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Autore: cioccolatino    28/10/2017    6 recensioni

Fra Duncan e Courtney c'è sempre stato un odio molto insidioso, nonostante sia tuttora l'unico vincolo che tiene ancor saldo il loro legame.
Mentre i ricordi dell'infanzia trascorsa da Courtney continueranno a tormentarla incessantemente, riaffioreranno i lugubri e macabri segreti del ragazzo dal cuore di ghiaccio, che sembra nascondere, nel profondo della propria anima, un lato oscuro, perfido e feroce.
Un mostro raccapricciante e intricato che renderá la vita di entrambi un infido e sconcertante inferno.
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Capitolo 12 : Pinnacle
 
 


Camminavo a passi spediti nell’oblio inconfutabile dei miei pensieri intricati, mentre con la coda dell’occhio scorgevo  la figura di Scott in lontananza, oramai all’apice dell’orizzonte. Ridotta quasi come uno straccio sporco e consumato, tentai di raggiungerlo con estrema fatica, ma non appena riuscii ad individuarlo nuovamente, constatai  che si trovasse di già in fondo alla lunga ed estesa prateria, una ragnatela di fitte e pungenti erbacce ambrate.
Quasi miracolosamente trattenni un urlo di disapprovazione e nel frattempo il ragazzo scaltro si voltò fugace verso la mia direzione puntandomi istericamente un dito contro, accennando ad un gesto nervosamente infastidito che mi intimava di sbrigarmi. Deglutii rumorosamente e cominciai a correre veloce come il vento, attraversando l’immensa distesa di prati costellata da numerosi rami laceranti; difatti, non appena riuscii nell’impresa audace, notai enormemente ripugnata i miei jeans completamente inumiditi dalla rugiada e leggermente strappati verso le estremità. Quella visione sconcertata e indubitabilmente disgustosa dei miei pantaloni mi costrinse a rivolgere un’occhiata omicida e nettamente carica d’odio verso colui che mi aveva obbligata malamente a seguirlo – oltre al fatto di non poter spiaccicare nemmeno una parola durante il tragitto. –
 
- “ Ecco, grazie tante per avermi fatto attraversare quel lerciume di feccia e fango. Ora guarda in che condizioni sono ridotte le mie braghe. “ -
 
« Smettila di frignare come una bambina viziata e seguimi. C’è ancora molta strada da fare. »
 
- “ In che senso c’è ancora molta strada da fare? E poi vuoi spiegarmi dove mi stai portando? L’hai detto tu che mi avresti lasciata andare, quindi perché dovrei obbedirti? “
 
Attesi fermamente una risposta che purtroppo tardò ad arrivare e nel mentre mi balenarono per l’anticamera del cervello le ultime parole rivelate da Scott… “ Ora pensiamo a te ”…
 
« Non posso di certo liberarti così facilmente di me, pretendendo che non sia accaduto nulla. Duncan lo verrà sicuramente a sapere e cercherà comunque di trovarti, anche se per conto suo. »
 
- “ E quindi? Che intenzioni hai? Questo vuol dire che dovr- “ -
 
« Ferma… Lasciami riflettere in santa pace e non osare più aprire quella dannata bocca. » mi intimò visibilmente scocciato, quasi come se fosse sul punto di perdere ogni briciolo di ragione ancora presente in sé.
 
Pertanto, colta pienamente in flagrante, non azzardai minimamente a proferire alcuna parola, evitando addirittura di far scivolare distrattamente dalla lingua qualcosa di poco carino nei suoi confronti. Semplicemente rimasi sottostante ad un religioso silenzio, a dir poco raccapricciante.
 
 
Passò faticosamente qualche manciata di minuti e già non ne potetti più di essere succube dei miei pensieri sprezzanti sul conto del rosso che si stavano facendo strada nella mia mente, oramai offuscata dalle migliaia di riflessioni su ciò che stava realmente accadendo. Inoltre, anche la camminata stava cominciando a farsi sentire: potevo constatare, senza il minimo dubbio, che le mie gambe ben presto avrebbero ceduto, barcollando meticolosamente a terra; ero distrutta e ovviamente affaticata.
Non credevo avrei potuto resistere ancora per molto, necessitavo prontamente di coricarmi da qualche parte e lasciarmi accogliere dal sonno soffocante che a poco a poco stava divorando ogni singolo muscolo del mio corpo.
 
