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Autore: _Circe    27/10/2017    0 recensioni
"Sicuramente quella sera sarebbe stata una normalissima e tranquillissima sera al Rocky’s.
Sicuramente non ci sarebbe stato niente di eclatante, di speciale.
La solita manfrina: una canzone, una birra, magari un po’ di gente nuova.
Ma non è forse nella quotidianità che si annidano le sorprese?"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ cosa nota e universalmente  riconosciuta che* il Rocky’s non è un bel locale.
 Diciamo pure che è brutto. 
E’ costruito su due piani, anche se quello superiore è più un soppalco. Giù c’è il piano bar, una pista da ballo e un palco, se così si può chiamare, visto che sarebbe più opportuno chiamarlo “superficie -traballante- leggermente rialzata”; sopra invece è  riservato ai tavolini, quindi per i più temerari che hanno il coraggio di provare a mangiare qualcosa. Il piano inferiore è collegato a quello superiore con una scala a chiocciola senza ringhiere che viola più o meno tutte le leggi sulla sicurezza. La maggior parte delle volte sembra un matrimonio greco: ogni volta che un cameriere fa cadere un piatto, e non è cosa rara, tutti i clienti gridano “OPPA!”
Tutti tranne Yoongi, ovviamente.
Il  raggio di sole quale è il ragazzo se ne sta seduto in un angolo a sbuffare, lamentarsi e divertirsi per la penosità delle persone che si sono esibite fino a questo momento. Non che avesse torto, visto che la maggior parte facevano venire i brividi. Quasi come vedere il suo amico Jin ballare.
 Quasi.
Il telefono vibra sul bancone, un messaggio. Lo legge: è solo una nuova promozione che la sua compagnia vuole rifilargli; l’orario segna le 21:45. Strano che NamJoon non sia ancora arrivato, di solito è lui quello puntuale. Tra qualche minuto si dovrà esibire e un po’ lo secca che l’amico non lo veda.
Anche se ovviamente se glielo chideste direbbe che non se ne frega niente.
Certo Min, ci crediamo tutti.
La porta del locale si apre, un cameriere inciampa, i clenti gridano e NamJoon entra.
Lo stanno facendo apposta, ci scommetto, è il pensiero che per la terza volta in una serata rimbomba nella testa di Yoongi, ma non dandogli troppo peso si alza e va verso l’amico per salutarlo. Un pugno, un mezzo abbraccio e due spalle che si scontrano e i convenevoli sono fatti, il perfetto saluto da fratello-ti-voglio-bene-ma-sono-troppo-uomo-per-ammetterlo-quindi-ci-picchiamo-per-compensare.
“Nuovo colore?” dice indicando il ciuffo di NamJoon.
“Ah, questo? Sì, di tre giorni fa. Volevo fare qualcosa di più tranquillo, poi ho visto il viola.”
“Hai fatto bene, che te ne fotte. Tanto sono capelli: ricrescono”

Oh, come si vede che non siete ragazze.

                                                            “ E ora ragazzi facciamo un applauso per il prossimo cantante, Min YO-ongi!”

“Yo-ongi? Sul serio? Tipo’ Yo, fratello, come butta?’ ” La risata di NamJoon si può sentire anche da Soul.
“Sta’ zitto, non mi sono registrato io così” 
“Ah, no? E chi sarebbe stato?” Min Yo-ongi sarebbe stato il cavallo di battaglia per ogni volta che avesse voluto sfottere il bruno da questo momento in poi.
“Deve essere stato quel bastardo di Jin. Questa me la paga.”
“Chi?”
“Ehy, devo salire, ci vediamo dopo.”
“Vai e spacca i culi, Yo-ongi”
Un bellissimo ed elegante dito medio alzato dà a NamJoon la risposta che si aspetta, mentre si va a sedere al bancone e ordina una birra. Sente un rumore dietro di lui, un ragazzo aveva spostato lo sgabello per sedersi .
“Mark, la birra viene 5.000, no?” Mark è il barista del Rocky’s, nonché socio del proprietario. Tutte le ragazze -e qualche ragazzo-  gli vanno dietro e pendono dalle sue labbra perché è per metà americano. O forse perché è simpatico e bello.
NamJoon decide che è solo una questione di geografia.

