Spesso utilizzo la maggior parte del tempo per scrivere qualcosa solo per decidere la prima frase. Dopo quella, finisco tutto in fretta.
E perché, perché ci metto così tanto a buttar giù la prima frase? Mi ci è voluto un anno, per trovare la risposta che, dopotutto, avrei potuto trovare ogni giorno della mia vita.
Quante volte ci fermiamo ore o giorni, anche anni, per fare una scelta? Tutte, dal “Che panino prendo oggi?” al “Che lavoro voglio fare?”.
E quando ci innamoriamo, quanto ci mettiamo per decidere di dichiararci? Troppo, perché è così complesso quanto banale e questo ci confonde.
Oppure, quando finiscono le vacanze di Natale e decidiamo di rimetterci in forma, perché prima o poi giugno arriva. E qui c’è chi fa il primo passo e comincia a correre; e chi, forse troppo pigro o forse spaventato dal dolore dei muscoli, resta fermo, rimandando al giorno dopo. Però passa gennaio e passa febbraio e passa marzo e aprile e maggio. E prima o poi giugno arriva.
E così, la prima frase per uno scrittore è come quella scelta, quella dichiarazione o quel passo, che se non fa mai sparisce l’ispirazione. E non scrive più.
No, non può scrivere, non finché quella pagina bianca resterà senza la prima frase. E dovrà pensarci per ore. Ma sa che vuole scrivere e scriverà.
Perché se non appare la prima frase, se non viene presa la scelta, se non viene dichiarato l’amore e se non si fa il primo passo, tutto è destinato a finire, poiché mai iniziato.