- “ Q… Quando manca ancora? “ - sbiascicai con respiro pesante e affannato, volgendo lo sguardo verso la figura docile e inaspettatamente agile di Scott farsi strada fra le numerose foglie che ricoprivano il suolo freddo e ghiaioso, sgattaiolando come una volpe.
Stavamo percorrendo un fitto bosco ombroso e indubbiamente terrificante, che mi fece ricordare terrorizzata un film horror visto qualche tempo fa.
 
« Ti avevo esplicitamente detto di non parlare. »  mi rivolse gelido come la morte senza nemmeno voltarsi, ma continuando invece a camminare, del tutto indifferente.
 
Ma guarda te questo. Come si permette solamente di rispondermi così?!
Ora basta.
Mi fermai improvvisamente, serrando i pugni con forza disumana e rimasi lì in attesa che si accorgesse della mia azione furibonda.
 
- “ Sono esausta, dannazione! Possiamo fermarci almeno per dieci minuti?! “ - domandai con voce stridula e vibrante, irrigidendo svogliatamente le spalle con lieve rancore per la reazione che avrebbe potuto avere in serbo conseguentemente.
 
Sfortunatamente però, non avrei potuto in ogni caso rispondere con tono più gentile e decisamente meno scontroso,  il mio comportamento tenace e chiaramente testardo mi impediva di agire diversamente.
 
Perciò, per qualche insulso istante stette lì inerme e scrutarmi odiosamente, come se desiderasse ridurmi in cenere da un secondo all’altro, probabilmente bruciandomi viva senza alcun timore.
 
« E sia. Dieci minuti. »
 
Non appena quelle parole riecheggiarono potentemente attraverso i miei timpani, corsi entusiasta a sedermi su una roccia prettamente liscia in superficie, sulla quale mi accasciai orgogliosa e naturalmente soddisfatta. Non a caso avevo deciso di bloccarmi proprio in quel preciso tratto del percorso: non appena avevo scorso quell’invitante posto sul quale avrei potuto assestarmi momentaneamente, non mi ero posta alcuno scrupolo nel cogliere a pieno l’occasione, sfidando Scott senza neanche pensarci due volte.
 
- “ Beh, dato che abbiamo un po’ di tempo potresti raccontarmi come vi siete conosciuti tu e Duncan. Anche dirmi il tipo di convivenza che hai con lui non sarebbe una pessima idea… “ -
 
« Non ti arrendi, eh? Hai rotto i coglioni per tutta la strada per fermarci neanche ora che ti ho accontentato vuoi stare zitta ? Pff… Vedi di non chiedere dell’altro o potresti farmi arrivare al limite della pazienza. È un avvertimento. »
 
- “ M… Ma si può sapere che ti prende? Volevo semplicemente parlare un po’ con te, non possiamo trascorrere tutto il viaggio senza neanche rivolgerci la parola, non credi? E poi, se hai deciso di schierarti dalla mia parte “ - inspirai nervosamente una gelida ventata d’aria autunnale - “ forse un pochino ci tieni… “ -
 
I miei occhi incrociarono i suoi, osservandoli profondamente con riservata cura e attenzioni premeditate, senza osare trascurarli nemmeno per un insignificante scoccar di ciglia.
 
« Chi l’ha detto che non possiamo non parlarci per tutto il tempo? » rispose senza l’ombra di sarcasmo per poi sospirare silenziosamente.
 