“Come sempre. Hai seri problemi di memoria, amico”
“Sì, sì, okay.” Il ragazzo tira fuori una banconota da 10.000 won dalla tasca e la appoggia distrattamente sul bancone, lasciando per sbaglio anche il biglietto da visita del corso di scrittura creativa. Non una grande perdita, c’è da dire.
Neanche sta guardando Mark, tanto è preso dall’esibizione di Yoongi. Ma è costretto a distogliere lo sguardo quando viene chiamato più volte dal barista.
“Non hai i soldi precisi? Mi manca il resto.”
“No, scusa.” Si tasta le tasche e apre il portafoglio, ma niente. “No, proprio no.”
“Ehy, se vuoi te li posso cambiare io.” NamJoon si gira verso il ragazzo che aveva appena parlato, è quello che si era seduto lì qualche minuto prima.
“Ah, sì. Sì, grazie.” Gli porge la banconota mentre ne riceve due dal bruno che si ritrova di fronte. Ha qualcosa di strano ai suoi occhi, qualcosa che non torna, ma non capisce cosa. E’ il tipico coreano: capelli neri, alto e magro; occhi scuri e carnagione chiara, l’unica cosa non troppo comune sono le sue spalle larghe. Non fa neanche in tempo a domandarsi perché avesse notato le sue spalle che la sua nuova conoscenza gli sorride dicendo “prego”, e allora non capisce più niente. 
La sua fenomenale dialettica va a puttane, e riesce solo a fare un mezzo sorriso e a dire che deve andare, così si alza e vola via dal locale, senza neanche veder Yoongi finire la sua esibizione.
“Ehy!” Gli urla Jin, “Hai dimenticato qualcosa!” 
Ma non c’è nessuna risposta, Nam era già uscito. Prende il bigliettino e lo guarda: scrittura creativa. Lo mette in tasca, potrebbe essergli utile.
“Beh, visto che lui non mi ha offerto niente al contrario di quello che pensavo, la birra me la prendo da solo.” Dice Jin con una risata a Mark.
“Tieni” risponde l’america-coreano dandogli una bottiglia presa dal congelatore “Sono 5.000 won.”
“Ah. Scusa, ho solo una banconota da 10.000.” Un sorriso imbarazzato e divertito gli si dipinge sulle labbra.
“Ma dai, seriamente?” Risponde Mark sulla soglia della disperazione.
 
 
 
Che gli era preso?  Aveva reagito come un cretino. E per cosa, poi? Un sorriso. Un sorriso di un tipo qualsiasi visto una volta in un locale -di merda- mentre stava bevendo una birra -di merda- e facendo una figura -indovinate come- di merda. Per uno stupidissimo sorriso da un probabilmente stupidissimo ragazzo con delle stupidissime spalle larghe.
Ci deve essere un motivo, pensa NamJoon, dovevo essere delirante. Forse ho la febbre. 
Sì, sì, sicuramente. Ho la febbre.

Si ficca le cuffie nelle orecchie, affondando le mani nelle tasche più profondamente possibile dopo essersi messo il cappuccio, e torna a casa, convincendosi di essere malato. Fisicamente, sì, ma soprattutto mentalmente.



 
Yoongi  scende dal palco prendendosi il pigro applauso di un pubblico che non lo aveva ascoltato veramente, sentendosi tutto sommato di se stesso.
Si dirige verso il soppalco, dove erano seduti un paio di persone che conosceva, quando il suo sguardo viene catturato da uno sfortunatissimo ragazzo intento a bere la sua birra.
Si avvicina a Jin con passo quasi militaresco, cercando di controllarsi per evitare di urlargli contro i più creativi insulti che la sua mente potesse partorire.
L’amico si accorge troppo tardi che Yoongi è vicino e che quindi non può più scappare, quindi decide che tanto vale divertirsi.
“Ehy, Yo-ongi! Bella esibizione!” Un sorriso e braccia aperte in segno di un abbraccio accolgono l’incazzatissimo  rapper.
“Sei un uomo morto.”
 
 
Yoongi  scende dal palco prendendosi il pigro applauso di un pubblico che non lo aveva ascoltato veramente, sentendosi tutto sommato di se stesso.
Si dirige verso il soppalco, dove erano seduti un paio di persone che conosceva, quando il suo sguardo viene catturato da uno sfortunatissimo ragazzo intento a bere la sua birra.
Si avvicina a Jin con passo quasi militaresco, cercando di controllarsi per evitare di urlargli contro i più creativi insulti che la sua mente potesse partorire.
L’amico si accorge troppo tardi che Yoongi è vicino e che quindi non può più scappare, quindi decide che tanto vale divertirsi.
“Ehy, Yo-ongi! Bella esibizione!” Un sorriso e braccia aperte in segno di un abbraccio accolgono l’incazzatissimo  rapper.
“Sei un uomo morto.”
 
