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Autore: Stella cadente    22/10/2017    3 recensioni
Hogwarts, 2048: dopo la Seconda Guerra Magica e una lunga ricostruzione, la Scuola di Magia e Stregoneria è di nuovo un luogo sicuro, dove gli studenti sono alle prese con incantesimi, duelli con compagni particolarmente odiosi, le loro amicizie e i loro amori – come qualunque giovane mago o strega.
Ma Hogwarts cova ancora dei segreti tra le sue mura; qualcosa di nascosto incombe di nuovo sul mondo magico e sulla scuola, per far tornare un conto in sospeso rimasto sepolto da anni...
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«Che cosa gli è successo?»
Il Preside sospirò.
«Anni fa, Black era Preside, ma... ben presto fu chiaro a tutti quale fosse la sua reale intenzione. Non voleva fortificare Hogwarts, bensì renderla più intollerante. Tutti noi insegnanti abbiamo temuto, finora, che tornasse. Io l’ho sconfitto ed esiliato, ed io l’ho privato di quello che era il suo posto. Un posto ambito, e soprattutto influente.»
[...]
«Ascoltami, Elsa» riprese, con tono cupo. «Fa’ attenzione, soprattutto al tuo potere. C’è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo.»
Pausa.
«Ricorda», aggiunse, «la paura sarà tua nemica.»
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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22.


 
 
Megara non reagì quando, quella stessa mattina, fu convocata da Merman per sapere che una delle sue migliori amiche era morta.
Restò in silenzio, senza dire niente, gli occhi completamente persi nel vuoto; spiazzata di fronte alla preoccupazione del Preside che era palpabile, e che non faceva altro che renderla ancora più scossa di quanto già non lo fosse.
Uscì dall’ufficio camminando come un automa. Non aveva permesso ad Anna di accompagnarla; anche agendo in buona fede, la Grifondoro avrebbe solo aumentato la sua agitazione. Megara aveva imparato che Anna era molto emotiva: assorbiva le emozioni di chi aveva davanti, e di certo una persona che faceva mille domande era l’ultima cosa di cui lei aveva bisogno.
Ancora stentava a crederci.
Avrò quei due galeoni, Meg; è inutile, sai già che ho la vittoria in tasca. Merlino, sei ancora più facile della Dunbroch. Non me lo aspettavo da te.
Com’era possibile che la sua amica più scaltra – la stessa che conosceva come le sue tasche, la stessa che adorava i bei vestiti, i duelli e le scommesse idiote – fosse stata uccisa?
Si appoggiò al muro adiacente all’ufficio, sentendosi mancare. Merman le aveva spiegato tutto: dove Eris era stata trovata, cosa c’era tra le sue mani... e anche quale incantesimo le era stato inflitto.
Non di certo un Anatema che Uccide. Era qualcosa di ancora peggiore, qualcosa di più misterioso e indecifrabile.
Meg si lasciò scivolare a terra. Tentò di ragionare: Eris stava cercando un libro di Incantesimi, che Merman aveva detto essere una Passaporta. Quindi doveva essere collegato a sua volta ad altri oggetti magici, altrettanto oscuri e altrettanto potenti.
Come si era procurata quelle cose? Chi gliele aveva date?
Com’era possibile che artefatti magici così complessi fossero giunti ad Hogwarts?
«Sono stanca dei vostri giochetti, perciò ora ditemi che cosa sta succedendo.»
«Anche tu sei molto occupata a stare con la Dunbroch e gli altri, a quanto pare. È, direi... logico che non ti vediamo più come prima.»
Si diede della stupida, mentre lacrime roventi scivolavano sul suo viso a cuore. Perché non ci aveva pensato?
Perché non aveva immaginato sin da subito che ci fosse qualcosa di storto e di sbagliato dietro a quell’atteggiamento? Era così palese.
La verità, in ogni caso, era morta con Eris. Almeno per il momento.
Quell’evento, però, l’aveva turbata nel profondo.
Soprattutto perché Merman le aveva detto che il corpo della sua amica era stato trovato come pietrificato, e che aveva del ghiaccio nel cuore.
 
