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Autore: Caroline94    27/10/2017    0 recensioni
Non posso essere onesto.
Non ne ho il coraggio.
Non posso dirti che mi piaci, non ora.
Ma lo farò... un giorno.
🌺
Non posso essere onesta.
Non ne ho il coraggio.
Non posso dirti che mi piaci, non ora.
Ma lo farò... un giorno.
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[Traduzione - ChromexKen - Introspettivo, Sentimentale]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chrome Dokuro, Ken Joshima
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Non posso essere onesta.
Non ne ho il coraggio.
Non posso dirti che mi piaci.

Quel giorno si era rivelato particolarmente più caldo dei precedenti, tanto da spingerla a fermarsi al negozio di alimentari sulla strada per Kokuyo Land per prendere qualcosa da bere. Si fermò giusto il tempo per prendere una bottiglia di thè ghiacciato dal banco frigo e pagare (fortunatamente Chikusa insisteva che dovesse avere sempre un pò di soldi dietro per le emergenze, e quella si poteva proprio definire tale).
Quando uscì dal negozio per poco non andò a sbattere contro Ken che entrava. Fu con stupore che alzò gli occhi sul suo viso.
"Ken. Perché sei qui?" chiese, curiosa.
"Non sono affari tuoi. Spostati!" il ragazzo la spinse di lato, decisamente nervoso, e sparì all'interno.
Chrome sospirò, abituata agli scatti di umore del ragazzo, e si sedette sulla panchina di legno accanto alla porta d'ingresso: tanto valeva tornare indietro insieme e, comunque, era cosa rara che loro due passassero un pò di tempo da soli. Alzò lo sguardo al cielo limpido, carezzando distrattamente i due Anelli ricevuti da poco: i ricordi di ciò che era accaduto nel futuro erano ancora vivi dentro di lei che non poteva credere che, sebbene per lei e il resto della Famiglia Vongola fossero passati mesi da quando erano arrivati alla Base Sotteranea dei Vongola a quando avevano sconfitto Byakuran, lì nel presente non erano passate nemmeno due settimane.
Ci mise qualche istante ad accorgersi di essere osservata e, quando alzò lo sguardo, vide Ken che la guardava con il volto leggermente colorito.
"Ken, stai bene? Sei rosso" notò, tranquilla.
"S-sta zitta!" sbottò lui, il rossore che si ampliò dalle gote al naso e le guance "È il caldo!" aggiunse; in effetti, il sole cocente che batteva esattamente su di loro non era proprio un toccasana.
Il ragazzo sospirò e infilò la mano nella busta, estraendo un ghiacciolo e porgendoglielo, con lo sguardo rivolto di lato.
Chrome fissò il gelato prima di alzare il viso su di lui, perplessa.
"Perché?" chiese, curiosa e sorpresa: Ken non era il tipo che faceva quel genere di cose.
"Insomma, lo vuoi si o no?!" sbottò lui, impaziente. La ragazza lo fissò ancora qualche secondo, poi allungò una mano e lo prese.
Ken si sedette accanto a lei, estraendo un ghiacciolo dalla busta per poi posarla accanto a sé. "Facciamo in fretta! Fa troppo caldo qui!" esclamò, facendo per scartarlo... ma si bloccò e fissò il pacchetto, impassibile.
Chrome guardò dal suo ghiacciolo, di un rosso brillante (sicuramente al lampone), al proprio, verde chiaro (senza dubbio alla menta).
"Uhm... vuoi fare cambio? Non mi piace la menta" mentì, porgendoglielo: sapeva quanto a lui invece piacesse. Ken sembrò esitare, infine acconsentì con un borbottio scambiando i gelati.
Chrome scartò il proprio, silenziosamente.
"Grazie" mormorò.
"Non l'ho fatto per te: lo volevo anche io!" rispose lui col gelato tra i denti e lo sguardo fisso in fondo alla stradina, poggiando il mento sulla mano e il gomito sul ginocchio.
La ragazza si ritrovò a ridacchiare leggermente, notando come lui facesse di tutto per nascondere quel lato di sé.
"Che c'è da ridere?"
"Mi piace" ammise.
"Cosa?"
"Il lampone."
"Tch, come se mi interessasse" rispose lui, seccato.
Probabilmente era vero, ma Chrome non poté fare a meno di sorridergli dolcemente consapevole che lui non la stesse guardando. Succhiò distrattamente il ghiacciolo, spostando lo sguardo sulla strada di fronte a sé.
All'inizio provava qualcosa per Mukuro, era vero: colui che era spuntato dal nulla e le aveva salvato la vita. Come un Dio della Morte che aveva deciso di donarle una seconda opportunità... ma aveva capito che era solo pura ammirazione e gratitudine, completamente diverso da quello che si sentiva per Ken. Era indifferente quando li aveva incontrati: loro erano coloro a cui Mukuro l'aveva affidata, per tenerla d'occhio e proteggerla... ma lentamente si era resa conto di quanto ciò che provasse per Ken fosse diventato più profondo. Le piaceva ricevere quelle attenzioni mascherate da indifferenza: sapeva che era il modo di esprimersi del ragazzo e le andava bene così.
Avrebbe voluto confessarsi ma era timida e troppo paurosa per farlo: sapeva anche che il loro rapporto non era di quel tipo e che lui, anche se si preoccupava per lei, non provava le stesse cose.
Ma, chissà, forse un giorno avrebbe trovato la forza per dirlo senza temere le consguenze.
Era così immersa nei suoi pensieri che si accorse di aver finito il ghiacciolo solo quando sentì il sapore aspro del legno della stecca sulla lingua.
"Inizia a fare troppo caldo... torniamo indietro?" chiese, voltandosi verso di lui e trovandola a fissarla, assente. "A cosa stai pensando?" chiese.
Ken si riscosse e arrossì violentemente.
"A-a niente!" rispose, drizzandosi, arrossendo furiosamente "Torniamo indietro!" esclamò, scattando in piedi e iniziando ad allontanarsi. La ragazza sbatté le palpebre, perplessa, poi il suo occhio scivolò sulla busta dimenticata sulla panchina e sorrise: si alzò, prese la borsa ed allungò la mano per prendere anche il sacchetto... contemporaneamente, un'altra mano né prese un lembo opposto. Alzò gli occhi e si ritrovò a fissare quelli Ken a pochissimi centimetri da sé, leggermente piegato sulla panchina.
Passarono pochissimi istanti, poi lui si raddrizzò portando la busta con sé "L-Lo porto io" borbottò, imbarazzato, facendo scivolare lo sguardo di lato. E Chrome arrossì, stringendosi la borsa al petto... e sorrise, annuendo, prima si incamminarsi al suo fianco.

Non posso essere onesta.
Non ne ho il coraggio.
Non posso dirti che mi piaci, non ora.
Ma lo farò... un giorno.
   
 
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