« E poi non si tratta di schierarsi da una parte o dall’altra… Duncan è un figlio di puttana, e su questo non ci sono dubbi. Crede che comportandosi con superiorità e picchiando gli altri fino alla morte – quindi uccidendoli –debba essere trattato con massimo rispetto. Ma è proprio qui che si sbaglia, quel lurido pezzo di merda. Certo, ha condotta la sua insulsa esistenza commettendo azioni macabre e scandalose, finendo perfino in carcere. Ciò potrebbe farlo apparire come uno spietato ed insensibile assassino dagli occhi di molte persone, ma a me non sorprende affatto; in realtà si tratta solamente di un ragazzo idiota senza un briciolo di intelligenza  e sana ragione. Ecco spiegato del perché potrebbe benissimo aver perso non solo il cervello per strada, ma addirittura la conoscenza, il suo cuore… La sua umanità. »
 
- “ Non potrei essere più d’accordo con questo. “ - affermai pienamente sicura di me e nel frattempo dei leggeri brividi di paura percossero la mia schiena inevitabilmente scombussolata al solo ricordo del punk.
 
« L’unica persona alla quale era riuscito ad avvicinarsi – forse – era Gwen, ma devo dedurre che si trattasse di un’insignificante compassione da parte di entrambi; la ragazza è sempre stata vicina a lui, nonostante tutto, perché ovviamente è il suo amore ‘segreto’ da una vita intera e Duncan di conseguenza deve aver instaurato qualche tipo di sentimento nei suoi confronti, spingendolo nelle braccia dell’unica persona che ci tenesse davvero. »
 
Si concesse una brevissima pausa per respirare lievemente e dar vita interiore a tutte le riflessioni scagionate spontaneamente dal suo subconscio.
 
« Duncan è disgustoso, rivoltante, fa venire il volta stomaco. Sappi che non sei né la prima a subire abusi da parte sua per un periodo di tempo incessante e probabilmente non sarai neanche l’ultima. »  mi rivelò mentre i suoi occhi si colmarono di rabbia infuocata.
 
« Lui si diverte così, torturando le sue vittime fisicamente e psicologicamente, osservandole soffrire divertito nell’agonia e nel tormento più feroci possibili. Sono fermamente convinto che soffra di qualche disturbo mentale, poiché qualsiasi persona con questo comportamento a dir poco disumano non può di certo essere ritenuta sana. »
 
Mentre registravo cautamente ogni singola parola di Scott non mi accorsi che fino a qualche istante prima avevo inconsciamente smesso di respirare, evidentemente fin troppo presa dai suoi discorsi maledettamente sensati ma chiaramente lugubri e raggelanti.
Non c’era altra via che potesse condurre ad un’altra soluzione o che promettesse un eventuale ragionamento fondato. Duncan era esattamente ciò che Scott diceva essere… La descrizione di un mostro perfido ed intricato, indecifrabile all’esterno, incomprensibile dentro, ripugnante da entrambe le prospettive.
 
- “ Scott… So che non vuoi che faccia domande così azzardate. So di avertelo chiesto già un milione di volte, ma proprio non ce la faccio a proseguire senza alcuna risposta, cosicché da ritrovarmi tempestata da altrettante milioni di domande… Perché fai questo? “ -
 
Talvolta non avevo niente da perdere. E come sempre, il lume di speranza in me era sempre l’ultimo ad affievolirsi e dissolversi nel nulla.
 
« Sei insistente, eh? Ti accontento subito, allora. »  rispose con tono pateticamente malizioso, prima di avvicinarsi pericolosamente a me.
 
Raggelai all’istante e non ebbi nemmeno il tempo di alzarmi per controbattere che questi si precipitò bruscamente di fronte, afferrandomi aggressivamente i polsi per forzarmi in piedi con occhioni terrorizzati. Dopodiché li strinse con forza sovrumana e le sue unghie andarono a conficcarsi ferocemente sulla mia pelle fragile e sensibile; subito dopo iniziarono a scavare insensibili dentro la carne vulnerabile, provocando un bruciore allucinogeno come fossero carta vetrata.
Iniziai a gemere in preda al panico e pregai mentalmente che l’agonia finisse il prima possibile, mentre però Scott continuava la sua avida e allucinante tortura, forse con l’intento di avvicinare il suo corpo al mio.
 
« Dimmi cosa provi, proprio in questo preciso istante. »
 
Annaspai faticosamente nell’inutile tentativo di liberarmi dalla qua presa dolorosa e insopportabile, provando quindi a divincolarmi disperata e tirando calci qua e là, i quali ovviamente andarono a scontrarsi solamente contro l’aria passeggera.
 
