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Autore: LatazzadiTea    25/10/2017    9 recensioni
Oscar inizia a rendersi conto di ciò che prova, quando André smette di parlarle come faceva un tempo. Ora che tutto sembra cambiato, lei cercherà di ritrovare se stessa aprendo il suo cuore a un nuovo sentimento. Il suo amore per lui cresce dentro al suo cuore facendosi strada giorno per giorno, divendo sempre più intenso e opprimente, quanto il silenzio che la circonda senza il suono della sua voce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Palazzo Jarjayes , 12 luglio 1789



Oscar gli si avvicinò nell'intima penombra di quella stanza che più di una volta li aveva visti amarsi, cingendogli la vita con le braccia. Appoggiando il capo biondo fra le scapole della schiena ampia e nuda, si lasciò cullare dal battito forte e regolare di André, perdendosi in quel suono così rasserenante e simile al proprio, sentendosi per un breve, illusorio istante, totalmente al sicuro.

- E così, quel momento tanto temuto, in fine, è arrivato... - disse André accarezzandole dolcemente la pelle candida e splendente sotto i raggi della luna.

- Sì, purtroppo... - rispose lei stringendo la presa attorno al corpo forte e muscoloso del suo compagno.

- Domani andremo insieme a Parigi. Alain si aspetta che ci uniamo a lui e agli altri disertori, per schierarci al fianco dei rivoltosi, Oscar. Anche se, ora che sei in queste condizioni, non credo sia una buona idea - continuò lui con un tono più cupo e apprensivo.

- Non possiamo deluderli André, lo sai - replicò Oscar. - Non sei ancora completamente in forze, e temo che affrontare dei combattimenti o degli scontri armati per aiutare le varie fazioni in lotta, sia troppo per te... - ribatté André sospirando.

- Hai paura? - gli chiese Oscar staccandosi improvvisamente da lui.

- Il mio unico timore è che ti accada qualcosa Oscar... - le confessò André.

Rimasero abbracciati e iniziarono a fare l'amore, irrimediabilmente e completamente perduti, l'uno nel calore dell'altra. Quel sentimento così puro e profondo, aveva annullato ogni differenza esistente fra loro, perché in fondo al cuore, ora sapevano di essere uguali. Avevano avuto il coraggio di riconoscere ciò che era davvero importante, e malgrado i rischi, avrebbero lottato per difendere gli ideali in cui credevano.





Arras, 12 agosto 1789



Oscar sentì il bisogno di stiracchiare gli arti indolenziti, dopo il tremendo momento passato a Parigi coi suoi uomini quel tredici di luglio, la presa della fortezza della Bastiglia avvenuta il giorno seguente, la partenza, il viaggio e l'arrivo furtivo di lei, André, Alexander, Edgard e Alain ad Arras, presso la tenuta dei Jarjayes, gli ordini di Edgard erano stati per tutti inappuntabili e severi: assoluto riposo. Iniziò dispettosamente ad importunare André, che l'aveva raggiunta in piena notte, e che, ancora stremato, malgrado fossero già passato quasi un mese da quando era stato ferito, le dormiva profondamente accanto.

- Lo odio, non sai quanto... lo odio... lo odio... - ripeté Oscar calciando via le lenzuola dal letto.

- Dovresti ringraziarlo invece. Se non fosse stato per lui, nessuno di noi sarebbe qui ora... - sbottò il giovane uomo accanto a lei. André si era forzatamente ridestato.

- Tuo fratello è un uomo insopportabile, ho bisogno di alzarmi André! Sono sdraiata immobile su questo maledetto letto da settimane ormai. Oltre la fatto che ci ha anche proibito di stare insieme... - si lamentò Oscar togliendogli dal viso un ricciolo scuro e ribelle.

- Ci ha solo consigliato di aspettare Oscar, non so come tu possa dimenarti tanto con quella ferita al fianco. La mia spalla è ancora a pezzi, per non parlare della mia povera gamba, sai una cosa, in questo momento ti odio più di quanto tu stia odiando lui - continuò stancamente André.

