Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
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Autore: Rapidash    28/10/2017    0 recensioni
Raccolta di one-shots che comprende diversi pairings di Voltron.
[5 capitoli + 1 bonus!]
~~~
1. {Shance}
2. {Sheith}
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Garrison Hunk, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I passi di Keith che attraversava il corridoio erano leggeri, veloci, falcate larghe e agili di chi ha sangue di guerriero Galra in corpo ed è riuscito ad affrontare l’allenamento severo delle Spade di Marmora.
L’istinto indomito lo portava ad avere un più che ottimo senso dell’orientamento in quel castello Alteano serpeggiato da molteplici labirinti, piani, scale, e stanze ignote e tutte uguali, ma Keith sapeva comunque il percorso verso la stanza di Shiro a memoria – l’aveva trovata a primo colpo fin da subito –, lo avrebbe indovinato anche con gli occhi chiusi; Keith sarebbe stato capace di ritrovarlo anche se non avesse avuto quel particolare dono datogli dalla genetica dei Galra.
Non era così che funzionava tra due persone che si amavano? E non era forse sempre andata così tra loro due ancora prima di saperlo?
Shiro scompariva e Keith si lanciava nel vuoto senza neanche guardare cosa lo avrebbe aspettato pur di riaverlo con sé. Ad ogni costo. E spesso gli era costato molto caro.
A volte aveva una sensazione dal retrogusto amaro in fondo alle viscere, che sussurrava che la sua vita era di valore inferiore rispetto a quella di Shiro; Shiro valeva per lui più di se stesso. Keith lo amava troppo.
Non glielo avrebbe mai detto, comunque; perché erano farneticamenti che duravano solo una manciata di secondi – quanto bastava per metterlo a disagio con la sua stessa testa – e poi andavano via. E perché Shiro lo amava troppo per poterglielo lasciar dire.
Lo sapeva che lo amava in equal misura, che aveva affrontato insidie pari a quelle di Keith per stare con lui; per questo doveva smettere di sminuirsi così certe volte, si diceva.
Shiro lo amava troppo.

Keith si buttò di peso sul materasso morbido e già caldo, sospirando con un sorriso compiaciuto. – Sono esausto – esclamò un attimo prima di chiudere le palpebre e concedersi qualche profondo respiro di calma. Stette in quella posizione provvisoria ancora per qualche attimo, esalando e regolarizzando il respiro nel processo di far cessare l’adrenalina ancora in circolo in quel fisico teso e scattante dalla sessione di allenamento.
Dopo quell’idilliaco momento si rigirò velocemente verso Shiro sdraiato tranquillo e in attesa, a soli pochi, pochissimi, centimetri di distanza e che finalmente riuscì a fissare pienamente in volto.
Shiro, dal canto suo, non aveva fatto altra cosa che contemplare Keith. Keith. Semplicemente Keith; eppure tutto così complicato.
Quante cose erano dovute succedere perché entrambi dovessero rendersene conto. Quante altre vicende, drastiche, definitive, avevano dovuto toccarli perché Keith e Shiro - Keith e Shiro. Shiro e Keith. Un mantra, una preghiera, una speranza l'uno per l'altro da tutta la vita - finissero per sapere che i sentimenti erano reciproci e non avrebbero convissuto con la sensazione di solitudine e amore impossibile a vita.
Era bastato finire quasi sul punto di non ritorno, avere la morte di fronte e negli occhi per ottenere quello... No, quello non era semplicemente bastato.
Keith a quel punto gli sorrise brevemente e scivolò flessuosamente più vicino, portandosi fin sotto al suo mento, appoggando la guancia al petto prominente e caldo, l’orecchio che si andava a concentrare su un battito lento e ritmico. Il pulsare di un cuore che era umano.
Shiro prontamente non mancò di lasciare l’impronta di un bacio sulla tempia alla sua portata, e per questo avrebbe potuto riempirlo di quanti ne voleva; erano labbra sottili ma soffici che si andarono a posare su altrettanto soffici capelli.
Keith lo sentì, successivamente, inspirare ed espirare profondamente tra le sue ciocche voluminose e spettinate quel profumo indistinguibile di ragazzo che disse gli apparteneva; naturalmente lui non poteva sentirselo addosso, al contrario di Shiro, ma gli era bastato sapere che ormai ne era ossessionato e che lo ritrovava ovunque e denso: nelle coperte in cui dormiva, sui vestiti che gli prestava e mai più rivedeva, addirittura sulla sua stessa pelle tracciata da cicatrici.
Keith all’epoca aveva ridacchiato a questo aneddoto, nonostante fosse consapevole che quella stessa legge chimica valeva anche per lui.
Ma diversamente da Shiro, e com'era invece il suo elemento, il paladino rosso sentiva di bruciarlo ogni volta, anche solo avendolo sfiorato al passaggio. Viveva con la sensazione costante di aver acceso una specie di miccia ed aver dato fuoco a entrambi, da quando tutto aveva avuto un inizio.
Rosso e Nero. Fuoco e cenere.
- A cosa stai pensando in questo momento? - Il sussurro di Shiro era stato appena udibile.
Keith si inarcò leggermente con il busto, dopodiché sollevò il viso, allacciando i loro sguardi. Indugiò nel trovare una risposta soddisfacente, o quantomeno semplice da dire, ma sapeva che l'altro aveva già capito tutto. Perché i loro pensieri erano simili per quanto di diversa fonte.
- A tante cose. -

 

 

 

Bruh. 
Io e la consistenza non andiamo d'accordo; ma, dopotutto, non ho mai promesso che avrei aggiornato regolarmente. Inoltre sono stata molto impegnata. E malata. Oh, e la quarta stagione è stata una batosta tale che ho fatto fatica a riprendermi. *shrug*
Perciò... Sì. Sheith. Li amo. Mi distruggono. Fuck, man, the pain...
Dedico questo capitolo ai valorosi eroi che, insieme a me, hanno seguito incessantemente la messa in onda in italiano.
Grazie infinite a chi legge o anche solo è attivo in questa sezione; mi piace vederla un po' più vivace u-u

  
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