- “ F-fa m-male… Ah-h! “ -
 
Bastò quella breve affermazione per far sì che le sue mani fredde e decisamente laceranti abbandonassero i miei polsi tenuti stretti saldamente, oramai adornati da un vasto numero di graffi iniettati di sangue. Istintivamente mi accasciai al suolo tentando amaramente di trattenere le lacrime che stavano per riversarsi copiosamente a terra.
Pian piano mi affrettai a massaggiare i polsi violacei per provare a concedermi almeno un briciolo di sollievo mentre Scott era intento a scrutarmi impaziente dall’alto al basso. Tale gesto mi portò ad abbassare svogliatamente lo sguardo, consapevolmente rammaricata e delusa dal suo comportamento impensabile.
 
« Ecco, vedi… È così ogni maledetta volta. Il solo fatto di poterti immaginare ridotta in una situazione simile a questa – se non peggiore – mi irrita molto, moltissimo. E se devo anche pensare al fatto che tu sia stata abusata da quel verme mi fa andare letteralmente fuori di testa. Io non ti conosco, però conosco fin troppo bene lui ed è per quello che ha fatto subire agli altri che voglio fargliela pagare cara. »  rivelò pervaso completamente da una fitta e tempestosa rabbia, come se potesse scagliare saette focose e incandescenti da un momento all’altro.
 
« Ricordi quando ti ho detto che avevo accettato il compito da lui assegnato per ‘sopravvivenza’? Beh, non so cosa tu abbia compreso riguardo la parola in sé, ma la mia sopravvivenza è la mia vendetta nei suoi confronti. Il motivo per cui ho accettato l’incarico era per osservarti attentamente, constatando così che fossi la persona adatta, la ragazza ideale… » mi sussurrò con estrema convinzione e sicurezza, gesto che mi inondò di  dolce fiducia nelle parole appena sbiascicate.
 
« Una come te, che è stata succube di tale disumanità, non desidera ardentemente vendicarsi per tutto ciò che ha passato? Non vuoi forse che Duncan venga finalmente gettato in pasto alle belve per tutto quello che ha combinato, senza mai voltarsi le spalle? »
 
Per qualche inspiegabile motivo quel ragazzo era riuscito ad assecondarmi pienamente, abbandonandomi interamente a lui, lasciandomi guidare poi dai suoi pensieri colmi di euforia e contrastante ferocia interiore.
Era la prima volta che conoscevo qualcuno che condividesse apertamente le mie stesse idee riguardo quel perfido e malvivente di un mostro, con cui ora avrei avuto l’occasione di farmi prevalere una volta per tutte, dopo aver mantenuto secoli con il capo chino, trascorrendo l’interminabilità delle mie sofferenze riversando lacrime soffocate. Senza contare che giorno dopo giorno ogni piccolo strato della mia pelle, a poco a poco, si intingeva di un viola intenso e indelebile, che nel tempo si sarebbe esteso fino a colmare ogni singola parte del mio corpo così indifeso.
Non mi sarei lasciata sfuggire un’occasione del genere, la quale avrebbe potuto frantumarsi non appena dietro l’angolo.
 
- “ Sì, lo voglio. “ - affermai scrutandolo profondamente in quelle pozze ombrose e trasparenti come uno specchio d’acqua.
 
« Bene. Allora vieni via con mee ascolta ogni singola cosa che ti dico, è per il tuo… Il nostro scopo. Non preoccuparti per la casa, la scuola, il lavoro… Penseremo a tutto una volta arrivati da me. »
 
- “ Da te? Hai una casa anche tu? “ - domandai balbuziente.
 