Per decidere il da farsi, lui e gli altri uomini erano rimasti svegli fino a tardi quella sera. Restare ancora ad Arras non era più consigliabile: le residenze dei nobili venivano sistematicamente assaltate da gruppi sempre più numerosi di ribelli e disperati, cosa che non ancora accaduta ai Jarjayes, solo a causa del grandissimo affetto che la maggioranza dei loro contadini e affittuari gli portava. Si sarebbero accertati di mettere al sicuro la servitù prima di andarsene, e di passare alla locanda per lasciare al vecchio gestore le notizie necessarie da dare a chiunque li avesse cercati, come il generale o altri membri della famiglia di Oscar. Alain si preparava a tornare a Parigi da Bernard e Rosalie, mentre i suoi fratelli sarebbero tornati in Belgio, solo lei e André restavano in sospeso. Malgrado sapessero che sarebbero stati i benvenuti presso la residenza della madre a Charleroi, lei non era convinta che rifugiarsi in un paese straniero fosse la soluzione migliore per loro.

Seppur esasperato però, alla fine, l'insolita vitalità di Oscar riuscì anche a strappargli un sorriso divertito; dopo tutte quelle lacrime e quel dolore, ne avevano entrambe bisogno.

- Sei stato un pazzo... ti sei preso due proiettili, uno per me, e uno per i tuoi fratelli. Sai, ho temuto davvero di non rivederti più André - ammise Oscar sfiorandolo dolcemente.

Le parole le erano come scivolate via dalla bocca, riportando a galla immagini e ricordi terribili, restando come sospese nel tempo e nello spazio in quel breve silenzio che seguì nella stanza. Lui fece uno sforzo, e, stando attento e stringendo i denti, le si trascinò accanto, cingendole la vita col braccio buono. Così, si ritrovarono di nuovo abbracciati, ancora sperduti e atterriti, ma felici di essere insieme.

- Sono il più vecchio, dovevo rimandarli a casa da mia madre tutti interi. Non potevo fare diversamente Oscar, lo sai anche tu... - le rispose André accarezzandole una guancia con il dorso della mano.

Erano stati fortunati ad uscirne tutti vivi, anche Alexander era rimasto ferito, ma per fortuna, anche per lui, la sorte aveva deciso diversamente, e in un modo decisamente più benevolo del previsto, data la situazione disperata in cui si era andato a cacciare. Mentre ricordavano quei giorni come se non fossero mai passati, Oscar lo guardò fisso negli occhi, sussurrandogli fra i capelli le uniche parole che riuscissero a dare un senso a ciò che provava nel riportare alla mente quegli avvenimenti che per poco non li avevano divisi per sempre.

- Fuggiamo André, scappiamo insieme da questo inferno... -




Parigi, 13 e 14 luglio 1789

Dopo il rientro alla caserma della guardia metropolitana, lei e André avevano comunicato a tutti i soldati la loro scelta di unirsi al popolo in rivolta. Quella decisione era stata presa per evitare inutili massacri fra la popolazione indifesa difronte agli attacchi ad opera dei reggimenti presenti in tutta la città, in particolare quelli dell'Armata Reale, composta oltre che da quelli francesi anche da contingenti stranieri, soprattutto tedeschi. Non tutti avevano avuto il coraggio di disertare, col risultato che alla fine, si erano uniti a lei poco più di una cinquantina di uomini, Alain compreso. Nei giorni precedenti, Parigi era stata teatro di un arruolamento generale di cittadini e soldati, che aveva dato vita a una sorta di Guardia Borghese, a cui anche Oscar e i suoi decisero di unirsi alle prime luci di quel tredici luglio. Dopo che la popolazione aveva forzato i cancelli del palazzo degli invalidi per armarsi però, le cose erano precipitate, trasformando la capitale in un vero e proprio campo di battaglia. Oscar si era improvvisamente ritrovata imprigionata fra due fuochi, perdendo molti degli uomini al suo comando. Nel disperato tentativo di aprire un varco per se e i suoi soldati ribelli attraverso quelle strade assediate e piene di sangue innocente, alla fine era riuscita a trovare rifugio sotto un ponte: feriti e ormai stremati, di quei cinquanta, ne restavano meno della metà.

- Dove sono? Dovrebbero già essere qui a quest'ora - aveva sbottato Alexander profondamente in pena.

Il giovane ufficiale aveva passato la giornata ad addestrare all'uso delle armi molti cittadini, la maggior parte dei quali, non aveva mai preso in mano un fucile. La cosa si era fatta tragica anche per lui, i soldati nemici erano ben armati e capaci, molti non c'è l'avrebbero fatta a difendersi. Ma il suo pensiero principale era rivolto a Oscar e André, gli occhi chiari avevano scrutato spesso quell'intricato groviglio di strade e vicoli in attesa di vederli arrivare.

