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Autore: Vanya Imyarek    22/10/2017    1 recensioni
Setne è tornato in vita, ha il potere del Libro di Thoth a disposizione, e Chad e Penelope hanno solo idee piuttosto vaghe sul cosa fare.
Nella situazione più complicata e pericolosa che si siano trovati ad affrontare finora, i due doppiogiochisti si ritroveranno alle prese con morti viventi, divinità imprigionate che tentano di scappare, strategia militare, bambini dai poteri incredibili, e psicologia applicata in pessimi modi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                       CHAD

RIBELLI  SENZA  CAUSA:  UNA  FREGATURA  PAZZESCA

 

 

 

 

 

Ve lo ricorderete il piano concertato con Chirone, no? Lui ne discusse solo con me, Maisie e Sadie, ma in seguito, con tutte le cose che andarono storte, tutto il Campo volle saperne i dettagli in modo da lamentarsi con più accuratezza e biasimare le persone giuste.

 Quello che non sapete sono le contromosse dell’esercito di Setne così come originariamente pianificate, e saranno quelle che procederò a illustrarvi.

 Il nostro arrivo sorprese un po’ tutti, quella sera: non erano in programma riunioni, si erano già tenute al mattino, dopo il fiasco di Tombos. Regina si spaventò anche, pensando che fossimo stati scoperti e fossimo scappati lì come misura di emergenza.

“Molto più liete nuove, per fortuna” chiarii, non appena si fu un minimo tranquillizzata. “Sappiamo dov’è Gaia”

 Cacofonia di richieste e domande in risposta.

 “O almeno, sappiamo dove sia Anubi” si sentì in dovere di puntualizzare la mia socia. “Questo pomeriggio, ha contattato Sadie”

 Riferimmo brevemente le circostanze verificatesi a cena, con Setne che diventava sempre più immusonito a ogni parola pronunciata.

 “Non capisco” chiosò alla fine. “Da come è arrivato quel messaggio, sembra che Anubi l’abbia inviato di nascosto, ma questo implicherebbe che Gaia abbia ancora controllo su di lui, e nessuna intenzione di ricongiungerlo alla sua fazione”

 “Avrebbe ancora senso” gli fece notare Hazelle. “Potrebbe volerlo ricongiungere alla sola Kebechet. Anzi, magari spera di convincere anche lei a passare dalla nostra parte”

 “Avrebbe comunque dovuto dirlo a noi! Quali che fossero le sue intenzioni, quella ragazza ha fatto una pessima mossa”

 “Gaia è una persona gentile e compassionevole” ribatté Dakao, spingendosi pure a lanciargli un’occhiataccia. “Semmai, sarà Anubi ad approfittarsene. Anzi, sicuramente. Non vi siete resi conto che la trappola non è per Sadie, è per Gaia? Le avrà detto di voler tornare a tutti i costi dalla figlia, le avrà prospettato di riunire la famigliola sotto il nostro controllo … lei è sempre stata convinta che le famiglie dovessero restare unite nelle avversità … e intanto ha mandato quel messaggio al Nomo, in modo che arrivi una spedizione a liberarlo dal controllo e, perché no, anche catturare Gaia e costringerla a rivoltare il potere del libro contro di noi! La nostra non deve essere una missione punitiva, deve salvarla!”

 “Ragazzo, calmati, per cortesia” intervenne Setne. “Capisco che quando c’è una bella bambolina di mezzo non vorresti pensare nulla di male di lei. Ci sono passato anch’io. Ma purtroppo un bel faccino non corrisponde sempre a onestà e affidabilità, più spesso il contrario. Non nego che tu abbia ragione, che la nostra Gaia stia correndo un grosso rischio … dico solo che le apparenze non depongono molto a suo favore”

 Dakao fece per protestare, ma Setne lo interruppe subito. “Non è una condanna a priori. Non faremo una missione né per punire né per salvare: dovrete solo riportare entrambi qui. Il resto si vedrà. Ora, iniziamo a fare un po’ di cara vecchia strategia, vi garba?”

