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Autore: MyWinter    24/10/2017    0 recensioni
Questa storia non tiene conto di TCC.
ScorpiusxAlbus
Un anno come tanti ad Hogwarts, o almeno questo è ciò che pensano il giovane Malfoy e il giovane Potter. Uno scherzo rischia d mettere in pericolo la loro amicizia, costruita con fatica e a piccoli passi, ma proprio grazie allo stupido scherzo i due ragazzi impareranno a dare nome e volto a un sentimento che prima non riuscivano a mettere a fuoco.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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AAA: La storia non tiene conto di TTC

BACIAMI ANCORA

 

Era adagiato al muro, col braccio disteso sulla parte ruvida, la mano allargata contro la stessa. Sovrastava… come si chiamava quella ragazza? Doveva averglielo detto quando gli aveva chiesto di poter parlare in privato. Aveva risposto di sì, senza quasi farci caso, troppo intento a scrutarsi attorno alla ricerca di una reazione che poi non aveva scorto. Mentre lottava con quel qualcosa che nel petto si agitava senza sosta, aveva pronunciato un altro sì e se ne accorse solo in quell'istante, quando la mora lo abbracciò per la contentezza.

«Sará una festa di compleanno memorabile se ci sarai anche tu!» Si era sporta verso di lui e lo fissava, con un sorriso dipinto in volto.

Come il peggiore degli stolti, si chinò su di lei e uní le labbra alle sue. Sapevano di frutti, di dolce. Ne saggió la consistenza con la lingua: erano morbide e piene.

Lei le dischiuse e le loro lingue si incontrarono: uno scambio ruvido, caldo, umido. Era piacevole?

Si staccò da lei, la fissò negli occhi e la vide arrossire.

«A stasera!»

Le feste a Hogwarts non erano certo tollerate o ben viste dal regolamento, ma quando possibile qualcuno organizzava un party. Spesso i tentativi di fare baldoria venivano scoperti e puniti severamente, ma non per questo i futuri, giovani maghi smettevano di provarci.

Scorpius si allontanò, camminando con fare sbadato e svogliato, smarrito fra i ricordi.

Le cose durante il corso degli anni erano mutate e forse gli stavano sfuggendo di mano. Possibile che un bacio al sapore dell’alcool avesse messo in discussione le sue certezze?

Salutò controvoglia, mentre camminava, molti dei suoi compagni che sembravano avere imboccato la direzione opposta alla sua. Le ragazzine lo guardavano con aria sognante e ciascuna volta si chiedeva se fosse il passato da Mangiamorte del padre a fare leva ed esercitare un fascino perverso, se fossero quei suoi capelli d’un biondo quasi bianco a far nascere curiosità o quello sguardo che spesso aveva udito definire come trafiggente e di ghiaccio.

Lui non si piaceva poi  molto, eppure aveva un discreto successo con le ragazze.

Raggiunto l’esterno un refolo gelido lo costrinse a nascondersi dietro il bavero del cappotto: per fortuna lo aveva indossato quando aveva deciso di uscire. Al calare del sole gli sparuti raggi caldi svanivano e con essi anche il tepore che gli regalavano. Camminò sul tappeto di foglie gialle e marroni che sotto le sue scarpe pregiate scricchiolavano. Raggiunse il Lago Nero, lo osservò per qualche istante godendosi la vista di quella tavola scura e piatta, domandandosi cosa fosse andato storto.

Si sedette sulla riva, stringendosi nel cappotto e coprendosi meglio con la sciarpa.

Suo nonno paterno gli aveva insegnato la superiorità della razza. Sua nonna, in qualche modo, aveva cercato di insegnargli a non essere discriminatorio. Suo padre sembrava combattuto. A tratti elogiava e si sperticava in lodi al sangue puro. Altre volte sembrava quasi confuso, colpito e sebbene rimanesse ancorato alle proprie convinzioni, Scorpius si era trovato spesso a chiedersi se, in fondo, non sapesse anche lui quanto sciocche fossero.

Lui lo aveva capito il giorno in cui aveva incontrato Albus Severus Potter. Figlio del famoso Harry Potter e di quella che suo nonno chiamava traditrice del proprio sangue. Nelle vene di Albus non scorreva sangue puro. E all’inizio lo aveva preso in antipatia, proprio come gli aveva suggerito in maniera poco velata il padre. Aveva studiato a lungo, con curiosità e diffidenza, quel ragazzino che era l’immagine speculare del Salvatore del mondo magico, ma poi aveva capito: studiare non doveva servirgli a conoscere meglio per scovare eventuali punti deboli. A lui studiare Albus era servito a capirlo e apprezzarlo e per questo aveva compiuto la sua mossa. Inaspettatamente e scioccando buona parte degli studenti di Hogwarts, gli aveva rivolto la parola. E non era stato per schernirlo o per umiliarlo: lui ci voleva stringere amicizia.

