[Dedico questa storia a:
Alice, la mia pazza migliore amica,
"la mia persona"
o come la soprannomino io la mia Lottie.
Jo, colei che crede in me più di quanto non lo faccia io,
sempre pronta a spronarmi e a dirmi di non arrendermi.
Jessica, l'amica più vera e sincera,
la stessa con cui condivido LA coppia: Klaroline.
Lucrezia, un'amica che riesce a sorprendermi,
che mi regala più di quanto lei possa immaginare.]





 

 

Era uno di quei giorni dell’anno in cui i due alieni sentivano più che mai la mancanza di casa e anche se cercavano di nasconderlo, chi li conosceva bene riusciva a vedere che dietro a quel sorriso si celava tanta tristezza. 
Erano giorni che Mon-El organizzava il perfetto giorno di Natale per Kara con l’aiuto di tutti, anche se ciò non fu ben accetto dai due amici, soprattutto da James che provava ancora qualcosa che tuttavia aveva deciso di mettere da parte per la sua felicità. 
Il giovane daxmita non sapeva nulla delle tradizioni della terra né tanto meno ne conosceva le espressioni, ma fece il miglior lavoro del mondo. 
Purtroppo non tutti vanno in vacanza e così quando furono attaccati da un gigantesco mostro verde, tutto ciò che lui aveva creato venne distrutto, ritrovandosi soltanto con un paio di finti fiocchi tra le mani. 
Kara stava festeggiando il Natale a casa Danvers ma non era felice, non quanto lo era stata il giorno del Ringraziamento. 
Non capì perché sentiva quella strana sensazione, ma quando le arrivò l’allarme che qualcuno aveva attaccato la base, si tolse i panni di Kara e indossò quelli di Supergirl. 
Bastò poco perché i due percepirono l’uno la presenza dell’altro e nell’esatto momento in cui i loro sguardi s’incontrarono lei capì cosa le era mancato. 
Mon- El era felice di vederla, ma allo stesso tempo era devastato da non averle potuto regalare un Natale magico. Trovandosi l’uno di fronte all’altro si guardarono nello stesso modo in cui facevano sempre, accorgendosi solo in un secondo momento di trovarsi sotto il vischio. 
I due sorrisero, divennero rossi dall’imbarazzo e abbassarono gli occhi sulle proprio mani che stavano torturando, quando all’improvviso Kara si alzò sulle punte e gli lasciò un soffice bacio sulla guancia. 
Mon- El rimase a fissarla come un ebete, ma fu scosso dal pensiero di ciò che doveva fare; così la afferrò per mano, la trascinò dietro di sé, la portò nella sua stanza e su un tavolo davanti a loro lei trovò il suo regalo. 
Era incartato con una strana carta natalizia e, solo dopo avergli prestato attenzione, notò che erano tutte parole kryptoniane, le stesse che si dicevano a Natale nel suo paese. 
Aprì il regalo a super velocità, non smettendo di sorridere; quando si ritrovò tra le mani una palla di neve e al suo interno Krypton si rese conto che aveva già tutto quello che le serviva: esattamente lì, davanti a lei.