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Autore: GiadaGatta    25/10/2017    1 recensioni
In questi anni, forse per compensare la limitazione fisica, con Rick siamo arrivati a controllare ogni aspetto della sua vita, attraverso dei sistemi che molti definirebbero maniacali.
Eppure, non posso che essergli grato per aver preso la decisione di andarla a prendere a scuola ogni giorno, dopo che ha beccato quel ragazzino a girarle attorno.
Meglio bloccare ogni approccio esterno sul nascere, perché nessuno deve permettersi di posare gli occhi su di lei.
E’ solo nostra…solo che ancora non lo sa.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Rick Grimes
Note: AU | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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CAMBIAMENTO

PARTE 2 DI 2






POV RICK
 
La cena è stata decisamente più silenziosa del solito e questo a causa di Beth che era a dir poco furiosa.
Adesso si è chiusa in camera sua e con Daryl abbiamo deciso di concederle del tempo per poter smaltire il nervoso, anche se avrei di gran lunga preferito trascorrere con lei qualche ora, soprattutto in vista dell’uscita di questa sera.
 
Mi guardo allo specchio, dando una sistemata al colletto della camicia.
Non ho indossato la cravatta perché non è un’uscita formale e fa decisamente troppo caldo.
Fortunatamente, grazie al lavoro che svolgo, ho un fisico che mi permette di essere presentabile anche con poco e lo stesso vale per Daryl…sempre che decida di seguire il mio consiglio di mettere una camicia questa sera.
Ho la porta della mia camera aperta, perciò mi viene istintivo gettare delle occhiate alla porta di Beth, che al momento è rigorosamente chiusa.
Sia la mia camera che quella di Daryl si trovano quasi di fronte a quella di Beth, ed è così dal giorno in cui è arrivata nella nostra casa.
So perfettamente che il prossimo quarto d’ora non sarà piacevole, soprattutto per lei, in vista della decisione che abbiamo preso.
Domani potrà andare a cena dalla sua amica, ma di dormire fuori non se ne parla proprio.
Ormai è diventato inconcepibile per noi immaginare che possa trascorrere anche solo una notte lontana da casa, anche se questo significa attirarci addosso il suo odio.
 
Prendo il portafogli e me lo sistemo nella tasca posteriore dei jeans, dopodiché esco dalla mia camera e vado in quella di Daryl, fermandomi sull’ingresso.
Anche lui è pronto e afferra il pacchetto di sigarette sul suo comodino.
 
“Hai messo la camicia” Constato, pur notando che Daryl ha deciso di dare il suo tocco personale: un teschio argentato che serve a chiudere la cintura, gli conferisce la solita aria da motociclista, per non parlare dell’immancabile bandana che porta attaccata ad un’asola dei pantaloni.
 
“Devo ammettere che non mi dispiace” Risponde lui, non riuscendo a trattenere un ghigno perché ha seguito la direzione dei miei occhi.
 
Scuoto la testa sorridendo, mentre esco dalla sua camera e mi dirigo verso quella di Beth, seguito da lui.
Busso leggermente, ma dato che non mi arriva nessuna risposta, decido di aprire la porta. Con Daryl entriamo nella sua camera che è illuminata solo dalla piccola lampada sul suo comodino.
 
“Beth?” Chiamo, rendendomi conto solo dopo che ha gli auricolari e che non può sentirmi.
 
È sdraiata sul letto prona e da le spalle alla porta. Sta canticchiando qualcosa, dondolando le gambe sollevate dal letto a tempo di musica.
Mi appoggio alla sua scrivania ed incrocio le braccia, perché anche se tra poco dobbiamo uscire, voglio bearmi per qualche minuto di questa visione.
Ha sciolto i capelli, che ricadono morbidi di fianco a lei, lasciando scoperto il collo affusolato e le spalle. E’ appoggiata sui gomiti e sta guardando un video sul cellulare.
Quel dannato vestitino, che già prima mi aveva colpito nel porticato, segue decisamente troppo le forme del suo corpo e mi porta ad immaginare più di quello che dovrei.
Non aiuta poi il fatto che Beth si sia appena mossa sul letto, arrivando a sollevarlo talmente tanto da permettermi di scorgere le mutandine di cotone bianco.
 
