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Autore: lizscaredcat    22/10/2017    6 recensioni
[ATTENZIONE! SPOILER SE NON AVETE ANCORA GIOCATO A "Life is strange: Before the storm"]
Una storia auto-conclusiva malinconica basata sul primo episodio del prequel "Life is strange: Before the storm".
Protagonista del dramma Chloe Price, che si mette a riflettere su come la sua vita stia cadendo in basso e sui sentimenti che prova per diversi personaggi, con un'attenzione attenzione su Max Caulfield, sua (ex) migliore amica.
Verranno quindi rievocati ricordi che fanno ancora male e spettri che continuano a infastidire giorno dopo giorno la mente della giovane pirata ribelle.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Chloe Price, Max Caulfield, Rachel Amber
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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{liz racconta...

Comecomecooome? Liz che scrive una one-shot e non una poesia? Ma che sta succedendo, è posseduta?
Beh, sinceramente non lo so neanche io, credo sia "colpa" di questa saga videoludica meravigliosa. 

Sono già usciti due parti del prequel di Life is strange ed essendo Chloe la protagonista, non potevo non essere TREMENDAMENTE felice per questo! 
La genesi della one-shot è data da una scena che succede alla fine del primo episodio, dove Chloe ha una sorta di breakdown, spacca tutto e manda al diavolo tutti... mi aspettavo facesse lo stesso anche con Max, (che si è già trasferita a Seattle e inizia già a non risponderle più ai messaggi, maledetta), ma non l'ha fatto e questo secondo me ha del significato intrinseco.
Spero possa piacervi e darvi modo di shippare due personaggi che io adoro e vedo tremendamente bene insieme, o quantomeno apprezzare tutto l'affetto che intercorre tra le due.
Sono alle prime armi come "scrittrice" e ammetto che è stata pensata e stesa un po' di getto, tuttavia questo non vi vieta di essere sinceri e dirmi la vostra, ovviamente con costruttività e chiarezza.
È tutto. Buon tutto e buona lettura! Ciaooo :D






          


P
hotograph(s)
 
"Fanculo. Questo. Posto."
 