 “Dovremo considerare anche la presenza dell’esterna” rifletté Luciano. “Se Chad e Sadie fossero partiti da soli, o con Penelope, questa sarebbe stata l’occasione perfetta per ucciderla. Ma con quella Maisie, Chad dovrà restare nella parte del loro alleato per tutto il tempo, e questo, a seconda di chi sopravvive, potrebbe darci dei problemi”

“Ah, sì. Il problema vero, però, è che siamo ignoranti come delle capre. Ho sentito Gaia formulare l’incantesimo per impedire ad Anubi di comunicare con Sadie, ma non posso sapere se abbia praticato un controincantesimo. Se non l’ha fatto, non ho idea di che cosa possa inventarsi il dio per parlare con la sua ex, ma probabilmente sarà qualcosa di molto contorto”

 “Però la strategia del Campo non lo è” notai. “Anche loro avevano troppe poche informazioni. A parte andare lì con i travestimenti dei figli di Ecate e fingere l’uno di essere qualcun altro, non hanno pensato a molto a parte osservare quello che sarebbe successo”

 “A questo proposito, Chad, vedi di indossare qualcosa di distintivo, così potremo riconoscerti; poi provvederai a dirci chi delle altre due è chi”

 “Avrò un berretto dei Lakers. Me l’ha prestato Carter, l’idea è di fingermi lui così che i poteri della morte colgano di sorpresa eventuali avversari”

 “Non male …” mormorò Luciano.

 “Ma noi intanto che cosa faremo?” Regina tornò al discorso principale.

 “Vi dividerete in gruppi. Calvin e Regina porteranno l’incantesimo di invisibilità e seguiranno Chad e le due ragazze, in modo da comunicare la loro posizione agli altri e aiutare in caso di bisogno. Tutti gli altri cercheranno di rintracciare Gaia o Anubi, o eventuali segni lasciati da loro, prima di Sadie Kane. Le uniche eccezioni sono Dakao e Penelope”

 “Cosa?!” “Perché?!” riuscii a malapena a distinguere le due urla, parlarono con una precisione impressionante nello stesso momento.

 “Dakao, tu sei troppo personalmente coinvolto. Non dico che gli altri presenti non siano legati a Gaia, ma tu presumi troppo la sua innocenza. Difficile non farlo, data la tua posizione, ma questo ti rende poco obiettivo. Preferirei che tu rimanessi qui, piuttosto che rischiare di compromettere il successo della missione. Nulla di personale, voglio solo garantire il bene di tutti”

 Dakao aprì la bocca, fece in tempo a mormorare un ‘ma …’, e poi la richiuse, abbassando il capo in un cenno di assenso.

“Quanto a Penelope, mi è parso di aver capito che i tuoi viaggi nell’ombra non funzionano troppo bene a causa di Becky. Non vorrei che tu restassi bloccata in una situazione scomoda. Non ti ritengo un incapace, mi preoccupo solo per la tua sicurezza”

Penelope grugnì un assenso.

 “Sono lieto di vedere che siete abbastanza maturi da capire le mie motivazioni. Ora, qui” allungò una serie di amuleti a forma di orecchie stilizzate. “Avete i vostri mezzi di comunicazione. Assolutamente impossibili da intercettare, e non renderanno nota la vostra posizione a nessuno di indesiderato. Orario e luogo del vostro arrivo?”

 “Nel primo pomeriggio. Il parcheggio sarà quello dei turisti, arriveremo con i soliti furgoni delle fragole”

 “Siete discreti come un trapano nelle orecchie. Ma se non hanno ancora imparato che il furgone è riconoscibile, buon per noi. Aspettati di trovare i ragazzi al parcheggio, anche se non li vedrai. E da ora in avanti, siamo nelle mani del Fato! Penelope non metterci nessun input, per favore”

 La mia collega alzò gli occhi al cielo a quella battuta, ma non disse niente, limitandosi a un cenno di commiato prima di sparire. Io la seguii subito dopo. Nell’immediatezza, preferivo che il mio Fato fosse una buona dormita.

 

Il viaggio fu un incubo.

 Mi dispiace, Sadie, non so se qualcuno te l’abbia già detto, ma … quando sei di pessimo umore sei tremenda. E non te la dico come cosa di cui andare fieri.