Cazzo, tutto di quest’immagine urla quanto lei sia giovane.
 
Dovrei sentirmi in colpa, vergognarmi perché molti condannerebbero immediatamente quest’ossessione, eppure l’unico sentimento che provo è una voglia animale di fiondarmi su di lei e strapparle di dosso quel piccolo pezzo di tessuto.
Un ‘cazzo’ ringhiato a bassa voce, mi fa capire come anche Daryl sia preda dei miei stessi sentimenti, mi basta infatti voltarmi leggermente per scorgere la sua figura totalmente irrigidita nella penombra.
Gli lancio un’occhiata ed insieme concordiamo che è meglio mettere fine a questo breve momento di paradiso, perché per noi in realtà è come una tortura.
 
Mi stacco dalla scrivania e mi avvicino al suo letto, posando con decisione una mano sulla spalla di Beth.
Il contatto la fa sobbalzare per la sorpresa e quando si gira, non posso evitare di scorgere nei suoi occhi una certa preoccupazione nel vederci entrambi nella sua camera.
Velocemente si raggomitola su se stessa e si volta verso di noi, incrociando le gambe sul materasso del letto che cigola appena.
Quel stramaledetto vestito sembra che abbia deciso di farmi impazzire, perché ancora una volta si è arricciato in un modo che rischia di rendere difficile affrontare una conversazione normale.
Le gambe di Beth sono interamente scoperte e non posso fare a meno di notare che ha messo lo smalto sia sui piedi che sulle mani.
Sento il mio stomaco stringersi in una morsa fastidiosa, perché qualsiasi azione compia per essere più carina potrebbe portarla ad essere oggetto di attenzione da parte di estranei.
Si toglie gli auricolari e vedo i suoi occhi passare alternativamente dai miei a quelli di Daryl, anche se sono sicuro di vederli guizzare brevemente qualche centimetro più in basso, all’altezza delle nostre labbra.
Intravedo lo schermo del suo cellulare e a fatica riesco a trattenere un sorriso, perché il video che sta guardando altro non è che una spiegazione su come baciare alla francese.
Mi costringo a riportare gli occhi sul suo volto, perché per quanto mi riguarda sarei più che felice di impartirle delle lezioni pratiche assieme a Daryl, adesso, proprio su questo letto…e di farle scoprire come la lingua possa servire a ben altre cose.
 
“Beth, potrai andare a cena dalla tua amica, ma dopo io o Daryl verremo a prenderti e dormirai a casa tua” Spiego chiaramente, adottando un tono di voce fermo.
 
Le labbra di Beth si schiudono brevemente per emettere un gemito di delusione, che lascia però velocemente spazio alla rabbia che vedo comparire sul suo volto.
 
“Perché?!” Chiede dopo qualche secondo di silenzio, cercando di controllare il nervoso, ma con scarsi risultati. Ogni fibra del suo corpo si è tesa in modo evidente.
 
“Perché stai studiando, ragazzina…meglio che tu non abbia distrazioni” Interviene Daryl, posando entrambe le mani sui fianchi e rivolgendole un’occhiata che vuole sottolineare l’ovvietà della cosa.
 
In realtà è una mezza verità, perché con Daryl sappiamo che è tradizione in città fare feste a base di alcolici una settimana prima che si chiudano le lezioni del liceo e siamo convinti che finirebbe per essere tentata a fare qualche pazzia in compagnia della sua amica.
 
“Non lo trovo giusto…mi impegno sempre ed ho la media più alta della scuola, ho diritto anche io di svagarmi!” Ha la forza di ribattere e sento le mie mani prudere tanto è forte la tentazione di darle una sculacciata, per ricordarle quanto è rischioso mettersi contro di noi.
 
