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Autore: ToraStrife    25/10/2017    2 recensioni
L'epico scontro tra Saitama e Braccio di Ferro!
Chi vincerà? E' uno scontro che dovrà decidersi... con un sol pugno!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genos, Saitama
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Braccio di Ferro e i suoi (nuovi) amici'
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One Punch Man vs Popeye
One Punch Man contro Braccio di Ferro






Lo scenario di uno città desolata.
Sembrava Tokyo dopo una visita di Godzilla.
La città degli Eroi, la sfida leggendaria.
Saitama, l'eroe di classe B, a braccia conserte, lo stava aspettando, lo sguardo indifferente rivolto verso il mare.
Un vento furente, proveniente dalle onde, si abbatteva sulla sua pelata, trasportando nel contempo alle narici l'odore salmastro dell'Oceano.

- Sensei.

Gli occhi annoiati dell'eroe si spostarono verso il cyborg che aveva scelto di dedicare la sua vita all'apprendistato nei confronti dell'Uomo da un Pugno Solo.
Accertatosi di avere l'attenzione del suo mentore, Genos proseguì il suo annuncio.

- Sensei, è arrivato.

Saitama annuì, riportando lo sguardo verso il mare.

Si accorse che un uomo era comparso all'orizzonte: un marinaio, un lupo di mare.
Il cielo fosco, interamente coperto di nuvole, non lasciava intravedere alcun lampo: tuttavia, il forte vento lasciava presagire una tempesta imminente.
L'uomo che si trovava davanti, a detta di Genos, aveva avuto un breve trascorso nell'esercito, ma essenzialmente la sua vita era stata spesa come marinaio.
L'andatura lenta e decisa, i pugni stretti e le braccia nude, incuranti di una temperatura e un'umidità tutt'altro che piacevoli, potevano solo lasciare immaginare i vissuti di un uomo che aveva il coraggio di andarsene in giro a maniche corte con quel tempaccio.
Mentre si avvicinava, il marinaio sembrava il messaggero di tale nubifragio.
Saitama inspirò, per sentire meglio l'odore che quel forestiero portava con sé.
L'odore dell'oceano, così forte, così penetrante.
Forse un po' troppo.

- Che puzza di pesce! - Commentò One Punch Man, turandosi il naso con due dita.

Il marinaio soffiò, la pipa enorme si surriscaldò, lasciando andare uno sbuffo di fumo.

- Domandoro scusa. Ho pescarato tutta la martinata.

- La grammatica non è il suo forte. - Commentò Saitama, all'indirizzo di Genos.

- Io sono quello che sono, e questo è tutto quello che sono. - Ribatté il marinaio.

- Posso fare da interprete, se preferisce, sensei.

- Grazie, Genos, ma non ce n'è bisogno. Dopotutto, non siamo qui per chiacchierare.

- Bravo! Mi piarciono le pessone che non si peldono in ciacciere.

Gli occhi semichiusi del pelato e l'unico occhio sano del marinaio si studiarono, mentre Genos ufficiava l'incontro.

- Saitaman, eroe di classe B, contro Braccio di Ferro, marinaio civile. Posta in palio, mille dollari.


- Dircono che tu sei moluto forziuto. Mi piarciono gli aversari forziuti. - Commentò Braccio di Ferro, scrocchiando le dita. - Cierca di resisterare almeno un minutolo.

- Nonno, conosco la tua fama. E devo ammettere che da giovane ti ammiravo anche. Ma forse è ora che tu vada in pensione. Sai perché mi chiamano One Punch Man?

- Perché vai al tarpeto con un pugnio solatanto? - Ribatté Braccio, sghignazzando.

Saitama abbozzò un sorriso.

- Spero che i tuoi pugni non siano scontati come le tue battute, nonnetto.

- Nonnetto, io? Sarei vecchio? E dire che ho più capelli di te!

Braccio si tolse il cappello, per mostrare una manciata di ciuffi bianchi.
Toccato nel suo punto debole, Saitama rispose con un'occhiataccia.

- Vediamo di farla finita!


Genos si allontanò.  Il tempo degli scherzi era finito, e questo i contendenti lo sapevano bene.
Quando fu a distanza di sicurezza, il cyborg diede il via.

Braccio di Ferro partì all'attacco, quando si accorse che il suo pugno era finito a vuoto.
Saitama era alle sue spalle, con aria indifferente.

- Corpo di mille barlene, sei rampido!

Partì un secondo pugno, che Saitama deviò. Braccio provò altre volte, ma nessuno di quei cazzotti andò a segno.
Alla fine, One Punch Man decise che ne aveva avuto abbastanza.
L'eroe fece partire un pugno, che a Braccio parve gigantesco.
Il marinaio cercò di scansarsi, ma beccò il colpo di striscio: l'impatto fu comunque devastante, tanto che il lupo di mare volò via per una decina di metri, prima di schiantarsi dentro un magazzino abbandonato. L'edificio stesso crollò, lasciando il pover'uomo sotto un cumulo di macerie.

