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Autore: luna nueva 96    22/10/2017    3 recensioni
Fanfiction partecipante alla Yuri e Yaoi’s Week indetta da Fairy Piece.
Link: http://fairypiece-fanfictionimages.forumfree.it/?t=74940760.
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“Dicono che i bagni siano uno spettacolo magnifico a quest’ora della notte” insinuò il biondo sorridendo maliziosamente
Freed rise ancora. “Suppongo che non sia il caso di perderceli allora”
[Fraxus]
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bixlow, Fried Justine, Luxus Dreher, Zancrow
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 La mia innata tendenza a procrastinare tutto mi ha fatto arrivare agli sgoccioli ANCHE ad un contest su EFP. Ho avuto una settimana a disposizione e mi riduco agli ultimi 10 minuti. Fanfiction dedica ad @hermione, @Elisa e @Jinko che mi hanno assecondata in questa follia


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Quella volta Freed avrebbe davvero fatto a meno di festeggiare il suo compleanno. Non perché i festeggiamenti in se lo disturbassero o non si sentisse particolarmente a suo agio ad essere al centro del’attenzione, solo che si era ritrovato con così tanto lavoro tra le mani nell’ultimo periodo che sprecare una serata a far baldoria gli era sembrato un inutile spreco di tempo.
Ritrovare delle Epigrafi antiche 1300 non era sicuramente roba da tutti i giorni: era stata una scoperta sconvolgente che avrebbe portato a lui e al team di cui faceva parte tutto il prestigio possibile ed immaginabile, a discapito però di notti in bianco, terribili emicranie e quantità industriali di caffeina.

Bickslow ovviamente lo aveva guardato scandalizzato- o almeno credeva che lo fosse, sotto quella maschera non riusciva a vedere la sua faccia.
“Si compiono venticinque anni una volta sola, Freed Justine” lo aveva rimproverato, sentendo l’esigenza di rimarcare il suo cognome, chissà perchè “Non ti permetterò di morire tra libri polverosi e solitari sparati al chiaro di luna. Hai decisamente bisogno di bere e scopare, amico mio”

Chissà come si era lasciato convincere a passare la sera del suo compleanno in discoteca. Forse aveva accettato perché in fondo aveva bisogno di svagarsi un po’ e avere la mente leggera; o forse il grosso l’aveva fatto la frase che Bickslow- quel demonio- aveva lanciato lì, con finta sufficienza.

“Sono certo che anche a Laxus andrà di divertirsi”

Già.

Laxus Dreyar. Bello come un Dio, freddo come il marmo e con il codice d’onore di un antico cavaliere.  Sua estasi e tormento, nonché cotta dannatamente e incredibilmente dura a morire da…. Beh, da sempre.

Per quanto andasse indietro con la memoria Freed non riusciva proprio a ricordare nemmeno un secondo in cui non fosse stato innamorato perdutamente di Laxus. Non uno in cui non avesse sofferto per le sue ammiratrici, o per le sue storie, o per la sua apatia sentimentale.
Laxus che lo faceva uscire matto. Laxus che gli faceva spiccare il volo con un sorriso sincero e poi gli tranciava le ali con uno sguardo d’intesa a Mirajane. Laxus che gli faceva un commento masticato sul suo costume da bagno nuovo di zecca e poi andava a palpare le accentuate forme dell’avvenente Cana. Sempre Laxus che, restio al contatto fisico, gli passava una mano tra i lunghi capelli verdi facendogli tremare le ginocchia, e che poi dava dei buffetti teneri sulla testa di Lisanna.

Lo stesso Laxus che in quel momento era sulla pista da ballo circondato da donne spalmate al suo corpo possente e virile.

E tanti auguri a me

Freed ingurgitò il terzo shortino di vodka liscia, maledicendo il momento in cui aveva assecondato le follie di quel megalomane del suo migliore amico.
Il suddetto che, per una volta privo di quell’odiosa maschera, e appiccicato al corpo di Lisanna-Freed davvero non si spiegava come quel buzzurro potesse aver conquistato una fanciulla così composta- gli lanciava di tanto in tanto occhiate preoccupate e dispiaciute.

Si sente in colpa, lo stronzo.

