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Autore: LuLLuGi    25/10/2017    0 recensioni
Elettra é una ragazza con un grosso dono e ora ha l'età giusta per imparare a usarlo saggiamente. Il problema é che non sa di possederlo, ma lo scoprirà presto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono alzata da poco e sto pensando a quello che è successo ieri. Se non riuscissi a controllare il mio potere, mi ucciderei da sola. Inoltre ieri se non fosse stato per Daniel non so cosa mi sarebbe successo, forse mi sarei squagliata come una bambola. Ho paura e per questo è meglio che rimanga qua. Imparerò  a usare i miei poteri e a controllare le mie emozioni e forse quest'ultima cosa sarà la più difficile. Qualcuno bussa alla porta, magari è Emma, dopo quello che è successo ieri non ci siamo parlate. "Avanti è aperto." La mia pigrizia mi impedisce di alzarmi per andare ad aprire la porta. È Fernando ed è inaspettato, cosa vorrà. Sono seduta sul letto e lui è in piedi davanti a me. "Ti do dieci minuti per prepararti, io ti aspetto qua." Mi porge un borsone nero con un simbolo sopra, c'è un drago. "Prepararmi per cosa?" Fa un sorrisino  diabolico e risponde "Per l'addestramento." Addestramento? Ma se non corro da quando la scuola è finita. "Se mi rifiutassi?" Fa un passo indietro e fa cadere il borsone per terra e me lo porge con un calcio. "Non ti converrebbe Elettra, ci sarebbero conseguenze molto brutte, tipo lavare le scale di questo palazzo." "Adesso che ci penso mi farà bene." Prendo il borsone e vado di corsa in bagno e Fernando urla "Mi sono dimenticato di dirti che i 10 minuti sono cronometrati, quindi non sforare." Ma questo è pazzo, come faccio a sapere quanto tempo sta passando senza nemmeno un orologio. Comunque farò molto veloce per non rischiare che mi diano una punizione. Dentro il borsone c'è una maglia nero a collo alto, maniche corte e leggermente larga con di nuovo il simbolo del drago in oro. Un pantalone nero non troppo aderente  con a livello delle ginocchia una spessa striscia in oro e scarpe da ginnastiche bianche. Penso di averci messo cinque minuti. Esco dal bagno e sono già stanca. "La maglia va dentro il pantalone e se non te ne sei accorta c'è una cintura." Che precisino. "Con tutto sto nero non me N'ERO accorta. L'hai capita. Nero e N'ERO." Dico gesticolando e facendo una faccia d'allocca. "Si era carina." E mi dà un cinque. Sto ragazzo lo adoro sempre di più. Alla fine mi sa che andremo d'accordo. Mi aggiusto e scendiamo le scale. Usciamo fuori dal palazzo e scopro che ci sono altre strutture. Sono posizionate tutto intorno alla struttura da cui siamo usciti e ancora non capisco il motivo, dal momento che ci sono tutti ragazzi con poteri o almeno credo. "Fernando ti posso chiedere il motivo della disposizione di tutte queste strutture." Mi mette un briaccio sulle spalle e dice "Devi ancora imparare molto, anzi tutto. Testona qua abita la regina con il re, le figlie e i figli, se no perché ci avrebbero concentrato tutti qua." Non l'ho mai vista da queste parti, ma c'è anche da dire che non esco molto dalla mia stanza, anche se ora non mi tengono prigioniera come facevano all'inizio. Siamo arrivati in un campo di addestramento, ma Fernando ha detto che ancora non sono pronta per questo e sarà meglio iniziare con qualcosa di più tranquillo. Però secondo me lui non sa cosa significa "tranquillo", perché ha detto che dovrò correre per un'ora attraverso un bosco che circonda tutto il complesso degli edifici. Prima odio gli insetti e secondo perché mi ha portato fin qua se non correrò su una pista asfaltata come le persone normali. "Elettra correrò io con te per mostrarti che non è così difficile." Dai almeno non mi lascierá sola. 

Stiamo correndo da trenta minuti e non mi sento più i polmoni, credo che morirò. Mentre Fernando non soffre. Non capisco più se sto correndo o se sto muovendo le gambe in modo strano. Anzi forse non mi ricordo nemmeno più come si corre, così mi metto a pensare prima la gamba destra e poi quella sinistra, dai ci puoi riuscire.  No basta, non c'è la posso fare! "Fernando ci possiamo fermare, non riesco più a continuare." "Si per oggi va bene così, però non puoi sederti, continueremo a camminare . Sai pensavo che avresti ceduto prima." Crede che sia una persona che molla subito? Io mollo solo dopo un po'. "Fernando, che lingua era quella che ha usato Daniel quando ha liberato me e Emma." Lo so che questa domanda è uscita dal nulla, ma è una cosa che mi incuriosisce molto. "Questa lingua è sconosciuta, ovvero la parliamo solo noi. Si chiama Ogami. Per te sarebbe impossibile impararla, però è possibile che tu la conosca a causa delle tue origini." Le mie origini, non è una cosa su cui ci ho pensato molto. "Perché Emma non mi rivolge più la parola?" Ci fermiamo. "È colpa delle visioni che ha continuamente. Non gli permettono di dormire. Quella che vedi sulla sua faccia è stanchezza." Mi fa un sorriso e ricominciamo a camminare. Stanchezza? Secondo me gatta ci cova. Devo indagare e scoprire quello che le stanno facendo. "Invece riguardo alla mie origini, mica sono figlia del re o della regina?" Gliel'ho chiesto perché nei libri è sempre così. I miei genitori biologici potrebbero essere il re e la regina, ma in ogni caso non mi interesserebbe fare amicizia con loro,  non si sono fatti vedere una volta. "Come ti è venuta in mente una cosa del genere? Sei un demone, ovvero i tuoi genitori biologici sono le forze oscure." Io credo che non sia così, perché come avrebbero potuto darmi origine. "Ma cosa sono un mostro?" "Più o meno si. Comunque stasera incontrerai i nobili al ballo in onore delle stelle." "Quindi in mio onore." A volte mi escono così queste simpaticissime battute. "Comunque non verrò perché non ho un abito. Mi avete trascinato qua senza nemmeno un cambio. Se non fosse stato per le bravissime sarte che lavorano nel palazzo a quest'ora sarei con gli abiti di pochi giorni fa." Eh si perché questi intelligentoni pensano solo ai propri interessi. "Di quello non ti devi preoccupare è tutto sistemato." Con tutte le domande che gli ho fatto sembra che questa camminata sia durata cinque minuti. Però mi accorgo di un cartello su cui c'è scritto il nome del palazzo: Ecigam. Chissà cosa significa questo nome strambo. 

Sono appena uscita dal bagno dopo una bella doccia rinfrescante. Adesso devo solo asciugarmi i capelli e indossre l'abito che mi è stato lasciato sopra il letto quando sono tornata dalla corsa/passeggiata. Oltre al vestito c'è anche una lettera e un ciondolo. La lettera dice: 

"Cara Elettra per adesso non sai niente su di me, ma io so molto su di te, anzi tutto. Mi farebbe piacere se ci vedessimo un giorno di questi. Sarò io a cercarti e ti dirò chi sei e quello che succederà a Emma. Anche se stasera,suppongo,che lo  verrai a sapere da sola. Non dovrai raccontare a nessuno della lettera e nemmeno del ciondolo, che presto ti servirà.

Muisab da Alexander."

 

   
 
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