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Autore: Teriel Donovan    28/10/2017    0 recensioni
Quando sei lo spirito di un fiore, l'ultima cosa che ti aspetti è di veder stravolgere la tua esistenza. Gli spiriti conoscono la solitudine, la malinconia, vivono persi in una dimensione che non consente loro di interagire con nessuno. Nonostante questo, in Swami, nascerà un sentimento ed ella, fiera e travolta dalla passione, non esiterà a sacrificare la sua vita in nome di questo Amore, anche se mai avrà la possibilità di interagire con la persona amata. O così crede... è la storia di un Amore che oltrepassa i confini del tempo e che avrà come nemico l'oscurità stessa...
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Vi son cose che vanno oltre la ragione e il tempo. Sono immutabili.

Ovunque sei… non puoi dimenticare.

Rimane solo la speranza. 

La leggenda

 

Lo spirito della Brughiera






La musica è l'anima della vita. Senza non siamo nulla.

Ancor meno senza amore.






“Affiderò le mie parole al vento, così che le diffonda nel mondo e, forse, un giorno giungeranno sino a te” bisbigliò Swami. “Ho vissuto i miei giorni isolata dal mondo, su un brughiera che si affacciava sul mare. Ero solo un granello di sabbia come tanti, destinato a vivere in solitudine. Pur sapendo che esistevano altri spiriti come me, non ci era concesso di avvicinarci. Ognuno di noi faceva parte di un suo piccolo mondo. Eravamo consapevoli della presenza di altre creature, ma non potevamo comunicare. Noi eravamo solo spiriti privi di senso...
Passavo il tempo a osservare il vento, le onde infrangersi sulla riva, e cosa avrei dato per poter essere loro? Spiriti fieri che andavano ovunque, liberi di essere ciò che volevano. Io ero solo un'ombra fra tanti, imprigionata in un posto dove non volevo restare.
Per molto tempo, persino il mio stesso volto mi era stato ignoto... finché un giorno, lo spirito dell’inverno ci donò la neve e sul suo meraviglioso specchio di ghiaccio vidi una fanciulla dai lunghi e fluenti capelli, così candidi da sembrare neve, e dagli occhi di un verde intenso... mi ci volle un attimo a realizzare che ero io. Swami. Fino a quel momento, avevo conosciuto solo il mio nome.
È strano che proprio io, che porto un nome che per il mondo umano significa Amore, scriva che, prima di incontrarti, non sapevo nemmeno cosa fosse...

 

Ero solo la custode di un fiore mai sbocciato, che veniva spesso chiamato coda di volpe. Nulla più di questo...
Un giorno arrivasti tu, in una notte stellata come tante, e come resisterti? Eri così strano! Tutto vestito di scuro, assomigliavi a un bandito, eppure sul tuo volto non vi era traccia alcuna di chi viveva perso nell’oscurità.
Non ricordavo più da quanto tempo non vedevo un umano giungere sin lì...
Il mio tratto di mare è protetto da un’alta e fiera scogliera, così tagliente da rendere lugubre e maledetta la timida stradina che porta sino in spiaggia. Erbacce e sassi di ogni forma e colore la adornano, scoraggiando chiunque ad avvicinarsi. Ma non te...
C’era qualcosa di meraviglioso nel tuo sorriso. Era così caldo e luminoso, che la notte si tramutò in giorno e, per un attimo, solo per un attimo, il mio cuore sussultò.
Mi sentii frastornata. Non riuscivo a capire...
Per quanto tentassi di non guardarti, c’era qualcosa di speciale in te.
Cosa... non riuscivo a capirlo.
A lungo mi soffermai suoi tuoi capelli, così scuri da ricordare l’ala di un corvo, o suoi tuoi occhi, simili a frammenti di cielo.
Osservai i tuoi movimenti mentre accendevi il fuoco, così fluidi, calmi e sereni... ma continuavo a non capire, finché non prendesti fra le mani uno strano oggetto che tu chiamasti chitarra e iniziasti a suonare, dando vita a un incantesimo senza tempo.