- C'è la faranno, vedrai - aveva cercato di rassicurarlo Edgard.

Il fratello più vecchio, che al pari del più giovane aveva cercato di salvare più vite possibili, era emerso da una tenda improvvisata a ospedale da campo. Edgard aveva anche suggerito di approntare dei piccoli carri in cui poter caricare i feriti a cui prestare i primi soccorsi, niziativa a cui avevano aderito in molti, compresi i tanti medici presenti. Con le mani e il grembiule insozzati di sangue fresco, col volto stravolto e sfinito dopo ore di operazioni fatte nelle più disperate condizioni, l'uomo si decise poi a mandare qualcuno a cercare il fratello maggiore. Era ormai il tramonto, e André e Oscar non si vedevano tornare.

- Andrò io, André è mio fratello... è giusto che sia io a rischiare per lui - aveva detto Alexander spiazzando tutti i presenti.

- Nessun altro si offre volontario? - aveva chiesto Bernard.

- Vado anch'io! - la voce di Edgard aveva rotto il silenzio convincendo anche un altro giovane ad unirsi a loro.

- Mi chiamo Pierre Augustin Eliér, Monsieur, sono un ex guardia svizzera di stanza alla Bastiglia. Sono un disertore lo confesso, ma se deciderete di accettarmi, sarò felice di unirmi a voi - aveva annunciato il ragazzo poco più che ventenne.

Alexander e Pierre si erano caricati le spalle di più armi possibili, ed Edgard li aveva seguiti a ruota, con la piena intenzione di riportare indietro incolumi entrambi i suoi fratelli. Era ormai l'imbrunire quando riuscirono a raggiungere la piazza da cui si intravvedeva uno dei ponti che attraversavano la senna, il fiume divideva a metà la città di Parigi e i vari passaggi che ne permettevano l'attraversamento erano ormai tutti presidiati. Fu Alexander a sentire il primo colpo, uno degli uomini della Armata Reale si era girato verso un sottopassaggio, e dopo aver esploso un solo colpo, era stramazzato a terra morto. Gli avevano sparato da sotto quel ponte: qualcuno vi si era nascosto per non essere visto. Era stato allora che erano scattati verso quelle persone, udendo chiaramente una voce femminile gridare un nome ben conosciuto e familiare, quello di André.

- Perché André, perché? - aveva ripetuto lei nella più completa disperazione.

André l'aveva protetta col suo corpo dal quel proiettile, la pallottola gli aveva trapassato la spalla sinistra ed era fuoriuscita, ferendo di striscio anche Oscar. Il sangue aveva iniziato a uscire a fiotti e mentre cadeva a terra, André sentì un gran bruciore al petto e le voci degli altri soldati attorno a lui confondersi. Una voce femminile lo aveva chiamato più volte ripetendo un infinità di volte il suo nome, dopo di ché, su di lui era sceso il buio. Era stato allora che Oscar, Alain e tutti gli altri, aveva sentito le urla di Alexander : una volta caricato il corpo privo di sensi di André su uno dei cavalli, erano finalmente riusciti a risalire, solo per vedere due giovani inginocchiati e pronti a sparare verso il nemico che si apprestava ad arrivare.

Edgar si era precipitato da André ed era salito a cavallo con lui, allontanandosi col fratello ferito da quell'ennesimo scontro armato. Oscar e i suoi uomini invece, aveva sparato a loro volta, per coprire la sua fuga di quei due sconsiderati, che grazie a dio, erano riusciti poi a cavarsela, dileguandosi fra l'intreccio delle strade.

- Amore mio, finalmente ti sei svegliato... - aveva singhiozzato Oscar seduta al capezzale del suo letto.

- Dove sono Oscar? Cosa è successo? - aveva chiesto André confuso e febbricitante. - Ti ho ricucito la spalla fratello, per fortuna il proiettile è uscito, ma nel farlo, ti ha devastato il petto. E' un miracolo che i tuoi polmoni siano rimasti intatti... - gli aveva spiegato Edgard dopo averli raggiunti.