Poche persone possono capire quanto sia profondo il sollievo di NamJoon quando, tornato a casa, scopre di avere veramente la febbre.
Non una febbre alta, da cavallo, ma quanto basta per darsi pace e saltarsi un paio di giorni fuori di casa. Non che avesse una vita ricca d’impegni e giornate piene ed emozionanti, ma tutto quel suo sforzarsi nel trovare un posto nel mondo è stancante. Un po’ di sano otium latino sarebbe stato utile e rinfrescante.  Peccato che in realtà avrebbe passato quel tempo facendo assolutamente niente, provando a far finta di scrivere e ascoltare musica. Più che otium latino questo è ozio e basta. Non che qui si disprezzi l’ozio, anzi.
Si alza dal divano su cui si era buttato e va in cucina, ha proprio voglia di un tea. Apre l’elegante scatola decorata con fiori colorati in cui erano contenute tutte le bustine in ordinate sezioni quadrate; sua madre aveva l’ossessione per la perfezione, le bustine erano posizionate per colore: dalla più scura (il tea nero) a quello classico, di un giallo chiarissimo, passando per tutte le tonalità: rosso per le bacche di goji, viola per i frutti selvatici e un delicato rosa per la pesca.
Opta per un tea verde, che dovrebbe avere proprietà rinvigorenti e  energizzanti, ma che in realtà ti fa solo venire voglia di guardare la tv con dieci coperte addosso e dormire. Ottimo, era proprio quello che aveva in mente.
Il suono della teiera lo sveglia dai suoi pensieri, che lo avevano trasportato nel solito mondo tutto suo distaccato dalla realtà. Si prepara l’infuso e va di nuovo verso il divano, si siede e, telecomando alla mano, inizia a sorseggiare la sua bevanda.
Pessima idea.
Non appena il liquido caldo e dolce oltrepassa le labbra e diffonde il suo calore in tutto il corpo, quasi fosse una reazione chimica, NamJoon ricorda e riconosce la sensazione che aveva provato prima, con il ragazzo del Rocky’s.
Subito allontana la tazza dal suo viso, ma poi la riavvicina, pensando che poi non è così male.
Ah, la febbre.
 
 
Uno stranamente ancora vivo Jin si accinge a tornare a casa a un orario vergognosamente consono e corretto, ma non è colpa sua se la serata è finita presto.
Prende nota mentale di chiamare il numero sul biglietto da visita che il ragazzo con i capelli strani aveva lasciato sul bancone, prima di andarsene. Un po’ ci era effettivamente rimasto male del fatto che fosse sparito di colpo, ma non ne fa una questione di vita o di morte, anzi, se ne  è già dimenticato. Però deve ammettere che è da un bel po’ di tempo che nessuno lo colpisce, e poi boom, un ragazzo a caso nel locale che frequenta da una vita. Ma sì dai, essere colpito d qualcuno non vuol dire niente, no? Chi ci crede al colpo di fulmine oggi? Per quanto Jin non sia una persona pessimista o triste, a cose come l’amore a prima vista non ci crede da un bel po’. E’ un’idea carina in cui crogiolarsi quando si  particolarmente positivi o in balia di qualcuno, ma poi se ci si ripensa oggettivamente, una cosa del genere non esiste.
Forse però questo è uno dei momenti in cui ci si può crogiolare… non si fa male nessuno se si sogna un po’.
Ma tanto rimarrebbe un sogno.
Quante cazzate Jin, riprenditi. Manco lo conosci ‘sto tipo.
Trip mentale risolto con una risata, come al solito.
 E, come al solito, una risata non basta a cancellare un pensiero.
 
 
 
Angolo autrice.

Piccolo piccolo capitolo che non basta assolutamente, ma volevo pubblicare qualcosa per farmi perdonare del ritardo.
Sono stata impegnatissima in questo periodo e ho tutt’ora il pc rotto, quindi devo scrivere super scomodamente dal telefono o da computer prestati.
Cercherò di aggiornare prima la prossima volta, ma non vi posso promettere niente. L

*La frase è l’incipit di Orgoglio e Pregiudizio. Il capitolo scorso  iniziava con quello di Dorian Gray, provate ad indovinare quello del prossimo ;)
 Indizio: come i due precedenti è un classico J
 
Fatemi sapere cosa ne pensate e cosa vi aspettate, mi raccomando!
 
Buona serata,
_Circe
  
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