Era ovvio che Bickslow avesse sperato in ben altro tipo di risvolto della serata.
Freed dal canto suo non era stato così ottimista. Non si era di certo aspettato che Laxus saltasse fuori da una torta completamente nudo chiedendogli di sposarlo, solo aveva sperato che quella serata non si concludesse con il cuore spezzato e l’intestino che sembrava essere stato messo in frullatore: insomma, una classica serata alla Freed. Evidentemente era stato troppo ottimista.

Come una calamita il suo sguardo vagò di nuovo tra la folla, non riuscendo però ad individuare la sua figura. Ricordava a stento di averlo visto in compagnia di una rossa dalle forme generose. Riuscì a trattenere con difficoltà il conato di vomito che gli aveva provocato il solo pensare cosa potesse significare quell’assenza e affogò il tutto nel quarto bicchierino della serata.

“AUGURI FREED! A VENTICINQUE ANNI SI DIVENTA UN VERO UOMOOOOOO”
“Sta zitto scimmione, ti sentirà tutto il locale”

Freed lanciò un’occhiata vagamente divertita alla nuova coppia appena arrivata. Ecco, se era appurato che Bickslow e Lisanna costituissero una coppia male assortita, su Elfman ed Evergreen avrebbe potuto tranquillamente scrivere un capitolo a parte. Non gli era ancora propriamente chiaro in che modo quei due fossero riusciti a prendersi, ma era inaspettatamente successo e ciò aveva reso la sua amica di sempre dannatamente felice.
Persino Laxus, restio a lanciarsi in elogi, aveva  ammesso che l’amore aveva reso Evergreen ancora più bella di quanto non fosse. Poi l’aveva guardata nel solito modo in cui Laxus aveva sempre guardato Evergreen, cioè con quello sguardo che era un misto tra protezione estrema e dolcezza mal celata, ed Evergreen si era sciolta tra le sue braccia. A Freed non era venuta in mente neanche per sbaglio l’idea di ingelosirsi: conosceva Laxus e conosceva Evergreen come le sue tasche, esattamente come quel mascalzone di Bickslow: sapeva che quello che legava i Raijinshuu- se pensava al fatto che aveva inventato lui questo nome alla veneranda età di dodici anni gli veniva da ridere- era un affetto sincero e incondizionato, e, avrebbe potuto metterci la mano sul fuoco mille volte senza bruciarsi, Laxus non aveva mai guardato Evergreen con gli occhi con cui un uomo guarda una donna.

Un tonfo improvviso nel posto accanto a se lo fece voltare di scatto e subito fu catturato da un sorriso beffardo e due occhi rossi e magnetici che lo studiavano.

“Posso offrire un altro giro al festeggiato?”
“Il festeggiato dovrebbe però prima sapere il tuo nome”

L’altro invece di rispondere si mise a ridere sguaiatamente e a distanza ravvicinata Freed notò l’energico puzzo di alcool che proveniva dalla sua figura. Era incredibilmente ubriaco e a Freed la situazione iniziava a non dispiacere neanche un po’. Era il suo compleanno no?

“Allora?” lo rimbeccò, divertito dalla situazione “Chi sei? Perche sei qui? E soprattutto: perché sei senza maglietta?”
Il nuovo arrivato si guardò automaticamente il petto registrando meccanicamente di essere a torso nudo.
“Deve avermela strappata qualcuno nella folla” liquidò subito la questione “Io sono Zancrow comunque, e sono qui perché finalmente sono abbastanza ubriaco per confessarti che ti ho adocchiato all’inizio della serata ed è da allora che immagino le tue labbra peccaminose sul mio uccello”
Freed si ritrovò nonostante tutto a ridacchiare ed arrossire di vergogna.

Zancrow non era ciò che si poteva definire una vera bellezza: era rude e rozzo e dannatamente ubriaco. Ma aveva i capelli biondi-non come quelli di Laxus-; e il suo torace sembrava forte e allenato- anche se quello di Laxus era tutt’altra cosa- e sul petto aveva anche lui un tatuaggio arrapante-quello di Laxus poteva vantare di essere il principale protagonista di tutti i suoi sogni erotici.
Poteva andare bene. Non era Laxus ma se lo sarebbe fatto bastare, come tutto d’ora in poi. Si sarebbe accontentato. Doveva aprire gli occhi e smetterla di sognare il suo maledetto Principe Azzurro.
Dopotutto poteva ancora essere un compleanno memorabile.

