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Autore: AngelsOnMyHeart    28/10/2017    2 recensioni
Give Me a Voice è una raccolta di One-Shot incentrata su personaggi, o brevi storie, che purtroppo non sono riuscite a trovare il dovuto spazio nelle precedenti fanfiction da me pubblicate e che, finalmente, potranno avere una voce così che possano raccontare di se.
Entrate pure, non vi si spezzerà il cuore, non del tutto almeno.
Chapter#1: Failure (Helen);
Chapter#2: Dolly (Aenigma);
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Dolly.



Ti notai per puro caso, lo sai bambolina?
Di menti spezzate ne ho viste a iosa, tra un secolo ed un altro, ma la tua aveva un non so che di speciale. Mi intrigavi.
Ricordo perfettamente della prima volta che mi accorsi di te, stavi tagliando i tuoi lunghi capelli davanti al piccolo specchio nel bagno.
Il tuo riflesso era davanti a te ma i tuoi occhi offuscati dalle lacrime non lo degnavano di uno sguardo, per cui...ZAK!
Un taglio seguiva l'altro, sempre più velocemente ed in maniera discontinua. ZAK! ZAK! Più accorciavi la tua chioma corvina, più la tua mente si annebbiava. Volevi farla finita, quel giorno, riuscii a percepirlo giusto in tempo. Non so nemmeno se tu te ne sia mai realmente accorta.
Fermai la tua mano quando saettò verso il tuo bel viso, non fui in grado di lasciare che un orribile taglio deturpasse quei tenui lineamenti. Fu strano, forse più per me che per te, sai? Di solito è questo ciò di cui ho bisogno, di atti estremi -e veri- in grado di rendermi reale. Ma quella volta...ah! Non so...credo solo che volessi rivederti ancora.
Rimanesti immobile a fissare il tuo riflesso e allora riuscisti a vederti: grandi occhi neri sgranati ed arrossati, contornati da nere occhiaie. Tirasti su col naso. La punta della forbice ferma ad un millimetro dalla tua fronte, ovviamente non potevi vedere la mia mano stretta delicatamente attorno al tuo polso, il mio viso che affondava in quella porzione di capelli che ricadeva ancora sulle tue spalle, inspirando il dolce odore della tua pelle.
Lentamente ti lasciai andare e la forbice ti cadde di mano, finendo rumorosamente nel lavandino, in mezzo a tutte le ciocche tagliate.
Prendesti un respiro profondo ed io ti strinsi un po' più forte a me, tu chiudesti gli occhi, inclinando il capo all'indietro . Avvicinai le labbra al tuo orecchio “Stai calma, respira” ti sussurrai e solo in quel momento i tuoi muscoli si rilassarono. Eri davvero messa male, bambolina.
Allora ricordai. Ti avevo già vista in passato, senza riconoscerti. Numerose erano state le notti insonni in cui strani pensieri accorrevano da te, a farti visita: incubi, autolesionismo, suicidio, psicofarmaci, il buio...io mi trovavo in ognuno di loro, solo che non ti avevo mai davvero notata.
Da quel giorno decisi che avrei avuto cura di te, a modo mio si intende, sebbene ancora non riesca a comprenderne il motivo io stessa.

Oh! Ker cercò di desistermi da questo intento, aveva notato il mio interesse nei tuoi confronti. Ti avevo strappata all'abbraccio della morte e questo l'ha infastidita parecchio. Quante volte mi avrà ripetuto di non mescolarmi ai mortali, di lasciarvi alle vostre brevi e deboli vite. Fiammelle che possono essere spente da un semplice sospiro. Eppure io non potevo farne a meno. Gli esseri umani sanno essere creature di estrema beltà, se visti dalla giusta angolazione. Specialmente le donne e, non lo nego bambolina, altre donne hanno destato il mio interesse nelle ere. Dolci sanguinarie, folli pacifiste, cuori soli e disperati, proprio come te. Però...però tu sei davvero speciale. Ti chiedi se abbia mai ripetuto queste stesse parole anche alle altre? Se la negazione fosse la verità, mi crederesti?
No, so che non lo faresti. D'altronde è una verità che sorprende anche me.