 

Quella notte, amore mio, hai fatto prigioniero il mio cuore e te lo sei portato via con te...

 

Impotente, mi hai costretta a guardarti andar via fra le lacrime, dopo avermi regalato, con la tua musica, sogni pieni di vita, in cui descrivevi un mondo che non conoscevo... un mondo che avrei voluto conoscere con te. Al tuo fianco.

I giorni che seguirono furono interminabili, così dolorosi che a stento riesco a descriverli. Avevo bisogno di te. Eri diventato l’essenza della mia esistenza, senza la quale non volevo vivere.
Nella mia mente, continuavo a rivedere il tuo volto, ne tracciavo i lineamenti con le mani, temendo di dimenticarlo. La mia voce continuava a sussurrare il tuo nome, accompagnata da un canto...

 

 

Dove Sei?

Il mio mondo si è dissolto,

e vago nel caos

perché tu non sei più accanto a me.

Giorni persi a sperare di ritrovarti

Giorni persi a guardare le stelle,

rivedo il tuo volto nell'oscurità,

vedo il tuo sorriso,

ed il cuore si spezza,

le lacrime sfuggono al mio controllo,

e il corpo mi rinnega,

annega nel dolore,

annega nella solitudine

e l'oscurità mi avvolge,

dove sei?

Darei qualsiasi cosa per ritrovarti,

perché sei l'unica cosa vera,

in un mondo perso.

Dove sei?

 

 

Ero convinta che non ti avrei più rivisto e, proprio quando credevo che avrei vissuto solo di sogni, tu tornasti nel mio mondo.
Proprio a pochi passi da me si delineò un'ombra.
Eri tu.
Ti riconobbi prima ancora di vederti in faccia e, incredibile a dirsi... riuscii ad alzarmi e a raggiungerti!
Prima di conoscerti tutto sembrava irrealizzabile, persino le cose più semplici.
Purtroppo, quando ho cercato di abbracciarti, le mie braccia hanno attraversato il tuo corpo, senza percepire nulla... tu non hai sentito nulla.
Il mio sorriso morì, le mie mani tremarono... la realtà mi rise in faccia, ricordando a me stessa che ero solo un piccolo insignificante spirito. Per te, non ero nemmeno un'ombra.
Mai, in nessuna vita avresti, saputo che io ero lì.
Io per te non esisto...
 

Stanotte ti ho sognato.

Eri lì, solo per me.

Sorridevi guardandoti intorno...

Ma era solo un cattivo sogno.

Non riuscivo a sentirti.

Il calore del tuo respiro,

La sensazione di stringere la tua mano nella mia,

Non riuscivo a sentirlo.

Persino lì sapevo che non era vero.

Era solo un'illusione,

Mi ha spezzato il cuore.

Ho pianto ancora e continuo a farlo.

Tu sei una ferita aperta nel mio cuore.

Io, stupida che non sono altro,

Ho un unico desiderio, così piccolo e così irraggiungibile…

Sentire il calore del tuo abbraccio.

Ho un bisogno disperato di essere circondata dalla tua forza.

Amore, calore, senso di completezza…

Tu sei tutto.

E sei diventato il mio cielo.

Perché è l’unica cosa che ci unisce.

Quando guardo in alto

so che, ovunque sei, protegge anche te.

E fa così male sapere che non ti merito...

Perché altrimenti sarei lì con te

E non qui, a versare lacrime amare senza speranza.

Perché mai tu dovresti amare me?

Tu sei come il cielo.

Per quanto allunghi la mano…

Non posso toccarlo.

