra al Campo Giove? Io probabilmente mi sarei finta morta.
Diciamo che questo capitolo non ha molta utilità, si scopriranno cose nei prossimi capitoli, ma mi serviva farne uno di passaggio altrimenti mi sembrava che non ci fosse un equilibrio, non so se è chiaro hahah
Ma l’avete visto il nuovo sito dedicato ai libri di zio Rick??? Avete fatto il test? Io sono figlia di Atena, e anche se mi sento molto figlia di Apollo diciamo che il risultato non mi ha deluso.
(E poi diciamocelo, le domande erano penose.)
Niente spero vi sia piaciuto il capitolo, d’ora in avanti penso di postarne uno a settimana; purtroppo gli impegni universitari e problemi vari non mi permettono di fare di meglio.
Scrivetemi cosa ne pensate, si accettano scommesse su chi è il cattivo della storia 😊
Potete trovarmi su Twitter (@glaukopsis) oppure su Instagram (Già vi sto mettendo il mio account WOW -@_ametaphor)
Grazie a tutti per essere passati,
un bacio, Claire.
   
 
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