“Perché non passiamo direttamente alla parte in cui mi fai vedere cosa hai in mente?”

Zancrow diminuì subito la distanza tra i loro corpi e in un secondo tracciò con la lingua un percorso che partiva dalla clavicola ed arrivava direttamente alle sue labbra. Gli stuprò la bocca con forza, tanto che temette gli avrebbe staccato la lingua. Sentì lo stomaco attorcigliarsi piacevolmente e la mente annebbiarsi. Il cuore, tuttavia, rimaneva placidamente addormentato, a conferma che no, non si sarebbe degnato di reagire per il primo balordo con cui avrebbe approcciato in discoteca.
Ma andava bene così, anzi forse lo preferiva anche.

“Dicono che i bagni siano uno spettacolo magnifico a quest’ora della notte” insinuò il biondo sorridendo maliziosamente
Freed rise ancora. “Suppongo che non sia il caso di perderceli allora”

Si alzò un po’ barcollante e con la vista annebbiata, quando venne prontamente tirato per un braccio e si ritrovò davanti Bickslow, stampata in volto un’espressione preoccupata.
“Dove stai andando?”
“Seguo il tuo consiglio. Avevo bisogno di bere e scopare no? Ho già fatto la prima quindi, se vuoi scusarmi…”
“Ma non così! Maledizione Freed rovinerai tutto…”
“Rovinare cosa?”
Bickslow non rispose e si morse le labbra a disagio.

Probabilmente se Freed fosse stato più lucido e meno inebetito dai fiumi dell’alcol avrebbe subito capito che ci fosse qualcosa sotto, ma, appunto, non lo era.

Si senti tirare dall’altra parte e venne subito avvolto dal calore del corpo tonico di Zancrow che premeva la sua mezza erezione sul suo sedere.
La parte migliore della serata stava per cominciare.

     ****

Una parte del cervello di Freed registrò a mala pena il forte rumore a pochi metri da lui e il suo nome che veniva urlato ad alta voce, ma non gli importò. Il cazzo di Zacrow-si chiamava così? Non ne era più sicuro- gli arrivava dritto in gola e gli faceva rischiare prontamente il soffocamento ad ogni affondo nella sua calda bocca. Gli tirava i capelli, lunghi e verdi, e mugolava. Ogni tanto imprecava. Normalmente non si sarebbe abbassato ad un livello del genere, ma con i sensi storditi e il pensiero di lui con un’altra donna, aveva preferito spegnere ogni tipo di pensiero razionale.
La situazione gli era diventata immediatamente più chiara quando, alzando gli occhi, aveva incrociato lo sguardo di Laxus in piedi davanti alla porta spalancata del bagno che lo guardava in modo… deluso? Arrabbiato? Compassionevole?
Forse schifato rendeva meglio l’idea.

Ritornò lucido all’istante e desiderò immediatamente non esserlo più quando si rese conto che tra tutti proprio Laxus Dreyar  lo aveva appena visto fare un servizietto ad un perfetto sconosciuto, in un lurido bagno di una squallida discoteca. Non si vergognò mai così tanto come allora. Si staccò immediatamente dal corpo dell’altro cercando di riprendere compostezza, si alzò in piedi e si passò una mano sulla bocca per pulirsi. Ma niente: il sapore era ancora lì.

Poi una risata estranea gli arrivò alle orecchie. Zancrow era ancora lì?

“Ehi amico puoi aspettare il tuo turno? Ti prometto che abbiamo quasi finito e che poi te lo lascio tutto. Ne vale decisamente la pena”
Laxus spostò lo sguardo sul biondo come lo vedesse per la prima volta. Il volto una maschera di pura collera come Freed non gli aveva mai visto. Ne ebbe immediatamente timore e lo stesso effetto dovette fare su Zancrow perché lo sentì irrigidire tutti i muscoli e mettersi in posizione di guardia. Come se si aspettasse un attacco da un momento all’altro. Ma era impossibile: Laxus non avrebbe mai picchiato qualcuno perché era stato con lui… no?

Va. Via.” Sibilò e davvero non sembrava ben disposto a ripetersi una seconda volta.