 

 

Mi sentii annegare nel vuoto, in un caos oscuro privo di ogni cosa.
Ti guardai negli occhi e il tuo tormento diventò il mio. Dimenticai me stessa, mi persi nei tuoi pensieri che, non so come, riuscii a leggere. La tua luminosità, la tua voglia di vivere era svanita. Non riuscivi più a scrivere. Non potevi più “sentire” la tua amata musica. E le parole che ti tormentavano, le ultime che avevi scritto, mi privarono infine di ogni forza.

 

 

Nessun futuro. Nessuna Ragione.

Il mio cuore si è spezzato

Nessuna speranza in cui credere

Posso urlare ma non riesco a sentire

La mia voce è morta

Questo mondo spezza ogni cosa

È così dannatamente crudele

Nessuna speranza, nessun calore

A cosa posso aggrapparmi?

Mi fa sentire così triste...

Posso vedere la fine

Ogni cosa ha perso colore

Ogni suono è stato sepolto

C’è solo il caos.

Siamo anime spezzate,

Senza futuro e senza speranza.

Siamo un dannato gioco,

Figli del dolore,

Nati per perdere il sorriso,

Nati per versare ogni lacrima

Su un mondo freddo e sterile.

Perché siamo qui?

Siamo solo un dannato gioco.

Non abbiamo ragioni per cui vivere.

 

 

Sotto il mio sguardo ti sdraiasti davanti al fuoco, che non ricordavo nemmeno avessi acceso, e ti addormentasti.
“Cosa... cosa ti ha reso così? Cos’è successo?” Tremavo. Desideravo disperatamente poterti parlare. Anche solo per un istante. Avrei voluto cancellare con le mie carezze ogni inquietudine.
Istintivamente, mi accostai al tuo orecchio e iniziai a cantare...
Seppur inconsapevolmente, tu mi avevi reso partecipe del tuo tormento e io volevo farti sapere che non eri solo. Tu eri diventato la mia speranza. La mia luce. Il mio mondo, l’essenza di ogni cosa. E avrei fatto qualsiasi cosa pur di aiutarti!
Avevo agito d’istinto, irragionevolmente. Ciò che non potevo sapere è che nei sogni ogni barriera viene spezzata.
Forse lo avevo sempre saputo e lo avevo solo dimenticato, ma questo ora non ha importanza... perché l’unica cosa di cui mi importa non è trovare risposte a simili domande, ma bensì ricordare che di colpo ti alzasti a sedere, facendomi sobbalzare, e dopo aver frugato velocemente fra le tue cose prendesti a scrivere come un forsennato.
Le mie parole diventarono tue...
Stavi scrivendo ciò che io ti avevo sussurrato.
In un attimo, quasi per magia, ritrovai il meraviglioso umano che mi aveva incantato.
Giurai che, se non potevo starti accanto, allora sarei diventata la tua musa. Avrei protetto il tuo sorriso, impedendoti di morire, perché non voglio vivere in un mondo dove tu non esisti. Non ne voglio far parte.

 

Volarono così giorni e mesi...

 

