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Autore: RoriStark    26/10/2017    2 recensioni
essendo un appassionata di D&D mi stavo chiedendo, e se Smaug fosse un drago in grado di mutare forma?... E se una giovane elfa fosse capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato?....
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Smaug, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Alatariel si alzò in piedi, con una mano scostò i lembi di pelle di quello che un tempo era il suo abito ed osservò le bende, come aveva fatto un drago a spogliarla, curarla e rivestirla se una zampa era grande il triplo di lei? Si guardò attorno credendo ci fosse stato qualcun altro in quella caverna, ma era impossibile, se ci fosse stato qualcun altro, sarebbe stato nelle fauci o nello stomaco del proprietario di casa, i nani erano morti e quelli che erano ancora vivi vagavano per le lande alla ricerca di una casa provvisoria, era impossibile. Si sedette sul tappeto appoggiandosi ai  cuscini morbidi e per un attimo trasse un sospiro di sollievo, afferrò una mela e la addentò affamata, ma certo, quella carne sembrava comunque invitante, peccato fosse cruda, ma diamine non aveva legna per accendere un fuoco, ma….aveva un drago.

“eih Smaug!”

La bestia emise un suono gutturale scostando le monete dal capo e scrollandosi  con un fare le le ricordava quello del suo cavallo

“cosa vuoi?”

“aiutami con questa carne”

“vuoi che te la mastichi e te la sputi in bocca? Come mamma pettirosso coi suoi  uccellini spiumati?”

chiese mentre una risata gutturale riecheggiò nella caverna facendole tremare le ossa . L’elfa sospirò innervosita, poi si alzò in piedi ed afferrò una lancia ed un coltello, la bestia la osservava con fare tranquillo mentre lei posava la lancia e cominciò a tagliare la carne a fette, dopo averne prese un paio, le infilò sulla punta della lancia e si avvicinò al drago

“per l’amor di Eru, davvero vuoi che io…”

senza dire nulla, lei  piantò tra le monete la lancia, vicino alle fauci del drago che alzò il muso con fare disgustato ed offeso mentre spostò la mole verso di lei e la lingua biforcuta frustò l’aria vicino al viso della giovane che intanto lo osservava senza muovere un muscolo

“per favore, io non posso mangiarla cruda”

“poi ti fa male il pancino?”

“vorrei mantenere quel po’ di dignità che mi rimane”

Rispose secca lei quando il drago sospirò  seccato e con uno sbuffo di fuoco cominciò ad arrostire la carne, in un attimo la carne era cotta alla perfezione, anche se le monete e la lancia sotto di lui erano diventate bollenti, l’elfa si sbrigò a sfilare la carne e a posarla su uno dei tanti vassoi d’argento, arraffò delle posate e le portò al tavolo di fronte a lei

“ti ricordo che quella è roba mia”

“non la sto portando via”

“poi rimettile esattamente dove erano, ben pulite”

“tsz..”

L’elfa consumò il pasto soddisfatta, ma il resto della carne era ancora lì, intatta, doveva fare qualcosa per conservarla o sarebbe andata a male, di certo sarebbe stato inutile seppellirla sotto alle monete, avrebbe dovuto trovare del sale
 
“questa carne si rovinerà se non la mettiamo sotto sale”

“allora mangiala”

“non posso finirmi da sola un quarto di bue!”

“io sono già sazio…”

“ascolta, se mi mostri come uscire da qui, andrò a prendere del sale e tornerò”

“mi hai preso per uno stupido?”

Chiese ringhiando e spostando il muso verso di lei le mostrò i denti, ma Alatariel cercò di rimanere calma mentre il drago spalancò le fauci e facendole schioccare a pochi metri dalla sua faccia ritirò di nuovo indietro il collo snodato con fare fiero ed elegante

“ti procurerò io il sale”

“ma io voglio…”

“tu starai qui, per sempre, come da patti”

Alatariel si ammutolì e per un attimo rimpianse di essere stata salvata, si rabbuiò e tornò a sedersi nella sua gabbia dorata, rannicchiandosi, mentre i suoi capelli le scesero addosso come una cascata scarlatta, coprendole il viso ed in parte il corpo. Una lacrima le rigò il viso, pensò per un attimo a casa, alla sua foresta ed al suo re, sicuramente l’avevano data per morta e forse un po’ lo era. Passarono i giorni, anche se Alatariel aveva perso ormai il conto, la pelle dell’Elfa era diventata sempre più chiara, gli occhi stanchi, passava le giornate a raccontare al drago del suo mondo, ma lentamente i ricordi sembravano storie anche per lei, perfino Smaug le portava cibo ogni giorno a sua insaputa, quando lei dormiva,ma  sembrò rendersi conto che sebbene le ferite dell’elfa fossero guarite, lei sembrava messa peggio del primo giorno in cui era finita tra le sue spire. Un giorno, la bestia si mosse verso la figura rannicchiata di lei

“Ragazza Elfa”

“…”

“Alatariel”

“cosa?..vuoi un'altra storia?”

“no, ti porto fuori..”