“Stai solo facendo il tuo dovere Beth” Replico, passandomi una mano tra i capelli in un gesto che sottolinea quanto stia iniziando ad irritarmi.
 
Beth si mette sull’attenti perché ha imparato a leggere i diversi segni del corpo e ad interpretarne il significato. So che vorrebbe urlare, ma si limita ad esternare la sua rabbia arrossendo ancora di più. I suoi occhi sembrano un mare in tempesta e cazzo…sta iniziando a farmi arrapare terribilmente.
 
“Non c’è altro da aggiungere…vedi di farti trovare a letto per quando saremo di ritorno o puoi dire addio anche alla cena” Concludo severo, allontanandomi dal letto e con la chiara intenzione di mettere fine a questa discussione.
Le nostre ospiti arriveranno a momenti e con Daryl siamo d’accordo per farci trovare davanti alla porta di casa.
 
“Uscite?” Chiede Beth sorpresa, osservandoci brevemente e rendendosi conto solo in quel momento del nostro abbigliamento, decisamente diverso da quello abituale.
 
“Si, ma non faremo tardi” Spiego, come se l’orario avesse realmente importanza per lei. Ormai la conosco troppo bene per non sapere quale sarà la sua prossima reazione: si infurierà perché noi stiamo per godere di un qualcosa che le è stato appena negato.
 
“Non è giusto! Voi uscite quando e come vi pare! Perché?!” Ribatte prevedibilmente lei, alzando leggermente il tono della voce.
 
“Perché noi non dobbiamo chiederti il permesso, ragazzina” Risponde Daryl, forse in maniera più arrogante di come avrei risposto io.
 
Le sue parole infatti hanno l’effetto di farla infuriare definitivamente, perché vedo chiaramente le nocche delle sue mani sbiancare a causa della forza che sta impiegando per stringerle.
La guardo negli occhi, sfoderando lo sguardo più intimidatorio che conosco, in un silenzioso avvertimento a non proseguire oltre, nonostante questa piccola discussione ormai abbia portato il mio cazzo ad un punto di non ritorno.
Da qualche anno Beth ha tirato fuori un carattere ribelle che stimola entrambi a volerla rimettere al suo posto e per quanto la ami, sarei ipocrita a negare di provare un piacere maniacale in questa situazione.
La sua rabbia è come un cazzo di afrodisiaco che arriva a stimolare la mia parte più animale.
 
Mi sento nei panni di un predatore che sta giocando con la sua preda ed aspetta solo il momento adatto perché faccia un passo falso.
 
Sospiro rumorosamente e con Daryl usciamo dalla stanza senza più dire una parola.
Un ‘vi odio!’ colpisce la porta della camera appena chiusa e dopo esserci scambiati l’ennesima occhiata, decidiamo di lasciare correre e di andare alla porta d’ingresso.
 
Le nostre ospiti sono puntuali e decidiamo di prendere la mia macchina per spostarci al locale. Prima di chiudere la portiera non posso fare a meno di guardare verso la finestra al primo piano dalla quale, potrei giurarci, riesco ad intravedere dei capelli biondi.
 
 
§§§§§
 
 
POV BETH
 
Vedo Rick voltarsi verso la nostra casa, prima di salire in macchina e mettere in moto. Velocemente scompaiono lungo la via ed io sento il sangue ribollire nelle vene.
Non solo mi hanno vietato di uscire, ma hanno inferto un nuovo colpo al mio ego decidendo di uscire con le donne che ho intravisto dalla finestra.
Conto davvero poco per loro, questa è l’ennesima conferma.
Si ostinano a trattarmi come una bambina, quando io mi sento a tutti gli effetti una donna.
Ritorno sul mio letto ed afferro il cellulare, componendo il numero dell’unica persona che può darmi una mano a calmarmi.
 