 Anzitutto, sembrava ammesso solo il silenzio tombale: se cercavamo di parlare con te grugnivi, tagliavi corto o ci intimavi di farci gli affari nostri. Se io e Maisie tentavamo di alleggerire l’atmosfera chiacchierando tra noi, ci riempivi di occhiatacce, perché davamo fastidio alle tue riflessioni. Io avevo questa fortissima sensazione … come se a un funerale fossi stato beccato a fare battutacce sul morto. Non posso parlare per Maisie, ma dalla faccia, sembrava un cucciolo preso a calci. L’unica cosa che mi tirò vagamente su fu vedere Argo che ogni tanto ti guardava di sottecchi, e poi alzava gli occhi al cielo.

 A farmi compagnia in questo ameno viaggio ci furono i miei pensieri, ovvero: sarà una trappola per una qualsiasi delle due ragazze? Come facciamo a tenere sia Sadie che Maisie in vita? Se Anubi sta davvero pensando di far catturare Gaia, posso approfittarne in qualche modo per causare la morte ‘accidentale’ della ragazza? Quanti rischi ci sono di farmi beccare e compromettere tutto il lavoro fatto finora?

Cosette allegre, insomma. Quasi benedissi il momento in cui il furgone si fermò, pur sapendo perfettamente che voleva dire solo che si sarebbe arrivati all’azione vera e propria. Almeno la quiete estenuante era finita.

 Sadie scese per ultima dal furgone, si guardò intorno e commento “E allora? Siamo al monumento. Cosa si aspettava che facessimo ora?”

 “Siamo nel parcheggio” notò Maisie. “Forse dovremmo andare all’obelisco vero e proprio”

 Sadie sbuffò e iniziò a marciare verso l’uscita, senza un’altra parola. Maisie la guardò allontanarsi.

“Ma non esiste un modo di tirarla su di morale?”

“Temo di no, tranne uccidere brutalmente il suo ex. E ci serve vivo, quindi suggerisco di tenerla molto sotto controllo”

 Chissà dov’erano Regina e Calvin? Probabilmente ci erano già alle calcagna, ma non potevo fare a meno di buttarmi un’occhiata alle spalle di tanto in tanto, neanche volessi trovare il punto esatto occupato da loro.

Intanto, davanti all’obelisco era il caos, una fila paurosa di turisti che sospettai essere abituale era mischiata a un branco di fotografi che si accalcavano e facevano domande a chissà chi. Evidentemente avevamo scelto proprio il giorno in cui una celebrità era in visita. Sadie si fermò una volta che fu giunta davanti a questo putiferio per entrare, fissando l’edificio come se avesse una faida personale con esso. “Adesso che vogliamo fare? Andare dentro, cercare alla cavolo sperando che ci colga l’illuminazione divina?”

 Un animale uggiolò vicino a noi. Era un grosso pastore tedesco: ci si avvicinò, ci annusò, colpì leggermente Sadie col muso, e poi procedette oltre tutta la fila di persone per procedere all’interno, fermandosi poi a guardarci come ad aspettarsi che lo seguissimo.

 “Ma quello è un cane” obiettò Maisie.

 “A volte gli dei possono possedere o controllare animali simili a quelli sacri a loro. Una volta Horus ha fatto tutta una chiacchierata con mio fratello mentre era sotto forma di piccione. Non funziona bene come con quelli davvero consacrati a loro, ma suppongo che Anubi non sia riuscito a trovare sciacalli nel centro di Washington” sussurrò Sadie.

 “Vietato l’ingresso agli animali!” ci ammonì il bigliettaio con un’occhiataccia.

“No-“

 “Ci scusi!” interruppi subito Sadie. “Andremo subito a recuperarlo!”

“Ve lo riporteranno le guardie” replicò lui secco. “Intanto, siete pregati di allontanarvi da questo posto” “Oh, e ti pareva” brontolò Sadie. Stavo pensando a che scusa inventarci per entrare, possibilmente insieme al cane, quando una voce femminile trillò dal bel mezzo della calca dei giornalisti.

 “Oh! Bella … ecco dov’era. Scusate, quel cane!”

 La proprietaria della voce, e presumibilmente del cane, si fece largo a passo incredibilmente svelto in mezzo alla folla di fotografi, che immediatamente ne seguirono il percorso. Mi ci vollero circa tre secondi per riconoscerla dalle foto che avevo visto sui giornali, e quando lo feci, per poco non mi schizzarono gli occhi fuori dalle orbite: quella era nientemeno che Charlene Mayherne, altrimenti nota come la madre di Penelope.