Chloe Price si rese conto quanto oramai fosse sola contro il mondo, con nessuno che la capiva mai del tutto e con la ragazza più popolare della Blackwell Academy − Rachel Amber, studentessa modello di quel grandissimo merdaio bigotto − che l'aveva improvvisamente lasciata per conto suo con le lacrime agli occhi a crogiolare nel suo angosciante dolore.
Anche lei era riuscita a mostrarle crudelmente quanto non volesse viaggiare sulla sua stessa lunghezza d'onda, quella che lei pensava già ci fosse, in quella giornata così memorabile che avevano vissuto insieme e lontane da tutto e tutti.
Anche in quell'occasione, comunque, si trovava in un letamaio dove regnava una confusione per niente comparabile a quella che era la tempesta dentro la sua mente, bramante di una rivolta verso quella sensazione di inadeguatezza che la stava praticamente soffocando.
Vide di nuovo quella mazza da baseball usurata che aveva preso in mano qualche minuto prima e la sua testa ebbe come un lampo; sarebbe bastata a placare quella sete di vendetta che la stava contagiando e che non poteva mettere in atto per innumerevoli ragioni che si scontravano con la realtà.
Spaccò selvaggiamente una serie di piccole bottiglie di vetro, poi si concentrò implacabile su un vecchio segnale, abbattendolo a terra nel giro di pochi attimi, calpestandolo senza grazia e leggerezza.
Il suo raggio d'azione notò una cassetta per gli attrezzi arrugginita e subito i suoi pensieri andarono a David, sul come stesse riuscendo a distruggere la delicatezza di quella famiglia della quale aveva fatto parte, prendendo il posto di suo padre, William.
La sollevò con una mano spingendola verso l'erba, mentre sibilava imprecazioni verso quell'ignobile, viscido essere che poteva diventare suo patrigno da un momento all’altro.
Strinse la mazza sulla mano sudaticcia, colpendo poi la testa gommosa di quell'orribile manichino che restava immobile a osservarla, quasi deridendola.
Aveva un aspetto così falso e vuoto come quella dannatissima ragazza, quella fottuta perfettina che l'aveva illusa con un niente, forse in un puro giorno nel quale era annoiata e non sapeva come gingillarsi.
"Vaffanculo, Rachel!"
La sua attenzione poi si spostò su una piccola cassetta di legno che conteneva cianfrusaglie, che in un istante toccarono la terra arida di quella discarica abbandonata e lasciata a se stessa.
Chloe volse lo sguardo verso il basso e quello che notò la lasciò interdetta nel profondo nel momento in cui incrociò i suoi occhi tristi con quell'oggetto.
Una macchinetta fotografica ormai inutilizzabile per la sua vecchiezza, obsolescenza.
Ce n'era una simile nel garage di casa sua, questo è quello che pensò istantaneamente.
Ripensò al viso dolce e genuino di William scattare foto della sua quotidianità oramai passata, rammentò subito alla persona più importante per lei dopo i suoi genitori: Max Caulfield.
Quando quest'ultima se ne andò, il suo cuore si appesantì di colpo e le paure si impossessarono di lei, quasi sapendo come la distanza sarebbe riuscita a mandare tutto inesorabilmente a puttane.
Non poteva assolutamente scordare le melense promesse che si erano fatte fin da subito, dal conquistare il mondo come pirata a quelle di scriversi ogni qualvolta avrebbero avuto bisogno l'un dell'altra.
Max non poteva immaginare quanto vuoto avesse lasciato in quei mesi così freddi e privi di qualsiasi calore che potessero rendere Chloe viva come una volta, cosa che nemmeno un concerto di musica rock poteva fare totalmente.
Max aveva quel tipo di bellezza che nessun'altra persona avrebbe potuto eguagliare e donare al suo universo con così tanta semplicità di spirito, era senza dubbio quella persona che però aveva osato donarle un regalo tossico, un'arma a doppio taglio: un'eterna amicizia.
In quel momento, però, lei non era lì per dimostrarle quanto la solitudine potesse essere combattuta con un sogno ribelle in più e un abbraccio che potesse sciogliere tutto quel casino intorno a lei.
Chloe detestava con ogni fibra del suo essere le fotografie, in quello specifico periodo.
Nessuna esclusa, tutte quante: quelle che sua madre Joyce stava togliendo dal salotto per autoconvincersi di andare avanti per la sua strada e trovare soluzioni a tutto, quella che Rachel aveva pubblicato su Internet scatenando lo stupore generale della gentaglia dell'istituto, quelle migliaia di istantanee che aveva con Max fin da quando erano piccole.
Chloe ce l'aveva infatti a morte con il comportamento inaspettato e privo di scusanti della sua "partner in crime", pur sapendo che mai nessuno avrebbe potuto rispettare, apprezzare e adorare come lei, per ogni istante di vita che avrebbe mai respirato in quella cittadina così ipocrita e repugnante.
Quanto avrebbe voluto manipolare il tempo per poter essere lì a Seattle a dirgliene quattro sulla persona ignobile che era diventata!
"Fanculo alle fotocamere" sibilò amareggiata, prima che una furia cieca l'avvolgesse e le facesse perdere concezione della realtà attorno.
Come avrebbe potuto mai mandare seriamente al diavolo persone care come suo padre o proprio Max per averla lasciata sola a modo loro, in fondo?
In quel momento la colpa era semplicemente del mezzo che alimentava tutto l'amore che cercava di preservare in corpo, in quel periodo così apatico e difficile al contempo.
Quindi la frantumò con un colpo secco e perentorio.
Le fotocamere, così perfette nel catturare degli istanti e immortalarli per sempre, capaci di causare bei momenti o incubi capaci di tormentare il cuore di persone estremamente fragili.
Così fintamente, fottutamente perfette nel farlo.





 
      
 

The end (?)
   
 
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