“Dimmi tutto!” Risponde Syria, con la sua solita voce squillante ed è proprio il suo entusiasmo che riesce a farmi crollare.
Prima ancora che riesca a rendermene conto scoppio a piangere, singhiozzando senza vergogna nell’orecchio della mia migliore amica.
 
“Beth? Che succede?” Chiede lei, con la voce venata di apprensione.
“E’ per colpa loro…vero?” Aggiunge, perché ormai ha capito che quando la chiamo in questo stato è perché qualcosa con Rick e Daryl è andato per il verso sbagliato.
 
“Non posso dormire da te domani…loro sono usciti…con due donne che non ho mai visto...Dio, Syria! Mi sento così patetica…” Bofonchio, non riuscendo a proseguire a causa di un nuovo singhiozzo.
 
Il telefono rimane muto per qualche secondo, prima che Syria decida di interrompere il silenzio con un’imprecazione degna di Daryl.
 
“Che si fottano! Vestiti che tra dieci minuti sono sotto casa tua!” Risponde, con un tono deciso che riesce a farmi rinsavire.
 
“Non posso! Devo essere a casa al loro ritorno e…” Inizio, ma lei non mi fa finire.
 
“Beth, non puoi lasciarti trattare così! Ora vai in bagno, ti trucchi e ti metti quel cazzo di vestito, perché stasera ti serve un drink!” Replica, lasciandomi senza parole, perché le mie lacrime si sono arrestate e al posto loro è comparso un sentimento decisamente inaspettato
 
“Dieci minuti Beth! Se non ti fai trovare alla porta giuro che la sfondo!” Tuona la mia amica, riagganciando il telefono e lasciandomi spiazzata.
 
Guardo l’orologio che segna le undici e guardo poi la mia immagine riflessa nello specchio.
Sembro un gatto impaurito che per troppe volte ha dovuto rinfoderare gli artigli.
Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano e getto un’occhiata al mio zaino abbandonato in un angolo.
Mi alzo, tiro fuori il vestito e mentre sto pensando a quanto sia tutto terribilmente sbagliato, le mie mani stanno autonomamente sfilando il pigiama.
 
Non ci vuole molto, un filo di mascara ed una matita leggera completano l’opera. Infilo anche le scarpe e lo specchio riflette qualcosa di nuovo, ma che decisamente mi piace.
Probabilmente ne pagherò le conseguenze, ma non mi importa…questa sera ho raggiuto davvero il limite.
 
Prendo una piccola tracolla e dopo avervi messo dentro cellulare, chiavi e portafoglio mi dirigo verso l’ingresso, dove intravedo la figura della mia amica attraverso il vetro opaco della porta.
Mi viene spontaneo sorridere, perché nonostante il mio cuore stia battendo ad un ritmo assurdo, sono sicura che da questa notte la mia vita prenderà una piega diversa.
 
 
§§§§§
 
 
POV DARYL
 
“Ultimo giro?” Chiedo a Rick, sollevando un sopracciglio con fare ironico, perché so perfettamente che non potrei mai ricevere un rifiuto.
 