- Non eri male.

Con queste parole Saitama fece un piccolo inchino, e si voltò per andarsene.
Fatti due passi, però, si arrestò quando alle sue orecchie giunse una risata divertita.
Si girò, e gli occhi perennemente indifferenti si ravvivarono di un lieve stupore.
Dalle rovine era uscito il marinaio, massaggiandosi un vistoso bozzo sulla testa. L'espressione, tuttavia, rasentava la gioia.

- Non mi diverutivo così da tantosissimo tempo! - Urlò Braccio di Ferro. - Sei propio foruzuto come diocono.

Saitama guardò il suo pugno, chiedendosi cosa non avesse funzionato. Poi, decise semplicemente che Braccio di Ferro era un tizio davvero interessante.

- Quasi mi dispiace doverti sconfiggere subito - Commentò Saitama. - Ma vado di fretta. Oggi c'è uno sconto speciale al Supermarket e non voglio perderlo. E ho bisogno di quei mille dollari per la spesa.

- Anche io abbisogno di  sordi. - Ribatté il marinaio. - Per cui melio farla finita subito. Non ti spiarce se mangio gli spinarchi, vero?

- Tutt'altro! - Sorrise Saitama. - Ma te ce ne vorranno tanti, per avere qualche speranza.

- Allola ne mangerecchierò tre scatole!.

E così dicendo, Braccio di Ferro tirò fuori tre scatole di spinaci e le accortocciò, sbafandone avidamente il contenuto.

Il marinaio gonfiò i muscoli, che traboccavano letteralmente di energia.

- Molto bene! - Esclamò il lupo di mare, galvanizzato. - Ora sono al marsimo della potenza!

Caricò contro Saitama, sferrando un pugno megatonico.

- E adesso vediamo se riesci a evitare quest... - Non finì la frase.

Saitama aveva già contrattaccato.
Di Braccio di Ferro si vedeva solamente un puntolino appena scorgibile all'orizzonte.

- Eri un grande avversario. - Proclamò Saitama, salutando verso il cielo. - Arrivederci, ovunque tu sia.

Poi si voltò verso Genos. - Bene, andiamo?

- Sensei! - Esultò il cyborg. - E' stato magnifico!

Così dicendo, l'allievo corse verso il vincitore, quando, a metà strada, si fermò.

- Qualcosa non va, Genos?

- Sensei, i miei sensori stanno avvertendo l'arrivo di qualcosa...

Il pelato lo squadrò con aria interrogativa. - Eh? E cosa?

Prima di ottenere risposta, qualcosa di simile a un meteorite piombò su di lui, sollevando un enorme polverone.

- Sensei! - Genos, allarmato, corse in direzione di Saitama, per verificarne le condizioni.

Lo trovò incavato in un enorme cratere, e sopra di lui...

- Braccio di Ferro?


Il marinaio era disteso, a corpo morto, sul sensei.
Un braccio del primo era allungato, con la mano stretta a pugno, quest'ultimo scavato in una guancia del secondo.

Nel ricostruire l'accaduto, Genos non riusciva a credere alle sue conclusioni.

- Non è possibile, - Commentò incredulo. - Quando Sensei lo ha colpito con il pugno, Braccio di Ferro è volato verso Est, per poi tornare verso Ovest... Ha fatto il giro della Terra, ed è tornato sferrando un pugno a sua volta?

- Proprio così, - Sghignazzò Braccio, mentre si rimetteva in piedi, come se nulla fosse accaduto.

- Dopo aver ricevuto in pieno un pugno di Sensei, lui, come...?

- Non sono mica una dornicciola. - Spiegò il marinaio, scrocchiando il collo.

Anche Saitama nel frattempo si era rimesso in piedi, senza particolari problemi.

- Uhm, niente male. - Aggiunse Saitama, massaggiandosi la guancia. - Però adesso come stabiliamo a chi va il premio?

- E' un bel prosblema. - Braccio si grattò il mento. - Mi servivano i soldi perché dovevo comprare gli spinaci.

- Ah, quindi anche tu devi andare al Supermarket!

A Saitama venne un'idea.

- Perché non ci dividiamo il premio? Cinquecento dollari a testa, e poi andiamo insieme a fare spesa! Oggi c'è proprio lo sconto speciale sugli spinaci!

- Ma è un'idea strupenda! Sei un tipozio interigente!


E insieme, un marinaio e un eroe di classe B lasciarono il campo, lasciando il povero Genos a balbettare inutili rimostranze sulla illiceità di quella improvvisata decisione.
Dopotutto, i soldi del premio doveva metterli proprio Genos, per via di una precedente scommessa.
Ma questa, è un'altra storia.




FINE









  
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