Zancrow sbuffò, nervoso e fisicamente insoddisfatto, guardando Freed.
“Potevi dirmelo che avevi un ragazzo, Bocca di Rosa. Non mi sarei offeso per un rifiuto”

Freed abbassò ancora di più lo sguardo vergognandosi come un ladro e con la coda dell’occhio vide Laxus dare una forte spallata a Zancrow mentre quello lo superava per uscire dal bagno.
Poi Laxus si chiuse la porta dietro di se, e Freed si sentì morire.

“Ero venuto a cercarti per darti il tuo regalo e per vedere se stessi bene, ma a quanto pare non ha più importanza” gli disse
Il festeggiato sbattè le palpebre, e finalmente lo guardò in volto.
“R-regalo? Mi hai fatto un regalo?”
Laxus arcuò un sopracciglio scettico. “Ad un compleanno si fanno i regali Freed, se non lo sapessi” lo rimbeccò acidamente.

Freed si sentiva in un film dell’orrore.

“Ma come ho detto non ha più importanza ormai”

Aveva uno sguardo strano, diverso rispetto a quello di prima. Se non lo avesse conosciuto come le sue tasche avrebbe giurato fosse uno sguardo  ferito. E questo era assurdo perché Freed gli aveva visto quegli occhi vacui e quella riga arcuata in mezzo alla fronte solamente quando Ivan Dreyer era stato arrestato, prelevato casa sua e portato con forza via da lui per sempre, e Laxus non aveva potuto fare niente se non provare per sempre nel cuore un rancore atroce verso quell’uomo che l’aveva tanto amato quanto deluso. Ed era assurdo che ora gli stesse ritornando in mente proprio lo sguardo che aveva quel giorno e che Freed non avrebbe mai dimenticato. Si, assurdo, perché quello era il grande dolore della vita di Laxus e non poteva essere minimamente paragonato allo sconcerto e al ripudio nel scoprire lui con un altro no? Giusto? Perché mai avrebbe dovuto essere altrettanto importante?  

A quanto pare doveva avere una faccia ancora più stupida di quello che credeva perché Laxus digrignò i denti e uscì dal bagno sbattendosi la porta alle spalle e imprecando.

Freed impiegò esattamente cinque lunghissimi secondi per rendersi conto della situazione e scattare al suo inseguimento urlando forte il suo nome.
Questo era già più ordinario. Ne aveva sempre seguito i passi come un’ombra silenziosa. Era abituato a restare sulla sua scia, a non perderlo di vista anche quando gli sembrava che potesse sgusciargli via dalle mani e perdersi in altri sentieri.
A distanza lo vide prendere per il bavero Bickslow  e urlargli contro qualcosa di cui riuscì a captare solo le ultime parole, poi sparì di nuovo tra la folla.

“Avevi detto che avrebbe funzionato”
 
Si scontrò contro decine di corpi sudaticci e sgattaiolò via dalle prese di mani che tentavano di trattenerlo. Non lo perse un secondo di vista e si accorse di essere fuori dal locale e di avere il fiatone solo quando scrutò il suo corpo fermarsi a pochi metri da lui.

“Come hai fatto a sapere dov’ero?”  gli chiese con disperazione
Si sentiva carico di coraggio e l’adrenalina gli scorreva prepotentemente in circolo.
E lo voleva.
Lo amava, dannazione. Amava Laxus Dreyar più della sua stessa vita, lo amava al punto da sacrificare la sua amata compostezza e gettare al vento  la sua maschera di damerino, se così avesse intaccato almeno un po’ quella di marmo di Laxus.

“Ero venuto a cercarti al bancone, quando ho visto Bickslow  e Lisanna nervosissimi. Non riuscivano a trovarti da nessuna parte e mi hanno detto che eri sparito con un mezzo maniaco ubriaco. A quanto pare però ci siamo preoccupati per nulla dato che mi sembravi più che a tuo agio lì dentro”

Voleva ferirlo e schernirlo, ma quella era la sera del suo compleanno e Freed si sentiva potente e bellissimo. Si sentiva per la prima volta un suo pari, sentiva di poterlo sfidare a braccia aperte. Aveva qualcosa in più questa volta, perché aveva un’arma da usare: era stato Laxus a cercare lui.
Pensò che era come la scherma.

Parata e Stoccata.