Lui sorride e fa cenno alla barista di portarci altre due birre.
Abbiamo lasciato le nostre accompagnatrici direttamente a casa dato che non sono venute in macchina.
Per quanto mi riguarda mi son rotto parecchio i coglioni di questa serata, ma non posso dire che non sia stata utile.
Alla ragazzina verrà un colpo quando scoprirà che le abbiamo comprato una macchina come regalo per l’inizio dell’università.
Fortuna che la collega di Rick ne aveva una praticamente nuova, dove mi basterà dare una leggera sistemata generale.
Le nostre birre arrivano nel giro di pochi minuti e dopo aver brindato in silenzio mi gusto il nettare dorato che scende con fin troppa facilità lungo la gola.
Mi guardo attorno e non riesco a reprimere una smorfia disgustata.
Il locale è pieno di adolescenti in piena crisi ormonale che si stanno sfondando di alcolici. Avrei evitato di venire in questo posto del cazzo, ma era l’unico sulla strada per tornare a casa.
Domani, nonostante sia sabato, abbiamo deciso di svegliarci presto e portare la ragazzina a fare una gita, giusto per darle un po’ di tregua prima di rifilarle una ramanzina con i fiocchi per la scenata di questa sera.
Cazzo…ad un certo punto ho creduto di impazzire.
Le sue gambe, il suo vestito ed il suo umore incazzato hanno rischiato seriamente di fottermi il cervello.
Ingoio un nuovo sorso di birra, guardandomi attorno nella speranza di trovare qualcosa di interessante.
Il problema è che da quando la ragazzina mi è entrata nel cervello nessuna donna mi sembra appetibile. Non importa quanto sia poco vestita…non è lei e questo è sufficiente per farmi perdere qualsiasi interesse.
Non che ci siano tante donne interessanti in questo locale.
Solo una sembra degna di nota, ma solo perché indossa un vestito da stupro e di spalle assomiglia terribilmente a lei.
Immagino che stia ridendo, perché vedo la chioma di capelli biondi ondeggiare leggermente.
A guardarla meglio devo dire che non è niente male.
Ha un vestito che le fascia un culo a mandolino come una seconda pelle e per un momento mi immagino la ragazzina inguainata in un abito simile.
Scuoto la testa e mi obbligo a distogliere lo sguardo, perché il giorno che vedrò la ragazzina indossare un capo del genere son praticamente certo che finirò per scoparla fino a farle perdere i sensi.
Riporto la mia attenzione su un ragazzo che sta vomitando l’anima in un angolo e sarebbe uno spettacolo divertente se Rick non mi avesse appena afferrato il braccio con una forza tale da farmi imprecare.
 
“Cazzo, amico, che ti prende?” Lo apostrofo contrariato, ma lui sembra non sentirmi perché sta guardando un punto preciso.
Mi viene istintivo guardare nella stessa direzione e solo per miracolo riesco a non rovesciare le nostre birre, perché il pugno che ho sferrato al tavolo ha fatto sobbalzare entrambi i bicchieri.
La ragazza con il culo a mandolino si è girata e altri non è che la ragazzina.
 
Rimango interdetto per qualche secondo, sentendo una rabbia pericolosa crescere dentro di me. Ancora prima di rendermene conto mi ritrovo in piedi e mi sto dirigendo con Rick verso di lei.
Inizialmente la ragazzina non ci vede, ma quando i suoi occhi si posano su di noi li vedo assumere una sfumatura terrorizzata.
Sfiora il braccio della sua amica ed i suoi occhi lasciano brevemente i nostri, correndo a guardarsi attorno alla ricerca di una via di fuga.
Mi viene spontaneo aprirmi in un ghigno, perché nell’istante in cui la ragazzina è tornata nuovamente ad incrociare il mio sguardo, ha avuto la certezza che da questa notte le cose cambieranno.
 
Cazzo se cambieranno.
 
 
§§§§§
 
 
POV RICK
 
Sto guidando talmente forte che faccio quasi fatica a rispettare i semafori.
Daryl è furioso e non ha più detto una parola da quando siamo saliti in macchina. E’ fianco a me e sta fumando una sigaretta.
Gli getto una breve occhiata, prima di tornare ad incrociare gli occhi di Beth attraverso lo specchietto retrovisore.
Per l’ennesima volta la vedo trasalire e mi rendo conto che è semplicemente terrorizzata.
I suoi occhi da sempre sono come un libro aperto che negli anni ho imparato a leggere con facilità.
Distolgo lo sguardo, perché sarei capace di fermare la macchina in mezzo alla strada da quanto sono incazzato.
 
