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Autore: Mick_ioamoikiwi    24/10/2017    0 recensioni
[a Dungeons and Dragons' story]
Hai completato il tuo percorso. Lord Gargaroth ti attende alle Valli per iniziare il tuo addestramento finale.
C’è un passaggio dietro l’incisione nella cripta sotterranea, ti porterà fuori dalle mura senza dover oltrepassare il cancello sorvegliato all’ingresso. Laggiù ti ho predisposto il necessario. Aspetto tue notizie. -L.M.-
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'La fanciulla nera'
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Morwen.

Un forte odore di zolfo e di bruciato le invase le narici, stordendola per alcuni istanti. I suoni ovattati le rendevano difficile capire bene cosa era successo ma sentì distintamente un urlo possente che le intimava di alzarsi, simile a un ruggito. Si tirò su a carponi, portandosi le mani agli occhi per pulirsi della terra mista a sabbia che le si era appiccicata al viso, formando una sottospecie di impasto con il sudore che permeava dalla fascia rossa legata sulla fronte, rigandole il viso affilato e segnato dalla fatica. L’ultimo colpo l’aveva quasi ammazzata: sarebbero bastati meno di dieci centimetri più a sinistra per venire polverizzata in meno di un millesimo di secondo. In quel tragico caso di lei, con molta probabilità, sarebbe rimasto un solo misero mucchietto di cenere. Forse Kossuth l’aveva presa sotto il suo braccio protettivo, forse era stata solo mera fortuna. Nessuno era in grado di stabilirlo ma Morwen era certa che, una volta finito quell’assurdo addestramento, sarebbe andata di corsa nella propria stanzetta a ringraziare e pregare il Signore del Fuoco.
Un altro ruggito, più arrabbiato del primo, e accompagnato da bestemmie la costrinse ad alzarsi di scatto per scampare a un altro colpo: questa volta, i suoi riflessi furono così rapidi da sorprendere persino il suo avversario. Alzò la mano davanti a sé e, lanciato un incantesimo non verbale appreso con grande difficoltà in quegli anni, dal palmo alzato scaturì un lampo fulmineo che colpì in pieno petto l’umano davanti a sé, facendolo cadere a terra privo di vita.
«Deludente» Disse una voce alle sue spalle.  
La mezzelfa si alzò in piedi, incurante di quel commento, per avvicinarsi al corpo inerme a pochi metri di distanza da lei. Lo osservò dall’alto verso il basso con aria di insufficienza ma sperò che il dio di quell’uomo lo proteggesse dall’aldilà, nonostante quegli occhi vuoti e bianchi sembravano accusarla dall’oltretomba.
«Ho abbassato la guardia» Rispose atona e perfettamente conscia del suo errore.
Un leggero ma deciso rumore di passi si fece più forte, segno che il suo interlocutore si era avvicinato a lei; con la coda dell’occhio vide una soffice veste rosso sangue ondeggiare alla sua destra.
«Un’altra giovane promessa sprecata, peccato» Commentò sprezzante l’uomo con una punta di insoddisfazione nella voce.
Morwen strinse il pugno con forza. «Lord Fagnar, siete qui solo per farmi l’ennesima paternale sul mio modo di combattere?»
L’uomo congiunse le mani coperte dalle maniche della veste, sogghignando. La testa rasata metteva in risalto i molteplici e minuziosi tatuaggi accumulati negli anni. «Oh, hai frainteso le mie parole Morwen» Si girò verso di lei. Gli occhi blu del gran maestro la misero a disagio ma tenne i nervi saldi e lo sguardo impassibile. «In fondo, noi siamo qui per ricercare i maghi migliori di Thay che possano rendere fiero Lord Aznar» Spostò lo sguardo sul cadavere accanto ai propri piedi. «non c’è spazio per coloro che non sanno controbattere un incantesimo non verbale di quel livello»
«Ora state criticando le mie capacità» Ironizzò.
«È un ammonimento, non una critica. Considerando che il tuo livello è molto più alto di questo…» Si interruppe, dando un piccolo calcio al corpo inerme steso a terra. «Lord Rodagog ti avrebbe lasciata in mezzo ad una strada molto tempo fa, sono io che ti ho permesso di rimanere qui»
Morwen abbassò lo sguardo, stringendo i denti e facendo un verso di disprezzo. «Ve lo ripeto, Lord Fagnar, non voglio la vostra pietà»
«Lo so bene» Sussurrò l'uomo girandosi in direzione dell’edificio alle sue spalle. «e so anche che la tua rabbia ti rende più forte» Si allontanò di qualche passo.
Morwen rilassò i muscoli delle spalle, alquanto indolenziti. «Vi ringrazio per il consiglio» Rispose piatta.
L’uomo continuò a passo lento il suo percorso, accennando un ghigno compiaciuto. «Ah, un’ultima cosa» mormorò arrestandosi in mezzo al cortile.
La ragazza girò di poco lo sguardo verso destra con aria interrogativa.
«Fai sparire quel cadavere prima di sera, detesto l’odore di morte prima del sonno» Le disse prima di riprendere il cammino.
 
Poco dopo il tramonto del sole e ultimati i rituali della cena, Morwen si chiuse nella propria camera, sedendosi sulla lettiga che le era stata fornita ormai nove anni addietro, e tenendo le mani incastrate tra i capelli.     
Prima o poi me ne vado da questo posto, probabilmente come cadavere, pensò. Sempre che io non venga incenerita prima.
Un fruscio davanti a sé attirò la sua attenzione: qualcuno aveva appena infilato sotto la sua porta una busta ingiallita, senza nessuna iscrizione sopra. C'era solo un piccolo timbro in ceralacca rossa a tenerla chiusa.
Con uno scatto si alzò per prenderla ma prima aprì la porta per vedere chi gliel’avesse consegnata, tuttavia il lungo corridoio in penombra era completamente deserto.
Ritornò nella sua stanza, fissando la busta. Quando l’aprì, dentro trovò un foglietto ripiegato con cura scritto in una calligrafia minuta e arrotondata.
 
Hai completato il tuo percorso.
Lord Gargaroth ti attende alle Valli per iniziare il tuo addestramento finale.
C’è un passaggio dietro l’incisione nella cripta sotterranea, ti porterà fuori dalle mura senza dover oltrepassare il cancello sorvegliato all’ingresso. Laggiù ti ho predisposto il necessario.
Aspetto tue notizie.   
L.M.

 
Finalmente, pensò appena letto il contenuto della lettera mostrando un ghigno compiaciuto. Senza pensarci due volte corse ad aprile il baule tenuto nascosto sotto il letto, e contenente la veste nera da cerimonia. Di sicuro avrebbe contribuito a farla passare inosservata nel buio di quella notte senza luna. Sgusciò silenziosamente fuori, verso la cripta sotterranea. Pregò Kossuth di liberarle il cammino, in modo che nessuno potesse scoprire la sua presenza: molte persone in quel monastero erano in grado di controbattere il suo incantesimo di invisibilità.
Quando si trovò davanti alla porta della cripta tirò un sospiro di sollievo.
Sì, le Valli erano sicuramente il posto migliore dove intraprendere un nuovo cammino verso l'eternità.






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