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Autore: HIMsteRoxy    28/10/2017    0 recensioni
MYCROFT X MR. CRAYHILL ~ MARK GATISS X IAN HALLARD
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vigilia di Natale
 
Per Ian
Amore mio, vita mia
 
Sono passati ben sette mesi da quando hai preso la tua decisione e sei comparso sulla soglia di casa, una sera in cui un temporale aveva colto di sorpresa Londra, solo per poterla condividere con me.
Mi sono sorpreso trovandoti lì, davanti al portone di casa mia, bagnato fradicio e piuttosto taciturno e conciso. Un breve saluto, un ‘ devo parlarti ‘ e un silenzio carico di imbarazzo e tensione. In realtà, non mi ero aspettato nemmeno di ricevere una tua visita.
Hai aspettato il momento opportuno per iniziare a parlare, mentre sedevamo in soggiorno. L’orologio a pendolo continuava a scandire i secondi e i minuti, che sembravano passare il più lentamente possibile. Quel silenzio stava diventando così opprimente. Dal canto tuo, eri davvero teso e agitato per ciò che dovevi dirmi. Sembrava che fosse davvero importante, se ci stavi mettendo tutto questo tempo. Distoglievi però lo sguardo e cercavi di non incrociare i miei occhi, come se non volessi che io ti leggessi dentro o che ti giudicassi a priori.
In quell’esatto momento ricordo di aver iniziato a pensare alla peggiore delle ipotesi. D’altronde mi avevi detto di non aspettarmi una risposta positiva, così mi ero già messo il cuore in pace e avevo iniziato a convivere con l’idea che tra di noi fosse tutto finito. Me lo meritavo, in realtà, non ti biasimo per questo. Era stata solo ed esclusivamente colpa mia, se ti avevo fatto soffrire e se adesso eravamo finiti in questa situazione così assurda e complicata.
Ci mettesti fin troppo tempo a parlare e, quando finalmente lo facesti, io ero già pronto ad accettare la tua decisione, senza protestare o senza supplicarti di ripensarci. Non sarebbe servito a nulla, comunque. Anzi un tale comportamento – inusuale per uno come me – avrebbe solamente peggiorato la situazione.
Abbassai lo sguardo, per non dover leggere nei tuoi occhi quanto dovesse essere difficile per te quel momento. Sicuramente lo era stato tanto, anche prendere tale decisione e venire fin qui per parlarmene, così evitai di guardarti perché non volevo farti soffrire ancora.
Ti ascoltai però con tutta l’attenzione possibile, mentre cercavo di dare un senso alle tue parole, mentre il mio cuore si preparava al colpo che ben presto avrebbe ricevuto, mentre il mio cervello mi ripeteva che era proprio così che doveva andare, che lo sapevo già e che era inutile illudermi del contrario.
Cercai allora quel tonfo al cuore, cercai quel dolore a cui mi sarei aggrappato più tardi, in mancanza di altro, ma non trovai nulla.
Il tuo tono di voce, inizialmente indifferente e serio, si era trasformato improvvisamente e qualcosa di cristallino era sgorgato dalle tue labbra. Parole di cui non afferravo il significato e che mi lasciavano interdetto. Erano parole che non mi ero aspettato e che forse stavo ripetendo io a me stesso, solo per non soffrire. Ma no, quelle parole apparteneva alla tua voce e alla realtà.
Alzai di colpo la testa, incrociai i tuoi occhi pieni di lacrime, in contrasto con il sorriso che splendeva sul tuo viso. Cercai una conferma nel tuo sguardo, sul tuo viso e finalmente la trovai. La tua voce mi ripeté di nuovo ogni singola parola e mi confermò tutto. Quel peso sul cuore si sciolse improvvisamente, lasciando il posto alla gioia assoluta. Non riuscivo a crederci e, tra le lacrime, mi chiedesti se potevi assentarti un attimo, perché avevi dimenticato qualcosa in auto. Inizialmente non capii a cosa ti riferivi e, solo dopo, quando ritornasti, compresi il vero motivo che ti aveva spinto ad uscire con una serata del genere, per raggiungere casa mia.
Sono passati ben sette mesi da quando, con i bagagli in mano e sotto l’acquazzone che continuava ad imperversare sulla città, ti sei trasferito a casa mia e hai preso così in considerazione la mia proposta.
