Le
bal
«Adrien?»
Si girò lentamente con la paura di
essere stato beccato a fare qualcosa che non doveva – e secondo i suoi dietisti
stava commettendo un peccato mortale, ma davanti a quelle delizie non aveva
saputo resistere.
Quando mai gli capitava un’occasione
simile?
Era il massimo della trasgressione
nella sua anormale vita da adolescente, tralasciando le sue avventure da Chat
Noir.
I suoi occhi si posarono su un Kim
insicuro, che spostava il peso da un piede all’altro.
«Sì?» lo incitò a proseguire, mentre
mandava giù l’ultimo boccone del biscotto alle gocce di cioccolato che aveva
preso per ingannare l’attesa. Si era accorto di essere arrivato troppo presto
alla festa di Chloé – il personale stava facendo gli
ultimi ritocchi – eccitato all’idea di potervi partecipare e sorpreso che suo
padre glielo avesse permesso.
«Ecco…io
volevo chiederti un favore.»
Adrien era confuso.
Cosa mai può volere
Kim?
«Vedi, vorrei tanto invitare Chloè a ballare e mi chiedevo se tu potessi…»
si bloccò, incerto su come esprimere i propri pensieri.
Il giovane modello capì la sua
difficoltà: l’amico non sapeva che parole usare.
Kim gli rivolse uno sguardo intenso,
sperando che l’altro ne afferrasse il significato.
Nei suoi occhi Adrien
lesse aspettativa, ci teneva troppo, come se ne dipendesse la sua vita, intuì
che era qualcosa di importante; riconobbe quel sentimento, perché era lo stesso
che provava per la sua Lady: il desiderio di mostrare tutto il proprio amore,
di essere preso sul serio e di essere ricambiato.
Chi era lui per impedirgli di
conquistare il cuore della sua amata?
«… non farmi trovare libero, evitando
così che Chloè mi scelga come suo partner di ballo.
Dico bene?» gli chiese, facendo l’occhiolino.
«Sì, esatto. Non avrei saputo dirlo
meglio.»
Kim infine si rilassò, emise quel
sospiro di sollievo che fino ad allora non sapeva di aver trattenuto.
«Tranquillo, nessun problema. Sono
felice di poterti aiutare. Faccio il tifo per te!»
Ed era sincero. Si augurava che le
cose andassero bene, come Kim se le era immaginate e che Chloè,
finalmente, aprisse gli occhi e notasse le persone che tenevano a lei, che
ricambiasse le attenzioni, che non le desse per scontate.
Voleva bene a Chloè,
era una delle sue prime amiche, la considerava come una sorella e sapeva che
era una brava persona, anche se non lo mostrava quasi mai; tuttavia riconosceva
che non era per niente facile averci a che fare.
Dopotutto lui voleva imparare a
conoscere i suoi nuovi amici.
Fecero capolino nella sua mente un
paio di occhi blu e un sorriso timido e Adrien non
riuscì a impedirsi di sorridere.
◊◊◊
Marinette era rimasta molto sorpresa dell’invito
di Chloè e, per un momento, aveva pensato che l’aveva
fatto solo per umiliarla davanti agli altri invitati.
Quando aveva espresso quel pensiero a
voce alta, Tikki l’aveva guardata con rimprovero.
«Che c’è? Converrai con me che è
strano che Chloè mi voglia alla sua festa!»
Non poteva darle torto, Tikki, ma non le sembrava corretto pensare male della sua
odiosa compagna di classe, senza un motivo valido.
Quindi, dopo essere stata convinta da
Tikki e Alya che quell’innocente
bigliettino non celasse nessuna trappola, la ragazza si era recata all’hotel più
prestigioso di tutta Parigi con titubanza.
Per fortuna, una volta varcata la
soglia era stata accolta dall’entusiasmo della sua migliore amica.
Aveva trascorso tutto il tempo con i
suoi più cari amici, senza incidenti di sorta.
Certo non appena Chloè
era apparsa, aveva attirato l’attenzione su di sé; dopotutto era risaputo che
amava stare al centro della scena e a nessuno aveva dato più fastidio del
solito: era pur sempre la festeggiata!
Quello che la colpì fu come Chloè si sforzasse di non risultare troppo malevola nei
confronti degli altri. Era qualcosa di davvero sconcertante, incredibile – e se
non ne fosse stata testimone, non l’avrebbe creduto possibile!
Marinette aveva avuto occhi anche per il suo Adrien: si vedeva come non riuscisse a contenere l’eccitazione,
mentre gustava le specialità offerte o quando scambiava quattro chiacchiere con
gli altri; era troppo carino, saperlo felice le scaldava il cuore.
Solo per aver scorto il suo viso
illuminarsi in sorrisi sinceri, la festa – dal suo punto di vista – poteva
ritenersi un successo. Non chiedeva nulla di più.
Ma il destino aveva altri progetti
per lei, non sapeva dire se era un bene o un male.
Quando iniziò la musica, Marinette sentì una mano prendere dolcemente la sua e, nell’istante
in cui i suoi occhi ne trovarono un paio di verdi, si riscoprì sulla pista da
ballo, tra le braccia di Adrien che le sorrideva incoraggiante,
con quel suo sorriso capace di farle battere il cuore a mille.
Quante altre volte
ancora mi devo innamorare di questo ragazzo?
Non era sicura di poter sopravvivere
alla fine di quella serata.
◊◊◊
Appena la sala fu accolta dalle note,
Adrien non ebbe nessun dubbio: prese la mano di Marinette e la condusse in pista.