- E tu? Come stai Oscar? - le aveva chiesto ricordando lentamente cosa fosse accaduto. - Mi ha preso di striscio, non è grave, ma fa un male cane lo stesso - gli aveva risposto lei sorridendogli fra le lacrime.

- Non piangere Oscar, non morirò oggi... né domani, vedrai... - cercò di rassicurarla lui.

Nonostante dovesse sentire un dolore insopportabile, André la spronava a reagire e a non farsi prendere dalla paura. Era stato lui a dimostrarle più di ogni altro, il coraggio di un sacrificio estremo. Sentiva però d'aver fallito in ogni suo intento: non poteva aiutare nessuno, dato che il suo unico pensiero andava a lui e al loro bambino. Malgrado tutta quella violenza, la spossatezza di un fisico provato dalla fatica e dalla malattia, malgrado quella ferita che le aveva marchiato a fuoco la carne e l'anima, quella nuova vita continuava a lottare per venire al mondo, e lei non poteva deluderla.

Come non poteva perdere il suo uomo, proprio non poteva.

- Resterete qui stanotte, con gli altri feriti. Sembra che i combattimenti siano cessati per il momento... - li aveva informati Edgard decisamente provato.

- Edgard, dové Alexander... voglio vederlo - aveva domandato André subito dopo.

- Mi dispiace André, ma lui, non è tornato... -

La voce del fratello, così piena d'angoscia e tristezza, lo lasciarono del tutto sgomento.

- No! Non posso starmene sdraiato in questo maledetto letto ad aspettare che torni, devo alzarmi! - reagì André.

André non aveva la minima coscienza di quanto fossero serie le sue condizioni, tanto da provocare l'ira di Edgard al suo tentativo di rimettersi in piedi.

- Vuoi morire? E' questo che vuoi? Hai perso tantissimo sangue André, e se non riposi, non arriverai a domani! Penserò io ad Alexander... - aveva sbottato Edgard tremante e con gli occhi lucidi.

Oscar era rimasta in silenzio, l'unica cosa che poteva fare in quel frangente era pensare a sé stessa e ad André.

Quando Alain entrò nella tenda il mattino seguente, Oscar era ancora addormentata. Malgrado la calura estiva, dopo un acquazzone aveva rinfrescato, e lui li aveva generosamente coperti con il suo mantello. Il pallore sul volto di entrambe lo spaventò al punto da indurlo a chiamare Edgard che lo rassicurò subito dopo, André aveva superato la notte ed era fuori pericolo.

- Come vi sentite adesso madamigella Oscar? -

- Sto' meglio... - aveva risposto lei con la gola secca.

C'era un caldo afoso in quella tenda e Oscar, era tormentata dalla sete, oltre che dal senso di colpa.

Rosalie era entrata per farle visita, accompagnata da un altra giovane infermiera, Juliette. La ragazza: che aveva perso entrambe i genitori negli scontri di quel giorno, rimanendo completamente sola al mondo, insieme a molte altre donne aveva deciso di dedicarsi ai feriti. Quando Oscar alzò lo sguardo zaffireo su di lei, le parve di riconoscere un volto conosciuto in quello della giovane, sembrava proprio che la piccola Diane avesse abbandonato il paradiso per tornare sulla terra. Anche Alain, quando la vide, rimase profondamente colpito dall'incredibile somiglianza della ragazza con la sua perduta sorellina.

- Comandante, come sta André? E voi? - volle sapere il soldato.

Alain li aveva raggiunti subito dopo aver visto Edgard uscire dalla tenda per assistere gli altri feriti, e dopo aver ricevuto la bella notizia su André, si premurò di mettere al corrente anche gli altri soldati che avevano così coraggiosamente rischiato la vita per salvarlo.

La notte stava per mettere fine a quel terribile tredici di luglio che già fra i rivoltosi prendeva forma l'idea di un altro giorno di scontri e battaglie. L'idea di attaccare la Bastiglia era nata quasi all'improvviso nella mente dei Parigini, giacché si seppe che i cannoni della fortezza erano stati puntati sulla città, il timore assalì ogni uomo donna e bambino.









Questo disegno è mio, un pensiero per le mie lettrici. Un sentito ringraziamento a tutte voi.
L'intenzione era postare l'epilogo in un unico capitolo, ma mi sono dilungata, così l'ho diviso in due parti.
Buona lettura!
   
 
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