Passò qualche anno da quel giorno, la tua mente parve acquietarsi per un breve periodo ma qualcosa di fondo ti spingeva sempre ad un passo dall'oblio, tra le mie braccia.
Avvenne all'improvviso, come un'esplosione.
Avrei dovuto intuirlo da tempo che sotto ci fosse lo zampino di qualcosa o, per meglio dire, qualcuno.
Di certo avrei dovuto ringraziarlo, in parte, senza di lui la tua mente non si sarebbe fratturata in così tanti pezzi tra le mie dita. Però quell'infida ombra si era insinuata da tempo nel tuo cuore, attirandoti a se, tu ti spezzavi sempre di più ed io dovetti restare a guardare, immobile. Sarebbero stati guai, se mi fossi intromessa anche stavolta.
E così lui ti distrusse.
Immagino d'aver provato qualcosa allora, bambolina. Qualcosa di simile alla tristezza, credo.
Sparisti per un periodo di una piccolezza infinitesimale, se paragonato alla mia esistenza, eppure mi mancasti, come se la tua assenza fosse perdurata secoli.
Non mi piansi di certo addosso, questo no. Proseguii come se niente fosse dall'istante in cui non riuscii più a captare la tua presenza, nessuno doveva sapere e mi costrinsi a dimenticarti. Questa mia debolezza non poteva trasparire in alcun modo o mi si sarebbe potuta ritorcere contro in modi che tu nemmeno immagini e non starò di certo qui a raccontarteli, non voglio che le mie sventure turbino il tuo dolce sonno.
Hai bisogno di dormire, dimenticare tutto il male che ti è stato fatto. Il male che lui ti ha fatto.
Quando tornai a percepire la tua mente immergersi ancora una volta nei miasmi della follia, era già troppo tardi.
Sei stata sciocca, bambolina.
Non avresti dovuto permettergli di avvicinarsi a te a quel modo, lasciando scivolare via l'odio e dare spazio a qualcos'altro. Mi disgusta anche solo pensare che possa essere stato amore. Non fraintendere, non sono mai stata gelosa di quell'essere, sapevo solo che prima o poi qualcosa si sarebbe nuovamente spezzato e saresti stata tu a pagarne le conseguenze. Quindi ho infranto ancora una volta quelle stupide regole e mi sono intromessa, questa volta lo ricordi anche tu, non è così? Il tuo sonno era finalmente libero da quegli incubi costanti ed io potevo chiamarti a me. Provai ad avvisarti, tentai addirittura di farti fuggire via, ma tu non hai voluto ascoltarmi e sei tornata indietro.
E come è andata a finire, eh bambolina?
È finita che ti sei scottata, il tuo fragile cuore si è infranto in una frazione di secondo, sono bastate due semplici parole e tutto il peso del mondo è crollato di nuovo su di te.
Giunta a questo punto non potevo più restare a guardare, non dopo che ti aveva ridotta così, davanti ai miei occhi. Doveva pagare.
E così mi intromisi una terza volta, l'ultima per l'esattezza, pur sapendo che per me non ci sarebbe stata possibilità di ritorno da questo viaggio.
Tu ovviamente sai come è andata. Hai accettato il patto che ti ho proposto ed hai ceduto finalmente al mio abbraccio. Ti ho stretta a me ed ora non ti lascerò più andare. Veglierò su di te e farò in modo che nulla potrà più nuocerti, almeno finché sarai qui al mio fianco, mia dolce bambolina.
Non proverai più alcun dolore e tutte le ferite si risaneranno. Non devi fare altro che continuare a dormire.
Riposa quindi, della tua vita passata non è rimasto più niente da ricordare, perché ora siamo solo tu ed io.
Ci vorrà del tempo ma il mondo può attendere, noi non abbiamo alcuna fretta, quel che importa è che ora tu sei qui, accanto a me.
Perché tu non mi lascerai mai.
Non è vero bambolina?
   
 
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