“Sta’ buona, Bella, non andartene in giro per conto tuo” ammonì con dolcezza il cane.

A giudicare dalla faccia di Sadie, anche lei aveva capito di chi si trattasse, mentre Maisie guardava tra noi cercando di capire a cosa fossero dovute le nostre espressioni. Nessuno reagì tanto quanto il bigliettaio, comunque, che praticamente schizzò in piedi.

 “Signora Mayherne, è davvero un piacere averla qui! Cioè, volevo dire, naturalmente siamo lieti della sua presenza, ma ecco, il cane, in teoria non si potrebbe …”

 “Ho sentito quello che ha detto ai miei dog sitter” rispose lei con un sorriso ammaliante e un cenno amichevole verso di noi. Eh? Aveva sbagliato persone o …?

“Comunque, ho già parlato con il direttore, non si preoccupi. La mia Bella ha un permesso speciale apposta per venire qui, se è necessario glielo mostro …”

 “Non sarà necessario, glielo assicuro. Le auguro una buona visita, sia a lei che al suo cane” rispose l’uomo con un sorriso ebete.

 “La ringrazio infinitamente, è così raro trovare persone così disponibili. Forza, ragazzi, l’equivoco è stato chiarito” Ci fece cenno di andare da lei e dal cane, con la massima disinvoltura. Obbedimmo, facendo il nostro meglio per sembrare le dog sitter di una celebrità. Di nuovo, che stava succedendo?

 Quel piccolo episodio si rivelò una vera miccia per i giornalisti: contai cinque voci diverse che chiedevano alla donna come avesse acquistato il cane.

 “E’ stato un regalo di mio marito” rispose lei. “E’ complicato parlarne, vedete. La scomparsa di mia figlia è stato un dolore atroce per me, e Albert, per quanto meraviglioso, non è riuscito ad alleviarlo. Tuttora, non passa giorno che io non mi distrugga nella preoccupazione, chiedendomi dove abbia sbagliato, se agendo in modo diverso nei confronti di Penelope avrei potuto evitare questo esito. Ho sofferto di una forma di depressione, nei mesi immediati al fatto, al punto che neppure uscivo di casa. La mia famiglia ha pensato di regalarmi il cane proprio in quel periodo: speravano che la presenza di un animale domestico mi avrebbe risollevato il morale. Sebbene abbia adorato il pensiero e sia molto legata alla mia cucciolona, ha avuto un effetto solo parziale …”

 Mi accorsi che la donna ci stava discretamente facendo cenno con la mano di andarcene. In effetti, il cane stava bellamente ignorando tutti quei bei discorsi per infilare un corridoio, e ogni singolo giornalista era troppo concentrato su di lei per far caso a noi. Ne approfittammo, lasciandola a farci da distrazione.

 “Okay, uhm, cos’era tutta quella storia?” commentò Sadie. Sembrava piuttosto turbata, come me, del resto.

 La madre di Penelope, con cui la mia socia non era mai riuscita a entrare in sintonia, che apparentemente non sapeva nulla del lato soprannaturale di sua figlia, ci aveva appena aiutati a oltrepassare la sicurezza del museo? Ed ero sicuro che non ci fosse stato nessun errore: mi era sembrato che la donna mi avesse osservato molto bene, prima di dare inizio alla sua sceneggiata.

Ma perché? Che motivo aveva di farlo? Se non sapeva niente, ne andava di logica che non era nemmeno coinvolta nelle nostre operazioni!

Maisie, evidentemente, aveva una risposta. “Secondo me sa chi siamo” annunciò. “Anche Chad è scomparso più o meno nello stesso periodo di Penelope, del resto. Avrà capito che siamo qui per una qualche impresa, e vuole che mandiamo un messaggio alla figlia. Non avete notato che ci ha segnalato di andar via solo dopo aver detto tutte quelle cose su di lei?”

 “Penelope ha detto che non sapeva niente degli dei” obiettò Sadie.

“Magari aveva preferito tenerlo nascosto alla figlia. Forse sperava che se Penelope non l’avesse saputo, i mostri l’avrebbero ignorata. Spesso succede così”

 Sospirai. Di sicuro avrei avuto una conversazione molto interessante con la mia socia, quando sarei tornato al Campo.