Era un’occasione per passare del
tempo con lei, perché davvero voleva conoscerla e, per qualche strano motivo,
le loro interazoni erano poche. Si era domandato come mai con lui si
comportasse diversamente rispetto agli altri; aveva visto la sua fermezza e
decisione, riusciva a prendere in mano la situazione da vera leader e in quei
momenti gli ricordava Ladybug. Anche con Chat Noir
non aveva timore di dire quello che pensava, solo con Adrien
si chiudeva a riccio, lo evitava e iniziava a dubitare che lei lo ritenesse un
amico, magari non l’aveva davvero perdonato per il malinteso della gomma da
masticare.
Non doveva pensarci ora, altrimenti
si rovinava quell’istante.
Non sapeva perché, ma era sicuro che Plagg avrebbe avuto qualcosa da ridire sulla sua scelta di
ballare con la sua amica; ci avrebbe fatto i conti più tardi. Ora era il loro
momento, suo e di Marinette.
Era una sensazione piacevole, la
piccola mano di lei era perfetta per stare nella sua, non l’avrebbe lasciata
mai più.
Il mondo finì, quando si specchiò in
quei due zaffiri che lo guardavano un po’ incerti.
Ebbe un fremito, per un attimo provò
una sensazione di familiarità, come se lui conoscesse bene quegli occhi, come
se incontrasse spesso il loro sguardo durante i combattimenti, occhi lucenti
che popolavano i suoi sogni.
Non è il momento di
pensare a Ladybug. Non quando si trovava con un’altra ragazza.
Consapevole del disagio di Marinette, le sorrise per trasmetterle sicurezza. Non voleva
che lo vedesse come Adrien il modello, bensì come Adrien teenager, suo
amico e compagno di classe, come un ragazzo normale.
Non era sicuro di essere riuscito nel
suo intento; si rilassò solo quando la ragazza contraccambiò il sorriso e lo
abbracciò dolcemente, posando la testa sul suo petto, mentre danzavano.
Sì, stava facendo progressi.
◊◊◊
Non aveva mai fatto nulla di così
difficile, anche perché la maggior parte delle volte riusciva a trovare delle
scorciatoie, grazie al nome che portava e alle conoscenze di papà.
Si stava impegnando come mai aveva
fatto in vita sua, ascoltando il consiglio del suo Adrikins; si augurò che alla fine
tutto quello desse i suoi frutti.
Aveva accettato senza fare tante
storie di ballare con Kim, perché forse meritava un’occasione e, mentre galantemente
la conduceva sulla pista da ballo, riconobbe nei suoi occhi uno scintillio
particolare e dargli nuovamente e brutalmente un due picche non le sembrava il
caso. In fondo ci sapeva fare – doveva riconoscerlo – , così non avrebbe fatto
una brutta figura: la sua immagine era salva.
Il bel momento fu guastato quando,
volgendo di poco lo sguardo, la vide. Marinette Dupain-Cheng, stretta tra le braccia di Adrien,
che gli faceva gli occhi dolci, mentre entrambi si lasciavano trasportare dalle
note musicali.
Non la sopportava, non riusciva a
farsela stare a genio: lei era la classica ragazza dolce e carina che tutti
adoravano; semplicemente le dava sui nervi e sapere che faceva il filo al suo Adrikins
era un ottimo motivo per inserirla in cima alla sua lista nera.
Che rabbia!
Calmati, Chloè. Non ne vale la pena.
Non voleva che la sua gelosia avesse
la meglio; non si sarebbe fatta akumatizzare per
quello. Basta, non avrebbe più permesso alla voce di Papillon di invadere la
sua mente: nessuno diceva a Chloè Burgeois
cosa fare.
Mentre eseguiva una giravolta, i suoi
occhi si posarono nuovamente sulla coppia. Adrien
sembrava apprezzare particolarmente la compagnia di Marinette:
arrivò persino a ipotizzare che il giovane modello potesse provare del tenero
per lei, ma era evidente che lui ancora non lo sapeva, non conosceva la reale portata
dei propri sentimenti. Osservandoli, mentre volteggiavano sulla pista da ballo,
Chloé si azzardò a pensare che erano carini assieme.
Si meravigliò dei suoi stessi
pensieri: doveva esserci stato qualcosa di strano nella sua bevanda, non c’erano
altre spiegazioni.
Salut à tous!^^
Eccomi di nuovo qui. Che posso dire?
Sono caduta nel fandom e credo che ci starò per un po’.
XD E magari, prima o poi, riuscirò a postare qualcosa di decente. :D
Questa oneshot
non è altro che una what if
del ballo, sulla base delle immagini spoiler dal trailer della serie, quindi
prima dell’uscita dell’episodio – che comunque ho visto, sia ben chiaro! XD
Ho notato che Chloè
è un personaggio che è particolarmente odiato nel fandom
– quasi quanto Lila. XD
E non lo capisco, certo è
particolarmente odiosa con tutti, ma a me piace come personaggio e sono molto
curiosa di vederla nelle vesti di Queen Bee. ;)
E, poi, mi fa ridere. Cioè come
sarebbe lo show senza di lei, eh? XD Ci avete mai pensato?
Niente, non posso odiarla. (E
infatti, sopporto molto meno Lila, per esempio. Ma questa è un’altra storia. ù.ù)
Quindi, volevo far vedere che non è
poi così male, pur restando Chloè. In fondo, lo dice
pure Adrien: Chloè non
cambierà mai. Ed è proprio per questo che la si ama. C:
Che altro dire?
Lo sentite il commento di Plagg: “Non si balla così con un’amica.” Eh? Io sì, troppo.
XD
Spero che questa fic
vi sia piaciuta. Fatemi sapere. C:
Au revoir! ;)
Selly