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Autore: pamina71    23/10/2017    11 recensioni
Sono passati cinque anni dalle ultime indagini di André ed Oscar, che ora vivono apparentemente tranquilli a Gravelines, in realtivo anonimato, giacchè intorno infuria il Terrore. In questa vita quasi agreste giunge una vecchia conoscenza, in cerca di aiuto, e una situazione incresciosa li porta a condurre una rapidissima indagine.
Una mini-long per chiudere la serie noir che siete state tanto gentili da seguire nei mesi scorsi.
Il titolo è parte di un aforisma: Ci sono anni che pongono domande e anni che rispondono. (Zora Neale Hurston).
Questa storia fa parte della serie "Lupi, giganti ed altre avventure"
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lupi, Giganti ed altre avventure'
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2. Bonshommes.

 

Quando André aprì l'uscio di casa, entrando ebbe la sorpresa di trovare Oscar, che a quell'ora di solito amava suonare per qualche tempo, seduta nel salotto con due uomini che ebbe qualche difficoltà a riconoscere subito come l'ex Maggiore Girodelle e suo fratello minore.

Si salutarono in maniera molto formale. André ricordava perfettamente che il Conte aveva giudicato malissimo quello che ai suoi occhi era parso come un brutto tentativo di scalata sociale attraverso la seduzione della sua padrona. Si augurò che gli eventi degli ultimi anni lo avessero fatto mutare avviso. Per ora, gli parve solo molto teso. Normale, si disse, per qualcuno che vuole espatriare di nascosto.

Invece, Girodelle notò come l'altro fosse invecchiato bene. Qualche rughetta attorno all'occhio, qualche capello color argento nella massa scura e indisciplinata, ma gli parve il ritratto della persona soddisfatta e realizzata. Come più volte durante il viaggio, si chiese di cosa vivessero. La casa era modesta, ma non povera. Lo stesso poteva dirsi dei loro abiti, che riuscì a definire solo come solidamente borghesi. Avevano una o due cameriere, i bambini erano paffuti ed educati. Possibile che fosse tutto frutto della dote (poteva chiamarla così?) di Oscar?

Oscar si alzò vivacemente e gli andò vicino. Si presero le mani e trattennero un bacio, limitandosi ad avvicinarsi molto e quasi a sfiorarsi.

- Come sono andate le cose a La Barrière1? Che ti ha detto il Cittadino Blanchard?

- Tutto molto bene. Mi ha pagato quanto ancora doveva per l'ultimo lavoro. Ha approvato quello che gli ho consegnato il mese scorso. Si farà a breve.

- Benissimo. Allora stasera dobbiamo brindare! - Gli sorrise di rimando la moglie.

André era rimasto volutamente nel vago. In realtà alludeva al proprio mestiere di scrittore, ed al libro pubblicato l'anno precedente, per il quale stava ancora ricevendo ricavi, Point de Lendemain2 ed al nuovo romanzo appena terminato, che l'editore aveva di nuovo accettato di stampare, per il quale aveva in mente il titolo provvisorio di Les Confidences (per fare il verso all'opera di Marivaux Les fausses Confidences).

Ma nel villaggio la conoscenza dei suoi lavori era vaga, si sapeva che passava molto tempo alla scrivania, per recarsi talvolta in città. E non intendeva sbandierarli. Né gradiva esporsi ai commenti da cortigiano del Maggiore. Passò quindi a parlare di altro, sino a che irruppe nella stanza il piccolo Antoine, reclamando a gran voce un abbraccio e chiedendo se il padre fosse tornato con qualche regalo.

- Sì, uno per te ed uno per tuo fratello. Quindi vai a chiamarlo.

Il bambino partì correndo deciso, per tornare dopo pochissimi minuti a ricevere una trottola colorata, mentre Christophe ebbe un sillabario illustrato, rimanendo comicamente indeciso tra l'accettare il dono “da grande” o invidiare quello ricevuto dal fratellino.

 

Dopo la cena, tutti e tre gli uomini furono propensi a ritirarsi presto, stanche per i rispettivi viaggi. Girodelle rimase sveglio dopo che il fratello si era addormentato di botto. Era preoccupato per lo stato mentale di Aurélien. Non si era del tutto ripreso dagli orrori veduti, rimaneva taciturno e perso in un suo mondo. Aveva paura che l'emigrazione in Inghilterra sarebbe stata deleteria per lui. Eppure non avrebbero avuto modo di restare in suolo francese. Si alzò dal letto sul quale era seduto, per andare a chiudere le imposte. In quella casa non avrebbe certo potuto chiedere alla domestica, che la notte tornava a casa propria.

Nel compiere quel gesto intravvide il balcone della stanza accanto, quello dei padroni di casa che, sebbene nascosto da un altro glicine, lasciava indovinare una figura sottile che si godeva l'aria tiepida della primavera, e che venne presto raggiunta da un'ombra maschile, che la strinse in un abbraccio. L'aristocratico si trasse indietro, a quella vista, chiudendo le imposte e ritirandosi meditabondo.