Mi regalasti uno dei tuoi sorrisi, di fronte alla mia incredulità mista alla gioia pura, che però cercavo di tenere a bada e di non esternare. Una volta dentro ridemmo della pioggia – la mia amata pioggia, dicesti – che ti aveva bagnato ancora e ti aiutai a portare tutto dentro. Poi ti feci strada verso quella casa che già avevi iniziato a conoscere e di cui eri rimasto così affascinato e insieme sistemammo ogni cosa.
Quella sera ci dedicammo solo ed esclusivamente a noi stessi e, come se non fosse passato nemmeno un secondo, rievocammo finalmente quell’invito a cena che non avevamo mai avuto tempo di goderci.
Prendesti posizione tra i fornelli e iniziasti a cucinare, mentre io scartavo quel regalo, che avevi comprato tanto tempo fa e che, chissà per quale assurdo motivo, avevi ancora conversato, forse con la speranza che un giorno sarebbe servito a riconciliarci.
I sorrisi si alternavano ai baci e alle carezze e la gioia e la felicità aleggiavano nell’aria, mentre con aria sognante ed entusiasta continuavo a sfogliare le pagine di quel libro e seguitavo a ringraziarti del bel gesto e per averlo conservato fino a quel giorno.
Passammo una bellissima serata, dimenticando i giorni passati pieni di rabbia e di rancore e ricordando invece quelli più e significativi, che avevano un posto speciale nel nostro cuore.
E l’indomani, quando mi svegliai al tuo fianco, mi resi conto che un nuovo capitolo aveva avuto inizio e che tutto sarebbe andato per il meglio.
Da quella sera le cose tra di noi sono cambiate e in meglio, hanno preso una piega inaspettata e diversa da ciò che in realtà avevo temuto. Pensavo che non mi avresti mai perdonato e che non mi avresti mai più rivolto la parola.
Da quella sera ho capito l’importanza dell’amore e dei sentimenti che provo per te, ho capito che in realtà non sono poi così tanto diverso dagli altri, sotto certi aspetti, e che in questo non c’è assolutamente niente di negativo, ma solo di positivo.
Ho imparato che a volte bisogna sforzarsi di non essere soli e che condividere la propria vita con qualcun altro fa parte della vera definizione di felicità.
Ho realizzato che tale felicità comincia da noi stessi e che non risiede nelle grandi cose, ma nelle piccole cose di ogni giorno, come ad esempio svegliami la mattina accanto a te, darti il buongiorno e preparare assieme la colazione. Augurarti una buona giornata, tornare a casa dal lavoro e trovarti in soggiorno, ammirare il tuo sorriso, il tuo viso e i tuoi occhi, come se li vedessi per la prima volta in assoluto. O ascoltare la tua dolce voce, mentre parli o pronunci solamente il mio nome.
Osservo adesso la casa addobbata per Natale, così diversa e colorata da com’è di solito, così meno solitaria e cupa, e sento la tua voce mentre canticchi una canzone natalizia. Una delle tante che odio, ma che sto iniziando a tollerare. Sto scrivendo questa lettera, forse una delle tante che avrò mai scritto e conservato, ma stavolta con l’intenzione di fartela leggere e di non cambiare nessuna parola di ciò che ho già scritto. La perfezione giace tra queste parole e in ciò che sento e sentirò per te. In futuro magari avrò anche il coraggio di fare un altro passo in avanti – chi lo sa?! – ma per adesso mi accontento della tua presenza costante nella mia vita e ne gioisco pienamente.
Qua accanto ho il regalo che ho scelto per te. Credo che si sia trattato di un colpo di fulmine, quando ha attirato la mia attenzione, nella vetrina del negozio, tra piccoli abeti decorati e stelle luccicanti e luminose. Mi osservava da lontano e mi gridava silenziosamente di prenderlo e di condurlo a casa, perché era sicuro che avrebbe portato altra gioia in questa casa. Spero che per te sarà lo stesso, lo spero con tutto il mio cuore, perché il mio unico desiderio è quello di renderti felice con tutto l’amore che provo per te.
 
Per sempre tuo,
Mycroft  
  
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