Nel mio piccolo illusorio mondo, eravamo solo tu e io, persi in un destino senza tempo e privo di ragione. Niente e nessuno poteva dividerci.
In realtà, ero io ad aver perso la ragione.
Tu vedevi, nel mio piccolo mondo, un'oasi di pace, dove ritrovavi te stesso.
Il destino sa essere crudele con chi vive solo di sogni.
Un giorno come tanti, tu arrivasti, ma il sorriso con cui ti stavo per accogliere non sbocciò mai.
Un'altra ombra si delineò accanto alla tua.
Il volto di una donna dai lunghi e fluenti capelli scuri. Era così bella e così... reale!
Non sapevo chi era e non m’importava saperlo. Lei era tutto ciò che non potevo essere io. E il modo in cui la guardavi, in cui le sorridevi, stringendo la sua mano fra le tue...
Un grido risalì con forza. Mi voltai, chiudendo gli occhi per non vedere, le mani strette intorno al mio capo. Non volevo sentire. Non volevo vedere. Mi rinchiusi nel mio dolore dimenticando ogni cosa.
Fa così male non esistere per l’unica persona al mondo per cui vuoi essere vera. Viva.
Per molto tempo, non udii nulla.
Tutto, intorno a me, aveva perso colore... proprio come nella tua canzone.
Non mi ero resa nemmeno conto che te ne eri andato e quasi speravo non tornassi.
Anche se, in fondo al cuore, sapevo che lo desideravo davvero.
Niente avrebbe dovuto cambiare. Niente.
Il tempo passò ancora, inesorabilmente, regalandomi solo disperazione.
A un tratto, ti sentii.
Così vicino.
Alzai lo sguardo e tu eri lì.
Di fronte a me.
Il tuo sguardo era così indecifrabile... sapevo che non potevi vedermi, eppure mi sentivo come se stessi guardando proprio me.
Vidi la tua mano accarezzare dolcemente le foglie e piansi.
Sentivo.
Per la prima volta, potevo sentire il tuo calore. Per la prima volta, riuscivo a percepire il tuo odore.
Mi sentivo come se la tua meravigliosa mano stesse accarezzando la mia guancia. Era così bello.
“Ti amo”
Che cosa avrei dato per poterlo dire? Avrei rinunciato alla mia stessa vita per quel prezioso momento.

 

Quel prezioso istante s’infranse come cristallo sotto alle mie mani, sotto al mio sguardo.
Udii un ruggito sordo e crudele. La roccia franò e ti colpì. La candida sabbia accolse il tuo sangue e, intorno a me, si formò un lugubre lago, segno di morte.
Non potevo accettarlo.
Urlando, istintivamente, mi gettai su di te e ti donai la mia stessa linfa vitale...

 

«Ciò che racconto sono i miei ultimi istanti.» bisbigliò Swami con un filo di voce e con il volto a un soffio dal suo. Per nessuna ragione avrebbe smesso di guardarlo. «Non voglio vivere in un mondo dove tu non esisti». Cercò invano il suo sguardo, ma lui giaceva perso in un sogno da cui non si sarebbe svegliato tanto presto e lei lo sapeva. «Ovunque andrò, tornerò sempre da te.»
Il suo corpo stava diventando lentamente cenere. Il vento gentile ne raccoglieva i frammenti, portandoli via con sé...
“Avrei solo voluto avere più tempo. Questo è il mio ultimo regalo per te... Amore.”
 

Vedrai sarò forte,

Sarò forte per entrambi.

Se non puoi amarmi

Il mio amore sarà grande per entrambi.

Non ti insegnerò ad amarmi,

Perché non si insegna ad amare. Si ama e basta.

Sarò il tuo sostegno.

Quando cadrai, cadrò con te

E mi rialzerò per prima, per poterti tendere la mano.

Starò al tuo fianco, e non ti chiederò mai di essere ciò che non sei.

Fa paura, lo so.

È una dolce follia.

Cambia il tempo e la ragione

E diventa incomprensibile a chi non sa amare.

Oltre il tempo e la ragione...

Ti amerò.

Fra le mie mani

Accoglierò i tuo sorrisi e le tue lacrime.

Quando il tempo si farà oscuro e la strada

diventerà insidiosa,

Lasciami essere il tuo scudo.

Sarò forte, vedrai...

Perché amarti mi ha dato una forza che ride del tempo e della ragione.

 

 

 

Pronunciando le ultime parole, si dissolse completamente. Dalle sue ceneri sbocciarono delicati fiori bianchi e rossi, simili alla sua meravigliosa chioma e da quel momento, chiunque dorma in quell’angolo di paradiso quasi dimenticato, è destinato a rivivere il grande amore della povera fanciulla.

 

 

“Miei cari, tenete a mente questa storia e siate delicati con i fiori. In ognuno giace uno spirito indifeso che va protetto.”

   
 
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