 

La mattina seguente, il Maggiore si svegliò riposato come non gli accadeva da molto tempo. Nonostante fosse ancora in fuga, anzi forse nel punto più pericoloso di tutto il viaggio, così vicino alla traversata, si era trovato a proprio agio in quella casa, certo di non correre il rischio di venire tradito. Il fratello stava ancora dormendo. Dopo gli assalti e il Terrore, pareva tornato bambino. Non parlava, dormiva sino a tardi, da mesi non sorrideva, mangiava a malapena. Per lui, per trarlo via da quella situazione, Victor stava lasciando la Francia. Con nel cuore il dubbio che non sarebbe servito a nulla, che niente gli avrebbe più reso Aurélien così come era cinque anni prima. Sospirò e scese dal letto. Mentre si rivestiva, si rese conto che, nonostante fosse presto, dal basso giungevano voci ed un acciottolio di stoviglie.

Al piano di sotto, André era seduto alla scrivania nel piccolo soggiorno. Oscar, al suo fianco, gli poggiava una mano sulla spalla mentre con la sinistra reggeva un foglio che leggeva con interesse. Alle sue spalle, la tavola era apparecchiata per la colazione e vi sedevano, mangiando intenti, quattro bambini. Christophe ed Antoine imburravano coscienziosamente delle fette di pane, mentre una bimbetta bionda e lentigginosa ed un maschietto magro e riccio si ingozzavano in maniera molto meno composta.

Oscar si chinò verso il marito, commentando a bassa voce quanto aveva letto, per poi volgersi verso i bambini, raccomandandosi con tutti di mangiare più educatamente. In quel momento Girodelle fece il suo ingresso nella stanza. Venne invitato ad accomodarsi al tavolo per la colazione ed Oscar dovette accorgersi del suo sguardo perplesso, perché si affrettò a spiegargli sorridente:

- Per i nostri figli abbiamo scelto un compromesso tra la rigidità dell'educazione che mio padre aveva voluto per me e la libertà di cui André aveva goduto qui a Gravelines.

Il marito aggiunse che la cosa pareva funzionare benissimo, con un tono rapido e tranchant che lasciava intendere di non ammettere commenti in senso contrario. Poi presentò i due piccoli commensali come figli di bottegai che studiavano il violino insieme ai propri figli.

- E' importante che lo studio della musica non sia esclusivamente individuale. E Antoine è troppo piccolo per potersi davvero esercitare con Christophe. Così Adeline e Jaquinot vengono qui un paio di volte a settimana.

Il Maggiore annuì e proseguì in silenzio la colazione, il cui sottofondo sonoro era garantito dal chiacchiericcio dei quattro bambini.

Quando ebbe terminato, André lo invitò ad uscire per vedere la città e poi recarsi al porticciolo per esaminare la barca. Perché la finzione dell'amico in visita potesse reggere era essenziale che si facessero vedere in giro così come avrebbero fatto se davvero fosse stata una gita di piacere.

Venne quindi condotto in giro per la cittadella fortificata, di cui l'ex militare ammirò con sincero interesse la struttura, passando davanti alla Chiesa di Saint Willibrord, al momento convertita in Tempio della Ragione, vagando quasi senza meta per le vie strette e ombreggiate del borgo. Sul finire della mattinata, costeggiarono il fiume Aa diretti verso il piccolo porto alla foce del corso d'acqua. Il percorso fuori dalla città servì ad André per spiegare l'origine dei curiosi nomi di luoghi e persone di quell'angolo di Francia facente quasi parte delle fiandre, e dotato di un curioso dialetto che i confinanti definivano quasi spregiativamente ch'ti 3.

Giunti al porticciolo, André ebbe agio di mostrare a Girodelle la sua piccola barca, con due vele e soli sedici piedi di lunghezza, il “Bonhomme”. Come convenuto, Victor la trovò molto graziosa ed espresse il desiderio di fare una piccola uscita in mare.

André lo condusse alla piccola osteria dei pescatori, da Franchinot, dove, davanti a due bols di sidro, decisero che sarebbe stato meglio rinviare all'indomani l'uscita in mare, facendo notare che, essendo in vacanza, non c'era fretta alcuna.

Durante la loro permanenza all'osteria, Girodelle non poté fare a meno di notare un uomo che lo osservava di sottecchi, da dietro un boccale di peltro, per poi scuotere con sussiego il capo mormorando tra sé.

Sulla via del ritorno, non poté trattenersi dal parlarne ad André, che minimizzò:

- E' solamente Bard. Poveraccio, dopo una notte di tempesta è tornato più morto che vivo, e da allora vede tutto con sospetto. Lo incontreremo ancora. Vedrete che, se dovesse parlarvi, criticherà tutto e tutti. E sparlerà di voi con mezzo paese. Non ve ne preoccupate, è un innocuo bonhomme. - Poi abbassò la voce – Non denuncerà nessuno.

 

1 Ora Saint-Omer. Cittadina a metà strada tra la costa e città grandi come Lille ed Arras. Durante la rivoluzione il nome religioso venne modificato. Come altre città accolse qualche migliaio di patrioti del Nord dei Paesi bassi. Sino al 1800 fu la città più popolata del dipartimento (20109 contro i 19958 di Arras

2  In realtà è il titolo di un racconto di Vivant Denon.

3  Le ch'ti est une langue qui a pour origine la langue d'oil parlée autrefois dans le nord de la Gaule gallo-romaine puis franque. Elle a évolué depuis le latin vulgaire. La dénomination « picard » est apparue plus tard, vers les XIIe/XIIIe siècle quand la différence entre le parler du nord et le parler franceis était désormais flagrante.

   
 
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