*
 
«Aspetta, che?» sbottò Anna, quando Meg ebbe finito di raccontare che cosa le aveva detto Merman. Aggrottò le sopracciglia, guardandola con quello che sembrava dispiacere; la Serpeverde sapeva già cosa stava per dire, e non voleva sentirlo. Odiava la compassione della gente.
«Non c’è bisogno che tu mi dica le solite frasi scontate che si dicono in queste circostanze» andò dritta al punto, brutalmente sincera come era sempre stata. «Ci sono delle cose che devi sapere.»
Adesso aveva ricacciato indietro le lacrime: non serviva piangere. E poi odiava parlare di Eris; se qualcuno lo avesse fatto, sarebbe venuto fuori il suo lato più sensibile, e non era il caso che accadesse.
Aveva detto ad Anna di farsi trovare in biblioteca. Fortunatamente a scuola non c'era nessuno: tutti erano andati via per le vacanze, a parte loro e pochi altri. Che le risultasse, per quanto riguardava la sua Casa, solo Melicent ed Hans erano a scuola.
Ed Eris, prima che...
«Tipo quali?» fece l’amica, sgranando gli occhi celesti, riscuotendola dai suoi pensieri. Megara la guardò: si era sporta un po’ verso di lei, come a volersi avvicinare alla verità che stava per ascoltare.
È davvero giusto dirglielo?
Alla fine, decise che se c’era una persona che doveva sapere, quella era proprio Anna.
«Eris aveva del ghiaccio nel cuore» sputò infatti, atona, costringendosi a non pensare al senso di vuoto che la stava divorando. «Ho pensato che tu dovessi saperlo.»
L’espressione sul volto dell’amica fu come una stilettata al cuore; si tirò all’indietro, come a volersi riparare da quelle parole, e la guardò sconvolta. «Cosa?» fece, con un filo di voce.
Meg restò in silenzio per un momento, poi disse:
«Anna, dobbiamo saperne di più. Probabilmente Elsa è entrata in contatto con quel libro.»
«Elsa non farebbe mai una cosa del genere» disse la ragazza, prendendo le difese di sua sorella.
«Non di sua spontanea volontà» la fece riflettere lei, guardandola dritta negli occhi.
«Dove... dove si trova adesso il libro?» balbettò la Grifondoro, con la voce incrinata.
«Nell’ufficio di Merman. Dobbiamo scoprire come lo abbia ottenuto. La situazione sta cambiando ed è ancora più grave di quel che pensassi. Rischiamo davvero che Pitch Black torni ad Hogwarts, se non facciamo qualcosa.»
«Ma Merman aveva assegnato questo compito ad Elsa» fece Anna.
«Lo so, ma» la Serpeverde sollevò un sopracciglio, «non mi pare che tutto stia andando a gonfie vele, o sbaglio?»
Anna non rispose subito. Era una domanda retorica, era evidente: Megara le faceva spesso. Ogni tanto le metteva un po’ soggezione, con quella perenne espressione corrucciata – forse dovuta ai suoi stessi lineamenti o al modo in cui era atteggiata la bocca, non sapeva dirlo – ma in fondo nell’ultimo periodo era stata gentile con lei. Era la prima volta che la sentiva parlare così, e la seconda che la aiutava di sua spontanea volontà: forse poteva davvero contare su quella ragazza.
Decise di fidarsi definitivamente.
«No, infatti» convenne. «Dovremmo scrivere a Quentin e Merida» aggiunse, concitata.
«No!» Megara aveva alzato così tanto la voce che la fece sobbalzare.
«Perché?»
«Non devono saperlo, almeno per il momento. Merman mi ha detto di non dire niente a nessuno.»
«Va bene» disse Anna, incerta. «Quindi ora... che facciamo?»
La ragazza assunse un'espressione determinata.
«La magia oscura lascia tracce, lo sanno tutti. Cercheremo di capire i piani della persona che ha ottenuto quell'affare prima di Eris» disse. «E io ho già un'idea di chi potrebbe essere.»
 