“Vi posso spiegare…” Tenta debolmente lei, ma è sufficiente una mia nuova occhiata per zittirla istantaneamente.
Per qualche secondo prova a sostenere il mio sguardo, ma poi cede nuovamente perché ha intuito che questa volta c’è davvero poco che possa fare per rimediare alla cazzata che ha fatto.
Né io né Daryl le rispondiamo, come in un tacito accordo.
Nel giro di pochi minuti sono nel nostro vialetto e ho spento il motore della macchina.
Scendiamo entrambi dal mezzo e mentre Daryl si appresta ad aprire la porta di casa, io mi chino sulla portiera di Beth e la afferro per un braccio, obbligandola ad uscire con decisione.
 
“Rick, ti prego…” Tenta lei, ma nuovamente non le rispondo, decidendo invece di afferrarla per la vita.
Un urletto spaventato le esce dalle labbra nel momento in cui la sollevo di peso e me la carico su una spalla, ma non riesce ad emettere un suono quando la mia mano si va ad attaccare con decisione al suo culo. Sento che le manca il respiro quando le afferro una natica e la stringo con forza, consapevole di farle leggermente male.
Le sue mani si appoggiano alla mia schiena e le sento scottare attraverso il tessuto leggero della camicia.
Inizio ad incamminarmi verso casa nostra, consapevole di non poter più tornare indietro.
Me lo conferma anche l’occhiata di Daryl, che si limita ad annuire mentre insieme varchiamo la porta d’ingresso.
E’ arrivato finalmente il momento di chiarire a Beth come sarà la nostra relazione da questa sera in avanti.
 
Raggiungiamo la sala e decido di rimetterla per terra.
Velocemente lei si allontana da me, abbracciandosi con entrambe le braccia e guardando con preoccupazione Daryl che si sta occupando di chiudere la porta a chiave.
La guardo negli occhi e penso che vorrei seriamente saltarle addosso, perché quello che ho toccato attraverso quel cazzo di vestito ha avuto l’effetto di un eccitante, invece mi impongo di calmarmi e mi dirigo verso il divano.
Mi siedo e poco dopo Daryl fa lo stesso, perché ha capito che questa lezione è bene che venga impartita con calma.
Beth è rimasta immobile e continua a guardarci in un modo che ha il potere di farmi ribollire il sangue.
Inizio a far scivolare i miei occhi sul suo corpo, in un lento e spietato esame che ben presto finisce per farla arrossire.
Istintivamente si porta una mano all’orlo del vestito e cerca di abbassarlo, peccato che questo sia vertiginosamente corto e non si muove di un centimetro.
Daryl si è acceso una sigaretta e si è sistemato meglio sul divano. Non ha ancora aperto bocca, ma so che è solo questione di tempo prima che si decida a farlo.
Sento la mia bocca incurvarsi in un sorriso che ha l’effetto di agitarla ancora di più, forse perché ha intuito che non sta per arrivare nulla di buono.
 
“Esattamente, Beth…cosa pensavi di fare?” Chiedo, appoggiando il braccio sinistro al bracciolo del divano.
 
Lei sgrana gli occhi, forse perché si aspettava una sfuriata al posto di una semplice domanda.
Apre la bocca e dopo qualche secondo di indecisione capisco che è pronta ad imbastire una giustificazione, che però sono motivato a far crollare perché non ci sono scusanti per quello che ha fatto.
 
“Io…ero arrabbiata per come mi avete fatta sentire…” Inizia, ma si ferma subito spaventata quando vede Daryl fare un leggero movimento per sistemarsi meglio sul divano.
Lui ghigna, perché è consapevole di quanto lei sia tesa e conoscendolo la rabbia ha iniziato a lasciare spazio al divertimento.
 
“E come ti avremmo fatta sentire?” Chiedo io, inclinando leggermente la testa ed osservando il suo volto acquistare una nuova tonalità di rossore.
 
“Mi avete fatto sentire una bambina…” Prosegue lei, iniziando a torturarsi le mani.
Per un momento i miei occhi corrono ad osservarle ed il mio sorriso si allarga maggiormente, perché mi viene istantaneo immaginarle legate dalla mia cintura, entrambe immobilizzate alla testiera del letto.
 