 “Forse” commentò Sadie. Poi sbuffò, guardando il cane. “Comunque, perché ho la sensazione che stiamo procedendo dritti verso una trappola?”  

“Possiamo solo tenerci pronti a un attacco a sorpresa” mormorò Maisie. “Anche se spero davvero che il tuo fidanzato stia solo cercando un modo di farsi portare via da noi”

 Ex fidanzato” la fulminò Sadie. “Sta fresco chiunque si aspetta che io ci torni insieme, io … ma sta’ attento!”

 Era quasi inciampata nello spazzolone che un inserviente in tuta verde lime stava passando per le scale. Il ragazzo mormorò una scusa, Sadie lo ignorò completamente per tornare a inseguire il cane, Maisie gli disse che non c’era problema prima di seguirla a ruota.

Io feci per imitarle quando l’inserviente bisbigliò “Tu fermati un attimo, per favore. Bisognerà discutere con i piani alti di quel cane”

 “Senti, stiamo proprio cercando di recuperarlo …” le parole mi morirono in gola. Il ragazzo delle pulizie era Luciano. “Come cavolo hai fatto a …”

“Prendermi questo rischio? Non farmi notare? Nessuno bada mai agli addetti alle pulizie o ai tecnici. Troverai anche gli altri vestiti così”

“Se riuscirete a far passare inosservato Mortimer con questo trucco, riuscirai a convincermi. Allora, perché volevi parlarmi?”

 “Hazelle è riuscita ad avvicinare Gaia. A quanto pare, la teoria che volesse aiutare un ricongiungimento tra Kebechet e Anubi era corretta: non sapeva nemmeno che Sadie avesse ricevuto quel messaggio, ma ha ammesso di avergli rimosso il divieto di comunicare con chiunque non sia uno di noi, proprio perché potesse contattare sua figlia”

 Sospirai. “Oh, fantastico. Adesso cosa intendete farci? Scusa tanto se ti metto fretta, ma quelle due inizieranno a chiedersi dove sia finito”

 “Per l’appunto. Sospettiamo che Anubi voglia rivelare il suo nome segreto a Sadie: lei è in effetti la persona più vicina al suo cuore, e ricevere un comando di quel genere gli permetterebbe di superare quelli datigli da Gaia e di tornare dalla parte degli dei. Dunque la cosa più importante che devi fare è sbarazzarti di Sadie”

 “Cosa?”

“No, non ti sto dicendo di ucciderla. Solo, impedisci che si incontri con Anubi. Mandala a cercarlo da un’altra parte della città, convincila a tornarsene al furgone, non mi interessa, l’importante è che sia fuori dall’obelisco. Poi penseremo a come occuparci dell’altra ragazza”

 Annuii in fretta e corsi a dietro alle due ragazze, sperando di non aver perso troppo tempo. L’idea filava, avrebbe tolto di torto la persona che, a un tempo, poteva imparare il nome segreto di Anubi, costituiva la minaccia più potente per l’esercito di Setne, e rischiava di morire proprio per questo e per l’effetto che la sua scomparsa avrebbe avuto sul resto dell’esercito. Tutto molto bello, ma come fare a tenercela fuori dai piedi?

Be’, a dire il vero, questa si prospettava come la parte più facile. Non sembrava affatto contenta di essere lì in primo luogo, se ne era lamentata sia quando con Ziah e il fratello aveva interrotto la nostra cena, sia quando avevamo discusso come agire con Chirone … a dispetto della sua utilità, non aveva nessuna voglia di salvare, o prestare una qualsiasi forma di aiuto, al ragazzo che tanto l’aveva fatta soffrire.

 E per quanto fosse una combattente determinata e capace, spesso e volentieri aveva dimostrato di non essere un asso nel mettere il bene comune al di sopra delle sue esigenze anche più trascurabili. Se fossi riuscito a fare leva su questi suoi sentimenti non propriamente eroici, era possibilissimo che sarei riuscito a spedirla a mangiarsi un gelato mentre io e Maisie gestivamo il lavoro sporco.

“Ti vuoi muovere?! Cosa stavi facendo?!” l’oggetto delle mie riflessioni fece capolino dalla rampa di scale per urlarmi contro.