“Sei sparito anche tu con la tipa dai capelli rossi, quindi non puoi rimproverarmi proprio niente”
Laxus ringhiò. “Sparito? Io la stavo seminando” specificò “Ti ho osservato tutto il tempo seduto al bancone del bar, poi ho dovuto farmi un giro giusto per far perdere le mie tracce a quella ragazzina. Non cerco sesso nelle braccia di qualche estraneo Freed, mi conosci ! Non lo faccio mai e soprattutto non lo avrei mai fatto stasera

C’erano tante cose non dette, ancora di più sottintese dietro le sue frasi.
All’improvviso iniziò a mettere insieme i pezzi: Bickslow che insisteva per festeggiare il suo compleanno promettendogli la luna e che poi cercava di fermarlo mentre stava per andarsene con Zancrow; e poi ancora Laxus che lo tiene d’occhio per tutta la sera a sua insaputa, Laxus che torna a cercarlo al bar e che poi  sfonda la porta di un bagno solo per trovarlo. Laxus che scappa via ferito. C’era qualcosa che ancora non gli tornava ed era tutto ricollegabile all’unico importante elemento che avrebbe chiuso definitivamente il cerchio.

“Voglio il mio regalo”

Laxus scosse la testa. “Te l’ho detto, non ha più importanza ormai”

“VOGLIO. IL MIO. CAZZO. DI. REGALO” urlò.

Era isterico e capriccioso? Lo sarebbe stato fino alla fine. Era il suo compleanno ancora per un’ora dopotutto e poteva permetterselo.
Laxus tirò nervosamente un pacchetto dalla tasca del cappotto e glielo spinse direttamente sul petto, facendolo arretrare. Aveva come la sensazione che se solo non fossero stati in un luogo pubblico l’avrebbe picchiato.

Freed scartò velocemente la carta.
Si trovò davanti una pannello di pietra. Era ben levigata e per questo decisamente nuova. Sopra c’erano impresse delle Rune Antiche.
“M-ma-“

“Volevo che fosse qualcosa che capissi solo tu” lo interruppe Laxus “Ho cercato qualcun altro bravo come te in cose del genere ma è stato difficilissimo. Solo una mente malata come la tua è capace di leggere il sanscrito, Freed ! Ci avevo quasi rinunciato fin quando Evergreen mi ha presentato la sua nuova amica, Levy McGarden. Mi ha aiutato lei nel resto. Io dettavo e lei scriveva” confessò, e sul suo viso si diffuse progressivamente un bel rosso porpora, come se si vergognasse ancora profondamente di quello che aveva dovuto fare.
Freed abbassò di nuovo lo sguardo sul pannello, incredulo.
“La mia scusa è che ho un pessimo
senso dell’orientamento e
mi ero perso per strada.
La tua qual è?
Buon compleanno Principino,

All’incirca… Ti amo”
 
Freed cercò nei suoi occhi la conferma a ciò che aveva appena letto.

“Hai detto che ormai non ha più importanza. Ce l’ha?”

Laxus non rispose ma le sue iridi divennero argento liquido. Non gli serviva altro.
Si gettò tra le sue braccia e cercò le sue labbra, sentendosi leggero come una piuma, finalmente in diritto di poterlo fare. Si esaltò quando Laxus gli rispose con altrettanta foga e oddio! Era quello che si provava ad avere il corpo di Laxus Dreyar stretto al proprio? Era quello il sapore che aveva la sua bocca dopo che aveva bevuto un Martini di troppo?
Esuberante, mascolino ed eccitante.
Estremo.
Non stava sognando vero? Vide a mala pena le labbra di Laxus muoversi vicino alle sue e guardarlo negli occhi. Gli aveva fatto una domanda? Non aveva ascoltato. Non avrebbe ascoltato mai più niente di tutto il mondo. Voleva solo baciarlo baciarlo baciarlo baciarlo. Tranne se Laxus gli avesse chiesto di sposarlo. In quel caso non solo lo avrebbe ascoltato ma gli avrebbe anche risposto.

“Si , lo voglio” mugulò mentre Laxus,preso dalla frenesia e soddisfatto dalla risposta a qualunque domanda gli avesse posto, lo sbatteva contro il muro e gli stringeva i capelli in una presa possessiva.

Volevo che fosse qualcosa che capissi solo tu

Lo aveva capito. 






 
  
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