*
 
 
Il libro era stato preso, e per di più Eris era morta. Chiuse gli occhi per un istante: solo la convinzione di aver agito per fini superiori la tratteneva dal versare lacrime per la sua amica.
Il dormitorio era deserto: Meg si era alzata presto, e lei aveva lasciato perdere lo studio per meditare sul da farsi. Lasciò scivolare lo sguardo sui suoi libri, i suoi punti di riferimento; non sapeva a che altro appellarsi, se non alle sue vastissime conoscenze in merito di Incantesimi e formule magiche.
Melicent aveva sempre saputo che il suo intelletto era superiore a quello dei suoi compagni di Casa, ma adesso perfino la sua mente così piena di risorse si ritrovava spaesata.
Melicent...
Scosse la testa. Si sentiva così... confusa.
Guardò gli arazzi medievali che coprivano le pareti del dormitorio come mosaici, le lanterne argentate che pendevano dal soffitto, le finestre ad ogiva da cui si potevano vedere tutte le creature acquatiche del Lago Nero; improvvisamente, sentiva che quello non era il suo posto.
Tu sai come fare, Melicent...
Guardò la bottiglietta di polvere stellata che teneva tra le mani, osservandone i granelli che fluttuavano in quella bolla rigida di vetro. Sapeva che cos’era: lei stessa aveva stabilito una connessione, all’inizio dell’anno, con la persona designata.
«Evoco» mormorò la ragazza, dando un colpo di bacchetta davanti a lei.
Dalla bacchetta della Serpeverde scaturì un fiotto di polvere nera, che fluttuò lentamente di fronte a lei, prima di vorticare su se stessa e prendere le forme di una figura alta e magra.
La figura si chinò su di lei e le accarezzò il volto con dita affilate, poi disse, facendo aleggiare nel silenzio una voce subdola:
«Sei stata brava, Melicent.»
Un Thestral apparve dietro al corpo del mago, muovendo passi aggraziati nella stanza.
«Senza di te non ce l’avrei mai fatta» aggiunse, sfiorandole il mento in un gesto affettuoso.
«Adesso non resta che finire quello che avevo già iniziato.»
Rise, e quella risata sinistra sembrò riscuoterla fin dentro le ossa.


 

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Salve, lettori. 
Probabilmente dovrei ritirarmi dal sito per mancare così spesso, pertanto vi ringrazio per la pazienza che avete con me e vi comprendo se non vorrete seguirmi più. Scusatemi per la lunga assenza che ho fatto, ma ho cominciato da poco l'università, sono stata malata e devo ancora organizzarmi bene con gli orari. Premetto però che mi impegno al massimo per proseguire questa storia. La prima parte è già terminata, e sto scrivendo la seconda, perciò mi ci sto dedicando al meglio che posso; scusate ancora, comunque.
Parlando del capitolo, abbiamo la prima apparizione – seppur fugace – di Pitch nella storia! Ve lo aspettavate? ;)
Ho pensato di svelare alcune cose, ma al tempo stesso di lasciarne in ombra altre, almeno fino al sequel. 
Eris è morta e questo rende l’atmosfera ancora più cupa, Megara capisce l’urgenza e fa ragionare Anna per mettersi alla ricerca dell’artefice di tutto ciò. Che si rivela essere Melicent, ma vi assicuro che non si riduce tutto solo a lei. Inoltre ho sparso in alcuni capitoli – tra cui questo – vari indizi di una cosa che succederà nel sequel...
Spero vi sia piaciuto, come sempre <3
Alla prossima,
Stella cadente.


 
  
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