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Autore: Relie Diadamat    25/10/2017    10 recensioni
Sherlock è una lontra. John è un riccio. Stranamente si piacciono, amano passare del tempo insieme... ma vogliono di più. Vogliono abbracciarsi, ma non possono. Riusciranno a risolvere questa situazione?
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Il riccio non si muove, lascia che Sherlock si avvicini per studiarlo meglio. La lontra allora asseconda il suo desiderio, gli gironzola intorno strisciando la coda al suolo e allunga il muso nella sua direzione. Inspira, lo guarda, arretra di qualche passo… e poi gli ritorna accanto per riassaporare il suo odore.
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[Otterlock| fluff a non finire]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Furry
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Nda: Buon salve, fandom!
Prima di lasciarvi alla lettura di questa piccola flash senza pretese... sappiate che morivo dalla voglia di scrivere una Otterlock, tipo da sempre. Li adoro. Sono troppo coccolosi! Ringrazio tantissimo Celtica per il meraviglioso prompt che ha rotto il ghiaccio. Grazie!! *-*
Non credo che la storia sia senza senso, quindi l'avvertimento specifico non c'è.
Per la prima volta, dopo secoli, niente angst! 
Nelle note aggiungerò maggiori chiarimenti. Per il momento vi auguro una buona lettura - spero!
 
Più Vicino 


È diventato un rito, per loro due.
Sherlock esce dall’acqua, annusa l’aria mentre il vento leggero del pomeriggio gli carezza il manto gocciolante, e avanza con le zampe verso la piccola collinetta. È lì che si ritrovano ogni giorno, è lì che due occhi blu lo accolgono tra le foglie e il terreno.
Sherlock è contento di vederlo, incuriosito da quel muso allungato. Emette un verso simile a un piccolo grugnito, la testa lievemente inclinata a destra.
Il riccio non si muove, lascia che Sherlock si avvicini per studiarlo meglio. La lontra allora asseconda il suo desiderio, gli gironzola intorno strisciando la coda al suolo e allunga il muso nella sua direzione. Inspira, lo guarda, arretra di qualche passo… e poi gli ritorna accanto  per riassaporare il suo odore.
A John piace quella vicinanza, adora il fatto che Sherlock una volta si sia sdraiato al suo fianco per un’ora intera senza muovere un muscolo. Ma vorrebbe di più.
Vorrebbe più calore, vorrebbe passare più tempo con Sherlock.  Vorrebbe… abbracciarlo.
Un secondo grugnito. Stavolta sembra che la lontra abbia borbottato.
Si avvicina di più, poggia delicatamente la testolina marrone sui suoi aculei e tenta di suggerirgli qualcosa, battendo piano contro il riccio. Vuole che si volti, ma John ha paura. Si appallottola su se stesso e Sherlock grugnisce di nuovo.
No, non fare così, sembra rimproverargli.
Trova un altro modo!, gli suggerisce di rimando con un’occhiata loquace.
Sherlock pensa. Borbotta. E pensa ancora.
Pensa e borbotta.
John lo trova divertente, così abbandona la posizione di difesa… e attende. Attende che Sherlock trovi una soluzione, che riesca a stargli vicino in qualche modo.
La lontra sembra così assorta, così concentrata da sembrare buffa… ha lo sguardo fisso sul piccolo riccio che gli è davanti, il pelo lungo ancora un po’ umido.  Poi si lascia ricadere di schiena contro il terreno, la pancia all’insù e all’ombra dei baffi un sorrisetto astuto.
John non capisce, resta fermo. Cosa dovrebbe fare? Imitarlo? Che senso avrebbe?
Sherlock borbotta – di nuovo! – e poi strilla. Insomma, John, vieni qui!
Oh… ma certo. Il piccolo riccio improvvisa una corsetta goffa e raggiunge la lontra. Adesso è tutto chiaro.
John ha paura di sbagliare qualcosa. Titubante, poggia una zampa sul fianco di Sherlock. E se dovesse cadere? E se dovesse fargli male?
Sherlock usa la coda per incoraggiarlo. Piccoli colpetti. Ce la puoi fare.
Spera abbia ragione.
Una zampa, poi l’altra… e prima che se ne renda conto è sulla pancia calda di Sherlock. È comoda, più comoda del fango. Si rannicchia, il nasino nero contro il pelo marrone e ancora umidiccio di Sherlock, pensando che non esista un luogo migliore sulla faccia della Terra.
L’altro sembra essere dello stesso avviso, gli occhi enormi puntati su di lui e la pace dipinta sul muso. 






 

Relie's Corner
La storia nasce da un prompt datomi dalla mia adorata Celtica sul gruppo fb "Il Giardino di Efp": Animal!AU! Sherlock e Watson vivono in un mondo animalesco. Hanno un'unica difficoltà... non possono abbracciarsi. Ma Sherlock pensa a un modo per risolvere il problema.
Lo so: gli animali "non sorridono", "non parlano"... ma per me sì. xD
Ah, tutto ciò che so sulle lontre l'ho appreso su internet. Spero di non aver scritto cretinate. (Ma non ci giurerei!)
Alla prossima!


 
   
 
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