Si era seduto accanto a Potter a colazione, gli aveva dato il buongiorno e, come era ovvio, l’altro lo aveva guardato con un certo sospetto.Avevano impiegato mesi a fidarsi l’uno dell’altro, a imparare le differenze che li separavano rendendoli unici e, senza nemmeno rendersene conto, erano diventati amici. Per la pelle. Amici come la prima persona a cui ti rivolgi se insorge un problema; amici come la prima persona cui vuoi raccontare qualcosa di bello.

Scorpius aveva sentito nascere nel cuore un sentimento strano e nuovo. All’inizio aveva persino faticato a capire che quel qualcosa di bizzarro che provava fosse un sentimento e non un malanno o un difetto cardiaco e sorrise al ricordo.

Poi un rumore di foglie calpestate lo costrinse a voltarsi e si ritrovò dipendente dagli occhi verdi a lui cari.

 

**

 

Albus Severus Potter aveva visto il suo migliore amico avviarsi verso il Lago Nero e lo aveva seguito. Non era stato facile prendere il coraggio a due mani e pedinare Scorpius, così come non era stato semplice né indolore, osservarlo mentre quasi ingurgitava la faccia di quella ragazzina.

Si sedette senza salutare e dopo essere annegato nelle nubi che rendevano inscrutabili le iridi di Scorpius, gli si rivolse.

«Anche tu invitato alla festa di Sally.»

Gli costavano care quelle parole. Gli costava caro fingere che nulla fosse, non urlargli in faccia la propria confusione, non confrontarsi con lui. Come poteva chiedere proprio a Scorpius se fosse possibile che si era innamorato di lui? Perché l’unica conclusione sensata a cui era giunto parlandone con sua cugina Rose era quella. Lui era follemente e perdutamente innamorato di Scorpius Hyperion Malfoy.

«Beh?»

«Era solo una domanda.»

«Ragazzina bruna, occhi scuri?»

Sarebbe scoppiato a ridere se il pensiero che lui avesse cancellato il suo sapore baciando una di cui non sapeva nemmeno il nome non lo stesse lacerando.

«Giá. La Corvonero che ti sei slinguato in corridoio. Almeno questo è quello di cui spettegola mezza scuola.» Nel momento in cui terminò la frase, avrebbe voluto potersela rimangiare. Si domandò se fosse suonato troppo coinvolto, scioccato o invadente.

«Che noia ‘sta scuola di chiacchieroni!»

Il fatto che non negasse non era che la conferma e Albus si sentì così male che avrebbe voluto alzarsi in piedi e scappare via. Ma non poteva. Se la scusa dell’alcool gli permetteva di nascondersi dietro quel bacio che gli aveva rubato -o che si erano scambiati, non lo riusciva a ricordare né voleva farlo- scappare come una donnicciola lo avrebbe posto in una situazione ancor più scomoda.

«Pensavo che fossi venuto qui per scusarti. Per sistemare le cose, per dirmi che avevi bevuto troppo e non lo rifaresti da sobrio.» Scorpius inspirò e ad Albus sembrò che stesse quasi facendo fatica a dirgli quelle cose. E se il suo cuore voleva illudersi, la mente gli suggerì di non essere sciocco. Scorpius gli forniva una via d’uscita e a lui non restava che imboccarla.

Se non voleva perdere il suo migliore amico quello era il momento buono per riprendersi ciò che stava rischiando di lasciar andare per sempre.

«Allora? Non dici nulla?» Scorpius lo prese alla sprovvista. Albus si ritrovò in piedi, sollevato per il bavero del cappotto e da esso quasi soffocato.

Negli occhi grigi e agitati di Scorpius si susseguivano tante emozioni, eppure lui fu in grado di scorgere solo ciò che scorreva violento in superficie:la rabbia in cui annegavano le iridi di ghiaccio del ragazzo.

«Mi fai male, mollami!»  Si divincoló, riprese a respirare e, quando trovò il coraggio di alzare gli occhi, di Scorpius non rimaneva che il ricordo della presa ferrea su di lui.

Si gettò a terra, sconvolto e scombussolato.

Doveva dirgli di aver sbagliato, mentire e raccontare che l’alcool l’aveva annebbiato. In fondo non era una bugia, l'alcool, che lui non era abituato a bere e gli era stato somministrato con l'inganno, aveva obnubilato la sua ragione, permettendogli di mettere in quell’incontro fra labbra tutte le parole che aveva scoperto di volergli dire, ma che gli teneva segrete. Solo lui sapeva quanto gli costasse, perché da quando erano diventati amici sul serio non gli aveva mai taciuto nulla.

Si rialzò, pulí il giaccone e fece per rientrare. Alla festa avrebbe chiarito la questione, non poteva fare altrimenti.


Nda: Ciao e benvenute! È la mia prima ScorpiusxAlbus e spero di non aver tirato fuori dal cappello un disastro.
​La fic si compone di 4 capitoli, tutti già scritti, ne posterò uno a settimana.
Non tengo conto di TTC.
​Grazie per averla letta e spero di ricevere qualche parere!

​#disclaimer: i personaggi e riferimenti al mondo di HP non appartengono a me, ma a JK Rowling.
   
 
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