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Autore: Willopher    24/10/2017    0 recensioni
[Will]
«Mi dovete la vita, mastro Shakespeare» disse avvicinandosi e prendendolo per mano in segno di trionfo.
«Allora il debito è piccolo, perché sono nato solo in questo istante» esclamò il poeta, con quegli occhi azzurri che brillavano per ciò che anche lui amava. La fama, la grandezza, l’apprezzamento del pubblico.
«Ciò nonostante un debito. Un debito» rispose Marlowe, perdendosi per un attimo ad osservare quel ragazzo che gli ricordava, per certi versi, un lui più giovane. Un ragazzo alla ricerca di se stesso, in quella Londra così eclettica e peccatrice.
Ecco un piccolo incipit della mia primissima storia; si tratterà di alcune mini-shot, riferite ai vari momenti tra William Shakespeare e Christopher Marlowe a POV alterni, rivisitate dalla mia mente malata che ormai ha fatto partire la ship tra i due. Saranno presenti le battute prese dalla serie televisiva e i primi capitoli si baseranno quasi tutti su scene viste, ma approfondite. Se vi ho incuriosito continuate a leggere e se vi va lasciate una recensione! :)
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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3. The First favour Lo spettacolo era cominciato, e Marlowe osservava il tutto da dietro una tenda, a metà tra il finto annoiato e lo spazientito. Kemp stava dando il meglio di sè, si vedeva che la parte lo divertiva davvero, e anche lui doveva ammettere che non era poi così male. E il trucchetto dei corvi era ingegnoso, per diamine.. Ne aveva sentito parlare alla locanda ma non credeva potesse funzionare! La folla era in visibilio, non poteva crederci! Non ci avrei scommesso nemmeno una moneta, ma a quanto pare oltre ad un bel faccino c'è di più in quel Will, si mise a pensare il giovane, abbandonando la posa scocciata che aveva mantenuto fino a quel momento.
"Cancello della morte è una mia battuta. Le più belle sono mie" gli disse d'un tratto Baxter, cercando di ottenere anche solo un piccolo segno di apprezzamento dell'altro che, invece, senza mostrare un briciolo di tatto rispose: "Non avresti scritto così bene nemmeno con un attizzatoio su per il culo". Cavolo, non l'aveva nemmeno sentito avvicinare preso com'era dallo spettacolo!
L'unica nota negativa continuava ad essere Richard; continuava a urlare e urlare agitando a casaccio la spada. Strano non l'abbia ancora fatta volare dritta in testa a qualcuno, pensò il giovane. Poi un turbine vestito da soldato irruppe sulla scena dicendo a gran voce: "Uno specchio", facendo calare il silenzio generale. Bene bene che hai in mente ragazzo?
"Sorreggete uno specchio, mio principe. Cosicchè questo malvagio francese possa vedere la sua stessa disgustosa natura" disse, calcando in particolar modo sull'ultima parola. E Richard sembrò capire, cambiando tutto d'un colpo e portando avanti il monologo finale senza incidenti e strilli. Sei proprio pieno di sorprese, eh William?
La gente era entusiasta! Lo spettacolo era piaciuto... non era un capolavoro certo, ma c'era del potenziale in quel ragazzo, lo vedeva chiaramente.
Burbage lo invitò a raggiungerlo sul palco e la folla esplose in un boato. Era il suo momento, la parte che aveva sempre preferito del suo lavoro.
"Silenzio! Grazie a tutti, signori miei. Ma devo informarvi che questo spettacolino non l'ho scritto io, ma un giovane nuovo arrivato... praticamente un cucciolo! Vi prego, fate un applauso al ragazzetto, Mastro Will Shakeshaft!"
Vedendolo lì in piedi, così sperso, così entusiasta... così innocente... decise che non era ancora arrivata la sua ora. Poteva dare così tanto al teatro (e magari anche a te eh Kit), mentre da morto non sarebbe servito a niente. Gran bel casino Marlowe, bravo! Pensa a qualcosa, e in fretta, prima che quel pazzo di Topcliffe decida di appendere te alla forca.
Lasciò in fretta e furia il palco, venendo raggiunto un secondo dopo da Baxter. "Avevi detto che avresti chiamato me sul palco! L'ho scritto con lui!". Lo prese come un segno del destino.
Vada per il male minore, si disse. "Ho un ruolo ben più importante per te" gli rispose, accompagnandolo intanto in un luogo più appartato, lontano da occhi indiscreti.
"Dammi la mano" ordinò con voce profonda e suadente, avvicinandosi al poeta con quello sguardo a cui mai nessuno era riuscito a resistere, come se volesse baciarlo... poi gli ferì la mano, in modo profondo.
"Che hai fatto pazzo pervertito!" sbraitò Baxter, tenendosi la mano ferita vicino al petto.
"Per la grandezza bisogna soffrire, in qualche modo", fu la lapidaria risposta del giovane.
Per sua fortuna, Topcliffe entrò e Baxter fu trascinato via. Non poteva assentarsi oltre, doveva tornare sul palco. 
La folla lo riaccolse a braccia aperte, e lui andò dritto dal giovane Will. "Mi dovete la vita, Mastro Shakespeare" disse avvicinandosi e prendendolo per mano in segno di trionfo.
"Allora il debito è piccolo, perchè sono nato solo in questo istante" esclamò il poeta, con quegli occhi azzurri che brillavano per ciò che anche lui amava. La fama, la grandezza, l'apprezzamento del pubblico.
"Ciò nonostante un debito. Un debito" rispose Marlowe, perdendosi per un attimo ad osservare quel ragazzo che gli ricordava, per certi versi, il lui di qualche anno prima. Un ragazzo alla ricerca di se stesso, in quella Londra così eclettica e peccatrice.  In che guaio ti sei cacciato stavolta Kit?


  
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