 Affrettai il passo a una vera e propria corsa, urtando chiunque e ricevendo le dovute occhiatacce, e la raggiunsi. “Scusa, un altro che aveva fatto storie per il cane nell’edificio …senti, ma tu sei sicura di stare bene?”

“Sto benissimo, grazie tante” mi fulminò lei.

 “Quello che intendo dire, è che mi sembri davvero stressata. Non hai fatto altro che tormentarti per tutto il viaggio di andata …”

 “Io non mi stavo certo tormentando per quel …”

 “Voglio dire che questa non è la solita Sadie” interruppi. “Ti conosciamo tutti come questa ragazza piena di energia, che non sta mai zitta e non guarda mai in faccia nessuno, pronta a spaccare il mondo se mai gliene venisse voglia. Abbiamo viaggiato con una ragazza scostante e silenziosa, che davvero non sembrava aver nessuna voglia di fare quello che stava facendo. Stai cercando di nasconderlo, ma questa faccenda di Walt ha avuto il suo effetto su di te”

 Sadie abbassò gli occhi a terra, ma sempre con la fronte aggrottata. Centro. “E allora? Cosa te ne frega? Vuoi che faccia finta che vada tutto bene, così voi potete smettere di preoccuparvi?”

“Ti suggerisco di avere meno a che fare con questa faccenda, invece” replicai. “Puoi uscire di qui, tornare al parcheggio, o …”

“Stai dicendo che pensi che io sia troppo debole per gestire la situazione?!” ringhiò lei.

 “E poi c’è bisogno che tutto diano il proprio contributo” osservò Maisie, sopraggiunta a investigare perché ci attardavamo tanto. “Stiamo avendo a che fare con un dio assolutamente imprevedibile, vi ricordo”

 “Certo. Perché io alla fine devo essere sempre quella che si sacrifica per il bene superiore” brontolò Sadie, fulminando l’altra ragazza con lo sguardo. Grazie Maisie: aveva fatto il mio gioco senza saperlo, Sadie odiava che le si dicesse cosa fare.

 “Appunto” rincarai la dose. “Per pensare agli altri, va a finire che non pensi mai a te. Sinceramente, questa è una missione che i poteri miei e di Maisie possono tranquillamente gestire … no, non che tu non ne sia capace. Volevo solo rassicurarti che se tu volessi evitare di prenderti rischi per quell’idiota, o risparmiarti un viaggio a base di scuse lamentose e ipocrite, non avresti niente per cui sentirti in colpa”

 Sadie sembrò effettivamente impressionata dal mio discorsetto, iniziando a riflettere davvero. “Hm. Ma ci sarà ancora Argo ad aspettarci al furgone, e non credo sarà molto contento di vedermi. Non ho idea di cosa possa farmi davvero, ma …”

 “Non è detto che tu debba tornare al furgone” replicai. “Puoi squagliartela e spassartela un po’ come ti pare, per una volta. Solo, tieni il cellulare a portata di mano, credo vorrai essere avvertita in caso di inseguimenti da parte di mostri o dei assassini”

 Sadie sorrise sul serio. “Grazie del pensie …”

Il pastore tedesco uggiolò rumorosamente.

“Oh, eccolo che ti reclama” commentai. “Vuoi dargli un biscotto, così si calma?”

 “Sai cosa ti dico? Per una volta, si arrangi. Io me ne vado!”

 Missione compiuta: Sadie si allontanò con il passo più baldanzoso che le avessi visto da molti mesi a quella parte, tra gli sguardi scandalizzati di molti turisti che proprio non capivano come si potesse abbandonare il proprio cucciolo a quella maniera. Sorrisi a mo’ di scusa a tutti loro e tornai all’inseguimento dell’animale.