“E uscire di nascosto ti fa sembrare una persona adulta?” Chiede Daryl duro, mentre lo vedo stringere con forza le mani attorno alle ginocchia, immagino nel tentativo di controllare l’istinto di chiudere questa discussione in camera da letto.
 
“Volevo solo sentirmi come tutte le altre! Non fate altro che trattarmi come una mocciosa e ho voluto provare cosa significhi essere desiderata!” Esplode lei, allargando le braccia esasperata e scuotendo la testa.
 
Rimaniamo in silenzio per quelli che a me sembrano minuti, perché ho deciso di prendermi qualche attimo per decidere se metterla definitivamente in croce.
 
“E pensi ti servano queste stronzate per essere desiderata, Beth?” Chiedo, facendole capire che mi sto riferendo a quello che indossa.
La sua mano destra corre a sfiorarsi la pancia in un gesto protettivo. I suoi occhi passano alternativamente dal mio volto a quello di Daryl e capisco che non è più in grado di rispondere perché è completamente nel panico.
 
“Toglilo” Ordino, incatenando i suoi occhi ai miei.
 
La vedo spalancare la bocca per la sorpresa ed aggrotta leggermente le sopracciglia, convinta di non aver capito bene.
 
“C-cosa?” Chiede, spostando nervosamente il peso dal un piede all’altro.
Ha ancora ai piedi delle scarpe con il tacco che, presumo, sono prestito della sua migliore amica assieme al vestito.
Onestamente godo a pensare che le stiano facendo male, ma è l’ultimo strascico di una rabbia che si è tramutata in una voglia animale nei suoi confronti.
 
“Hai capito bene. Togliti immediatamente quel cazzo di vestito” Ribatto, scandendo chiaramente ogni singola parola. Mi appoggio comodamente al divano ed accavallo le gambe, rendendo evidente che ho tutta l’intenzione di godermi lo spettacolo.
 
Beth indietreggia di un passo, ma Daryl si muove leggermente, portando la mano alla cintura, in una chiaro ed efficace avvertimento che rimarrà tale, perché non ci sogneremmo mai di farle del male.
 
“Ragazzina non costringermi ad alzarmi…” La avverte, riuscendo così a farla rimanere immobile, segno che la minaccia è efficace. Tuttavia lei non accenna a spogliarsi e mi tocca ribadire il concetto.
 
“Subito, Beth” Ordino nuovamente, con un tono che non concede più nessuna alternativa.
 
Mi guarda un ultima volta, leggendo nei miei occhi la cruda consapevolezza che in alcun modo può più opporsi.
Distoglie poi lo sguardo e le sue mani vanno a prendere le spalline del vestito, iniziando a farle scivolare lentamente lungo le spalle.
Si blocca, rivolgendo ad entrambi un’occhiata supplichevole nell’ultimo tentativo di ammorbidirci, che però ha decisamente l’effetto contrario.
 
“Continua, ragazzina…” Ordina Daryl, passandosi una mano sul mento.
 
Da questo gesto capisco che è nervoso.
Mi basta gettare un’occhiata al suo cavallo per scorgere un’erezione pronunciata tanto quanto la mia.
 
Torno a riportare la mia attenzione su Beth, perché non posso negare di sentirmi nervoso ed eccitato a mia volta per quello che sta succedendo.
Adesso sta guardando alla sua sinistra, in un vano tentativo di impedirsi di guardarci negli occhi. So che è intimorita, ma non mi è sfuggito il lampo di eccitazione che le ha attraversato gli occhi nel momento in cui l’ho afferrata per la vita.
Le sue mani iniziano a tirare verso il basso la parte superiore del vestito, che scendendo rivela un reggiseno nero, ma è quando cade ai suoi piedi che devo impegnarmi seriamente per rimanere inchiodato su questo cazzo di divano.
Io e Daryl abbiamo lasciato a sua sorella il compito di aiutarla ad acquistare biancheria intima e Maggie lo ha fatto fino a che lei non è diventata totalmente autonoma, perciò mi aspettavo di vedere dei comuni slip sotto quel vestito.
Quello che però sto guardando con profondo interesse è un perizoma dalle dimensioni ridicole che lascia coperto solo un minuscolo triangolo di carne.
Deglutisco, mentre Beth scavalca il vestito e rimane a testa bassa senza riuscire a dire una parola.
 