« Come sarebbe a dire se ho una casa anche io? Ovvio che sì, e sarà meglio per entrambi raggiungerla il più velocemente possibile, prima che inizi a piovere e il sole tramonti definitivamente. Si è già fatta una certa ora e non ne posso già più di doverti stare dietro. Avanti, muoviamoci. » sputò con  pizzico di aggressività, prima di dirigersi verso di me per afferrarmi gentilmente i polsi feriti.
Li accarezzò con dolcezza indecifrabile e allarmante e dopodiché afferrò da entrambi i lembi la sua canotta grigia, li tirò prepotentemente e ottenne fra le mani un pezzo di stoffa strappato e lievemente stropicciato.
Me lo porse con sguardo indifferente, nonostante il suo gesto fosse tutt’altro che indifferente, e mi suggerì di utilizzarlo per bendarmi i graffi infiammati di dolore. Così feci e mi fasciai con cura e rigorosità ogni parte di pelle lacerante, emettendo ogni tanto qualche gemito per via del bruciore ancora sussistente.
 
- “ Grazie Scott. “ - risposi garbatamente, senza però ricevere alcuna risposta.
 
Invece, egli inizio ad incamminarsi verso le colline osservabili sull’orizzonte, dove il sole oramai si stava nascondendo prontamente, lasciando un luogo ombroso e inquietantemente tenebroso; dopotutto ci trovavamo in un bosco sperduto nel bel mezzo di prati e campi, completamente soli.
Pertanto, al solo pensare di dover trascorrere una notte lì da sola, mi affrettai a raggiungere Scott, standogli costantemente alle costole per non perdermi e rischiare di finire in guai grossi.
 
 
 

 
 
- “ Si può sapere quanto tempo ci sta mettendo quel cazzone? Ne ho le palle piene di doverlo continuare ad aspettare. “ -
 
« Stai tranquillo, sono certa che stia svolgendo il suo lavoro nel migliore dei modi. Dagli ancora un altro po’… In fondo poi, lui è uno che sa mantenere la parola, o quasi sempre… »  sussurrò la mora con un filo di voce dolce, tale da apparire indubbiamente stomachevole, raggelando ogni singolo arto del mio corpo dal disgusto.
 
- “ Vaffanculo! Ho aspettato fin troppo e vedi di non sparare cazzate simili in mia presenza, chiaro? Lo sappiamo entrambi che quel figlio di troia se la gioca a modo suo, arrivando addirittura a fregarmi se serve… Non permetterò che accada, che osi solo sfidarmi o imbrogliarmi e gli spezzo tutte le ossa, una ad una. “ -
 
Una rabbia culminante iniziò a pervadermi dal profondo, invadendo ogni angolo della mia mente senza lasciarvi nemmeno un rivolo di autocontrollo.
Ero incazzato nero.
Ed ero preoccupato per quello che sarebbe potuto accadere se Scott avesse deciso di agire diversamente dai piani prestabiliti, comportandosi da disprezzante testa di cazzo, quale era.
E cosa più importante, detestavo dover pensare si doverla rivedere ancora una volta. Quella ragazza così tenace e combattiva, di cui non mi sarei sbarazzato così tanto facilmente. E lei non se ne sarebbe andata così liberamente dalla mia vita. Oh no.
 
Ti aspetto presto, Courtney.
 
 
 

 
 
 
Hola!
 
Come state, miei cari lettori? Lo so, probabilmente vorreste uccidermi per aver pubblicato così tardi, ma vi posso assicurare che le settimane trascorse non sono state per niente facili, sia per lo studio, che per la famiglia, amici, ecc.
E proprio quando ero riuscita a completare la stesura ( di martedì ), mio padre ha portato il computer nel suo ufficio, impedendomi la pubblicazione.
 
E inoltre non volevo nemmeno che questo fosse un capitolo di passaggio, desideravo molti più colpi di scena… Così ho pensato di darvi un assaggio alla fine, rendendo almeno un po’ movimentata la storia.
Il prossimo capitolo dunque avrà qualcosa di nuovo… Chissà… Forse il ritorno di qualche personaggio?!

A presto ragazzi, e ricordatevi di esprimere apertamente le vostre opinioni con RECENSIONI, che sono sempre ben accolte !!!
 
A presto ♡
 
P.S. Ci tenevo a farvi sapere che ho avuto problemi con il nick. Ho cambiato username e sono passata da shdowhunter a cioccolatino !
 
 
 
 
  
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