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Autore: pokepony10    23/10/2017    0 recensioni
Quante cose accadono nel mondo e noi nemmeno lo sappiamo? Sono tante e solo poche sono raccontate nelle pagine di storia, dopotutto il lavoro di uno storico non è raccontare la vita di un solo individuo, ma raccontare le grandi scoperte, errori ed evoluzioni del mondo che ci hanno portati fino ad oggi. Poi esistono gli scrittori, quello che provo ad essere io, che hanno il potere di dare voce a quelle persone di cui nessuno sa nulla. Poco tempo fa sono entrata in possesso di queste pagine e leggendole sono rimasta molto colpita. Ammetto che odio tenermi le cose interessanti solo per me, quindi ho deciso di trascrivere l'autobiografia e quindi di rendere il tutto pubblico. Il nome dell'autrice è kymyky, vive un'avventura che stravolge leggi fisiche e morali, ad essere sincera è piuttosto contorta quindi non temete, alla fine cercherò di chiarire alcune logiche sulle quali ho cercato di documentarmi il più possibile. Dopo questa premessa preferisco non dire altro, mi odiereste per i miei spoiler.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riaprì gli occhi, ero sul pavimento freddo di una gabbia.
 
Alzando lo sguardo notai l'ombra delle sbarre susseguirsi con la fioca illuminazione presente in quell'area ristretta di movimento.
 
-ben svegliata- mi sentì dire-Eko?!- dissi alzandomi di scatto.
 
Un forte dolore alla testa mi bloccò e qualcosa mi trattenne facendomi cadere all'indietro tirandomi per il braccio. Ripresa dal dolore mi guardai in torno, al muro vi era una catena che poi era legata al mio polso.
 
La manica era alzata e vi era un cerotto al centro del braccio -mi hai bucato un braccio?! Perché?- gli chiesi, lui abbassò la testa -sei una ribelle , e di certo non è la prima volta che lo faccio… e nel frattempo ti abbiamo anche preso un campione di sangue- -e non solo quello avete preso- dissi cercando di togliermi l'inchiostro dalle dita -non avrei mai voluto farlo ma sei l'unica che può aiutarmi…- disse desolato -sbattermi al fresco non è di certo d'aiuto nel convincermi ad accettare- dissi incrociando le braccia -tieni sentiti libera di fare ciò che vuoi, oramai fai parte del gruppo di ricerca della CIA- disse lanciandomi un mazzo di chiavi.
 
-cosa devo fare?- chiesi cercando di non pensare all'area 51 e al mio amato Jack -sei venuta qui per la macchina no? Bhe ho bisogno della tua esperienza sulla mente per capire cosa c'è che non va nella nostra cavia spaziotemporale, spero che il sacrificio di Black non sia stato vano- disse cercando di non piangere.
 
Io guardai il mio zaino -a proposito…- dissi cacciando il gatto -è tutto ciò che ho con me di lei- dissi, lui strinse l'animale a se.
 
-dove si va?- chiesi sistemando le mie cose e controllando che ci fossero tutte -seguimi- disse senza guardarmi in faccia.
 
Mi portò nei pressi di una stanza sperduta in fondo ad un corridoio, entrai, era completamente bianca -bhe di certo è impazzita con l'assenza di punti che distinguono lo sfondo dal resto… primo errore…- dissi segnando lo sul mio taccuino.
 
-quanto mangia?- chiesi  guardando da lontano una figura vestita di grigio -si rifiuta di mangiare- mi rispose -non avete provato tutti i metodi allora…- dissi segnando sul taccuino -poi… chi si occupa di lei?- -io…-risponde -nessun'altro?- -bhe da ora tu- concluse.
 
Io mi avvicinai alla cavia -una ragazza…- pensai.
 
La scossi e tra i capelli neri usci un occhio verde -come il mio….- pensai spostando una ciocca di capelli per vedere il suo sguardo.
 
Era li seduta con le ginocchia strette al petto e sentiva freddo , di certo quel vestitino non la copriva mica.
 
Il suo sguardo sembrò calmo a vedermi poi apparve Eko alle mie spalle -no! Tu no! Non toccarmi!-gridò stringendosi nell'angolo in preda al panico -esci- dissi fredda nei suoi confronti.
 
Vi era una telecamera nella stanza, presi il pugnale e tagliai i collegamenti -K… Kymyky?- mi domandò la ragazza -si signorina?- domandai -sei venuta qui per me?- - sinceramente non sapevo che era qui, ma sono lieta di sapere che stia bene, sembra che sia destino servirla signorina- dissi con un inchino porgendole la mano per alzarsi.
 
-si rammenti principessa, cosa è successo?- le chiesi appena fu in piedi, -non… non ricordo… dopo la tua scomparsa mi sono ritrovata nel castello, delle persone con un camice mi hanno drogata probabilmente…. Mi ricordo di un ragazzo, mi prese in braccio e mi fece stendere sul divano e bhe… il resto lo puoi immaginare… Ma tu dove sei stata?... Mio cavaliere…. Sei il mio cavaliere non puoi avermi abbandonata per timore vero?- mi chiese -oh non si preoccupi signorina non l'avrei mai lasciata per un motivo tanto futile e disonorevole, ma ora sono felice di averla tra le mie braccia e mi pento di non averla potuta difendere da quel mostro… volevo essere l'unica a poter sfiorare il suo delicato e morbido corpo…- dissi sfiorandole la guancia spostandole una ciocca di quei capelli per quanto spettinati, belli come sempre -…ma le assicuro che ripulirò il suo onore da tale affronto- dissi stringendola a me.
 
Il suo fascino era rimasto lo stesso nonostante la condizione di prigioniera e cavia, più la ammiravo più cresceva la gelosia e il disprezzo per mio cugino - verme… ecco cosa sei… ti schiaccerò in nome della corona della mia principessa- pensai prendendo le cose -principessa… la libererò da questi briganti- dissi prendendola sotto braccio -mio cavaliere…- disse lei stringendo il mio braccio al suo seno, mi mancava quella sensazione sul mio corpo.
 
-cosa vuoi fare con la cavia?- mi chiese Eko appena usci con la ragazza -tieni ti saranno utili, ah e questa è un'informazione per te, non è una cavia, è una principessa, e tu hai oltraggiato il suo nome… pagherai l'affronto!- dissi prendendolo per il collo e avvicinandoci il pugnale -approfittatore… crepa!- gridai ma la mai mano fu fermata -Kymyky…- mi disse la principessa -agli ordini signorina… ringrazia il celo che lei è clemente…- dissi.
 
Cacciai dalla tasca la siringa -come tu droghi noi… noi ricambiamo… a proposito se scopro che mi hai fatto qualcosa mentre ero incosciente giuro che non sarà tranquillante ma acido radioattivo- dissi conficcandogli l'ago nella vena per poi lasciarlo cadere per terra -sbrighiamoci signorina- lei fece cenno di si, stavamo per affrontare la prova più difficile… tornare a casa… cambiare il futuro.
 
Presi una mappa per le uscite di emergenza e cercai di orientarmi -ho un piano…- dissi, sarebbe stata l'unica opportunità per riscattare le nostre vite.
   
 
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