“Le scarpe, ragazzina…” Ordina Daryl, con la voce decisamente arrochita.
 
Quando anche le scarpe sono abbandonate sul pavimento, mi ritrovo a prendere un profondo respiro prima di impartire l’ordine che davvero cambierà tutto.
 
“Guardaci, Beth…” Intimo, con una voce decisamente più bassa e calda del normale.
Sto impazzendo e so che non ci vorrà ancora molto prima che io perda totalmente il controllo.
 
Beth si morde il labbro inferiore e vedo il suo viso arrossarsi ancora di più.
Con estrema fatica solleva la testa ed incrocia i nostri occhi, che non hanno smesso di seguire i suoi movimenti nemmeno per un secondo.
Ora che ho la sua piena attenzione mi convinco ad osare ancora di più.
 
“Continua” Ordino, guardando affascinato il suo viso che manifesta un mix di emozioni incredibili.
E’ evidente che si senta terribilmente a disagio, ma è anche evidente quanto questa situazione la stia rendendo consapevole di quello che proviamo per lei.
 
Le sue mani si spostano sulla schiena e dopo aver sganciato il gancetto, il reggiseno scivola via scoprendo un seno che…cazzo, è fottutamente perfetto.
I capezzoli sono dei deliziosi bottoncini rosa e sapere che non sono mai stati toccati mi manda il sangue al cervello.
Mi ritrovo a trattenere il respiro quando la vedo chinarsi per sfilare il perizoma, che fa scivolare lentamente lungo le gambe affusolate.
Il suo corpo è stupendo, immacolato e da scoprire.
I miei occhi vengono attirati dal centro delle sue gambe come una calamita e non posso fare a meno di passarmi velocemente la lingua sul labbro inferiore, consapevole di apparire come un vero e proprio predatore.
 
Lei è immobile e tenta inutilmente di coprirsi con le mani, finendo per alimentare ancora di più la nostra voglia di lei che ormai è alle stelle.
 
Mi alzo dal divano e guardo Daryl, che si è alzato a sua volta, posizionarsi dietro di lei.
 
“Mi pareva di essere stato chiaro ieri…” Sussurra con voce roca, portando Beth a rabbrividire. Decido di annullare definitivamente la distanza che ci separa e prendo posto di fonte a lei.
 
“Prepara il tuo culo a ricevere una bella lezione, ragazzina…” Sussurra nuovamente il mio amico, circondandole i fianchi con le mani.
 
“Non ti servono quelle stronzate per essere desiderata…perché sei perfetta così” Le spiego, fermandomi a pochi centimetri dalle sue labbra, che nonostante la sua inesperienza finiscono per seguire un istinto vecchio di millenni e si schiudono leggermente.
 
E’ stupenda.
E’ stupenda ed è nostra…tutto il resto può andare a farsi fottere.
 
L’ultima cosa che sento, prima di chiudere gli occhi ed unire le mie labbra alle sue, è la mia voce che sussurra ‘anche noi’ in risposta ad un ‘vi amo’ quasi impercettibile, che però sottintende con forza come questo sia davvero un nuovo inizio.
 
Un cambiamento per tutti noi.
 







Angolo autrice

Eccoci alla conclusione.
In realtà non c'è molto da dire...spero abbiate apprezzato quanto ho apprezzato io! :P
Personalmente amo pensare ai nostri protagonisti come a uomini che hanno delle pulsioni ben definite...meno cavalieri e più 'animali'. :D

Un abbraccio a tutte!
Giada
 
   
 
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