“Era proprio necessario?” mi chiese Maisie, tallonandomi. “Lo so che Sadie ha sofferto molto per questa faccenda, ma parlare con Anubi non l’avrebbe aiutata a …”

 “Non credo che la parola ‘discussione civile’ rientri nel vocabolario di Sadie Kane” risposi. “E poi l’hai vista: la situazione le pesa davvero. Non sono un esperto in psicologia, ma credo che in questo momento abbia solo bisogno di prendere le distanze da tutto quel casino”

 “E’ vero” brava e buona Maisie, sempre felice di fare il bene degli altri. “Certo, penso che l’avrei stimata di più se avesse deciso di andare avanti con il piano lo stesso, ma del resto, è passata per questo genere di sacrifici molto più di me. Non sono nessuno per giudicarla, mi dispiace se ho parlato così …”

 “Non c’è problema, ognuno ha il diritto alla propria opinione” la tranquillizzai. Cercai di non far notare quanto fossi soddisfatto: in un colpo solo, ero riuscito ad allontanare Sadie dal pericolo, e ottenendo tutta l’approvazione dell’esercito di Setne. Evviva me, qualcosa di decente ogni tanto riuscivo anche a combinarlo.

Bene, e adesso? Non avevo ricevuto altre direttive oltre a quella di allontanare Sadie, e avevo ancora una persona a cui badare. Iniziai a sentirmi decisamente meno entusiasta. Seguivamo il cane, seguivamo il cane … e adesso?

 Qualcosa mi toccò la spalla e io feci un salto ben poco discreto, guardandomi freneticamente intorno.

 “Hazelle ha parlato con Gaia. Aveva le migliori intenzioni. Stiamo correndo tutti contro a Walt. E’ proprio in cima” bisbigliò Regina, a un tempo velocissima e quasi impercettibile.

 “Chad?” la mia reazione non era certo passata inosservata a Maisie, accidenti.

 “Non preoccuparti” risposi, riprendendo a correre con lei, poi abbassai la voce. “Vedi quel tizio con il maglione verde? L’ho guardato per caso, e fidati, farà davvero una brutta morte”

 Maisie mi sorrise rassicurante, mettendomi a sua volta una mano sulla spalla. Le feci cenno che non era nulla. Bene, ora l’intero esercito di Setne si stava fiondando addosso alla persona che noi stavamo cercando. A ripensarci bene, poco male: sarebbe stato facile, con tutta quella gente, convincere Maisie che non avevamo speranze, e allontanarla con la prospettiva di organizzare una strategia migliore per colpire un altro giorno. Avrei riconfermato la mia fedeltà all’esercito di Setne senza compromettere la mia posizione al Campo.

 Sadie certo sarebbe stata più difficile da convincere, se non altro perché un minimo di responsabilità, con tutto il vanto che si prendeva per il suo essere straordinariamente dotata, l’avrebbe sentita. Ma se ero riuscito una volta a convincerla a lavarsene le mani, ci sarei riuscito anche una seconda.

Notai che continuavamo a incappare in gente che scendeva dalle scale, anche senza essere arrivati. Era come se a un certo punto a tutti fosse venuto il pensiero che non valeva la pena arrivare in cima a quell’edificio allucinante. Buon per noi, di sicuro qualcuno aveva piazzato qualche bell’incantesimo, ma aveva un effetto un po’ inquietante.

 Oh, finalmente! Sentivo la voce di Walt, stava parlando con qualcuno, evidentemente i soldati di Setne l’avevano già raggiunto … ma non si sentivano colpi, o urla, o rumori da battaglia. Era un normale tono da conversazione. Che stava succedendo?

 Maisie aveva accelerato la sua corsa nel sentirlo, la afferrai per una spalla e la trattenni, facendole segno di fare meno rumore possibile. Lei sembrò capire la mia confusione, perché obbedì senza fare domande. Aprimmo la porta che ci stava davanti con la massima circospezione possibile, e ci trovammo davanti, attaccate all’altra porta a origliare, Hazelle, Gaia e … Penelope.

 Oh Stige.

 Non feci nemmeno in tempo ad approfondire esattamente quanto nella merda fossimo, che sentii di nuovo la voce di Walt, e questa volta, riuscii a distinguere la voce del suo interlocutore: si trattava di Becky.

 E io non sapevo definitivamente più che pesci pigliare.

 

 

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

un capitolo cortissimo che non entusiasma molto nemmeno me, ma farà da prologo ad alcuni capitoli in cui si scateneranno disastri a catena, quindi spero sia sopportabile. Spero anzi che ci sia stato qualche momento interessante o divertente! E ora, passando allo spoiler: nel prossimo capitolo, si scoprirà esattamente cosa ci facessero Penelope e Becky lì.

  
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