L’elfa si mise a sedere di scatto, guardando il drago

“come?ti prego adesso non prenderti gioco di me…”

La bestia si alzò sulle zampe, scrollandosi le monete di dosso ed allungò il lungo e muscoloso collo verso la ragazza

“Sali”

“ma..il tesoro?”

“ti ho dato un ordine”

Alatariel si alzò in piedi a fatica, raccolse la sua sacca avvicinandosi alla bestia, allungò lentamente la mano pallida sul rosso scarlatto delle scaglie di Smaug sfiorandole con la punta delle dita e studiandone il colore,era la prima volta che toccava un drago, e forse era la prima al mondo ad essere invitata a salire a cavallo di un drago. Sul dorso aveva degli spuntoni ma una parte sembrava libera dalle scaglie e lentamente, la giovane elfa si sedette sul collo del drago, aggrappandosi poi alle spine nere che aveva davanti, lui sembrò quasi annuire e con le zampe si fece largo spiccando un salto, raggiunse un passaggio sotterraneo mentre Alatariel faticava a tenersi stretta alla bestia, ad un tratto questa sembrò precipitare al punto che lei dovette stringersi ancora più forte per non essere disarcionata, poi per fortuna tutto sembrò calmarsi. Il drago aveva spalancato le maestose ali ed ora i due erano in volo, sopra ad un bosco, Alatariel rimase esterrefatta, erano davvero in alto, la figura del drago torreggiava  possente sopra agli alberi e alle nuvole mentre il sole prese a scaldare la pelle di lei che si andò a sistemare in mezzo a due spuntoni per avere un appoggio alla schiena, a quel punto aprì le braccia mentre le lacrime le rigavano il viso e la ragazza riprese a sorridere, la prezza le faceva muovere i capelli  come una bandiera scarlatta mentre Smaug si voltò per un attimo ad osservarla, dopo un po’ atterrarono su una collina, la giovane scese a terra togliendo di fretta le scarpe per sentire l’erma sotto ai piedi, sembrava più felice che mai ed il sole le aveva restituito le forze, prese a girare su se stessa come se stesse danzando, poi cadde in ginocchio a terra di fianco al drago che intanto si era accovacciato sul prato con fare annoiato

“ti avevo dato un letto d’oro, ma preferisci comunque questo tappeto d’erba”

“perché? A te non piace?”

La bestia rimase in silenzio, mentre osservava l’elfa sdraiarsi sull’erba, sfiorare i fiori con la punta delle dita e sorridere mentre osservava il prato, non l’aveva mai vista sorridere in quella caverna piena di tesori, sapeva che gli elfi fossero avari quasi quanto i nani, ma lei, lei non sembrava interessata a nulla di tutto ciò, la ragazza raccolse diversi fiori ed erbe dal boschetto vicino sotto la sorveglianza del drago e le ripose nella sua borsa, dopodichè torno accanto all’ala della bestia, che sembrò sorpreso di vederla ora avvicinarsi con meno riluttanza a lui, Alatariel prese dalla borsa un libro, non aveva mai visto cosa ci fosse in quella sacca e Smaug la osservò avvicinando il muso incuriosito

“vuoi una storia?”

Il drago sbiffò sorpreso, rimase ad osservarla con il suo occhio dorato per diversi secondi, ma poi posò il muso sull’erba mentre l’elfa prese un fiore ed un mucchietto d’erba posandoglielo sopra al muso

“vedrai che ti piacerà”

Continuò lei

“va bene, fanciulla coronata da una ghirlanda di splendida radianza…ti ascolto”
 
Sussurrò chiudendo gli occhi mentre con un ala sembrò coprire la ragazza come una sorta di tenda di cuoio semi trasparente, che lasciava comunque filtrare luce, la giovane sorrise

“Tra i resoconti di dolore e rovina che ci sono giunti dalle tenebre di quei giorni, ve ne sono però alcuni in cui il pianto s’accompagna alla gioia e, all’ombra della morte, luce imperitura. E di quelle storie, la più bella alle orecchie degli Elfi è pur sempre quella di Beren e Lùthien..”

“una storia d’amore?”

“già…tra un elfo ed un essere umano”

“che sciocchezze”

“vuoi che mi fermi?”

“no, continua..”

Alatariel sorrise appoggiandosi alle scaglie del drago e sfogliando il libro prese un altro respiro d’aria fresca e riprese a leggere

“Beren entrò in Doriath incespicando, reso grigio e curvo come da molti anni di dolore, tali e tanti erano stati i tormenti della via. Ma aggirandosi d’estate tra i boschi di Neldoreth, si imbatté in Lùthien, figlia di Thingol e Melian, ed era di sera, nel momento in cui la luna saliva in cielo, e Lùthien danzava sull’erba sempre verde nelle radure lungo le rive dell’Esgalduin. Ed ecco il ricordo di tutte le sue sofferenze abbandonò Beren, ed egli cadde in preda a un incantesimo, poiché Lùthien era la più bella di tutti i Figli di Ilùvatar..”


 
Nota di Rori : Scusate se sono sparita! spero che questo capitolo vi piaccia ,w, vi prego commentate, così saprò a quali storie dare proprità! grazie a tutti per il supporto!
  
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